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Autore: Apollonia Storie    19/08/2022    0 recensioni
Lily. Harry. Ania. Draco. Voldemort.
Gli scacchi principali di questo gioco mortale.
Ania aspettava da anni di conoscere finalmente il grande Harry Potter, eppure, da quel momento in poi una serie di eventi agitano acque pericolose.
Draco non sa cosa ci vede in quella lí, sa solo che lo scava dentro, che é fragile e pericolosa allo stesso tempo, e che a lui i giochi pericolosi sono sempre piaciuti.
E il Signore Oscuro pensa davvero di conoscere bene il suo servitore Severus? E se il piú grande segreto dell'uomo fosse una figlioccia maledetta, per cui darebbe la vita?
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Contro ogni aspettativa.
Nessuno li attendeva oltre l’arazzo.

Il glaciale silenzio della notte restó intatto.
Una sottile lama di ghiaccio che non sembró crepare sotto i loro passi ovattati.
 

Cosa facciamo? Ci dividiamo? - sussurró Weasley guardandosi sospettosamente le spalle.
 

⁃ È l’idea migliore.-

⁃ Hermione, credo che tu debba avvisare gli altri. Riesci ad arrivare ai Grifondoro senza troppi problemi? …

⁃ Dovrei… c’è un nuovo passaggio segreto dietro l’arazzo di Mirabella la Gnoma e…-
⁃ Come da sola? – sbottó Ron voltandosi di colpo
-Sarebbe meglio se io andassi con lei.-
⁃ Sarebbe meglio se tu andassi al Bagno di Mirtilla, Ronald. A cercare quella cosa!- sussurró Hermione lanciandogli un’occhiata d’intesa.



Ania strinse appena la mascella ma poi abbassó gli occhi al pavimento, fingendo indifferenza.
Quei mezzi dettagli nascosti avrebbero dovuto essere aboliti in una situazione del genere, ma d’altra parte, anche le sue lamentele potevano essere tenute a bada.



⁃ Ania, tu…-
⁃ Io vengo con te Harry. Non ti lascio solo.- disse Ania ferma , fulminandolo con lo sguardo.

⁃ No ascolta! Io devo cercare l’Horcrux… la Torre dei Corvonero è il posto più adatto e… c’è qualcos’altro di importante e credo tu sia l’unica a poterlo fare.-



Ania vide Hermione lanciare un’occhiata interrogativa ad Harry, chiaramente non a conoscenza di quella parte del piano.



⁃ Piton ci ha aiutato parecchio con il taccuino. Mi sembra sensato pensare che possa avere altri assi nascosti nella manica.-
⁃ Vuoi che… entri nel suo ufficio?-
⁃… E cerchi qualsiasi cosa possa servirci!  Per distruggere gli Horcrux magari…noi abbiamo una mezza idea ma , Piton ne sapeva sicuramente più di noi.-


Ania lo guardó per un attimo, deglutendo forte.
Avrebbe quasi preferito gettarsi nella camera privata del neo Preside Mangiamorte che violare le mura del luogo sacro del suo padrino morto.

Annuì, e si morse una guancia.

⁃ Se qualcosa va storto…-
⁃ Improvvisate e cercate di non farvi ammazzare.- ironizzò Ronald provocando un sorriso generale
⁃ Qualcosa del genere.- sorrise Harry.


 

Un ultimo cenno del capo e gli occhi si salutarono riluttanti.
Era il partire per una spedizione di guerra quella.
Era il soffocare la paura di non vedersi più.

Harry le strinse la mano, mentre Hermione e Ron prendevano le loro strade.
Il calore del sua pelle le scaldó il cuore e divoró per un attimo il gelo delle segrete.



⁃ Ci vediamo dopo.- sussurró senza staccare gli occhi dai suoi.
⁃ Lo so.- disse lei, ricambiando la stretta
 
 
Era una promessa.


Le loro dita si separarono, lentamente, o forse no.
Ma ad Ania parve che il suo cuore andasse a rallentatore quando, indietreggiando, osservó la schiena di Harry sparire nell’oscurità.

Sospiró piano e si voltó verso la direzione opposta.
Verso un atrio che non aveva mai varcato, senza il suo padrone a farne da guardia .

.
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.
.
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.
 

⁃ Non toccare.- le sussurró Severus senza nemmeno voltarsi

Ania ritrasse lentamente la mano storcendo il naso.


Il piccolo pugnale in osso poggiato su quel drappeggio viola la attirava come una mosca dal miele.

Doveva essere qualche diavoleria sconosciuta trovata tra le cianfrusaglie di Hogwarts.
Era un castello antico, d’altronde, collezionava tanti segreti.
 
E Silente commissionava spesso Severus di svelare quei segreti, di adoperare le sue arti su quegli oggetti ritrovati, e decidere qualora fosse il caso di distruggerli o conservarli.
 
Il punto era, che gli oggetti piú proibiti e oscuri, Severus non li distruggeva affatto.
Li raccoglieva in un panno violastro di seta, esattamente come quello che avvolgeva il pugnale, e li portava a Spinning’s End, nascondendoli chissa dove.

E quel piccolo pugnava sembrava avere buone possibilitá di essere una nuova entrata della collezione.


Bastava vedere il modo in cui Severus lo stava esaminando accuratamente da giorni.
Nemmeno un briciolo di polvere sulle crepe dell’osso.
Nemmeno un graffio sull’impegnatura elaborata.




⁃ E la risposta è no.- disse Severus risportandola al presente.

⁃ Immaginavo.- mugugnó per niente sopresa, senza spostare lo sguardo dall’arma.

Sentì il mantello di Severus muoversi e il secondo successivo un libro dalla copertina in pelle verde scuro le venne piantato davanti.

⁃ Hogsmeade è per poppanti. A meno che tu non voglia diventare una fattucchiera con la testa vuota e un abbonamento per babbei obesi da Mielandia. E non.farmelo.ripetere…ancora.-




Ania senti il pizzicorio delle lacrime solleticarle la cornea, rileggendo più e più volte il grosso titolo in stile gotico del libro.



Sentiva il magone e la rabbia stringerle la gola.
Ma non disse nulla.
Si alzó dalla sua sedia ed afferró il libro.

Non guardó nemmeno per sbaglio il volto del padrino, e anzi prese la via della porta, stringendo i denti.

Quando li rialzó Severus aveva ripreso il suo posto alla scrivania, e spostava delicatamente il pugnale davanti a se.

⁃ Puoi fidarti di me, nel caso non lo sapessi.- disse con voce tremante di nervosismo.

Severus non reagì, ma Ania intravide un sopracciglio vibrare .

⁃ Hai quindici anni e un pessimo temperamento Ania. No che non posso fidarmi. Nonostante la tua presunzione ti convinca del contrario.-




Ania strinse di nuovo i denti, così forte che avrebbe potuto spaccarseli .



Non aggiunse altro e col cuore pieno di collera spinse con forza la maniglia della porta.
 
 

Non avrebbe letto quel libro per almeno una settimana, troppo inviperita, troppo rammaricata per la sua vita così diversa, così sbagliata.

Ogni volta che posava gli occhi su quel titolo, il suo cervello si annebbiava.

Quando finirà”, pensava, “quando smetterà questa prigionia”?

.
.
.
.
.
.


Ora era lì, tre anni dopo, davanti quella stessa porta in legno.
Finalmente, libera.
In un modo in cui non avrebbe mai immaginato.
Né, sperato.


Deglutì forte e sfioró con le dita quella stessa maniglia in ottone.

La accarezzó, prima di spingerla.
Poggió la fronte contro il legno della porta, prima di aprirla.

Inspiró.
Quell’odore.
Mentre il cervello vagava veloce.

Severus non avrebbe mai più varcato quella porta.
Nessuno studente avrebbe mai piú tremato al solo scricchiolare di quella serratura.
Nessun odore di pozione.
Nessun rumore sinistro.
 


Il cuore le si fece pesante.
Il magone le si strinse forte in gola.
Inspiró ancora, riaprí gli occhi
E l’istante successivo trattenne il fiato come se l’avessero immersa nel ghiaccio.



La tristezza le aveva annebbiato la vista, per un attimo
Ma ora notava chiaramente, i segni di una serratura sciolta da un incantesimo, i graffi intorno alla cornice del telaio.
 

L’ufficio era stato forzato.


Si scostó velocemente e sfiló la bacchetta dalla tasca del mantello.

Spinse appena la maniglia e, come aveva pensato, la porta si aprì placidamente, cigolando nell’oscurità.


 
Aveva il cuore a mille
E ció che vide non la aiutó a calmarsi.

I suoi occhi vagarono in quella ammucchiata di oggetti e cimeli sparsi per la stanza.
Niente era al suo posto.

Le librerie ai due lati erano state completamente svuotate.
Il doppio strato di polvere era tutto ciò che vi rimaneva.
Pergamene gettate sul pavimento.
Il focolare che ancora fumava .
 
Le ampolle sulla cassettiera sbagliata.
Le tende appena scostate e  non tirate come al solito.
L’ordine dei libri sul focolare, era sbagliato.
La posizione delle teste di teschio appese al muro, era sbagliata.
 
Tutto.
Tutto sbagliato.

Ania impazzì.



Con due falcate veloci arrivó alla scrivania, osservando a denti stretti quel delirio.
 
Severus sarebbe uscito fuori di testa a vedere il suo ufficio in quello stato.
Avrebbe fatto fuoco e fiamme per trovare il responsabile.
E ora.
Ora era lei a doverlo fare.
Ora…



Fu solo quando la punta calda di una bacchetta le si conficcó dietro la nuca che si rese conto di non essere sola.



⁃ Bacchetta a vista. E mi spieghi chi diavolo sei e cosa cazzo fai qui dentro .- disse la voce dietro di se e Ania spalancò gli occhi.


 
 

⁃ Cosa ci faccio io qui dentro Draco?- sbottó con voce tremante, lasciando che il volto sorpreso del ragazzo scoprisse il suo incappucciato.

⁃ Cosa ci faccio IO?-
⁃ Wool! - sbottó Draco abbassando la bacchetta
⁃ Cosa ci … cosa diavolo…-
⁃ COSA.HAI.FATTO? – gridó Ania voltandosi del tutto.
 
-Cercavo qualcosa che potesse…-
-Come.hai.osato.muovere.tutto. –
 
 
Ad ogni parola corrispose un colpo contro il petto del ragazzo, che indietreggió appena.
 
  • Basta! Wool!-
  • Come hai osato entrare qui! –
 
Ora le lacrime scendevano sul suo viso.
Sentiva solo la rabbia, l’ira del trovare tutto come non avrebbe dovuto essere.
Il bruciore allo stomaco per non aver protetto quel posto.
 
L’odio contro Draco per averlo penetrato prima di lei.
 
 
  • Wool…WOOL! –
 
Draco le afferró malamente le braccia e con una spinta la schiena di Ania sbatté violentemente contro il muro.
 
Ad Ania mancó il fiato, ma non ebbe il tempo di recuperarlo.
 
Le mani di Draco si strinsero ai suoi polsi.
E di colpo le sue labbra si schiacchiarono alle sue.
 
 
Cazzo.
Il suo cuore uscí fuori dal petto.
 
Rispose al bacio come farebbe un assetato con l’acqua.
 
La rabbia bruciava ancora, ma si aggrappava al collo di Draco con le unghie.
Lo odiava ma, cazzo.
Cazzo, lo amava.
 
Lo amava nelle ossa che ora le bruciavano sotto la carne.
Lo amava nelle vene che irrogavano sangue nel suo cuore in fiamme.
 
Draco Malfoy era la creatura peggiore di cui ci si potesse innamorare.
Perché ti feriva e ti sanava nel tempo di un singolo bacio affamato.
 
 
Quando Draco si staccó riprese fiato ed aprí gli occhi per osservare finalmente il volto della ragazza scoperto dal cappuccio.
 
  • Non dovresti essere ad Hogwarts Wool, sei una stupida… – disse, ansimante.
 
Ania fece scivolare le mani lontane dal suo collo e lo guardó fisso in volto, deglutendo appena.
 
 
  • Che io sia stupida o geniale non ha importanza. Immagina il peggiore scenario del mondo, Draco… quella è la ragione per cui siamo qui… -
 
Draco strinse gli occhi e le ciglia gli tremarono appena.
 
  • “Siamo”? – chiese in un sussurro, e Ania strinse i denti.
  • Siamo. – confermó, lasciando ben intendere a Draco che l’Indesiderabile Numero Uno, era, come lei, tra le mura di quello stesso castello.
 
 
 
   
 
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