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Autore: beate    28/08/2023    2 recensioni
Si chiese come Dio o la legge considerassero due persone che non sapevano nulla l'una dell'altra e che entravano in quella farsa di matrimonio." La storia di due persone che affrontano la vita insieme dopo la crisi globale (del 2008) con parecchio scotch e qualche inganno.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Charlie Swan, Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Questa storia è stata scritta in inglese da 2carm2carm2 e tradotta in italiano da Beate. Questo è il link all’originale: https://www.fanfiction.net/s/13053224/1/The-Whisky-Distiller-s-Wife





THE WHISKY DISTILLER'S WIFE



1. Prologo


In uno dei corsi di letteratura che aveva seguito quando era più giovane, alla sua classe erano stati assegnati casualmente diversi autori contemporanei di saggistica da seguire, analizzare e dibattere poi i meriti delle loro asserzioni e affermazioni in relazione alla società moderna.

In uno dei libri dell'autore che le era stato assegnato c'era un passaggio che diceva, “Non c'è limite alle sofferenze che gli esseri umani sono disposti a infliggere agli altri, non importa quanto innocenti, non importa quanto giovani o vecchi. Questo fatto deve condurre tutti gli esseri umani ragionevoli, ovvero, tutti gli esseri umani che prendono seriamente le evidenze, a trarre un'unica possibile conclusione: la natura umana non è fondamentalmente buona.”

Al tempo, si era opposta in modo veemente a questa asserzione. Aveva scritto pagine e pagine per dimostrare il contrario, riempiendole di giovanile determinazione e speranza. Aveva difeso con ardore la natura umana come se stesse difendendo gli ultimi brandelli della sua innocenza infantile.

Credeva che gli umani fossero fondamentalmente buoni.

Adesso, non era più sicura di cosa credesse.



*



Erano le cornamuse.

Le aveva già sentite prima, quando era stata giù nella chiesa.

Le note taglienti di Amazing Grace avevano oltrepassato le pietre e lei aveva sentito chiaramente la musica. Molti odiavano quello strumento e non sopportavano le note acute che produceva. Faceva pizzicare la pelle. Era uno strumento di guerra.

Lei aveva i brividi sulle braccia per altri motivi.

Era cresciuta con la musica. Era stata una casa felice, col suono dello strumento che spesso echeggiava attraverso porte e corridoi, mescolato all'odore di qualunque cosa si stesse cucinando per cena.

Era passato tanto tempo da quando le aveva sentite.

«Allora, sei pronta?» chiese la donna più anziana, traendola dalla sua pausa.

Notò che il suono delle cornamuse era stato sostituito dalle note gentili di un piano.

Quando lei annuì, la donna bussò una volta alla porta e gli uscieri dall'altra parte aprirono le doppie porte di legno di fronte a lei. Le cornamuse ricominciarono a suonare e una chiesa piena di estranei si alzò in piedi.

Deglutì.

E poi fece un passo avanti.

Poi un altro.

Gli sguardi su di lei sembravano tutti diversi. Alcuni la guardavano con curiosità, altri con sospetto, altri erano guardinghi, altri ancora completamente felici, cosa che lei non capiva del tutto. Drizzò le spalle sotto il peso dei loro sguardi mentre continuava ad avanzare.

La canzone.

La conosceva.

Era una delle sue preferite quando era ragazza. Il modo in cui la musica si gonfiava e sembrava mulinare prometteva grandezza e gioia. Si era sentita come se potesse innalzarla fino a Dio stesso.

Non riusciva a ricordare il nome del pezzo.

Mentre camminava verso l'altare, provò a visualizzare la logora copertina del disco sul tavolo del suo soggiorno.

Era la traccia numero 5.

Si accigliò cercando di ricordare le parole. Le sembrava così sciocco e deludente che non riuscisse a ricordare la canzone che aveva tanto amato da giovane. Una canzone che aveva sentito decine e decine di volte.

Ma era stato tanto tempo fa.

Era una chiesa piccola e il suo avanzare non si trascinò per molto.

Piccole misericordie, suppose.

Mentre cercava di ricordare le due parole che costituivano il titolo della canzone, registrò l'uomo di fronte a lei.

Il suo sposo.

Era la prima volta che aveva la possibilità di guardarlo come si deve. Per un secondo si bloccò, prima di riprendersi.

Il rosso scuro e il verde del suo tartan sembravano possenti, come il suo kilt. Vedeva i colori su una fusciacca fermata sulle larghe spalle da un'antica spilla. La giacca del vestito gli stava a pennello, mentre stava dritto come un fuso. Notò che la stava fissando intento come lei fissava lui.

Highland qualcosa, pensò.

Era la canzone. Era Highland… e poi un'altra parola che non riusciva a ricordare.

Non appena il pensiero le entrò in mente, la canzone e il piano rallentarono e svanirono. Era arrivata alla fine della passeggiata, pensò con totale sorpresa.

Lui annuì verso di lei e lei si fermò. Esalò un respiro dalle labbra e annuì in risposta.

«Misericordia, grazia e pace da Dio nostro Signore e che Gesù Cristo sia con tutti voi.»

Highland… qualcosa.

Highland Sound? Highland Praise? Highland...?

Mentre lui parlava e dava il benvenuto a loro e a tutta la congregazione alla cerimonia, lei continuava ad essere fissata sulla canzone che avevano appena suonato. Con la coda dell'occhio vedeva il suonatore di cornamusa, lo strumento appoggiato sul petto. Lo guardava, desiderando che il titolo del pezzo le saltasse in testa.

Il suo sposo non sembrava combattere con un simile conflitto interno. Guardava intento il ministro mentre parlava dell'amore di Dio e del perdono che si manifestava nel matrimonio. Andava abbastanza bene che lei non stesse ascoltando, non era mai stata molto brava a trattenere le risate quando le dicevano qualcosa che lei trovava palesemente falso.

Highland Games? No, naturalmente no. Highland Choir? No.

Poi erano uno di fronte all'altro, le sue mani erano scivolate in quelle di lui senza che neanche se ne accorgesse.

«Io, Edward Anthony Godfrey Cullen MacDonald-»

«Io, Edward Anthony Godfrey Cullen MacDonald-»

Sgranò gli occhi sentendo quanti nomi aveva. Edward… qualcosa, qualcosa, qualcosa MacDonald. Cos'era il qualcosa, qualcosa e l'altro qualcosa?

«Prendo te, Isabella Morag Swan, come mia moglie.»

Perchè i suoi occhi si erano increspati al suo secondo nome?

«Per amarti e onorarti da questo giorno in avanti...»

Merda, quali erano i nomi?

«Di fronte a Dio faccio questo voto.»

Lei deglutì.

Giusto.

Era il momento di recitare la sua parte.

A quanto pareva, includeva ricordarsi ognuno dei nomi di suo marito. Non pensava che sarebbero stati così tanti.

«Io, Isabella Morag Swan...» suggerì il ministro.

Lei deglutì di nuovo.

«Io, Isabella Morag Swan,» ripeté lei obbediente, forzando lentamente le parole fuori dalle labbra.

«Prendo te, Edward Anthony Godfrey Cullen MacDonald, come mio marito.»

«Prendo te, Edward Anthony...»

Lui la guardò e con il più leggero movimento delle labbra sillabò i suoi nomi propri.

«...Godfrey...Cullen MacDonald come mio marito.»

Ripeté il resto dei voti senza errori.

«Di fronte a Dio, io faccio questo voto.»

Mentre la cerimonia procedeva e l'applauso esplodeva dopo lo scambio degli anelli ed erano dichiarati marito e moglie, si chiese come Dio o la legge riguardassero due persone, che non sapevano nulla l'uno dell'altro, che entravano nella farsa di un matrimonio.







  
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