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Autore: NPC_Stories    16/10/2022    1 recensioni
Writober 2022, non è stato dato un tema ma siccome siamo a ottobre e sento già profumo di Halloween, lo farò a tema non morti.
31 storie, una al giorno, stay tuned.
Genere: Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Genere: Fantasy
Personaggi: Daren, Yrga, Bahostegym, Krystel (citata)
Note: questa storia è un breve prequel di Party

16. Witch


1378 DR, in un piccolo semipiano privato da qualche parte nel Piano Etereo

La sala delle conferenze era ancora vuota, ad eccezione della figura nera e sottile di un elfo avvolto in un mantello scuro. Gli era stato detto di entrare ed aspettare, e per una volta aveva fatto quello che gli avevano consigliato. Dopotutto non aveva niente di meglio da fare e non conosceva quel luogo.
Era abbastanza sicuro di trovarsi sul Piano Etereo - la sua natura di fantasma vibrava in risonanza con quel Piano, facendolo sentire a suo agio, a casa - ma c'era sufficiente interferenza di energia arcana da fargli supporre di trovarsi piuttosto in un semipiano artificiale che fluttuava nel Piano Etereo. Era difficile spiegare cosa fosse, esattamente, a farglielo supporre. Una specie di mal di mare, se solo i non morti potessero provare nausea.
"Buongiorno" una vocetta infantile spezzò il flusso dei suoi pensieri.
Daren si aspettava quasi di vedere una bambina - infatti si guardò intorno perplesso, perché i bambini non morti sono una cosa molto rara - e invece la proprietaria di quella voce era una donna minuta, giovane, ma sicuramente adulta.
"Uh… buongiorno?" Non era nemmeno certo che fosse giorno. Il giorno e la notte non esistevano sul Piano Etereo. Però, a parte quella curiosità, fu un altro dettaglio a catturare la sua attenzione: la donna era entrata passando attraverso una parete. In effetti, a guardarla bene, si poteva vedere attraverso di lei. Non era una cosa che si notasse immediatamente perché i suoi vestiti molto colorati riuscivano a renderla in qualche modo più opaca, ma ad un secondo sguardo non restavano dubbi: trasparente. Incorporea.
"Yrga. Piacere di conoscerti. Ti stringerei la mano, ma…"
"Uh. Tranquilla. In realtà sono sicuro di averti già vista. Non sei un fantasma, altrimenti qui sul Piano Etereo saresti corporea. Sei… vith, ce l'ho sulla punta della lingua…"
"Cantora spettrale" tagliò corto lei. "Non ti biasimo per non averlo capito subito, siamo piuttosto rari e di solito non siamo lucidi nella testa" sottolineò la sua affermazione picchiettandosi un dito contro una tempia.
"Ah, ma certo! E ora so anche dove ti ho già vista. Una quindicina di anni fa ti ho sentita cantare al Questers' Club" ricordò lui.[1]
"Molto probabile! Ogni tanto frequento il Questers' Club per affidare missioni a qualcuno o per raccogliere informazioni."
"In effetti è un ottimo posto dove trovare disperati che accetterebbero qualsiasi missione, anche suicida" concordò l'elfo scuro, ricordando come anche lui stesso, solo sei anni prima, avesse reclutato un gruppetto di persone facendo leva proprio sul loro desiderio di morire in modo eroico. "Scusa se non ti ho riconosciuta subito, ma hai una voce veramente molto diversa quando canti."
Non era proprio un insulto, ma Yrga sapeva cosa lui intendesse dire: la sua voce normale era come una specie di squittio infantile, mentre invece quando cantava riusciva a tirare fuori una vasta gamma di sonorità.
"Sì. Lo so. E tu invece, perché all'epoca non ti ho notato? Di solito ho occhio per riconoscere gli altri non morti."
"In quel periodo ero vivo."
Yrga sollevò le sopracciglia.
"Uno strano modo di esprimersi" commentò, ma lo attribuì al fatto che la lingua madre del drow, forse, avesse delle espressioni gergali differenti dal linguaggio Comune.
"Non intendo dire semplicemente che ero ancora vivo" chiarì lui. "Voglio proprio dire che in quel periodo ero vivo. Sono stato morto altre volte in passato. Sono stato un fantasma. Poi sono tornato in vita."
Yrga cercò di non lasciar trasparire emozioni per gentilezza, perché comunque era un argomento delicato e forse doloroso, ma i suoi occhi brillarono di curiosità. "Ero convinta che l'unico modo in cui un fantasma potesse essere riportato in vita fosse… prima raggiungere l'aldilà, ed è possibile solo risolvendo le sue questioni in sospeso, e poi essere resuscitato con un incantesimo divino di grande potere. Ma se il fantasma ha già raggiunto la pace, perché dovrebbe voler tornare indietro?"
"Le tue nozioni non sono sbagliate, ma… credo che tu veda la questione troppo in bianco e nero" ragionò Daren. "Se avere una questione in sospeso che occupa i tuoi pensieri in modo ossessivo fosse l'unico motivo per voler tornare in vita, allora tutte le anime che rispondono positivamente a un incantesimo di resurrezione avrebbero dovuto diventare fantasmi in primo luogo. Si può voler tornare indietro anche se non si hanno gravi questioni in sospeso. Si può voler tornare indietro semplicemente perché il proprio tempo non è ancora scaduto, o perché si hanno degli affetti nel mondo dei vivi." I suoi occhi erano puntati contro la parete alle spalle di Yrga ma lo sguardo era vuoto, come quello di chi è perso nei propri pensieri. O forse nei ricordi. "Ma per rispondere alla tua implicita domanda: non ho mai risolto le mie questioni in sospeso. Non ho mai trovato e affrontato il nocciolo delle ossessioni che mi tengono ancorato al mondo, altrimenti non diventerei un fantasma ogni volta che muoio. L'unico modo in cui sono riuscito a tornare da fantasma a vivente, in passato, è stato grazie a un miracolo. E intendo proprio dire… un incantesimo clericale di somma potenza, un Miracolo. Il mio consenso era necessario, così come la mia fiducia, ma la mia guarigione non lo era. Tanto io sono sempre stato guidato da una granitica convinzione: se ho un'ossessione di qualche tipo, posso remare in quella direzione sia da morto che da vivo. Sapevo che tornare in vita non mi sarebbe stato di ostacolo, quindi ho accettato di farlo."
"Hai amici potenti" indovinò la cantora spettrale. "Non sono molte le persone, nel mondo dei vivi, che sono capaci di simili incantesimi."
"Hm-mh" annuì il drow, senza smettere di fissare il vuoto. "Mia sorella è una strega. È stata lei a indovinare il giusto corso di azioni per bypassare il problema 'solo le anime che sono già nell'aldilà possono essere richiamate nell'aldiquà'. Parola mia, è più di un secolo che la conosco ma ancora non ho capito la logica dietro alla sua magia. Sembra che, quando le serve ottenere un effetto particolare, le basti investirci tempo e risorse e in qualche modo le cose poi funzionano. Ma non importa, non mi serve capirlo, le femmine hanno sempre poteri strani."
"Le femmine?" Yrga appariva perplessa.
"Le femmine drow" specificò lui.
Yrga sbuffò una risatina prima di riuscire a trattenersi. "Mi sembra un approccio molto superstizioso, questo."
"Sì?" Daren le lanciò uno sguardo obliquo. "Può darsi. In fondo al cuore io sono un guerriero, anche se ho visto la mia parte di stranezze soprannaturali. Non sono un teorico della magia."
"E non sei una strega" scherzò l'incantatrice.
"Non saprei da che parte cominciare."
"A proposito di cominciare" Yrga spostò una sedia con la forza del pensiero e vi fluttuò sopra. Si era messa in una posizione seduta, ma non era appoggiata al mobile, era una creatura senza peso e stava galleggiando nell'aria. "La nostra riunione comincerà a breve. Bahostegym dovrebbe arrivare a momenti."
"Così finalmente scoprirò chi è questo tizio di cui Oscar parla sempre" commentò l'elfo scuro, riferendosi al mago necropolitano che aveva praticamente una fissa per quel Bahostegym.[2]
"È il suo antico maestro di magia, un dracolich che ha accompagnato la vita sul nostro mondo fin dall'alba dei tempi. È il più antico e il più rispettato membro della nostra organizzazione…"
Mentre Yrga tesseva le lodi della veneranda creatura, la porta della sala conferenze si spalancò per far passare un coboldo alto un metro scarso, bardato in vesti da mago.
"Ma come, ci siete solo voi?" Sbuffò il rettile, guardandosi intorno contrariato. "Sarà meglio che gli altri arrivino entro due minuti o mi sentiranno."
"Uh… il signor Bahostegym?" indagò Daren per sicurezza.
"In carn… in pelle e ossa e forma umanoide" il coboldo si toccò la falda del cappello da mago in segno di saluto. "Tu sei quello nuovo?"
Lentamente, senza distogliere gli occhi dalla buffa creatura, l'elfo scuro annuì.
"Oscar il mago ha chiesto la mia disponibilità per una missione. Non so se posso definirmi quello nuovo, non faccio parte della vostra organizzazione."
"Ah, un collaboratore. Se non l'avessi notato, le nostre regole non sono così ferree. Hai qualche domanda mentre aspettiamo gli altri?"
"Sì. Bahostegym è un nome dannatamente lungo. Posso chiamarti Bae? O Jim, magari?"
Sulla stanza scese un silenzio così gelido da rivaleggiare con quello di un un cimitero.
"Bahostegym è già un ipocoristico del mio vero nome" rivelò, in tono lapidario. "Non intendo tollerare altre menomazioni. Confido che un elfo che è anche un non morto possa trovare dentro di sé la pazienza di usare una frazione del suo infinito tempo per mostrare rispetto al prossimo."
Daren prese nota mentalmente di quell'improvviso cambio di registro, sia comportamentale che linguistico. Forse non era partito col piede giusto, con quel dracolich millenario.
Avrei dovuto chiedere a Krystel di riportarmi in vita prima di finire in questa magagna, pensò, alzando gli occhi al soffitto. Ecco, è quello che mi merito per la mia incapacità di vivere una vita pacifica. Dopo questa missione dovrò andare a chiederle di fare un altro dei suoi trucchi da strega.
…Forse. A meno che la missione non si riveli interessante.



**********
Note:
[1] Scena che avviene in Lezioni di sopravvivenza - Primo livello (capitolo "Amicizia condizionata")
[2] Non ho ho ancora narrato la storia in cui Daren fa la conoscenza di Oscar, ma si sa che alcuni anni prima ha collaborato con la famiglia Domedias (cfr. la storia Necromancer) e quelli sono discendenti di Oscar, che lui tiene d'occhio discretamente (come fa nella storia Necklace)
   
 
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