CAPITOLO 1
Slytherin and
Chanel
Lily
Luna Potter era letteralmente terrorizzata, ma mai e poi mai avrebbe
lasciato
che questo sentimento trapelasse dai suoi lineamenti alteri. Eppure
come non
sentirsi intimoriti di fronte alla leggendaria Hogwarts, teatro di
quella
battaglia, indelebile nella memoria dei maghi, che aveva visto Lord
Voldemort
cadere per mano di Harry James Potter? Come non alzare lo sguardo
meravigliati
sulle alte Torri ricostruite dopo la guerra, sul portone di quercia che
aveva a
lungo cercato di proteggere gli abitanti del castello, sul grande e
scuro Lago
e su tutto ciò che circondava la più grande e
prestigiosa scuola di Magia e
Stregoneria?
Lily
sospirò, riportando l’attenzione sulla figura
gigantesca di Hagrid, che ancora
traghettava gli studenti del primo anno attraverso il Lago.
-…e
non
preoccupatevi! Se cadete in acqua, qualcuno verrà a
riprendervi, prima o poi!!-
concluse il mezzogigante guardando sorridente la piccola folla di
bambini.
Forse sperava di tranquillizzarli con quelle parole, ma non ottenne il
risultato desiderato: molti piccoli maghi lo guardavano con occhietti
sbarrati.
Hagrid allora riprovò facendo un occhiolino, ma i piccoletti
continuavano a
guardarlo spaventati. Lily ovviamente no: non si faceva turbare da
sciocchezze
come la traversata del lago, che anzi esercitava su di lei uno strano
fascino,
con quelle sue acque scure.
-Bene,
allora possiamo andare! Disponetevi a gruppetti di cinque e cercate di
salire
sulle barchette senza farvi male, loro sanno dove portarvi-
esclamò Hagrid
indicando loro una schiera di scialuppe mezze malandate, che li
aspettavano
tranquille arenate sulla riva del lago.
I
maghetti fecero come era stato ordinato, anche se dalle espressioni di
molti si
poteva capire che non si fidavano per niente di quel mezzo di
trasporto; Lily
invece era più indignata che altro. Insomma, potevano dare
una ripulita alle
barche no? pensò mentre posava il piedino destro sul fondo
di una di esse
seguita da altre quattro ragazzine. Essendo salita per prima, ebbe modo
di
osservare ancora l’ambiente circostante.
Il
muoversi delicato della barchetta distolse Lily dalle sue osservazioni.
-Oddio
oddio mi sento male…sono sicura che
vomiterò…oddio oddio…- disse una
bambina
dai lunghi capelli castani, aggrappandosi al bordo della scialuppa.
-Dai,
il
tragitto dura poco…-intervenne l’altra al suo
fianco per tranquillizzarla, con
voce gentile che ben si addiceva al suo viso rotondo.
-E se
cado nell’acqua?? Quell’Hagrid ha detto che era
possibile!- ribatté
Miss-Vomito-Tutto.
-Mannòò
queste barche sono sicure!- disse una terza streghetta con fare sicuro,
come se
Hagrid fosse una fonte affidabile di informazioni.
-…ehm…come
ti chiami?- chiese una di loro a Lily, che aveva seguito lo scambio di
battute
delle altre con fare annoiato.
-Lily
Luna Potter- rispose lei con sufficienza.
Le sue
compagne di viaggio, compresa Miss-Vomito-Tutto che aveva un colorito
sempre
più verdastro, spalancarono le loro boccucce in una o
perfetta.
-Ma tu
sei la figlia di Harry Potter!!!- esclamò l’unica
delle quattro che non aveva
ancora parlato.
-Così
pare- rispose Lily annoiata. Aveva già visto migliaia di
volte
quell’espressione a metà fra l’ammirato
e lo stupito, sui volti della gente, e
non le faceva alcun effetto essere la figlia dell’eroe dei
maghi.
In
quel
momento, la barchetta toccò dolcemente la riva opposta e
Hagrid li incitò a scendere
veloci e a mettersi in fila.
Eccola,
finalmente. Hogwarts. L’unica e inimitabile.
Hagrid
li
condusse al portone, che si aprì magicamente al suo tocco.
Era
spettacolare. Il soffitto incantato rimandava loro l’immagine
del cielo
stellato, le candele illuminavano
-Bene
miei piccoli amici!!! La professoressa McGranitt vi
raggiungerà tra poco!!!
Buon anno scolastico!!!- disse poi l’omone sospingendoli in
quella specie di sala
d’attesa. I quaranta maghetti stettero per un attimo in
silenzio, come
intimoriti, poi il chiacchiericcio esplose.
-Ooooh,
hai intravisto
-…e
tutto
quel cibo!!! Mio fratello mi ha raccontato che appena qualcosa finisce,
subito
appare qualcos’altro!!!-
-Chissà
come sono le lezioni…mia sorella è sempre
indietro con i compiti! Ma forse è
perché è un po’ tonta…-
Lily
ascoltava distratta i suoi futuri e probabili compagni di scuola, ma
non
prendeva parte a nessun discorso, troppo impegnata ad assorbire ogni
particolare di Hogwarts anche se quella piccola stanza offriva ben
poche cose
da memorizzare.
La
porta
si spalancò di colpo e l’eterna professoressa di
Trasfigurazione Minerva
McGranitt fece il suo ingresso. Il passare del tempo su di lei
trapelava solo
dal suo severo chignon ormai grigio scuro, dalla ragnatela di rughe
sulle mani e
dal bastone da passeggio che stringeva nella sinistra. Ma il cipiglio
severo
che aveva terrorizzato generazioni di studenti era rimasto identico e
la voce
imperiosa e intransigente non aveva perso di tono. Sebbene fino
all’anno
precedente aveva svolto il ruolo di Preside, da quest’anno
sarebbe tornata ad
occupare il suo posto di insegnante di Trasfigurazione, con sommo
orrore degli studenti.
-Benvenuti
ad Hogwarts- esordì zittendoli di colpo. –A breve
vi condurrò in Sala Grande,
dove avverrà il vostro Smistamento. Per chi non lo sapesse,
lo Smistamento è il
processo mediante il quale verrete assegnati alla vostra Casa.
È una cerimonia
estremamente importante, perché per tutto il tempo di
permanenza qui ad
Hogwarts, la vostra Casa sarà un po’ come la
vostra famiglia. Ogni trionfo che
otterrete le farà guadagnare punti, ogni violazione del
regolamento gliene farà
perdere. Le quattro Case sono Grifondoro, Corvonero, Serpeverde e
Tassorosso.
Bene, spero sia tutto chiaro. Andiamo- concluse. Nel silenzio
più totale-
probabilmente erano troppo intimiditi per pronunciare anche una sola
sillaba-
il gruppetto lasciò la saletta.
*****
-Ma
quanto ci mettono?!?! Voglio sapere subito in quale Casa
verrà Smistata
Lily!!!- sbuffò James Potter, un metro e ottanta di fascino,
strafottenza e
ironia. E in questo momento anche impazienza.
-Strano
che tu non ti stia lamentando per la fame…-
ribatté suo fratello Albus che gli
sedeva accanto al tavolo dei Grifondoro. James gli fece una linguaccia.
-Eddai
James, non essere agitato, che mandi in agitazione pure me..!! Sono
sicura che
Lily ci raggiungerà presto a
Grifondoro…è pur sempre sorella vostra!!!!-
intervenne Rose Weasley, che però guardava anche lei con
apprensione le porte
della Sala Grande, in attesa di suo fratello Hugo.
-Rosie,
per mandare in agitazione te basta un compito della McGranitt- la
zittì suo
cugino, che per tutta risposta si prese una gomitata nelle costole.
- Che
ne
sai tu dei compiti della McGranitt che non ne hai visto uno neanche con
un
binocolo!- gli rispose poi Rose, non contenta della botta che gli aveva
rifilato.
-Cara,
io
non ne ho bisogno! Sono talmente intelligente che li faccio con il
pensiero i
compiti..!-
-…eccoli
che iniziano…pietà…- sbuffò
di sottofondo una ragazzina con una lunga treccia bionda
e gli occhi chiari. Era Angelica Weasley, anch’essa
imparentata con la famiglia
Potter, come d’altra parte tutti i Weasley. Nata
dall’unione di Charlie Weasley
con Eleanor Duncan, non aveva preso nessuna delle caratteristiche
Weasley, se
non una spruzzata di lentiggini che la rendevano ancora più
graziosa. Quello
sarebbe stato il suo secondo anno ad Hogwarts, ed ormai aveva fatto
l’abitudine
ai continui battibecchi di James e Rose. Albus scambiò con
lei uno sguardo di
compassionevole comprensione, essendo anche lui vittima di quella
tortura, e
poi spostò gli occhi verdi sul portone della Sala Grande,
che finalmente si
stava aprendo.
La
professoressa McGranitt fece il suo ingresso portando con sé
i piccoli del
primo anno. Collocò uno sgabello davanti al tavolo degli
insegnanti, sul quale
apparve il leggendario e sempre più malconcio Cappello
Parlante. Dopo che
quest’ultimo ebbe intonato la solita filastrocca rimata,
estrasse una lunga
pergamena e iniziò a chiamare maghetti e streghette pronti
ad essere Smistati.
Sissy
Brown finì immediatamente a Tassorosso- Casa alla quale
probabilmente avrebbe
dovuto appartenere anche sua madre, visto che non era stata abbastanza
furba da
tenere legato a sé il padre della bambina- e subito dopo
Cecyl Clifford venne
mandata a Corvonero; poi Zack Dunaway ancora a Corvonero e Mark Fuller
a
Serpeverde. La prima Grifondoro fu Adrianna Hallen, la compagna di
viaggio di
Lily che aveva rischiato di rovesciare il contenuto del suo stomaco nel
lago, seguita
poi da un bimbetto dai fluorescenti capelli biondi di nome Tommy Jane.
Vennero
Smistati altri man mano che la professoressa proseguiva, e con grande
sorpresa
di tutti sotto la lettera M spuntò una Cassiopea Sofia
Malfoy, sorella minore
di Scorpius e secondogenita di Draco Lucius Malfoy e Astoria
Greengrass. La
bambina dai lunghi e boccolosi capelli biondo platino raggiunse con
passo
sicuro lo sgabello, vi si sedette mantenendo la schiena ben eretta e un
secondo
più tardi si alzò, dopo che il Cappello Parlante
aveva strillato:
-Serpeverde!-
Mentre
al
tavolo delle Serpi applaudivano, James sussurrò ad Albus:
-Ma
questi Malfoy non finiscono mai?? Sono peggio degli nomi da giardino di
nonna
Molly…-
Albus
fece spallucce, mentre la professoressa McGranitt chiamava: -Lily
Luna
Potter!-
Nella
Sala Grande scese il silenzio, mentre tutti guardavano con attenzione
Lily che
si metteva il Capello prendendolo con la punta delle dita.
Evidentemente tutti
si stavano chiedendo se avrebbe rispettato la tradizione Potter venendo
assegnata alla casa di Grifondoro.
Lily
ascoltò con attenzione il Cappello, che le stava sussurrando
nella testa:
“Bene
bene…un’altra
Potter…vediamo…che sorpresa fanciulla mia, vedo
ambizione,
desiderio di gloria…intelligenza
anche…poi…uno spiccato senso di
autoconservazione…e se non mi sbaglio quella dovrebbe essere
una punta di
cattiveria mista ad astuzia…cara mia, tuo padre non ne
sarebbe per nulla
contento, ma temo proprio di doverti mettere a…”
-SERPEVERDE!!!!-
urlò poi
il vecchio cimelio. Lily
nascose un sorrisetto compiaciuto mentre se lo sfilava, conscia dello
stupore
del resto della Sala. Con estrema calma si alzò, raggiunse
il tavolo delle
Serpi che avevano lentamente cominciato ad applaudire con scarso
entusiasmo, e
vi si sedette.
A
Grifondoro, sconcerto più totale. James non riusciva ad
articolare alcun suono,
dato che la sua mandibola viaggiava alla velocità della luce
dal pavimento alla
mascella; Albus fissava con sguardo attonito il Cappello Parlante come
se si
aspettasse che da un momento all’altro
dicesse:-Scherzavo!Grifondoro!- mentre
Rose si era immobilizzata nell’atto di applaudire le mani,
certa che il suo
applauso si sarebbe prolungato per la neogrifondoro Lily.
-…ho…ehm…capito
bene? Lily è a Serpeverde…?- azzardò
piano Angelica, per risvegliare i suoi
cugini dallo stato catatonico nel quale erano finiti.
-Pare…di
sì- le rispose Rose, la prima a riprendersi, almeno per
battere le mani a suo
fratello Hugo che si era appena unito a loro.
Lo
Smistamento si concluse con Glorya Zabini che si sedette anche lei al
tavolo
delle Serpi, accanto a Lily Potter. Il livello del rumore si
alzò
immediatamente mentre il cibo appariva davanti agli studenti, che vi si
gettarono sopra chi più chi meno voracemente. Il discorso
del Preside era ormai
da molti anni rimandato a dopo cena, come anche la presentazioni dei
nuovi
insegnanti e l’enunciazione del regolamento scolastico.
Lily
stava mangiando tranquilla, quando qualcuno le disse:
-Passami
il succo di zucca-.
Lily
alzò
gli occhi sorpresa e vide che a parlarle era stato un ragazzino sui
tredici
anni, con i capelli biondo chiarissimo e due occhi grigio ghiaccio da
far
spavento. Era Scorpius Malfoy, e Lily ricordava di averlo visto alla
stazione
di King’s Cross due anni prima, quando aveva accompagnato i
suoi fratelli a
prendere il treno.
Non le
aveva posto la domanda con gentilezza, neanche con finta cortesia:
glielo aveva
ordinato.
-Prenditelo
da solo- gli rispose a tono Lily, elegantemente scortese, e
allontanò la
caraffa quanto più possibile da Malfoy. Scorpius storse la
bocca indignato e
ripeté, testardamente:
-Ho
detto
di passarmi il succo di zucca-.
Lily
rise, una risata falsa e sarcastica, e lo guardò di nuovo.
-Aaah…ho
capito. Scusa. Sapevo che voi Malfoy siete un po’ tardi di
comprendonio, ma non
pensavo fino a questo punto. Ripeto lentamente allora:
prenditelo-da-solo-
rispose tagliente, scandendo bene le ultime tre parole.
Qualcuno
esplose in un’altra risata, ben più sincera di
quella di Lily:
-Beh
fratellino, pare che tu sia stato appena rimesso al tuo posto!-
Era
Cassiopea, la sorella di Scorpius. Lily la guardò
leggermente sorpresa mentre
lei passava il succo di zucca al fratello. L’unico tratto che
avevano in comune
erano i capelli: Cassiopea aveva occhi di un particolarissimo verdemare
che
sembrava tendere all’azzurro e l’espressione meno
presuntuosa rispetto a suo
fratello; se non li avesse avuti entrambi vicino non li avrebbe
definiti
fratelli. Ma d’altra parte neanche lei assomigliava a James o
ad Albus: crescendo
i suoi capelli erano diventati di un lucente rosso scuro, simile al
rubino, e i
suoi occhi avevano assunto un’inquietante tonalità
a metà fra il blu scuro e il
viola; se da piccola era la fotocopia di sua madre, ora non sembrava
neanche
appartenere alla famiglia Potter. Albus invece era identico ad Harry,
tranne
che per gli occhiali e la cicatrice che aveva reso famoso il suo
progenitore,
mentre James era una sorta di incrocio, con i suoi capelli neri e gli
occhi
azzurri di Ginny.
Improvvisamente
Lily sentì che qualcosa di freddo le si stava allargando sul
petto, tingendo la
sua camicia bianca di uno sgradevole color arancio. Stava per strillare
inorridita, quando sentì la risatina sarcastica di Scorpius:
-Oh,
come
mi dispiace! Scusa Lilian, mi era parso di capire che anche tu volessi
del
succo…non era così?- le disse poi il biondo con
un sorrisino ironico.
-Chiamami
Potter- disse lei a denti stretti.
Uno
pari,
palla al centro.
La
cena
si concluse senza altri particolari incidenti, fra risate, chiacchiere
e
racconti estivi. Al tavolo dei grifoni Albus e James non avevano ancora
spiccicato parola, limitandosi a mugugni incomprensibili, mentre Rose,
sebbene
ancora abbacchiata, partecipava alla gioia di suo fratello Hugo per
essere
stato assegnato alla sua stessa Casa. Qualche tavolo più in
L’insistente
tintinnio di una forchetta contro un calice impiegò ben
cinque minuti a mettere
a tacere la scolaresca, ma finalmente calò il silenzio.
Dal
centro del tavolo degli insegnati si alzò una strana figura
vestita interamente
di bianco, se non per una stella rossa sulla punta del cappello.
Sembrava
essere piuttosto alto –perché di un uomo si
trattava, data la barbetta arrotolata
a spirale, anch’essa candida- ma la sua carnagione era
talmente chiara che si
confondeva con i suoi abiti. Sembrava una massa di panna, data anche la
sua
mole imponente. Una massa di panna a forma di armadio. Con una
ciliegina.
-Mi
sta
facendo venire voglia di dargli un morso sulla
pancia…-sussurrò James con aria
funerea che contrastava con la sua battuta. Angelica scoppiò
a ridere
silenziosamente con un movimento convulso delle spalle che coinvolse
anche Rose
ed Albus nella risata, proprio mentre lo strano omino si schiariva la
gola:
-Buona
sera ragazzi- disse con un tono di voce autoritario e perentorio, che
sorprese
tutti.
-io
sono Isaac
Galileus Ryan Linton, nuovo preside di questa prestigiosa scuola di
Magia e
Stregoneria. Sono onorato per il ruolo di grande importanza che mi
è stato
conferito-.
Tacque,
ma la sua espressione non lasciava trasparire questa emozione di cui
stava
parlando.
- Il
signor Gazza…- e più di uno studente finse di
volersi suicidare al nome del
vecchio custode, che si ostinava a non morire- mi ha chiesto di
comunicarvi che
potrete trovare il regolamento attaccato alla porta del suo studio. Al
momento
ha raggiunto mille divieti, a quanto mi dicono.
Bene,
detto questo, diamo il bentornato ai nostri vecchi e cari insegnanti:
la
professoressa McGranitt reinserita all’insegnamento della
Trasfigurazione…il
professor Lumacorno per Pozioni, il professor Vitious per Incantesimi,
il professor
Paciock per Erbologia…- applausi entusiasti si levarono per
Neville, aumentando
di volume al nome di Hagrid per Cura delle Creature Magiche, per poi
esaurirsi
ad un cenno del Preside Linton.
-Mi
duole
comunicarvi che gli insegnanti da me assunti per Divinazione e Difesa
Contro Le
Arti Oscure non possono essere presenti. Arriveranno qui al castello in
tempo
per l’inizio delle lezioni. Ricordo che l’ingresso
alla Foresta Proibita è
vietato a chiunque e che non si possono fare magie nei corridoi.
Buonanotte- e
li congedò seccamente. Gli studenti, sorpresi da quel saluto
così improvviso,
impiegarono qualche istante per capire che potevano andare, ma poi un
grattare
di panche e il chiacchiericcio si diffusero.
Anche
Lily si alzò, cercando di coprire la vistosa macchia di
succo con il mantello, e
si apprestò a seguire
-Freddo
Lilian?- le chiese sarcastico Scorpius Malfoy alle sue spalle. Sapeva
benissimo
che portava il mantello solo per coprire la chiazza arancione, il
maledetto.
-A
dire
il vero sì Malfoy. Penso che ad Hogwarts dovrebbero alzare
la temperatura-
rispose lei falsa come Giuda, sottolineando ben bene l’uso
del cognome. Quasi
tutti la chiamavano Lily, i suoi parenti più stretti a volte
anche
affettuosamente Lils, ma nessuno Lilian. E poi per Malfoy le doveva
essere
Potter, altrochè nome di battesimo!
Regina
Howe intanto li aveva condotti nei sotterranei, per poi fermarsi di
fronte ad una
parete posta infondo al lungo corridoio.
-La
parola d’ordine è Serpens- disse, e dietro di lei
apparve magicamente una
porta. Entrarono così nella Sala Comune di Serpeverde, che
era (*)un
sotterraneo lungo e basso con le pareti e il soffitto di pietra, da
cui, appese
a delle catene, pendevano lampade rotonde e verdastre. Di fronte a loro
in un
camino dalle sculture elaborate, scoppiettava un fuoco contro cui si
stagliava
il profilo di molti ragazzi, seduti tutt’intorno su sedie
scolpite; c’erano
inoltre alcuni divani verde smeraldo.
-Bene-,
Regina Howe richiamò ancora la loro attenzione, -la porta a
destra conduce al
dormitorio dei ragazzi, quella sinistra a quello delle ragazze.
Buonanotte- e
si congedò frettolosamente per raggiungere un ragazzo
semisdraiato su un
divano. Se la genetica non ingannava, doveva trattarsi del fratello di
Glorya
Zabini. Come lei infatti, aveva lucenti capelli corvini, occhi nocciola
e
lineamenti leggermente appuntiti; Glorya ovviamente portava i capelli
lunghi,
lisci, sciolti sulla schiena, come un mare d’inchiostro. Da
sotto la frangetta
faceva capolino una carnagione sorprendentemente chiara, ma non
malaticcia;
sembrava fatta di porcellana. Fu proprio dietro di lei che Lily si mise
per
raggiungere il loro dormitorio, affiancata dall’altera
Cassiopea Malfoy, seguita
poi da Isabelle Blackwell e Melissa Summers.
Le
cinque
pupattole entrarono in una stanza di forma esagonale, dentro la quale
vi erano
cinque larghi letti coperti da quelle che sembravano calde trapunte di
lana,
color verde scuro; a giudicare dalla temperatura e
dall’umidità che c’era la
sotto, Lily capì perché avevano trapunte
così pesanti già a settembre. Prese il
suo baule fra quelli posti accanto all’ingresso, lo mise
davanti al primo letto
che le capitò, e si buttò a sedere.
Sempre
senza rivolgere parola a nessuno, prese la pesante vestaglia da notte
di
ciniglia color panna firmata Chanel, e iniziò a prepararsi
per andare a
dormire. Notò con sorpresa che Glorya e Cassiopea avevano
occupato i letti rispettivamente
a sinistra e a destra del suo e che anche loro avevano cominciato a
sistemare
le loro cose.
-E
così,
un Potter a Serpeverde…- disse Glorya rivolta a lei. La sua
voce non sembrava
beffarda, sarcastica o neanche infastidita; era semplicemente curiosa.
-Sì-
le
rispose Lily, senza riservarle il sarcasmo che in genere propinava a
tutti.
-È…-
-Strano?
Controcorrente? Anormale?- la precedette la rossa, ma senza usare un
tono
seccato.
-Stavo
per dire curioso- concluse Glorya, per nulla infastidita dalle parole
di Lily.
E pensava davvero quello che stava dicendo: la stava infatti studiando
come un
raro animale da collezione.
-Inaspettato-
disse Cassiopea senza alzare gli occhi dal suo baule, dal quale stava
estraendo
delle morbide pantofole abbinate alla sua camicia da notte blu scuro;
anche
sulla sua vestaglia, Lily notò la firma Chanel.
Lily
era
sinceramente sorpresa: come mai due discendenti delle più
antiche famiglie di
Purosangue quali Malfoy e Zabini, con due più o meno
convinti Mangiamorte come
capostipiti, non guardavano lei, Lily Luna Potter, figlia di colui
che aveva
salvato il mondo magico e successivamente sbattuto in cella maghi
oscuri su
maghi oscuri, con disprezzo?
-Inaspettato…non
tanto, sapete. Non è il Cappello a scegliere
-…sarà,
ma a tuo fratello James stava per venire un travaso di bile-
replicò Cassiopea,
strappando il primo vero sorriso a Lily. A sorpresa, anche Glorya le
degnò di
una risata e, dopo essersi infilata una vestaglia rosso fragola Chanel
aggiunse:
-Già,
e
pareva che Albus avesse visto il Barone Sanguinario ballare la samba-.
Immaginandosi
la scena, a Lily venne ancora più da ridere e
così iniziò la lunga ed eterna
amicizia fra Glorya, Cassiopea e Lilian. Nel dormitorio di Slytherin,
fra una
risata e vestaglie Chanel.