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Autore: Lizzyyy02    29/01/2023    1 recensioni
“Uraraka si voltò come a rallentatore. Non era possibile, doveva essere uno scherzo. Magari aveva battuto la testa nella battaglia e tutto questo non era altro che un sogno. Anzi, un incubo. Ma il bruciore ancora persistente delle ferite e l’immagine di un Bakugo a dir poco furioso di fronte a lei, erano così vividi che qualsiasi speranza crollò al suolo. Così come lei stessa, che si lasciò cadere di nuovo con le ginocchia nella sabbia. Era su quella che sembrava un’isola deserta, circondata dal nulla, senza sapere come diavolo ci fosse arrivata o come fare per tornare indietro. Insieme. A. Bakugo.”
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Katsuki Bakugou, Ochako Uraraka
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dove si trovava?
Questa la prima domanda che le balenò in testa mentre osservava il paesaggio. Anzi, la risposta in questo caso era scontata, l’aveva davanti ai suoi occhi: era al mare. Sotto di lei sabbia, rimasta attaccata anche al sangue delle ferite, e davanti acqua blu e verde smeraldo a perdita d’occhio, a confondersi col cielo all’orizzonte. Non era quella la domanda che avrebbe dovuto porsi bensì un'altra, che una voce non troppo distante pensò a esprimere per lei:
«COME CAZZO CI SONO FINITO QUI?»
Uraraka si voltò come a rallentatore. Non era possibile, doveva essere uno scherzo. Magari aveva battuto la testa nella battaglia e tutto questo non era altro che un sogno. Anzi, un incubo. Ma il bruciore ancora persistente delle ferite e l’immagine di un Bakugo a dir poco furioso di fronte a lei, erano così vivide che qualsiasi speranza crollò al suolo. Così come lei stessa, che si lasciò cadere di nuovo con le ginocchia nella sabbia. Era su quella che sembrava un’isola deserta, circondata dal nulla, senza sapere come diavolo ci fosse arrivata o come fare per tornare indietro. Insieme. A. Bakugo.
Lo shock la lasciò interdetta, bloccata. Fissava inerme la sua figura agitarsi e strepitare finché quegli occhi rossi non si puntarono su di lei, come durante la battaglia. Solo che stavolta non era stato uno sguardo fugace dettato dalla circostanza. Stavolta la fissava davvero, e Ochaco sentì di nuovo quella strana sensazione alla bocca dello stomaco, quella che sentiva ogni volta che quegli occhi rossi si puntavano su di lei. Dopo un primo sconvolgimento, la sua solita espressione tornò sul suo volto contratto. Lo vide iniziare a dirigersi verso di lei a grandi falcate, continuando a strepitare cose incomprensibili. Il primo istinto di Uraraka fu quello tuffarsi e mettersi a nuotare in mare aperto.
«Faccia Tonda, come cazzo ci sono finito qui?» Riuscì a captare, tra un’imprecazione e l’altra, prima di ritrovarselo a pochi passi. Ma era possibile che riuscisse sempre ad innervosirla?
«In caso non lo avessi notato, siamo entrambi qui. Non sei l’unico bloccato su in isola» Fece a tono. L’assurdità della situazione, il panico, la rabbia, la facevano sentire più sicura, tanto da riuscire a fronteggiarlo, anche se forse ne avrebbe pagato le conseguenze «E no, non so come ci siamo finiti. L’ultima cosa che ricordo è quella lu…» Subito realizzò. Lo guardò e in un attimo capì che anche lui aveva capito «…quel Villain…» sussurrò inconsciamente, rivedendo mentalmente quel ghigno sadico e sporco di sangue.
«Figlio di puttana» Digrignò lui «quando lo rivedo gli stacco le braccia» Fece, mimando anche il gesto. Riprese a camminare in circolo mentre Uraraka si alzava, non senza qualche tremore. «Che facciamo adesso?» Chiese, senza realmente aspettarsi una risposta, continuando a guardarsi intorno. Sembrava davvero una di quelle isole paradisiache che compaiono sulle riviste turistiche, ma degli ombrelloni, delle sdraio, delle persone in copertina, nessuna traccia. Fino a prova contraria erano loro le uniche anime vive su quell’isola.
«Torniamo indietro, cazzo facciamo»
Ovvio, come aveva fatto a non pensarci. Ochaco si impose di restare calma, qualcuno doveva pur farlo e quel qualcuno non era certamente il suo compagno d’avventura improvvisato.
Eppure, non riuscì a trattenersi del tutto «E come pensi di farlo?»
Infatti, lui le scoccò subito un’occhiata delle sue. Di nuovo, quel bruciore allo stomaco. Si aspettava chissà cosa invece esordì semplicemente con un sonoro «Tsk», per poi iniziare a guardare in altro, verso il cielo così azzurro e senza una nuvola. Le sembrò quasi un gesto d’amarezza in principio, ma gli occhi rossi erano attenti, come se stesse cercando di scrutare qualcosa in quel manto azzurro.
«C-cosa…» Iniziò timidamente Uraraka. Con lui non si poteva mai sapere.
«Non sappiamo che Quirk ha quello stronzo di un Villain» la interruppe «potrebbe anche essere simile a quello scemo con le biglie» Eccolo, il suo lato da stratega. Uraraka capì subito che si stava riferendo al membro dell’Unione dei Villain, Mr. Compress. «Cosa intendi?» Chiese.
«Ti devo stare a spiegare tutto, Faccia Tonda? Dico, magari è una sottospecie di trappola o che ne so. Insomma, come quello scemo rinchiude le persone nelle biglie, anche lui ci ha rinchiuso in questo posto del cazzo»
Era pur sempre un’ipotesi, per quanto azzardata.
Ochaco si chinò sulle ginocchia, fece scorrere le dita tra la sabbia, raccogliendola in un pugno per poi farla scivolare via. Fissò il mare, lo scrosciare ripetitivo delle onde.
«Eppure è tutto così…reale» Disse piano, sperando di non innervosirlo «non mi sembra un luogo fittizio»
«Cazzo ne sai. Magari è questa la presa per il culo»
Ochaco credeva di sapere perché Bakugou si fosse impuntato su questa idea. Le parole uscirono prima che riuscisse a fermarle «Ti conviene che sia così, vero? Una trappola sarebbe qualcosa da poter distruggere, qualcosa da cui riuscire ad uscire con le tue sole forse. Se davvero il suo Quirk fosse semplicemente di teletrasporto, non potresti fare niente, saresti impotente» Avrebbe voluto tapparsi la bocca. Ma perché non era rimasta zitta. E infatti vide subito risalire la rabbia dentro quegli occhi che non sembravano quasi conoscere altre emozioni.
«La mia era solo una fottuta ipotesi. Te lo dico qui e ora Faccia Tonda, non ci penso proprio a starmene in mezzo al nulla a farmi psicanalizzare. Piuttosto, stattene sulle tue, io sto sulle mie, e non abbiamo rotture di coglioni» Detto questo girò i tacchi, diretto chissà dove. 
Solo allora, mente con passi sicuri si allontanava, Uraraka notò lo squarcio che aveva dietro la schiena; non sembrava troppo profondo, ma andava dalla spalla destra a perdersi dentro quello che rimaneva della sua Hero-Suite completamente strappata, probabilmente fino al fianco sinistro. Doveva fargli un male cane.
Ochaco tornò con lo sguardo verso il mare aperto, lasciandosi sfuggire un sonoro sospiro.
Iniziamo bene
   
 
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