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Autore: Miss_Slytherin    14/10/2009    14 recensioni
"Lilian Luna Potter, diversa dagli altri Potter. Fredda, crudele, insensibile, apparentemente senza cuore. Questa è la sua storia, la storia di un Giglio che non è un Giglio, non è puro, non è innocente". Dal primo capitolo: "...vedo ambizione, desiderio di gloria…intelligenza anche…poi…uno spiccato senso di autoconservazione…e se non mi sbaglio quella dovrebbe essere una punta di cattiveria mista ad astuzia…".
Genere: Generale, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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                                           CAPITOLO 1

                                                Slytherin and Chanel

 

Lily Luna Potter era letteralmente terrorizzata, ma mai e poi mai avrebbe lasciato che questo sentimento trapelasse dai suoi lineamenti alteri. Eppure come non sentirsi intimoriti di fronte alla leggendaria Hogwarts, teatro di quella battaglia, indelebile nella memoria dei maghi, che aveva visto Lord Voldemort cadere per mano di Harry James Potter? Come non alzare lo sguardo meravigliati sulle alte Torri ricostruite dopo la guerra, sul portone di quercia che aveva a lungo cercato di proteggere gli abitanti del castello, sul grande e scuro Lago e su tutto ciò che circondava la più grande e prestigiosa scuola di Magia e Stregoneria?

Lily sospirò, riportando l’attenzione sulla figura gigantesca di Hagrid, che ancora traghettava gli studenti del primo anno attraverso il Lago.

-…e non preoccupatevi! Se cadete in acqua, qualcuno verrà a riprendervi, prima o poi!!- concluse il mezzogigante guardando sorridente la piccola folla di bambini. Forse sperava di tranquillizzarli con quelle parole, ma non ottenne il risultato desiderato: molti piccoli maghi lo guardavano con occhietti sbarrati. Hagrid allora riprovò facendo un occhiolino, ma i piccoletti continuavano a guardarlo spaventati. Lily ovviamente no: non si faceva turbare da sciocchezze come la traversata del lago, che anzi esercitava su di lei uno strano fascino, con quelle sue acque scure.

-Bene, allora possiamo andare! Disponetevi a gruppetti di cinque e cercate di salire sulle barchette senza farvi male, loro sanno dove portarvi- esclamò Hagrid indicando loro una schiera di scialuppe mezze malandate, che li aspettavano tranquille arenate sulla riva del lago.

I maghetti fecero come era stato ordinato, anche se dalle espressioni di molti si poteva capire che non si fidavano per niente di quel mezzo di trasporto; Lily invece era più indignata che altro. Insomma, potevano dare una ripulita alle barche no? pensò mentre posava il piedino destro sul fondo di una di esse seguita da altre quattro ragazzine. Essendo salita per prima, ebbe modo di osservare ancora l’ambiente circostante. La Foresta Proibita si estendeva inquietante alla destra del lago, mentre tutto attorno lo scenario era di prati ed alberi luccicanti alla luce della sera. Le fate erano tornate ad abitare Hogwarts solo molto tempo dopo la fine della guerra, e Lily fu grata che avessero scelto quell’anno per il loro ritorno.

Il muoversi delicato della barchetta distolse Lily dalle sue osservazioni.

-Oddio oddio mi sento male…sono sicura che vomiterò…oddio oddio…- disse una bambina dai lunghi capelli castani, aggrappandosi al bordo della scialuppa.

-Dai, il tragitto dura poco…-intervenne l’altra al suo fianco per tranquillizzarla, con voce gentile che ben si addiceva al suo viso rotondo.

-E se cado nell’acqua?? Quell’Hagrid ha detto che era possibile!- ribatté Miss-Vomito-Tutto.

-Mannòò queste barche sono sicure!- disse una terza streghetta con fare sicuro, come se Hagrid fosse una fonte affidabile di informazioni.

-…ehm…come ti chiami?- chiese una di loro a Lily, che aveva seguito lo scambio di battute delle altre con fare annoiato.

-Lily Luna Potter- rispose lei con sufficienza.

Le sue compagne di viaggio, compresa Miss-Vomito-Tutto che aveva un colorito sempre più verdastro, spalancarono le loro boccucce in una o perfetta.

-Ma tu sei la figlia di Harry Potter!!!- esclamò l’unica delle quattro che non aveva ancora parlato.

-Così pare- rispose Lily annoiata. Aveva già visto migliaia di volte quell’espressione a metà fra l’ammirato e lo stupito, sui volti della gente, e non le faceva alcun effetto essere la figlia dell’eroe dei maghi.

In quel momento, la barchetta toccò dolcemente la riva opposta e Hagrid li incitò a scendere veloci e a mettersi in fila.

Eccola, finalmente. Hogwarts. L’unica e inimitabile.

Hagrid li condusse al portone, che si aprì magicamente al suo tocco.

Era spettacolare. Il soffitto incantato rimandava loro l’immagine del cielo stellato, le candele illuminavano la Sala Grande come una scia di lucciole e gli stendardi delle Case ornavano i muri. Ma Hagrid non sembrava volerli condurre lì, ed infatti deviò verso una saletta poco distante dalla porta appena socchiusa della Sala.

-Bene miei piccoli amici!!! La professoressa McGranitt vi raggiungerà tra poco!!! Buon anno scolastico!!!- disse poi l’omone sospingendoli in quella specie di sala d’attesa. I quaranta maghetti stettero per un attimo in silenzio, come intimoriti, poi il chiacchiericcio esplose.

-Ooooh, hai intravisto la Sala Grande?? Deve essere meravigliosa…!!!!-

-…e tutto quel cibo!!! Mio fratello mi ha raccontato che appena qualcosa finisce, subito appare qualcos’altro!!!-

-Chissà come sono le lezioni…mia sorella è sempre indietro con i compiti! Ma forse è perché è un po’ tonta…-

Lily ascoltava distratta i suoi futuri e probabili compagni di scuola, ma non prendeva parte a nessun discorso, troppo impegnata ad assorbire ogni particolare di Hogwarts anche se quella piccola stanza offriva ben poche cose da memorizzare.

La porta si spalancò di colpo e l’eterna professoressa di Trasfigurazione Minerva McGranitt fece il suo ingresso. Il passare del tempo su di lei trapelava solo dal suo severo chignon ormai grigio scuro, dalla ragnatela di rughe sulle mani e dal bastone da passeggio che stringeva nella sinistra. Ma il cipiglio severo che aveva terrorizzato generazioni di studenti era rimasto identico e la voce imperiosa e intransigente non aveva perso di tono. Sebbene fino all’anno precedente aveva svolto il ruolo di Preside, da quest’anno sarebbe tornata ad occupare il suo posto di insegnante di Trasfigurazione, con sommo orrore degli studenti.

-Benvenuti ad Hogwarts- esordì zittendoli di colpo. –A breve vi condurrò in Sala Grande, dove avverrà il vostro Smistamento. Per chi non lo sapesse, lo Smistamento è il processo mediante il quale verrete assegnati alla vostra Casa. È una cerimonia estremamente importante, perché per tutto il tempo di permanenza qui ad Hogwarts, la vostra Casa sarà un po’ come la vostra famiglia. Ogni trionfo che otterrete le farà guadagnare punti, ogni violazione del regolamento gliene farà perdere. Le quattro Case sono Grifondoro, Corvonero, Serpeverde e Tassorosso. Bene, spero sia tutto chiaro. Andiamo- concluse. Nel silenzio più totale- probabilmente erano troppo intimiditi per pronunciare anche una sola sillaba- il gruppetto lasciò la saletta.

 

 

                                                                                                    *****

 

-Ma quanto ci mettono?!?! Voglio sapere subito in quale Casa verrà Smistata Lily!!!- sbuffò James Potter, un metro e ottanta di fascino, strafottenza e ironia. E in questo momento anche impazienza.

-Strano che tu non ti stia lamentando per la fame…- ribatté suo fratello Albus che gli sedeva accanto al tavolo dei Grifondoro. James gli fece una linguaccia.

-Eddai James, non essere agitato, che mandi in agitazione pure me..!! Sono sicura che Lily ci raggiungerà presto a Grifondoro…è pur sempre sorella vostra!!!!- intervenne Rose Weasley, che però guardava anche lei con apprensione le porte della Sala Grande, in attesa di suo fratello Hugo.

-Rosie, per mandare in agitazione te basta un compito della McGranitt- la zittì suo cugino, che per tutta risposta si prese una gomitata nelle costole.

- Che ne sai tu dei compiti della McGranitt che non ne hai visto uno neanche con un binocolo!- gli rispose poi Rose, non contenta della botta che gli aveva rifilato.

-Cara, io non ne ho bisogno! Sono talmente intelligente che li faccio con il pensiero i compiti..!-

-…eccoli che iniziano…pietà…- sbuffò di sottofondo una ragazzina con una lunga treccia bionda e gli occhi chiari. Era Angelica Weasley, anch’essa imparentata con la famiglia Potter, come d’altra parte tutti i Weasley. Nata dall’unione di Charlie Weasley con Eleanor Duncan, non aveva preso nessuna delle caratteristiche Weasley, se non una spruzzata di lentiggini che la rendevano ancora più graziosa. Quello sarebbe stato il suo secondo anno ad Hogwarts, ed ormai aveva fatto l’abitudine ai continui battibecchi di James e Rose. Albus scambiò con lei uno sguardo di compassionevole comprensione, essendo anche lui vittima di quella tortura, e poi spostò gli occhi verdi sul portone della Sala Grande, che finalmente si stava aprendo.

La professoressa McGranitt fece il suo ingresso portando con sé i piccoli del primo anno. Collocò uno sgabello davanti al tavolo degli insegnanti, sul quale apparve il leggendario e sempre più malconcio Cappello Parlante. Dopo che quest’ultimo ebbe intonato la solita filastrocca rimata, estrasse una lunga pergamena e iniziò a chiamare maghetti e streghette pronti ad essere Smistati.

Sissy Brown finì immediatamente a Tassorosso- Casa alla quale probabilmente avrebbe dovuto appartenere anche sua madre, visto che non era stata abbastanza furba da tenere legato a sé il padre della bambina- e subito dopo Cecyl Clifford venne mandata a Corvonero; poi Zack Dunaway ancora a Corvonero e Mark Fuller a Serpeverde. La prima Grifondoro fu Adrianna Hallen, la compagna di viaggio di Lily che aveva rischiato di rovesciare il contenuto del suo stomaco nel lago, seguita poi da un bimbetto dai fluorescenti capelli biondi di nome Tommy Jane. Vennero Smistati altri man mano che la professoressa proseguiva, e con grande sorpresa di tutti sotto la lettera M spuntò una Cassiopea Sofia Malfoy, sorella minore di Scorpius e secondogenita di Draco Lucius Malfoy e Astoria Greengrass. La bambina dai lunghi e boccolosi capelli biondo platino raggiunse con passo sicuro lo sgabello, vi si sedette mantenendo la schiena ben eretta e un secondo più tardi si alzò, dopo che il Cappello Parlante aveva strillato:

-Serpeverde!-     

Mentre al tavolo delle Serpi applaudivano, James sussurrò ad Albus:

-Ma questi Malfoy non finiscono mai?? Sono peggio degli nomi da giardino di nonna Molly…-

Albus fece spallucce, mentre la professoressa McGranitt chiamava: -Lily Luna Potter!-

Nella Sala Grande scese il silenzio, mentre tutti guardavano con attenzione Lily che si metteva il Capello prendendolo con la punta delle dita. Evidentemente tutti si stavano chiedendo se avrebbe rispettato la tradizione Potter venendo assegnata alla casa di Grifondoro.

Lily ascoltò con attenzione il Cappello, che le stava sussurrando nella testa:

“Bene bene…un’altra Potter…vediamo…che sorpresa fanciulla mia, vedo ambizione, desiderio di gloria…intelligenza anche…poi…uno spiccato senso di autoconservazione…e se non mi sbaglio quella dovrebbe essere una punta di cattiveria mista ad astuzia…cara mia, tuo padre non ne sarebbe per nulla contento, ma temo proprio di doverti mettere a…”

-SERPEVERDE!!!!-  urlò poi il vecchio cimelio. Lily nascose un sorrisetto compiaciuto mentre se lo sfilava, conscia dello stupore del resto della Sala. Con estrema calma si alzò, raggiunse il tavolo delle Serpi che avevano lentamente cominciato ad applaudire con scarso entusiasmo, e vi si sedette.

A Grifondoro, sconcerto più totale. James non riusciva ad articolare alcun suono, dato che la sua mandibola viaggiava alla velocità della luce dal pavimento alla mascella; Albus fissava con sguardo attonito il Cappello Parlante come se si aspettasse che da un momento all’altro dicesse:-Scherzavo!Grifondoro!- mentre Rose si era immobilizzata nell’atto di applaudire le mani, certa che il suo applauso si sarebbe prolungato per la neogrifondoro Lily.

-…ho…ehm…capito bene? Lily è a Serpeverde…?- azzardò piano Angelica, per risvegliare i suoi cugini dallo stato catatonico nel quale erano finiti.

-Pare…di sì- le rispose Rose, la prima a riprendersi, almeno per battere le mani a suo fratello Hugo che si era appena unito a loro.

Lo Smistamento si concluse con Glorya Zabini che si sedette anche lei al tavolo delle Serpi, accanto a Lily Potter. Il livello del rumore si alzò immediatamente mentre il cibo appariva davanti agli studenti, che vi si gettarono sopra chi più chi meno voracemente. Il discorso del Preside era ormai da molti anni rimandato a dopo cena, come anche la presentazioni dei nuovi insegnanti e l’enunciazione del regolamento scolastico.

Lily stava mangiando tranquilla, quando qualcuno le disse:

-Passami il succo di zucca-.

Lily alzò gli occhi sorpresa e vide che a parlarle era stato un ragazzino sui tredici anni, con i capelli biondo chiarissimo e due occhi grigio ghiaccio da far spavento. Era Scorpius Malfoy, e Lily ricordava di averlo visto alla stazione di King’s Cross due anni prima, quando aveva accompagnato i suoi fratelli a prendere il treno.

Non le aveva posto la domanda con gentilezza, neanche con finta cortesia: glielo aveva ordinato.

-Prenditelo da solo- gli rispose a tono Lily, elegantemente scortese, e allontanò la caraffa quanto più possibile da Malfoy. Scorpius storse la bocca indignato e ripeté, testardamente:

-Ho detto di passarmi il succo di zucca-.

Lily rise, una risata falsa e sarcastica, e lo guardò di nuovo.

-Aaah…ho capito. Scusa. Sapevo che voi Malfoy siete un po’ tardi di comprendonio, ma non pensavo fino a questo punto. Ripeto lentamente allora: prenditelo-da-solo- rispose tagliente, scandendo bene le ultime tre parole.

Qualcuno esplose in un’altra risata, ben più sincera di quella di Lily:

-Beh fratellino, pare che tu sia stato appena rimesso al tuo posto!-

Era Cassiopea, la sorella di Scorpius. Lily la guardò leggermente sorpresa mentre lei passava il succo di zucca al fratello. L’unico tratto che avevano in comune erano i capelli: Cassiopea aveva occhi di un particolarissimo verdemare che sembrava tendere all’azzurro e l’espressione meno presuntuosa rispetto a suo fratello; se non li avesse avuti entrambi vicino non li avrebbe definiti fratelli. Ma d’altra parte neanche lei assomigliava a James o ad Albus: crescendo i suoi capelli erano diventati di un lucente rosso scuro, simile al rubino, e i suoi occhi avevano assunto un’inquietante tonalità a metà fra il blu scuro e il viola; se da piccola era la fotocopia di sua madre, ora non sembrava neanche appartenere alla famiglia Potter. Albus invece era identico ad Harry, tranne che per gli occhiali e la cicatrice che aveva reso famoso il suo progenitore, mentre James era una sorta di incrocio, con i suoi capelli neri e gli occhi azzurri di Ginny.

Improvvisamente Lily sentì che qualcosa di freddo le si stava allargando sul petto, tingendo la sua camicia bianca di uno sgradevole color arancio. Stava per strillare inorridita, quando sentì la risatina sarcastica di Scorpius:

-Oh, come mi dispiace! Scusa Lilian, mi era parso di capire che anche tu volessi del succo…non era così?- le disse poi il biondo con un sorrisino ironico.

-Chiamami Potter- disse lei a denti stretti.

Uno pari, palla al centro.  

 

La cena si concluse senza altri particolari incidenti, fra risate, chiacchiere e racconti estivi. Al tavolo dei grifoni Albus e James non avevano ancora spiccicato parola, limitandosi a mugugni incomprensibili, mentre Rose, sebbene ancora abbacchiata, partecipava alla gioia di suo fratello Hugo per essere stato assegnato alla sua stessa Casa. Qualche tavolo più in la Molly Weasley socializzava con i suoi nuovi compagni di Corvonero, sebbene avesse un’aria un po’ spaesata, seduta accanto a suo cugino Louis che aveva tre anni più di lei e frequentava il quarto anno con Dominque, James e Fred. Entrambi ogni tanto lanciavano occhiate apprensive alla schiena ben eretta di Lily, senza però fare alcun commento. A Tassorosso Sissy Brown aveva già conquistato le attenzioni delle altre pupattole, istruendole su cosmetici e abitini alla moda; mentre a Serpeverde Lily non si faceva coinvolgere dalle conversazioni che scorrevano accanto a lei. Di tanto intanto sentiva su di sé lo sguardo astioso di Malfoy, ma non alzò mai i suoi occhi violetti su di lui.

L’insistente tintinnio di una forchetta contro un calice impiegò ben cinque minuti a mettere a tacere la scolaresca, ma finalmente calò il silenzio.

Dal centro del tavolo degli insegnati si alzò una strana figura vestita interamente di bianco, se non per una stella rossa sulla punta del cappello. Sembrava essere piuttosto alto –perché di un uomo si trattava, data la barbetta arrotolata a spirale, anch’essa candida- ma la sua carnagione era talmente chiara che si confondeva con i suoi abiti. Sembrava una massa di panna, data anche la sua mole imponente. Una massa di panna a forma di armadio. Con una ciliegina.

-Mi sta facendo venire voglia di dargli un morso sulla pancia…-sussurrò James con aria funerea che contrastava con la sua battuta. Angelica scoppiò a ridere silenziosamente con un movimento convulso delle spalle che coinvolse anche Rose ed Albus nella risata, proprio mentre lo strano omino si schiariva la gola:

-Buona sera ragazzi- disse con un tono di voce autoritario e perentorio, che sorprese tutti.

-io sono Isaac Galileus Ryan Linton, nuovo preside di questa prestigiosa scuola di Magia e Stregoneria. Sono onorato per il ruolo di grande importanza che mi è stato conferito-.

Tacque, ma la sua espressione non lasciava trasparire questa emozione di cui stava parlando.

- Il signor Gazza…- e più di uno studente finse di volersi suicidare al nome del vecchio custode, che si ostinava a non morire- mi ha chiesto di comunicarvi che potrete trovare il regolamento attaccato alla porta del suo studio. Al momento ha raggiunto mille divieti, a quanto mi dicono.

Bene, detto questo, diamo il bentornato ai nostri vecchi e cari insegnanti: la professoressa McGranitt reinserita all’insegnamento della Trasfigurazione…il professor Lumacorno per Pozioni, il professor Vitious per Incantesimi, il professor Paciock per Erbologia…- applausi entusiasti si levarono per Neville, aumentando di volume al nome di Hagrid per Cura delle Creature Magiche, per poi esaurirsi ad un cenno del Preside Linton.

-Mi duole comunicarvi che gli insegnanti da me assunti per Divinazione e Difesa Contro Le Arti Oscure non possono essere presenti. Arriveranno qui al castello in tempo per l’inizio delle lezioni. Ricordo che l’ingresso alla Foresta Proibita è vietato a chiunque e che non si possono fare magie nei corridoi. Buonanotte- e li congedò seccamente. Gli studenti, sorpresi da quel saluto così improvviso, impiegarono qualche istante per capire che potevano andare, ma poi un grattare di panche e il chiacchiericcio si diffusero.

Anche Lily si alzò, cercando di coprire la vistosa macchia di succo con il mantello, e si apprestò a seguire la Prefetto di Serpeverde Regina Howe fuori dalla Sala Grande.

-Freddo Lilian?- le chiese sarcastico Scorpius Malfoy alle sue spalle. Sapeva benissimo che portava il mantello solo per coprire la chiazza arancione, il maledetto.

-A dire il vero sì Malfoy. Penso che ad Hogwarts dovrebbero alzare la temperatura- rispose lei falsa come Giuda, sottolineando ben bene l’uso del cognome. Quasi tutti la chiamavano Lily, i suoi parenti più stretti a volte anche affettuosamente Lils, ma nessuno Lilian. E poi per Malfoy le doveva essere Potter, altrochè nome di battesimo!

Regina Howe intanto li aveva condotti nei sotterranei, per poi fermarsi di fronte ad una parete posta infondo al lungo corridoio.

-La parola d’ordine è Serpens- disse, e dietro di lei apparve magicamente una porta. Entrarono così nella Sala Comune di Serpeverde, che era (*)un sotterraneo lungo e basso con le pareti e il soffitto di pietra, da cui, appese a delle catene, pendevano lampade rotonde e verdastre. Di fronte a loro in un camino dalle sculture elaborate, scoppiettava un fuoco contro cui si stagliava il profilo di molti ragazzi, seduti tutt’intorno su sedie scolpite; c’erano inoltre alcuni divani verde smeraldo.

-Bene-, Regina Howe richiamò ancora la loro attenzione, -la porta a destra conduce al dormitorio dei ragazzi, quella sinistra a quello delle ragazze. Buonanotte- e si congedò frettolosamente per raggiungere un ragazzo semisdraiato su un divano. Se la genetica non ingannava, doveva trattarsi del fratello di Glorya Zabini. Come lei infatti, aveva lucenti capelli corvini, occhi nocciola e lineamenti leggermente appuntiti; Glorya ovviamente portava i capelli lunghi, lisci, sciolti sulla schiena, come un mare d’inchiostro. Da sotto la frangetta faceva capolino una carnagione sorprendentemente chiara, ma non malaticcia; sembrava fatta di porcellana. Fu proprio dietro di lei che Lily si mise per raggiungere il loro dormitorio, affiancata dall’altera Cassiopea Malfoy, seguita poi da Isabelle Blackwell e Melissa Summers.

Le cinque pupattole entrarono in una stanza di forma esagonale, dentro la quale vi erano cinque larghi letti coperti da quelle che sembravano calde trapunte di lana, color verde scuro; a giudicare dalla temperatura e dall’umidità che c’era la sotto, Lily capì perché avevano trapunte così pesanti già a settembre. Prese il suo baule fra quelli posti accanto all’ingresso, lo mise davanti al primo letto che le capitò, e si buttò a sedere.

Sempre senza rivolgere parola a nessuno, prese la pesante vestaglia da notte di ciniglia color panna firmata Chanel, e iniziò a prepararsi per andare a dormire. Notò con sorpresa che Glorya e Cassiopea avevano occupato i letti rispettivamente a sinistra e a destra del suo e che anche loro avevano cominciato a sistemare le loro cose.

-E così, un Potter a Serpeverde…- disse Glorya rivolta a lei. La sua voce non sembrava beffarda, sarcastica o neanche infastidita; era semplicemente curiosa.

-Sì- le rispose Lily, senza riservarle il sarcasmo che in genere propinava a tutti.

-È…-

-Strano? Controcorrente? Anormale?- la precedette la rossa, ma senza usare un tono seccato.

-Stavo per dire curioso- concluse Glorya, per nulla infastidita dalle parole di Lily. E pensava davvero quello che stava dicendo: la stava infatti studiando come un raro animale da collezione.

-Inaspettato- disse Cassiopea senza alzare gli occhi dal suo baule, dal quale stava estraendo delle morbide pantofole abbinate alla sua camicia da notte blu scuro; anche sulla sua vestaglia, Lily notò la firma Chanel.

Lily era sinceramente sorpresa: come mai due discendenti delle più antiche famiglie di Purosangue quali Malfoy e Zabini, con due più o meno convinti Mangiamorte come capostipiti, non guardavano lei, Lily Luna Potter, figlia di colui che aveva salvato il mondo magico e successivamente sbattuto in cella maghi oscuri su maghi oscuri, con disprezzo?

-Inaspettato…non tanto, sapete. Non è il Cappello a scegliere la Casa, ma noi- rispose Lily pensierosa. Ricordava che Albus le aveva confidato, quell’estate, che suo padre Harry era stato inizialmente destinato alla casa di Serpeverde ma che, conoscendo la nomea degli Slytherin, aveva pregato il Cappello di metterlo a Grifondoro.

-…sarà, ma a tuo fratello James stava per venire un travaso di bile- replicò Cassiopea, strappando il primo vero sorriso a Lily. A sorpresa, anche Glorya le degnò di una risata e, dopo essersi infilata una vestaglia rosso fragola Chanel aggiunse:

-Già, e pareva che Albus avesse visto il Barone Sanguinario ballare la samba-.

Immaginandosi la scena, a Lily venne ancora più da ridere e così iniziò la lunga ed eterna amicizia fra Glorya, Cassiopea e Lilian. Nel dormitorio di Slytherin, fra una risata e vestaglie Chanel.

  
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