“Ho
scoperto chi sei.”
“Ti
aspetti scatti l’applauso?”
“Sasuke
Uchiha.”
“Ah.
la solita storia del buono e del cattivo, vero?”
Si
studiarono, azzurro e nero.
“Accidenti,
il problema è che mi stai simpatico.”
"La
cosa non è reciproca, testa quadra."
Breathe
#3 And life's like an
hourglass, glued to the table.
Il portone stava davanti ai suoi occhi.
Lo stemma era irremovibile sulla chiave di
volta e lo guardava, lo minacciava dall'alto. L'Alba, che cosa stupida. Sentiva
il respiro nervoso di Naruto dietro di lui. Pessima cosa avere un novellino che
gli copriva le spalle. Tuttavia, ormai era una pedina del gioco e nessuno
poteva più dirgli cosa fare.
**
In effetti, ancora non capiva com’era
possibile una situazione del genere. Lui che per la prima volta non uccideva,
lei che per la prima volta non lavorava e l’altro… che faceva il parassita.
Potevano sembrare un gruppo di amici. Come no. Un killer, una guardia del corpo
e una scienziata.
Naruto aveva semplicemente avuto un
colpo di genio. Si era insospettito quel giorno che Sasuke, distratto da
Sakura, aveva aveva lasciato intravedere il luccichio della sua arma sotto il
camice.
Aveva domandato, fatto qualche ricerca…
e poi aveva scoperto che lo scienziato Hachi non esisteva e che se esisteva per
di più era un cinese, deceduto e con un nome impronunciabile. Fece due più due
e poi Sakura fece quattro, esplodendo in lacrime e pregandolo di non dire
nulla, che lui era buono ed erano innamorati. Ma anche Naruto si era innamorato
di Sakura, per questo adesso faceva l’amico pretendendo di risolvere i loro
problemi. Era insopportabile e decisamente patetico.
L’organizzazione gli stava col fiato
sul collo, Orochimaru si domandava perchè Sakura Haruno fosse ancora viva. E
lui prendeva tempo. Intanto litigava con Naruto, con Rock Lee, con l’accendino
e con Sakura. I guai iniziarono quando Naruto incominciava a proporgli piani
incredibili, che sicuramente partoriva dopo aver guardato per l’ennesima volta
i film di 007. Ma quella era la vita vera. Lui aveva davvero un silenziatore,
lui davvero ne aveva visti di cadaveri e sapeva cosa succedeva a chi non
ubbidiva. Si ritrovò quindi, non sapendo esattamente come, seduto davanti a un
tavolo a sentire Naruto che mangiava rumorosamente con la testa abbassata sulla
solita ciotola di ramen, e Sakura che rideva nervosamente.
Era coraggiosa lei. Si era offerta
mille volte di fuggire via con lui, lontano. Si sarebbero chiamati Momo e
Nobuo. Ma Sasuke non voleva chiamarsi Nobuo. Trasalì leggermente quando la mano
di Sakura strinse forte la sua sul tavolo. Aveva paura di perderlo, sciocca.
L’unica donna che lo amava per quello che era, con tutti i suoi difetti e i
peccati commessi. “Avrai ucciso solo chi se lo meritava.” Diceva prendendogli
il volto tra le mani, facendolo sentire a casa finalmente.
“Lo sai che sono innamorata di te.”
Bisbigliava, lo sguardo serio.
“Lo so.”
“Scusa, Sakura-chan posso avere
un’altra ciotola di Ramen?”. La donna si alzò ciotola vuota in mano. "Come
sei smieloso Sas'ke!" Naruto sorrise divertito.
“Teeme.” L'Uchiha però pensava di
mettere i lucchetti alle porte un giorno o l’altro.
**
Sakura sapeva che la sua vita aveva
preso una piega inaspettata. Sapeva che era in pericolo.
Per quanto però questo la
terrorizzasse, sarebbe morta solo se lui avesse deciso di lasciarla.
Forse si comportava da stupida. Ma era solo amore al tempo della scienza, nulla
più. Le dita le tremarono stringendo la boccetta sterile. Guardò torva la mano
imponendo ai muscoli e ai legamenti di fare i bravi. Tutto ciò che riusciva a
pensare era a Sasuke. Potevano scappare, ma lui non voleva "...
fuggire è da vigliacchi", diceva. Poteva accettare una vita in incognito,
a lei piaceva il nome Momo. “Dovresti rinunciare a tutti i tuoi legami. A Ino.
Alla scienza." Sapeva sempre come prenderla in castagna e lei allora si
malediva, perchè non ho scelto
medicina?! Stupido premio Nobel, la mano tremò di nuovo e la
boccetta di vetro cadde per terra, davanti ai suoi piedi, si tramutò in mille
frammenti.
Sasuke accorse, camice bianco di
copertura. Sguardo d'inchiostro che non lasciava trasparire nessuna emozione.
"Che è successo?" Soffiò al suo indirizzo, muta domanda che esigeva
una risposta. "Niente, la mia sbadataggine." E non lo guardò negli
occhi colmi di lacrime, testa abbassata a fissare i frammenti di vetro. Voleva
solo lui, Carbonio.
**
Si guardò allo specchio. E poi scattò
la destra a prendere ciò che cercava. Era decisa, si sbagliava lui a dirle
quelle cose. Lei sapeva difendersi! Si difendeva da una vita dagli altri! Che
venisse Orochimaru e tutta la sua cricca! L'altra mano prese la ciocca lunga:
rosa. E poi solo il rumore delle forbici che compievano il resto dell'opera.
Anche quello era un atto d'amore.
**
"E cosa pensi di fare?"
Strano a dirsi, ma nemmeno lui lo
sapeva con precisione. Aveva solo un pensiero fisso, riccorrente. Per una volta
riuscì a capire lo stupore e la paura delle sue vittime, a immedesimarsi
davvero nei loro panni. L'unica cosa che non voleva e che, di certo, non
avrebbe mai ammesso a voce alta, era quello che poteva accadere a Sakura... che
qualcuno potesse farle del male. Naruto non sapeva di cosa era capace
l'organizzazione Alba, era efferata, non si creava problemi ad uccidere uno dei
membri. Che lui potesse morire non gli interessava, sapeva difendersi,
combattere ma… che avrebbe potuto fare Sakura davanti a Deidara? Lanciare delle
provette?
No, lui per adesso stava prendendo
tempo con Orochimaru, poteva permetterselo, ma ormai era già un mese che andava
avanti quella storia. "Non ne ho idea."
"Potremmo...sconfiggerli."
Sasuke alzò il capo, lo squadrò dall'alto in basso. Naruto non si fece
intimorire, stavolta aveva fatto i compiti. "Tu sottovaluti la mia di Organizzazione.
Non capisci che tu sai tutti i segreti di quell'uomo? Tu sai dove hanno le
armi, quanti sono, i loro covi. Sarebbe un'azione di forza. Entriamo, se non si
arrendono spariamo e poi dritti in gattabuia."
"Non è così semplice." Sasuke
esalò quella frase malignamente. "Vi stermineranno senza scrupolo."
Naruto digrignò i denti. "E allora secondo te dovremmo starcene buoni
buoni qui ad aspettarli? Non ti capisco davvero!" Il moro sospirò
pesantemente. "Dimmi Teeme, finirei anch’io in prigione dopo?" Naruto
alzò le spalle. "Potremmo sempre farti entrare nel nostro gruppo, se
tradisci l'organizzazione non ne fai più parte e potresti ricominciare... una
nuova vita."
"Sotto nome anonimo! Esiliato da
qui. Far parte dei buoni!" Rise scandendo le frasi come un robot. L'altro
esplose in un moto di rabbia: "E allora signor-so-tutto-io, cosa pensi di
fare?" Sasuke esplorò la casa silenziosa. Sakura che dormiva nella camera,
stanca e inerme. Il pensiero di lei, riversa in una pozza di sangue fu così terribile
che un groppo gli serrò le corde vocali. Paura. "Va bene." Naruto
sorrise, Sasuke lo avvertì con lo sguardo, duro, impassibile. "Ma si fa
come dico io."
**
La guardò male. Naruto era seduto sul
divano pronto a raccogliere i cocci, per la prima volta era lì con il permesso
di Sasuke. Sakura non l'aveva invitato, di solito era lei a farlo. Lei capì che
c'era qualcosa di sbagliato solo dalla sua presenza.
Sasuke prese un respiro calibrato,
studiando la figura rosa confetto e dai capelli corti adesso.
Sakura assurdamente pensò che lui non
respirava così, di solito era lei quella che aspettava l'ossigeno buono per
parlare. "Sakura."
"Dimmi." Il tono era calmo,
davvero. Il giorno prima avevano passato tutto il giorno a letto, come due
vecchi, aveva brontolato lui. Ma sfiorandole le ciocche rosa se ne
stava lì a dirle che con quel taglio stava bene, che sembrava un maschiaccio,
ma che gli piacevano le ragazze con i capelli corti. Si erano amati anche se
nei suoi baci c'erano disperazione e rabbia. Lei aveva fatto finta di non
capire. Il suo cuore si fidava di Sasuke Uchiha. "Non puoi più stare con
me." Il verde brillò. "Perchè?" Il nero rimase fisso a guardarla
dritto nelle pupille. Oh sì, che sapeva mentire e recitare! Stavolta
Sakura lo aveva in mano il copione, glielo leggeva stampato in faccia.
"Perchè non lo voglio più io."
"...è perchè dovete entrare in
azione stanotte, vero?" Stranamente il collo ruotò e la zazzera rosa si
rivolse a Naruto, ignorando l'altro. "Io..."
"Ti sbagli, come al solito."
Sakura strinse i pugni, il verde che indagava nell'azzurro. "Sei saccente,
sei una bambina viziata, Sakura." Ancora non lo guardava, così non sapeva
che gli stava rendendo le cose più facili? "Ora basta. Mi sono stancato.
Non sono come voi, io." Sakura abbassò di colpo la testa, come un pupazzo
di stoffa. "Io sono il cattivo." Sasuke continuava a riempire l'aria
con del veleno, eppure a lei sembrava di sentire ancora il loro profumo.
"E allora perchè non mi
uccidi?" Scattò, e lui impreparato si ritrovò a sobbalzare
involontariamente. Fu solo un attimo, quasi impercettibile poi il nero
ridiventò tale. "Sei insopportabile." Infilò la porta, pronto a
dileguarsi. Lei non ebbe la forza di parlare. Il vuoto nel petto. E Naruto che
scattava a raccogliere i cocci per terra.
**
Vedeva un girotondo di persone. Non
capiva se ne faceva parte, tutto era come sfocato. Forse erano le figure che
ruotavano intorno a lei e non il contrario. All'inizio non sembrava un incubo.
Le ricordava salire sulle giostre da piccola. Lo divenne quando il cerchio di
persone, a mano a mano, si avvicinava a una velocità impressionante e ruotava
tutto intorno a lei. Il cerchio sempre più vicino, i raggi si stringevano e
lei... soffocava.
Si svegliò di soprassalto. Rimase per
un po' di tempo immobile a calmare il respiro. Poi l'unica cosa che riuscì a
mettere a fuoco non fu un girotondo di persone ma il volto di Ino. Bizzarro e
forse ancora peggio.
"Dov'è Naruto?" In realtà la
prima domanda era: che diavolo ci faceva Ino nel suo appartamento? Si era
addormentata?
"Vuoi un po' d'acqua?"
Era crollata e quando? Che ore erano?
Troppe domande. Scosse il capo reprimendo la nausea. Si mise seduta sul letto.
"Che succede?" Ino strinse gli occhi. "Naruto mi ha chiesto di
venire qui e di starti vicino, non so altro."
Ino la capiva. Sapeva cosa passava nel
suo cervello, prima di chiunque altro, prima di lei stessa a volte. "Devo
andare, Ino."
La bionda aveva ricevuto l'ordine di
non farla muovere da lì, ma in quel momento non poteva non lasciarla correre.
Sakura aveva così tante cose da imparare. Era una sognatrice, i sogni non
bastano. Doveva impararlo che la realtà è fetente. "Và, ma sta
attenta" Torna viva, avrebbe voluto dirle. Se non l'avesse lasciata
andare sarebbe morta dentro, comunque. Sakura doveva imparare un'altra cosa,
più importante: il valore della speranza.
**
"Starai... male anche tu."
Erano seduti sul divano un po' polveroso. "Mentirò. Dirò che non esiste
più per me. Deve essere così."
"Ne morirà."
"No. Perchè tu ti prenderai
cura di lei." Parlavano a bassa voce.
"Io non capisco se questa non è la
decisione che nemmeno tu vuoi perchè..."
"Così ho deciso, così deve
essere."
"Bè, fa schifo." Naruto
sbuffò con disappunto. "Sei un fottuto masochista." Il nero nell'azzurro
che ascoltava e cercava di comprendere. Sasuke bisbigliò una risposta appena
udibile, una maschera di cera che si scioglieva colando sul pavimento, prima di
indossarne un'altra.
"Io finirò col farle del
male." Un mezzo sorriso amaro. "...è la cosa migliore che mi è
capitata e non voglio."
"Starà male lo stesso Genio, per
lei esisti solo tu."
"Non capisci..." Ë proprio
perchè la amo così tanto che devo andarmene... Ma quell'ultimo pensiero lo
tenne per sè. Solo che Naruto aveva capito. Prese un respiro profondo, Sasuke.
**
Era una scena che aveva già visto. Era
lo spettatore all'epoca.
Stavano in cerchio le maggiori carogne
dell'Alba, come un branco di iene intorno alla carcassa lasciata dal leone
(Orochimaru). Un'accoglienza del genere se l'aspettava, in fondo, e rendeva le
cose più interessanti. Naruto gli stava vicino a testa alta, ostentando
sicurezza. Era uno stupido, non sapeva in che pericolo si era cacciato o magari
davvero era solo coraggioso.
I più 'ardui' erano Deidara, Tobi e
Kabuto proprio davanti a loro. Il resto erano per lo più membri minori e le new
entry facevano da scudo ai boss, erano i loro giubbotti antiproiettile.
Ricordava ancora quando anche lui aveva fatto parte di quel cerchio, davanti
agli occhi di Sai. Era un giovane che aveva tradito l'organizzazione,
lavorava in realtà per conto di un'altra e quando Orochimaru aveva ottenuto le
prove, l'aveva fatto accerchiare. Quel meccanismo era: Il Girotondo. Sai
era stato stupido, non aveva saputo vendere bene la sua anima. Aveva negato e
poi con una frase si era tradito. L'avevano accerchiato e fatto fuori. Un gioco
da ragazzi.
Adesso stava lui nel cerchio assieme a
Naruto. Adesso toccava a lui vendere bene la sua anima. "Sasuke." La
voce di Kabuto era fredda, ma era solo una pallida imitazione della sua. Perchè
da sempre Orochimaru lo riteneva il suo erede. "Allora?" Sasuke alzò
un braccio e un novellino trasalì leggermente, l'Uchiha gli sorrise maligno
mentre si portava una sigaretta alla bocca e avvicinava l'accendino alle
labbra. Naruto non lasciava trasparire nessuna emozione. "Cosa?"
"L'Haruno l'hai sistemata?"
"Ovviamente." Kabuto incrociò le braccia al petto indignato.
"Eppure, l'hanno vista camminare questa mattina, sai? Orochimaru, era
proprio... deluso."
"Ciò che cammina la mattina può
non camminare più il pomeriggio." Sasuke si accese la sigaretta. Kabuto
fece una smorfia. "Hai portato qualche prova?" Naruto si voltò a
fissarlo. Sasuke non disse nulla. Kabuto stava già sorridendo, credendo di aver
trovato il cavillo perfetto. Poi L'Uchiha estrasse un pacchetto dalla giacca,
buttando dalle labbra un fiato di nicotina e contemporaneamente lasciando
cadere la carta per terra che si aprì rivelando il contenuto. Rosa.
"Cosa..." Kabuto fece una
smorfia di disgusto. "Mi sai dire, di che colore sono i capelli
dell'Haruno, Kabuto?" A Naruto scappò un sorriso, le ciocche lunghe di
Sakura per terra. "Rosa?" azzardò un giovane e qualcuno gli diede una
spallata. "E allora mi sai dire chi è questo?" Kabuto indicò Naruto
che si voltò con uno sguardo di sfida.
"Un novellino. Vuole entrare
nell'Organizzazione."
**
Era stato rapido. Naruto si era buttato
alla sua destra contro Deidara. Qualche genio di poliziotto aveva sparato all'interruttore
di corrente e adesso qualcosa stava bruciando dietro di lui. Tuttavia riuscì lo
stesso a mirare al cervello di Tobi, a sparare. Allora Deidara si era distratto
giusto un attimo e Naruto aveva fatto fuoco, senza esitazione. A malincuore
doveva ammettere che era stato bravo, in gamba. Ma non era finita. Stava
bruciando tutto, l'Inferno, se davvero ne esisteva uno, sarebbe uguale all'Alba
che bruciava. Kabuto colpì Naruto, violentemente, con un'estintore. Sasuke
reagì, l'arma era scarica ma gli rimaneva l'impugnatura d'acciaio. La scagliò
contro il cranio di Kabuto.
Prese un respiro Sasuke. Ma nei polmoni
entrò solo il calore del fuoco e fumo. La pistola, la sua bella e fedele donna
bruciava nella mano, non riusciva a stringerla correttamente. Qualcuno sparò,
altri rumori confusi. Naruto si era rialzato, davanti a lui un altro
avversario.
Sasuke non disse una parola quando
Kabuto lo colpì da dietro alla gamba con un coltello, sibilò il leccapiedi
ufficiale dell'alba. "La sgualdrina ti è piaciuta eh, vigliacco?"
Sasuke, come posseduto da un mostro, si voltò reagendo inaspettatamente. La
pistola gli era caduta dalle mani. E allora usò i pugni chiusi. Gli occhiali di
Kabuto volarono per terra. Il sangue del verme gli sporcò il dorso che tempo
addietro aveva assaggiato le lacrime di Sakura. Lo colpì più volte, fino a
costringerlo in una poltiglia per terra. Poi qualcuno applaudì, in
quell'inferno Satana in persona a quello spettacolo, stava applaudendo.
**
Mentre correva l'unica scena che le
veniva in mente era quando lui si era avvicinato così tanto a lei da sfiorarla
con il dorso della mano. Stavano nel laboratorio e davvero avrebbe potuto
scegliere scene più belle di quella. Ma l'unica a cui voleva pensare era a quel
microscopico contatto. "...è qui." Le aveva detto passandole una
provetta e l'alchimia si era alzata prepotente tra loro. Aveva capito che lo
amava perchè il cuore batteva di felicità e dolore insieme, si struggeva
incatenato tra i polmoni e volava in alto. Era innamorata della sua persona ancora
prima di sapere chi fosse. E se gli fosse successo qualcosa giurò che avrebbe
dato la sua stessa vita per salvarlo, avrebbe fatto tutto ciò che era in suo
potere. Perfino ridargli la vita se necessario, è il potere della scienza,
quello dell'amore. Era bastato quel contatto, non chiamatela superficiale.
**
Orochimaru stava sorridendo tra le
fiamme. Era in piedi, anche se lo scheletro non sembrava reggerlo così bene.
Naruto si liberò di un altro membro giusto il tempo per vederlo entrare sulla
scena. "Bravo, Sasuke" sibilava la voce come il suono delle fiamme e
sorrideva. Kabuto alzò una mano sporca
di sangue, strisciando per terra verso il suo maestro. "Tu non sei mai
stato debole. Attaccato alla vita. Sei sempre stato il migliore." Sasuke
si guardò intorno, solo fiamme e fumo, prese un respiro giusto perchè i polmoni
lo esigevano. "Non ho mai avuto niente da perdere." Solo per un
attimo pensò alla famiglia persa in un incidente e a Orochimaru che raccolto
dalla strada lo faceva crescere nell'inferno. "Davvero credi di riuscirci
Sasuke?" Naruto non sapeva cosa fare, scivolò al fianco del moro e
sobbalzò al rumore di una trave che cadeva nella stanza accanto. "Dobbiamo
andare via da qui, Sas'ke!"
"A fare cosa?" Non l'aveva
sentito nemmeno, Sasuke si rivolse a Orochimaru. Kabuto smise di strisciare
arrivando ai piedi del suo padrone. "Ad essere normale. Ad avere una vita.
Una famiglia. Tu non sei destinato a questo Sasuke. Tu non sei come loro."
**
Accanto a lei sapeva che c'era il
vuoto, momentaneamente. Sasuke non c'era veramente, anche se occupava quel
posto nel letto, anche se il suo peso piegava il materasso.
"Sasuke-kun..." Lui in risposta sussurrò piano, le dava le spalle.
"Mia madre, Mikoto, mi chiamava così." Sakura sospirò.
"Lei è..." Stava per dire che somigliava a lei. Ma cambiò frase, nel
cuore della notte poteva lasciare la maschera sul comodino, per dormire.
"La mia famiglia è morta in un incidente stradale. Mio fratello maggiore è
scomparso, non si è preso cura di me. Io sono cresciuto da solo. Stare
da solo è l'unica cosa che so fare meglio." Era una specie di scusa la
sua, Sakura strinse la manica della sua maglietta, come prova tangibile che gli
dimostrasse il contrario. "Sei ancora qui." La strinse forte quella
manica, stropicciandola. "Si, sono ancora qui."
"Con me. Non sei solo...sono io:
il tuo legame." Il silenzio durò a lungo. Il ventre di Sasuke si alzò, un
respiro profondo, lei gli aveva insegnato a respirare così. Prima lui non
assaggiava l'aria in quel modo, respirava velocemente. Stare insieme cambia
anche il modo di respirare. "Legami...credi che io potrei averne?"
"...Sei qui."
"Sono qui."
Sasuke chiuse gli occhi petrolio.
Sollievo e dolore insieme. Sono io che ti lascio da sola anche quando sono
qui. Il pensiero sordo, mentre lei lo abbracciava stretta e lui si voltava
zittendo la ragione e facendo battere il cuore.
**
"Tu non sei quel genere di
persona. Non potresti mai avere una vita normale. Non fa per te. Sasuke, io ti
conosco e so che l'Inferno a te piace." Orochimaru sorrise ancora. Se non
poteva averlo... allora doveva distruggerlo. Il giocattolo non doveva
essere di qualcun altro.
"Io invece so che è questo
l'Inferno e che tu sei pazzo!" Naruto, la voce a riscuotere il buio dalla
sua coscienza. Sasuke si voltò a guardarlo, stordito. "Andiamo via da qui!
Non dargli retta!" Sasuke si sentì strattonare. Naruto era furioso.
"Sakura ci starà aspettando!" Bastò quello per farlo reagire davvero,
anche se inconsciamente, altre ombre prelevarono Satana che continuava a
ridere."Sì. Dai retta al novellino!"
**
La scena si era spostata giù, stavolta
Orochimaru non sembrava più tanto divertito. Lo sguardo era tetro, impuro
avrebbe suggerito Naruto, il capo dell'Alba sì che sapeva demolire le
coscienze. "Con me saresti diventato grande, lo sai?" Sasuke non
rispose. "Pensa a quello che ti ho detto, saresti stato il mio erede. Un impero..."
Il moro ghignò. "Un impero di sangue" Orochimaru alzò l'esile braccio
che sembrava essere stato immerso nella varechina. Jiraya, il capo
dell'assalto, lo piegò quel braccio rivolto all'Impero che bruciava. Lo
ammanettò. "Esattamente." Sasuke mostrò il mezzo sorriso che lo
contrastingueva. "Bè, non m’interessa. Ci sono cresciuto nel sangue. E
l'emoglobina non mi piace."
Orochimaru venne scaraventato in un'auto
e portato lontano. L'ombra del male catturata nel cuore della notte. Naruto si
avvicinò, una pacca sulla spalla. Jiraya un uomo dall'aspetto simpatico e
aitante sorrise. "Era da anni che stavamo sulle sue tracce. Io e
Tsunade." Entrambi lo guardarono. "Tsunade aveva un conto in sospeso
con lui… le aveva ucciso il marito. Erano amici d'infanzia. Brutta
storia." Sasuke si prese per un attimo il volto tra le mani, pensieroso.
"Facevo parte dell'Organizzazione che ha ucciso il nonno di Sakura."
Era ilarità la sua. Non potevano stare insieme diceva tra le righe.
"Sas'ke, lo sai che Orochimaru non ha ragione vero? Io invece credo che
tu... potresti davvero ricominciare." Naruto era sincero, diceva sempre
quello che gli passava nella mente. "Con lei." Sasuke non mosse un
muscolo, osservava il palazzo che bruciava. Anche quell'insopportabile sala
d'attesa bruciava da qualche parte. Ne fù sollevato.
"Sasuke!"
Un urlo. Una voce tra tante. Era salva,
lei stava bene. Si ricompose cancellando l'accenno di un sorriso. "Che ci
fai qui, Sakura." Erano a un passo. Lei si trattenne dall'abbracciarlo, il
tono di lui sembrava arrabbiato. "Sasuke...stai bene!" Esclamò
sollevata. Lui la fissò a lungo, prima di annuire. Prese un respiro, ancora
quel respiro lungo che non gli si addiceva proprio. "Mi dispiace."
"Oh Sasuke! Vedrai che adesso
andrà tutto bene!" Lui scosse il capo. Il mostro che ruggiva dentro. Lei
congelò i piedi sull'asfalto, avrebbe voluto volare verso di lui. E il sangue
smise di scorrere. "Non avvicinarti Sakura."
"Cosa...?"
"Non capisci? É la mia condanna.
Sono il cattivo, ai cattivi non...viene dato il lieto fine."
"Ti sbagli!" Sakura lasciò
scendere le lacrime. "Il lieto fine ce lo costruiamo noi con le nostre
mani!"
"No, il lieto fine non
esiste."
"Si! Insieme noi..."
"Non c'è nessun Noi Sakura."
Raggelò dentro. I polmoni non
riuscivano nemmeno più a percepire l'aria intorno. Ogni battito di ciglia, ogni
cosa era solo dolore. Le sembrò di sentire rumore di vetri rotti. Strano, non
era nel laboratorio, non stava armeggiando con le provette. "Ma adesso che
si è risolto tutto... io pensavo..." La voce era strozzata non riusciva
nemmeno a capire se era davvero lei a
parlare. "Pensavi male." Chissà se alla fine un premio sarebbe stato
dato a lui. "Era tutta una farsa. Solo un compito." Aveva imparato a
uccidere fin da piccolo. Era una macchina da guerra, era petrolio, Sasuke
Uchiha imbrattava la vittima impedendole di muoversi e a poco alla volta
succhiava via le forze e toglieva il respiro. Ma il moribondo, verso la
fine, trova sempre da qualche parte un po' di fiato per reagire, è la forza
della vita. Lei aveva il volto sconvolto, lui invece sembrava anestetizzato e
non la guardava nemmeno.
"La mia vita era vuota, tu l'hai
presa e l'hai fatta diventare vita. Non andartene...Io farò tutto il
possibile..."
"Di te non me ne importa
nulla." Ed eccolo l'ultimo filo che viene reciso brutalmente, senza
guardarla negli occhi, bastano poche parole e il giusto tempismo, non importa
se muori dentro dicendole. Ma Sakura è una combattente e lo strazio aumenta, la
ferita sanguina violenta da qualche parte nell'anima, non si rimarginerà col
tempo. "Vuoi lasciami qui da
sola? Vuoi andare verso la solitudine? Senza di te... Io morirò, Sasuke!" Piangeva,
le lacrime scivolavano sull'asfalto, non c'era il dorso della mano di Sasuke ad
afferrarle nella discesa. Stava rinunciando, non gli sembrava solo di scappare
da lei ma anche da se stesso.
"Sasuke... portami con te!"
"No." Trovò la forza, il
coraggio, di darle le spalle. Ancora quella schiena maledetta e benedetta
insieme. "Io sono innamorata di te! Non lasciarmi qui da sola senza di
te...! Ho bisogno di te! Io ti amo, Sasuke."
Si voltò. Il viso in tre quarti come in
un fermo immagine. Scena già rivista, già vissuta.
**
Sasuke Uchiha era alla ricerca di qualcosa. Aveva trovato
Itachi, un'altro dei buoni e stava incominciando a sospettare di esserlo anche
lui sotto, sotto. Ovunque andasse, sentiva un'insopportabile odore che sapeva
di carbonio. Forse doveva solo scoprire da dove provenisse. Forse, un giorno,
si sarebbe reso conto che il profumo l'aveva avuto sotto il naso. Prese un
lungo respiro come lei gli aveva insegnato a fare.
Sakura Haruno prese un respiro. Lungo, calibrato. Poteva
ancora sentire nell'aria il profumo di killer e scienziata mescolati insieme.
Ovunque andasse quel profumo era lì, sulla sua pelle, come un marchio di un
proiettile, come una catena di carbonio e ossigeno. E sorrideva. Avrebbe
rifatto tutto, non avrebbe cambiato niente. E adesso stava osservando un viso,
appisolato sopra il divano. Capelli neri, occhi carbonio. Sua figlia. La loro
figlia. Mikoto.
"Io Ti Amo Sasuke"
"Sakura...Grazie"
End(?)
La parte che più ho amato scrivere è stata la scena di loro due
nel letto. (Andate oltre al contenuto.. puccioso XD)
Quando Sasuke le dice che stare da solo è l'unica cosa che
sa fare meglio, contro questa sua perenne condizione da masochista sull'altro
piatto della bilancia c'è la preghiera di Sakura, la sua speranza e
tutta la sua determinazione. Sakura vuole essere felice, Sasuke non sa cosa
sia la felicità. L'unica cosa tangibile veramente tra loro è il tempo, ne
sprecano troppo, lui intestardendosi nella sua scelta di infelicità,
rifiutandosi di guardare le altre opzioni e lei si ritrova a esplorare la
solitudine e si limita a vivere come se fosse in playback .
Eppure volevo fare in modo che il succo di questi tre capitoli,
si racchiudesse lì, in quella scena. Perchè lui ci prova e fallisce o forse non
ci ha mai provato veramente e lei lo sa e gli sta accanto comunque. O ancora,
da altri punti di vista, può lei non aver fatto davvero tutto ciò che era in
suo potere. Per questo, c'è il punto interrogativo ? è un velare ciò che
può succedere ancora. Lui può riprovarci, lei può ancora decidere di
stargli accanto: loro possono ancora essere felici. Chi di noi non continua a
sperare anche quando la realtà ti sbatte contro e ti piega in due? L'essere
umano è costretto a sperare, lo fà da millenni è intrinseco nella sua natura. E
volevo che emergesse questo, la loro natura, forse tutta la natura umana, anche
dal modo di respirare dei due protagonisti. Sakura respira troppo veloce.
Sasuke troppo lentamente. Eppure fondendo i loro respiri, lei ha imparato
quanto sia bello inspirare lentamente e lui ha capito che a volte non serve
calcolare ogni respiro. Detto ciò ai posteri l'ardua sentenza.
Sproloquio a parte, non volevo pubblicare quest'ultima parte...
perchè sono rimasta alquanto amareggiata.
Insomma finisce nei preferiti di molte persone, ma solo
pochi ti dicono cosa ne pensano veramente. E per una persona che scrive
mettendo a nudo le sue emozioni, è brutto, non sapere se il suo lavoro è
arrivato in profondità di chi legge. Non è una questione di firme, l'autore
vuole sapere se è riuscito a scuotere l'anima. A schiaffeggiarlo XD
metaforicamente parlando. Perciò volevo scioperare, ma poi dovevo
ripagare le persone che invece mi hanno detto la loro e per questo tutto per
voi, solo per voi, ta-dhan ecco l'ultimo atto.
Amaranth93: Claudia, posso chiamarti così? Piacere Sara XD E non sai
quanto davvero sia stata importante per me la tua recensione, un toccasana
davvero. Mi dispiace che sia stata cancellata una parte T.T succede spesso
anche a me e poi finisco per lasciare solo quello che mi ricordo >.< o
finisco per fare una gaffe dietro l'altra. Ma passando a noi, grazie per le tue
parole. è stata una faticaccia scrivere questa storia, avevo sempre paura di
dire troppo e troppo poco e non sono proprio capace di mantenere la suspance
-.-, ma leggendo il tuo commento mi sono rincuorata perchè ti è arrivato il mio
pathos XD e ti ho fatto amare Sasuke!! Ah, questo mi da la forza di
scrivere ancora! Ma toglimi una curiosità com'è che l'Uchiha non ti piace? Lo
so, lo so, è un verme -.- ma però è un verme con della classe XD *_* Grazie
ancora Claudia, davvero! Per essere arrivata fino in fondo ai due capitoli, per
il capolavoro*.* (mi commuovo) e per aver notato il pathos: grazie Claudia!
Partenope: waaa...Enzaaa...*_* avevo bisogno del tuo commentino (fà
pollice, pollice...o è indice, indice?) Che bel complimento che mi hai fatto
*_* (ridacchia come una scema) Grazie per il tuo lavoro, arduo e tempestoso, e
per il tuo parere. è sempre importante per me sapere cosa pensi, se tutto quel
lavoro davanti al pc ne valeva la pena *.* per questo era il minimo dedicarla a
te, hai seguito il mio pathos dandomi anche dei consigli su Naruto che io
spesso e volentieri lo mando alla bambaraggia (non ho idea di cosa ho
scritto ma mi piaceva il suono della parola) e sono maledettamente IC. Ahahaha
(risata inquietante) è il mio obiettivo e tu lo sai, se uno scrive e cambia i
caratteri è facile, allora potremmo tutti quanti scrivere alla Raperonzolo
maniera, Sasuke sul cavallo bianco che dice a Sakura di scendere, invece la
sfida sta proprio nel mantenere Ic i personaggi anche nelle Au *_* no?
L'accendiamo? Ehm Enza, chi me le potrebbe curare ste Public Relation? XD ma è
una malattia? XD scherzo. Grazie di kore, per tutto.
memi: Teeeex >.< Sono io orgogliosa (petto all'infuori) per
avere una best come te, il tuo parere lo sai che è importantissimo. Ogni volta
che leggo una tua recensione (o anche una tua storia) ho quel sorriso da idiota
e il cuore mi si allarga, assaporando ogni piccola emozione che posso averti
regalato. Le tue analisi poi mi servono come imput per fare meglio o per
correggere i miei difetti -> vedi impulsività. E sapere che ti ho regalato
un po' di pathos e che ti rendo reale una scena mi esorta a scrivere sapendo
soprattutto che ci sarai sempre tu a farmi da spalla. E lo stesso vale per te,
lo sai no? Che io sono la tua Taichi e quindi la tua fan numero1, è matematica.
Tex se un giorno tu volessi fare la cantante (XD) io sarei quella riccia sugli
spalti, ad ogni concerto con i cartelloni a urlare come una pazza e a seguire
la musica e a battere le mani o con le stelle filanti in mano (sperando di non
incendiare nulla) e poi quella che mangicchia qualcosa dietro alle quinte al
buffet per la trup, che ti dà coraggio. Spdl. Grazie Tex.
terrastoria: La mia piccola Terra-chan! *_* ma come posso non
ringraziare te?? Sappi che l'ho pubblicata soprattutto per il tuo
incoraggiamento! E le tue parole, cioè Terra, definirmi la scrittrice sasusaku
dell'anima e del significato..per me... mi hai fatto piangere davvero e mi hai
dato una carica enorme, perchè allora vale qualcosa scrivere sulla tastiera
nera e buttare fuori quello che si ha dentro! è per scrittrici come te, che il
fandom non va in malora è per persone che riescono a cogliere anche le
più piccole sfumature come ogni pre o post finale che hai detto bene, sono dei
legamenti tra passato e futuro con i sentimenti più superficiali o nascosti
della natura umana: che è bello scrivere! è la cosa più bella per un autore
riuscire a far capire quello che voleva comunicare. " Perchè, in fin dei conti, sono
assurdi: lo sono sempre stati, quei due, a rimbeccarsi scioccamente o
disperatamente, ad abbandonarsi l'uno all'altro come fosse sempre l'ultima
volta." è questo quello che penso anche io di loro, è questo che a volte
rende una storia d'amore tale, hai fatto il riassunto perfetto. Questo
abbandonarsi e ritrovarsi più forti o più deboli di prima per poi ancora,
amarsi disperatamente. E magari non sapere il perchè, quando sarebbe tutto più
facile, ma forse a volte subentra la paura di perdersi nell'altro o di
perdere l'altro non potendo fare nulla contro il destino, è questa impotenza di
rimanere da soli, che ci spinge a proteggere la nostra individualità e a
scegliere per primi la solitudine. Fa troppa paura amare così, amare
davvero. Perchè è alchimia ed è una
delle sensazioni più belle che possono scuotere l'animo umano, quando una
persona così diversa da te o forse così simile ti completa, anche da un punto
di vista chimico. Non scherzo se dico che quando sarò depressa leggerò la tua
recensione! E hai visto, incredibile, che entrambe c'eravamo fiondate su The
Scientist? Terra mi raccomando devi scrivere anche tu perchè regali dei
pensieri profondi che sono pura poesia. E io ti voglio bene, tantissimo mia
piccola Terra-chan. Grazie di cuore per tutto, per questo, per esserci.
Detto ciò.
Alla prossima,
Sara.