Titolo: Sai che non lo sò
Storia di: Goten
Beta: Giusy
Paring: Jasper - Alice
Capitoli: Bella domanda! XD Non ne ho idea ^.^
Aggiornamenti: ogni martedì e giovedì
Capitolo 2
Ero al buio, nella mia stanza, in piedi e perfettamente al centro di essa. Il mantello che usavo durante le mie ronde notturne giaceva abbandonato sul pavimento.
Mi sentivo così frustrato, così solo... tutto sembrava avere un posto in questo mondo, mentre io non avevo nulla.
Erano di nuovo tornate quelle emozioni che ormai da secoli erano divenute le mie compagne fisse. Desolazione, amarezza e dolore.
Eppure, nel momento in cui Alice era comparsa solo poche ore prima, in un solo attimo, quelle tre emozioni erano state sostituite da gioia, felicità e speranza.
Com’era possibile che lei, vampira dagli occhi dorati, provasse simili emozioni, anche solo in mia presenza?
Ero un vampiro, nulla poteva scalfirmi, o quasi, ma in quel momento sentivo di essere di una fragilità estrema. Forse avevo fatto male ad accettare... o forse no...
Sollevai le palpebre, era il momento, lo sapevo, la mente vampiresca era una cosa che non avrebbe mai finito di stupirmi, poteva riflettere, pensare ai piani strategici per la difesa di Volterra, gestire il mio potere e avere ancora una buona parte della mia testa libera. E in quel momento, la mia mente sapeva che mancava solo un minuto al mio incontro con lei.
Ero un soldato e come tale mi sarei comportato. Questo era il mio destino.
Mossi il primo passo e poi un altro, la mia mano si posò sulla maniglia della porta e la aprì. La luce fievole delle lampade illuminava il tetro corridoio. Era come un tunnel, alla sua fine, Alice mi attendeva.
Ti aspetterò. Di nuovo le sue parole mi ritornarono in mente, e di nuovo avvertii forti le sue emozioni. Era leggermente agitata, potevo avvertirle chiaramente anche con stanze immense a dividerci.
Affrettai il mio passo, ed eccola, la fine del tunnel, Alice Cullen in tutta la sua piccola statura che attendeva solo me.
Un’esplosione di felicità e gioia m’investì in pieno. Me la ritrovai addosso, con le braccia attorno al mio collo e il suo piccolo corpo premuto contro il mio.
<< Sei venuto! Sei venuto! >> Ripeteva continuamente, lasciandomi basito e imbarazzato. Decisamente non sarebbe stato facile contenere le sue emozioni.
<< Certo che sono venuto... mi pare ovvio. Ho preso un impegno... >> Stavo cercando di smorzare le sue emozioni, ma erano talmente forti e potenti, da sovrastare il mio potere. Ero io in verità che mi stavo cibando delle sue.
Si staccò da me, allontanandosi di un passo, quel sorriso impertinente non l'abbandonava mai. Era assurda.
<< Per un attimo, ho visto il tuo futuro mutare. Stavi cambiando idea. >> Era una nota di rammarico quella che sentivo? Probabile.
<< Mi dispiace. >> Ed era vero. Mi sarebbe dispiaciuto vedere quel musetto felice, triste nuovamente per causa mia.
<< Non importa. Adesso sei qui. Questo è ciò che conta, dunque... >> Mise entrambe le mani sui suoi fianchi. Sembrava un piccolo generale in versione femminile.
Sentii le mie labbra stendersi in un lieve sorriso. Il primo dopo quasi cento anni.
<< … dovremmo andare da Bella e Edward, ci stanno aspettando. >> Allungò la mano afferrando la mia. Era piacevole quel contatto, così delicato ma deciso. << Andiamo. >>
Non so il perché, ma non feci nulla per staccarmi dalla sua presa. Stavo bene, per la prima volta, mi sentivo in pace con me stesso.
Uscimmo dal palazzo principale, percorrendo vari viottoli, quante volte avevo camminato in quelle stradine, sorvegliandole e attaccando su comando? Tantissime, eppure adesso, assieme ad Alice, tutto aveva preso una nuova forma, sembrava che il colore fosse giunto anche lì. Un colore caldo e avvolgente.
<< Chi sono Edward e Bella? >> Le domandai, riscoprendomi perfino voglioso di risentire la sua vocetta.
Sorrise amorevolmente, persa in qualche pensiero. << Sono mio fratello e la sua futura moglie. Vedrai, ti piaceranno. >> Espose felice, mentre con passo quasi danzante proseguiva accanto a me.
<< Perché quando ci siamo visti la prima volta, hai detto di essere mia moglie? >> Perché non riuscivo a stare zitto?
La risata che uscì da quelle piccole labbra mi fece imbarazzare, mi diedi ancora di più del fesso. Potevo evitare di rievocare quello strano incontro.
<< Perché è così. O almeno lo sarà. >> Si voltò verso di me, fiduciosa e speranzosa.
<< Signorina Alice.. >> Ma venni interrotto.
<< Alice, solo Alice. >>
Sospirai. << Alice. Quello che mi stai dicendo, non ha senso. Io non intendo sposarti. >> Forse ero stato brusco e niente affatto delicato, ma era la verità. Non intendevo sposarla. Era un'idea completamente folle.
Non smettemmo di camminare, ma non potei evitare di osservarla. Si era zittita, sembrava pensierosa, le sue emozioni non erano più così positive.
Di nuovo mi sentii orribilmente in colpa, ma non potevo fare veramente niente di diverso. Io non amavo Alice Cullen.
Senza proferire altre parole arrivammo davanti ad una casa, salì i tre gradini che conducevano alla porta d'ingresso, io attesi dietro di lei.
Continuavo a ripetermi che ero un soldato di Volterra e che certe debolezze non avrei mai potuto permettermele, ma Alice Cullen... sembrava voler solo con la sua presenza sbriciolare questo mio Credo.
Non bussò, rimase ferma e pochi secondi dopo, un ragazzo, un vampiro dai capelli color bronzo apparve alla porta. Osservò me, non degnò di uno sguardo la mia accompagnatrice. Lo vidi solo annuire e poi farci spazio per entrare.
Quando fui davanti a lui, mi presentai. << Sono il maggiore Jasper Whitlock. >> Gli porsi la mano e lui, dopo solo una frazione di mezzo secondo la afferrò stringendola.
<< Sono Edward Cullen. Benvenuto. >>
Per un breve attimo rimasi immobile, davanti a me stava la scena più strana che avessi mai visto.
In mezzo a sei vampiri dagli occhi dorati, stava un essere umano, una ragazza. Aveva il profumo più buono che avessi mai sentito. Subito avvertii il veleno sgorgare nella mia bocca. La volevo, volevo affondare i denti nella sua carnagione, succhiare tutto quel sangue fino a scoppiare.
Un ringhio potente anticipò di qualche secondo il movimento fulmineo dell'intero clan. Si erano messi tutti in posizione difensiva, dietro di loro stava la ragazza umana.
Mi resi conto solamente in quel momento che forse lei doveva essere... << Domando scusa. Voi dovete essere Bella. >> La vidi annuire tesa. Osservai il resto della famiglia. << Vi chiedo scusa. Il suo odore mi ha dato alla testa. >>
Forse era il caso che smettessi di respirare.
<< Sarebbe meglio. >> Sibilò Edward, lasciandomi per un breve momento interdetto.
Era ancora in posizione di difesa, temeva un mio scatto contro di lei. Ero stato imperdonabile.
Presi un respiro profondo dalla bocca e pregai con tutto me stesso che bastasse per dialogare con loro.
<< Mi dispiace, non avevo capito che Bella fosse umana. >> Sorrisi amaramente voltandomi verso Edward. << Come fai? Non brucia? Non ti viene l'istinto di ucciderla? >>
Il suo sguardo si assottigliò, mi sembrava che cercasse le parole giuste per rispondermi, oppure, stava prendendo tempo per qualcosa d'altro, ma cosa?
<< Sì, mi costa un certo sforzo... ma la amo e sono disposto a tutto per lei. >> Ammise sciogliendo la posa di difesa. Subito dopo di lui, anche tutti gli altri seguirono il suo esempio.
In meno di due minuti conobbi tutto il clan dei Cullen. C'erano Carlisle e sua moglie Esme, Emmett e Rosalie, Edward e Bella e infine Alice.
<< Ancora non capisco. Perché avete voluto me? >> Tutti i volti si girarono verso la più piccola e minuta di loro; Alice.
<< Alice ci ha detto di avere avuto una visione su di te, Jasper. >> Spiegò Edward, notando che sua sorella era rimasta in silenzio. << Una visione importante. >>
Non potei evitare al mio sguardo di assottigliarsi. << La visione in cui ti vedi sposata con me? >> La mia voce aveva una nota di seccatura, ma d'altronde era davvero così. Io non avrei mai sposato Alice Cullen.
Lo sguardo di Edward si fece triste. << Proprio quella. >> Sospirò voltandosi verso la sorella. << Alice.. >>
Lei lo interruppe subito. << Lo so, lo so... >> Ero io che non sapevo, mi ero perso un pezzo del discorso? Odiavo non capire quello che mi accadeva intorno, soprattutto quando mi riguardava in prima persona << Hai ragione, ti chiedo scusa. >> Interruppe i miei pensieri Edward. Che diavolo... << Leggo nel pensiero. >> Continua a spiegarmi, mentre capisco solo in quel momento che la mia testa deve essere un libro aperto per lui.
<< Effettivamente sì, ma non temere, non intendo violare più del dovuto i tuoi pensieri. >> Sono leggermente irritato, non mi piace che il nemico abbia un vantaggio su di me.
<< Noi non siamo tuoi nemici, Jasper. Né di Volterra. Siamo qui solamente perché la visione di Alice non lasciava alcun dubbio in merito alla tua unione nella nostra famiglia. >>
Voltai di scatto la testa verso di lei, la piccola Alice. << Io non ho idea di come funzionino le tue visioni, ma quello che ho detto prima è vero. Non intendo sposarti Alice Cullen. Io non ti amo. >>
Sorpresa, rabbia, angoscia erano le emozioni che dominavano la stanza in quel momento. Ma le emozioni di lei, non riuscivo a sentirle. Era come se in quel momento fosse divenuta un piccolo guscio vuoto .
<< Come ti permetti?! >> Esclamò ruggendo la bionda chiamata Rosalie. << Non puoi permetterti di dire queste cose a mia sorella! >> Avanzò fiera con gli occhi degni di una leonessa. << Lei ha ponderato bene la situazione, sapeva che sarebbe stato difficile, ma ha deciso di venire qua a vedere perché continuava ad avere la stessa visione da più di un anno! >>
<< Calma Rose. >> Cercò di intervenire Emmett, ma fu inutile.
<< No! Deve sapere. Capire perché siamo venuti fin qui solo per lui. >> Proseguì imperterrita.
<< Rose... >> E' solo un sussurro, ma quanto basta per far tornare quella bionda un micino tranquillo. Mi volto verso colei che ha parlato. Alice sorrise, ma era un sorriso spento, senza la vitalità che l’ha contraddistinto fino ad ora. << … lascia stare. Ho chiesto a Caius il permesso di usufruire dei servizi di Jasper, quindi ho qualche giorno a mia disposizione. >> Sentii chiaramente la speranza rinascere dentro di lei, nonostante fosse molto fragile, la speranza c'era.
<< E' molto difficile farmi cambiare idea, Alice. >> Mi sentii in dovere di dirglielo, mi stavo detestando con tutto me stesso, ma non mi andava di darle false speranze.
<< Anche a me Jasper, anche a me... >> Sussurrò, facendo crescere dentro di se la certezza che prima o poi avrei ceduto.
<< Quando avete intenzione di celebrare le nozze? >> Domandai, cambiando argomento. Era palese che io e Alice fossimo a un punto di stallo. Tanto valeva cambiare direzione nella conversazione.
<< Appena torneremo a Forks. >> La voce abbastanza tranquilla della futura signora Cullen, mi arrivò senza problemi all'orecchio, nonostante non avesse parlato con un tono alto. Era un pregio di noi vampiri avere l'udito particolarmente sviluppato. Annuii.
Avevo dato la mia parola a Caius che avrei consentito la mia presenza per qualche giorno ad Alice Cullen. Non avrei mai tradito la parola data, ma sinceramente cominciavo a pensare che forse non era stata una saggia idea quella di accettare.
Mi voltai verso colei che mi avrebbe tenuto compagnia per i prossimi giorni. << Abbiamo qualche giorno da passare assieme, cosa ti andrebbe di fare? >> Le domandai cercando di essere il più gentile possibile.
Notai i suoi occhi assottigliarsi per un attimo, stavano riflettendo su come impiegare il tempo, le sue emozioni cominciavano di nuovo a scalpitare felici. Qualunque cosa stesse pensando, la stava rendendo gioiosa. Ed io, mi stavo nutrendo di quelle emozioni di nuovo così positive.
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Sono sinceramente felice che la storia vi piaccia ^_^ è una novità anche per me provare a scrivere una Jasper Alice. Spero di essere all'altezza delle vostre aspettative:
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