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Autore: ladypink88    21/05/2023    2 recensioni
Laura non è e una ragazza famosa, tanto meno un personaggio importante. Ma quello che si ritrova a vivere è l'incubo di una dipendenza da una droga legalizzata : per risolvere un problema, si ritrova poi a doverne affrontare un altro più grande. Ma questa è anche la storia di un cammino che la porterà verso una silenziosa, ma avvincente vittoria. Intrecci, storie, sentimenti. Un amicizia, un amore, un amante. Due vite che si uniscono in una promessa che sa di eterno.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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La giornata volgeva al termine e il tramonto del sole all'orizzonte sembrava voler ricordare ai due ragazzi che il tempo insieme a loro disposizione si stava esaurendo.
Roberta si sentiva davvero triste e abbassò lo sguardo :
" Corazon, no seas triste, volverè pronto te lo prometo!" le sussurrò dolcemente quella voce maschile che tanto amava.
" Davvero? Me lo prometti? " chiese lei con voce innocente.
" De verdad! Te lo prometo!" la rassicurò lui.

Una lacrima percorse il viso della ragazza. I due si strinsero nuovamente e lui si avviò verso l'imbarco che stava per chiudere.
Lei si sbracciava come una matta per salutarlo un'ultima volta quando le sembrò di scivolare e...


Si ritrovò nel suo letto con un senso di ansia e oppressione al petto.

Confusa, Roberta sgranò gli occhi di colpo.
" Ma che diamine?" esclamò un pò colta in fallo. Si rese finalmente conto che quella dolce scena che aveva appena vissuto non era nient'altro che un labile sogno.
" Che peccato!" sospirò infine.
Si alzò dal letto e si rese conto che quel giorno si sentiva decisamente meglio rispetto al giorno precedente. " La cura d'urto", così l'aveva chiamata la sua amica Anna aveva decisamente funzionato senza nessun dubbio al riguardo.

Roberta era sempre stata una donna molto energica che metteva se stessa in tutto ciò che faceva, sia nelle relazioni che nel lavoro. E quando si era ritrovata sola a doversi prendere cura di Laura il suo obiettivo era creare qualcosa di solido che le permettesse di vivere dignitosamente senza dover necessariamente cercare l'aiuto di un uomo.
Ci erano voluti anni. Era stata decisamente dura. Ma poteva dire di aver raggiunto pienamente il suo obiettivo.

Si diresse in cucina e alzò la tapparella. Diede uno sguardo al bigliettino in cucina che le aveva lasciato sua figlia :
" Mami ti ho lasciato l'aspirina e il caffè pronto devi solo accendere la moca!"
La donna sorrise.
 Laura la conosceva molto bene, forse più di quanto lei non conoscesse sua figlia.
Accese la moca come suggeriva Laura nel suo biglietto e si preparò un toast con il prosciutto. La sera prima era talmente stanca che non aveva mangiato nulla.
Tutto ciò che aveva in corpo era il minestrone del giorno prima che le aveva lasciato Laura e che sicuramente aveva gradito molto.

Il profumo del pane che si stava tostando le solleticava le narici e il rumore del caffè caldo che usciva dalla caffettiera completò l'opera. Roberta si gustò con calma la sua colazione e si prese l'aspirina per tenere a bada quel raffreddore che solo il giorno prima l'aveva stesa al punto tale da non farla alzare dal letto.
Era sempre stato così : non badava molto ai segnali del suo corpo fino a che esso stesso arrivava al punto tale da passargli il prezzo da pagare per tanta disattenzione.

E la stessa cosa le era successa con lui. Sapeva che era una relazione decisamente senza futuro data la distanza e tanti altri fattori. Ma lei si era lanciata senza pensarci troppo ed era rimasta scottata. Ma non se ne era mai pentita perchè da quella scottatura era arrivata lei, la cosa più preziosa di tutta la sua vita. Laura.

Si alzò con la tazzina ancora in mano mentre ancora sorseggiava il suo caffè e iniziò a contemplare l'orizzonte. Il cielo era ancora lattiginoso e coperto di nuvole qua e là, ma probabilmente , nelle ore successive il sole avrebbe scaldato quella giornata con più decisione.
" Raul... " si trovò a pensare a lui e a quel suo amore spagnolo.

Ogni tanto si chiedeva come stesse e come sarebbe andata la sua vita se avesse fatto scelte diverse. Ma ormai era tardi per pensarci.
Sospirò e sciacquò le stoviglie che erano rimaste nel lavandino dal giorno prima.

" Decisamente è insensato pensarci ora... d'altronde ora Laura è un'adulta e ... "
Fermò il pensiero. Ripensò a tutte le volte che Laura da bambina aveva chiesto del suo papà e di come il suo desiderio cresceva ogni volta che si avvicinava il suo compleanno.
Lei si sentiva ogni volta in colpa, ma poi chiudeva la questione pensando che era sicuramente meglio così " Forse per me era stato sicuramente meglio così... ma per lei?".

Di nuovo quel senso di ansia e oppressione la colse.
Aveva forse sbagliato tutto? Era ancora in tempo per rimediare in qualche modo? Fermò il pensiero.
D'altronde erano ormai tanti anni che Laura non aveva più tirato in  ballo la questione. 
Ma sapeva perfettamente dentro di se che si trattava di una questione non risolta, più che di una risoluzione finale di Laura. 
E poi ora lei le sembrava felice. La presenza di Manuel nella sua vita sicuramente l'aveva resa molto più allegra. Che diritto aveva lei di tirare fuori questioni morte e sepolte?
" Di nuovo me la sto raccontando! Meglio che io vada a farmi una doccia calda!".
E senza pensarci troppo decise che tutti quegli strani ragionamenti erano causa di quel sogno che l'aveva colta impreparata. Ma una parte di lei sapeva perfettamente che non era così.

***

Erano solo le 11 del mattino, ma la tavola risultava già apparecchiata con una cura molto minuziosa : posate, bicchieri e stoviglie splendenti erano già piazzati per due persone e come centrotavola un piccolo vaso di vetro con dentro tre tulipani freschi chiudevano la composizione.

Romina sorrise soddisfatta. Aveva messo in quel pranzo una cura fuori dal comune e si sentiva emozionata quasi come una bambina all'idea di preparare qualcosa per qualcuno dopo tanto tempo.
Erano ormai quasi due anni che non vedeva sua sorella, e in qualche modo le sembrava un modo per ricominciare a relazionarsi col mondo esterno.
Diede un'occhiata all'orologio. Non era poi così in anticipo come pensava e decise che era ora di iniziare a preparare gli aperitivi. Se non ricordava male, Silvia andava matta per i salumi, e proprio per questo per l'occasione aveva comprato della pancetta coppata e del jamon serrano spagnolo.

Prese i pacchetti conservati nel frigo, un bel vassoio e iniziò a disporre il tutto con una certa eleganza. Affettò il pane, lo fece abbrustolire e aromatizzò il tutto con qualche spezia.
Lei stessa iniziò a sentire un  certo languorino. 
Diede un'occhiata al frigo e si ricordò che aveva già messo un paio di bottiglie di vino bianco al fresco.

Era decisamente quasi tutto pronto : adesso doveva solo aspettare l'arrivo di sua sorella.
Sembrava averle parlato nell'orecchio, poichè da lì a pochi secondi si sentì il suono del citofono. Romina andò ad aprire e prima di aprire la porta si diede una rapida occhiata allo specchio : di certo non era al meglio rispetto ad un paio di anni fa, ma la sua immagine aveva fatto dei passi da gigante rispetto a qualche settimana fa. Indossava un abito nero ad impero casual ma che le dava un tocco ricercato e la sua piega ai capelli era ancora pressocche intatta.

Da lì a poco il campanello della porta suonò e lei aprì emozionata : 
" Buondì" sussurrò la biondina altrettanto intimidita.
" Ehy benvenuta Silvi!" la accolse Romina con un sorriso accogliente.

Romina la osservò visibilmente colpita : Silvia sembrava visibilmente ringiovanita di 10 anni dall'ultima volta che l'aveva vista. I suoi occhi avevano una luce ed una serenità che non ricordava di aver mai visto prima. Il suo volto era molto rilassato. 
" Ti trovo in forma!" esclamò Romina.

La fece entrare e Silvia si guardò intorno molto stupita. Tutto in quella stanza era stato curato nel minimo dettaglio. Segno che forse sua sorella stava meglio ?

" Grazie! Devo dire che il tuo invito mi ha ...ecco ...stupita non poco!" ammise la bionda osservando sua sorella.
" Beh, lo immagino. Come si dice, ad un certo punto dopo che tocchi il fondo puoi solo risalire no? " affermò Romina guardandola negli occhi.

Silvia era piuttosto disarmata e non sapeva esattamente cosa dire. Così, decise di cambiare argomento :
" Ehm, prima che si sciolga ho preso del gelato fresco! Mettilo in  freezer se c'è posto!" esclamò allegra.
"Oh ma grazie mille! Non dovevi proprio disturbarti ma... è ben apprezzato!"

Prese la confezione  e la aprì per sbirciare i vari gusti :
" Uhm fammi indovinare : questo è ... non mi dire cioccolato e limone! Ti ricordi ancora i miei gusti preferiti!" disse sorpresa.
" Beh.. ci sono cose che non si possono dimenticare..." ammise Silvia.

Romina si commosse. La abbracciò di impulso e le sussurrò :
" Sono felice davvero di essere qua con te!"
Silvia ricambiò l'abbraccio e rispose a sua volta :
" Anche io!"

Quell'abbraccio durò più di qualche istante. Non si scambiarono molte parole, ma certi silenzi valgono più di mille parole.

***


 

   
 
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