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Autore: EleAB98    16/03/2023    3 recensioni
Amanda Benassi è appena diventata una scrittrice affermata.
Non è mai stata una ragazza particolarmente estroversa, tantomeno appariscente. Tutto d'un tratto, si ritroverà catapultata in una realtà completamente diversa da quella di un tempo, diventando oggetto delle più svariate attenzioni maschili.
Ma sarà un uomo in particolare a catturare tutta (o quasi) l'attenzione della giovane, stravolgendo a poco a poco la sua esistenza.
Emozioni contrastanti faranno da sfondo a quella vita che, pur avendo sempre sognato, si rivelerà più impegnativa del previsto, mentre le ombre di un passato mai dimenticato la travolgeranno a viva forza, spingendola ad affrontare una verità del tutto sconvolgente.
Amanda sceglierà, prima o poi, di cedere alla forza dei propri sentimenti? Chi farà mai breccia nel suo cuore?
*Opera Registrata su Patamù*
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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CAPITOLO VIII


 



«Alla tua prima settimana da vera scrittrice!» esclamò Alessandro, la mano alzata a trattenere una Coppa Martini.

Amanda ricambiò il gesto e, all'unisono, fecero tintinnare i bicchieri abbandonandosi a un felice brindisi. «Ancora non posso credere che il signor Alessandro De Dominicis si stia bevendo un buon Martini con me! Ma quale onore!»

L'altro scosse la testa, le labbra incurvate all'insù. «Le occasioni speciali vanno festeggiate a dovere.»

Amanda sorrise. «Grazie di tutto, Ale. Il tuo sostegno è stato fondamentale.»

«Sono io che ringrazio te. Grazie davvero per essere venuta. Sai, i miei ci tenevano tanto a conoscerti.»

«A conoscere me o... la Amanda scrittrice?» domandò lei, buttandola sullo scherzo.

L'agente ridacchiò. «Un po' tutte e due. Sai, mio padre è un tuo grande fan. Non è molto espansivo, è vero, ma spesso è lo sguardo a parlare per lui. Come scrittrice ti ammira molto e, anche se non lo ammetterà mai, avrà letto il tuo ultimo romanzo almeno un paio di volte.»

«Come—»

«Come lo so? Be', il tuo libro è sparito a più riprese dalla mia libreria personale. Non può che essere stato lui; mia madre, a differenza sua, non è una grande lettrice. E io non l'ho prestato ad anima viva.»

«In tal caso, non posso che esserne onorata. I tuoi sono persone squisite.»

«Lo pensi davvero?»

«Non potrei mai mentire su una cosa simile. La famiglia è tutto», ammise, scostando gli occhi da Alessandro. Li sentì nuovamente bruciare e pregò di non piangere davanti a lui. Vedere quel bel quadretto familiare l'aveva resa felice e triste al tempo stesso.

«Ehi...» soffiò Alessandro, con tenerezza e dispiacere insieme. «Stasera niente musi lunghi, okay?» Le strinse, indugiando appena, la mano sinistra; Amanda, a quella presa di posizione, sussultò in silenzio, ma non disdegnò affatto quel dolce contatto. Ricambiò quella stretta e riuscì, seppur a stento, a ricacciare il nodo che le si era formato in gola.

«Sei un vero amico», gli disse, un sorriso dolce ad accentuarle la fossetta di destra.

«Ti sosterrò sempre, finché lo vorrai», rispose lui, strizzandole dolcemente la mano un'ultima volta. Tornò a scrutare il suo bicchiere e lo indicò con un cenno del capo. «Che ne dici, terminiamo o no questo Martini?»

«Con molto piacere», rispose Amanda, un sorriso a trentadue denti tornò a illuminarle il viso. «Comunque dev'essere davvero bello starsene qua fuori nelle notti d'estate, al chiaro di luna...» constatò, ammirando il piccolo ma fiorente giardino completo di fontanella che circondava l'abitazione di Alessandro. «Uno scenario che la tua ex avrà certo giudicato molto romantico.»

Ad Alessandro andò quasi il Martini di traverso. Si schiarì la voce. «Veramente... Anna non è mai stata qui. Io... io non l'ho mai invitata.»

«Oh», sillabò Amanda, incapace di dire altro. Bravissima, hai appena fatto una gaffe clamorosa. «Scusami tanto, non volevo metterti a disagio. Pensavo soltanto che le tue belle conquiste meritassero di vedere questo piccolo angolo di paradiso», osservò con forzata disinvoltura, lo sguardo posato su un cespuglietto di rose bianche.

«Nessun disagio. Però mi sembra che una ragazza a caso abbia avuto l'onore di vedere per prima questo piccolo angolo di paradiso», ironizzò lui, un sopracciglio inarcato e un lieve accenno di sorriso.

Ad Amanda quel "per prima" non sfuggì. «Vuoi dire che—»

«Voglio dire che di qui sono passati solo i miei più cari amici, te compresa. Anche se ci stiamo ancora conoscendo, sento che posso fidarmi di te. Condividere con te una piccola parte del mio vissuto e del mio presente.»

«Fammi capire... non hai mai coltivato amicizie femminili?»

«Ma sì, soltanto che... erano solo di passaggio, non so se mi spiego... Le ho perse praticamente di vista. Con te, invece... non so, sento che potrebbe nascere un legame ben più saldo e duraturo. Che poi... non sei stata proprio tu a pregarmi di continuare a farti da agente per sempre

Amanda alzò le mani in segno di resa. «D'accordo, hai vinto tu!»

L'altro scoppiò a ridere. «Amanda che si arrende all'evidenza! Questa cosa non riesco proprio a figurarmela! Comunque... si può sapere dove sei stata oggi pomeriggio? Credevo saresti rimasta un po' più a lungo con i tuoi cari lettori, invece sei sparita all'improvviso... Cos'è, volevi un po' di privacy?»

La giovane trattenne il respiro. E ora? pensò, spiazzata. «Sono... be', non ho resistito e sono andata a farmi un giretto per la città... Sai, mio padre è nato a Torino; da piccola ci sono stata molto spesso, e quindi... e quindi mi è venuta un po' di nostalgia, tutto qui.» Pronunciate quelle parole, si sentì immediatamente in colpa e, per un momento, si chiese perché sentiva il bisogno di mentirgli. Era o no suo amico? Non poteva provare a fidarsi di lui? La verità è che temi troppo il suo giudizio, e tutto perché hai molta stima di lui, constatò.

«Lo capisco... Verrebbe tanta nostalgia anche a me.»

«La tua storia con... con Anna non era importante?» azzardò lei, cercando di riportare l'attenzione di Alessandro all'argomento sfiorato pochi istanti prima.

«Come scusa?»

Amanda scrollò le spalle, quindi si alzò dal muricciolo che circondava la fontanella e lo sfiorò con la punta delle dita, dando le spalle ad Alessandro. «Sì, insomma... poco fa mi hai detto che la tua ex non ha mai messo piede qui. Quindi... non ha mai conosciuto i tuoi genitori?»

Alessandro si alzò a sua volta e la seguì, le scarpe che sfregavano contro l'infinita distesa di sassolini bianchi. «Proprio così. Ma non è che giudicassi la mia storia con Anna poco importante. Soltanto che... non l'ho mai pensata come possibile madre dei miei figli, ecco. Evidentemente, il mio sentimento per lei non era abbastanza forte. Avevo trentadue anni quando l'ho conosciuta e, se almeno da un lato credevo fosse l'età giusta per mettere su famiglia, dall'altro...» L'espressione di Alessandro si fece più tesa. «Non lo so, con Anna questo pensiero non mi ha mai sfiorato. Lei parlava spesso di convivenza, di progetti futuri che, pur non esplicitando direttamente, coinvolgevano anche eventuali figli... ma io tendevo sempre a cambiare argomento. Non mi sentivo pronto, o meglio... lei non riusciva a ispirarmi in quel senso. Non sono il tipo da prendere alla leggera le relazioni, sono stati comunque tre anni molto belli. Però... poi, del tutto inaspettatamente, mi sono accorto che c'era altro, là fuori. E così... tutto quello che credevo di provare per Anna ha perso d'importanza.» Si grattò la testa. «Ma adesso non voglio ammorbarti con i miei discorsi... Tra l'altro si è fatto molto tardi, dovrei riaccomp—»

«Sei veramente così fiscale con gli orari?» domandò Amanda, trattenendosi dal ridere. «Ti avrò detto almeno mille volte che mi piace sentirti parlare, e che non mi annoi affatto», continuò, decisa. «Comunque... non dubito che la ragazza giusta per te arriverà. E spero tanto possa renderti felice come meriti. Poi, se la cosa può consolarti... nemmeno io ho mai pensato a Daniele come padre dei miei figli. Ma è anche vero che, ai tempi del mio rapporto con lui, ero un bel po' più giovane di te...» lo schernì, facendogli la linguaccia.

«Ah-ah, sapevo che prima o poi saresti arrivata a questo!» rispose prontamente lui, ridendo a sua volta.

«Ma dai, lo sai che stavo solo scherzando! E poi... lo penso veramente. Spero tu possa trovare la donna giusta», gli ripeté.

Alessandro sorrise. «Impresa ardua... però chissà, la vita è piena di sorprese. In ogni caso, auguro lo stesso a te.»

Anche Amanda sorrise. Pur non sapendo cosa le avrebbe riservato l'immediato futuro, nel suo cuore sperava ardentemente che non sarebbe più stata la sola a coltivare il sogno dell'amore eterno.

 

§

 

Quella stessa sera, Amanda non sembrava volersi arrendere al sonno. Continuava a ripensare al futuro appuntamento con Federico e, se la cosa da un lato la entusiasmava, dall'altro la rendeva nervosa e piuttosto irritabile. Non voleva continuare a mentire ad Alessandro, non adesso che l'amicizia con lui stava diventando più profonda. Al solo pensiero di rivelargli tutto, però, una feroce stretta allo stomaco minacciava di farle rigettare l'intera cena. Durante l'intensa – e non meno emozionante – settimana appena trascorsa, Amanda aveva constatato quanto tenesse, in realtà, all'amicizia di Alessandro, quanto desiderasse averlo al suo fianco in ogni fase della sua carriera di scrittrice. Per molti versi, ammetteva di sentirsi simile a lui, di coltivare i suoi stessi sogni, di condividere, altresì, le sue stesse speranze. Stava cominciando a volergli bene, e questo per lei rappresentava un gran bell'ostacolo, se rapportato alla sua situazione attuale. Una situazione perlopiù indefinibile, come indefinita.

Sospirò, rigirandosi nel letto per l'ennesima volta. Federico. Era lui l'ostacolo. Era il suo nascente rapporto con lui a destare nella ragazza innumerevoli domande. 

Perché sono così curiosa di conoscere un uomo così grande? Non ho mai provato una curiosità così forte, nemmeno ai tempi della mia relazione con Daniele. Cos'avrà mai di speciale? E perché quando sono con lui mi sembra di... quasi mi sembra di essere in pace col mondo?

Con Ale, invece? Be', con lui riesco sì a essere me stessa, ma non fino in fondo. O almeno, non ancora.

Ripensò all'intera serata e le sfuggì un sorriso. Alessandro era stato così spontaneo nell'invitarla a casa dei suoi, che lei non aveva pensato certo di rifiutare. E perché mai, poi? Non si rifiuta mai l'invito di un amico!, si era sempre detta, appellandosi a questo motto. Per un attimo, il suo caldo sorriso si spense. La famiglia di Alessandro era così unita, così compatta... così perfetta.

Ma la sua? Dov'era la sua famiglia? Sorrise, amara. Semplicemente non esisteva. Aveva appena esaudito il suo sogno più grande, ma paradossalmente non poteva condividere con nessuno la sua gioia, il suo traguardo.

Affondò la testa sul cuscino e, del tutto incapace di trattenersi oltre, si abbandonò al pianto e alla malinconia che, di tanto in tanto, si prendeva la briga di distruggere la sua felicità. A cosa poteva valere il suo successo, se poi i suoi genitori non erano con lei? A cosa poteva servire indossare una maschera, fingere che la sua vita fosse completamente normale, esente da qualsiasi tipo di tristezza o problematica? A cosa poteva servire rimuginare sul fatto che il suo sogno di avere un fratellino o una sorellina non si fosse mai avverato? O coltivare la speranza che i suoi avrebbero potuto, un bel giorno, tornare finalmente insieme? Amanda continuò a singhiozzare, le mani strette a pugno. Per un breve istante, s'immaginò di avere Alessandro accanto, la sua voce calda e rassicurante che le soffiava nell'orecchio, un leggero tocco sulla spalla in segno di conforto. Si sentì subito meglio e ne approfittò, finalmente, per abbandonarsi tra le braccia di Morfeo. 

Chissà, magari stavolta sognerò Alessandro e Federico in tenuta da jogging, pensò, quindi chiuse gli occhi e forzò un altro sorriso, questa volta divertito.

   
 
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