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Autore: KyubiKonanOfAkatsuki    21/02/2010    2 recensioni
[NamixRufy (anche se all'inizio non sembrerebbe), FrankyxRobin]Sono passati venti anni, e Rufy è diventato Re dei Pirati. Tuttavia, un giorno, scompare improvvisamente. Nami trova uno strano oggetto luminoso, che le fa 'vedere' che Rufy si trova in pericolo. Nottetempo, uno sconosciuto approda sull'isola dove lei, Rufy, Zoro, Robin e Franky si erano stabiliti. Il suo galeone, il 'Bringer of Death' si è 'casualmente' arenato... La navigatrice e il suo gruppo, composto anche da sua figlia e quella di Franky e Robin, dovranno accettare il suo aiuto...
[Era sicura di non aver mai incontrato un veliero simile, non era per nulla familiare: il legno in cui era costruito era nero, reso lucido dalla pioggia. I parapetti erano d’oro, così come la polena, raffigurante un leone ruggente dall’intricata criniera, con una lacrima di diamante nell’occhio sinistro. Le vele erano spiegate, color crema, dalle finestre del cassero di poppa si vedevano le fiamme verde smeraldo di piccole candele. Il resto del galeone era perso nell’oscurità. Un fulmine saettò nuovamente in cielo, illuminando per un attimo la bandiera della maestosa imbarcazione, situata sull’alberetto di controvelaccino, ovvero nel punto più alto dello scafo: raffigurava un teschio con le corna di cervo, contornato da una collana di spine...]
Introduzione modificata per tag br finale.
Charlie_2702, assistente admin
Genere: Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tsunami si sedette sulla ringhiera dorata, osservando le sue gambe illuminate dalla luce verde delle fiamme che tenevano la nave in cielo.

 

“Stai attenta: se cadi sotto, non so se sarò capace di prenderti in tempo…”

“Nah, non preoccuparti. Però…”

 

Incrociò le gambe, assumendo un’espressione pensierosa, volutamente comica.

 

“Però… Niente male il potere di trasformarsi in cervo, drago o qualunque cosa tu sia stato alla taverna”

“Cervo. Specie Axis axis, comunemente nota come…”

“… Pomellata, lo so. Ho letto molti libri sugli animali, da piccola. Mi piacciono molto. Però non ho mai visto un cervo del tuo colore, quasi bianco e con macchie argentate”

“E non hai visto nulla”

 

Disse Lux Lucis, lanciandole il soprabito, che prese al volo.

Senza alcuna difficoltà si fece crescere due grandi ali da pipistrello dietro la schiena, nere come i suoi capelli.

 

“Ok, penso che ti aggiungerò alla lista: Cervo axis axis, sottospecie ‘fenomeno da baraccone’”

“Kon kon, molto spiritosa!”

 

Esclamò sarcastico il capitano.

Richiuse le ali sulla schiena e si sedette vicino alla ragazza.

 

“Allora principessa, ti piace la stanza dove state tu e tua madre?”

“Un po’ lugubre, ma ha tutto”

“Ahah, non mi sembra che Capelliverdi sia molto contento, eh? Devi sapere che le stanze cambiano in base  a chi ci alloggia. E Capelliverdi…”

“Si chiama Zoro”

“… E Zoro non è stato molto garbato con me, la prima volta che ci siamo visti, così…”

“Come si chiama la tua ciurma?”

“Abbiamo tanti nomi. La maggior parte ce li da la Marina e, sai, non sono molto gentili. Se ne vuoi sentire alcuni, di quelli carini intendo, ti accontento… ‘Le Bestie Indemoniate’, ‘Gli Spiriti Maligni’…”

 

Il ragazzo continuò con una lunga lista di soprannomi, uno più inquietante dell’altro.

 

“… Ma in realtà ci chiamiamo ‘Cervi D’Argento’. Non andiamo molto a genio a tua madre, vero? Oppure, beh… Non le vado a genio io”

“No! Perché dovrebbe…”

“Sai, ha ragione. Tu non devi fidarti di me. Io sono un pirata… Sono un Figlio dell’Oscurità, non sono degno di essere figlio della Madre, la Cieca che Vede…”

“Cosa?”

“Ah, tu non capisci… Ma forse è meglio così”

 

Tsunami pensò alla contraddizione della ‘Cieca che Vede’. Probabilmente era solo qualcosa in codice per non farle capire di chi stava parlando.

 

“A me tu sembri diverso… Sono sicura che ci conosciamo… E non sparare la solita metafora sui sogni”

“Sai che la realtà è sogno… Un illusione, nient’altro…”

“Hey, neanche le sparate filosofiche sono valide!”


Entrambi si misero a ridere, felici come due vecchi amici d’infanzia che si rivedevano la prima volta dopo parecchi anni. Tsunami sentì la coda fredda e squamosa di Cervobianco attorno alla vita.

 

“Certe confidenze non sono gradite”

 

La ragazza ridacchiò, si alzò e andò verso le cabine, sparendo sottocoperta. Il capitano aveva sempre quel sorriso beffardo, che cambiò in un’espressione seria. Alzò lo sguardo alla luna, tendendo il braccio verso di essa…

 

“Oh, padre… Quanto vorrei che tu fossi qui… Dimmi se ci sei, sono forse solo un povero diavolo che ambisce al Paradiso? Di bearsi della compagnia degli angeli?”

 

Mimò il gesto di racchiudere la luminosa sfera nella mano, impensierito. Una lieve brezza spirò sul suo viso, mentre una nuvola assunse le sembianza di un grosso felino, che lo guardava dall’alto del cielo.

Il giorno dopo avvistarono qualcosa, in lontananza. Era un’isola. Un’isola che galleggiava in cielo, non molto grande (meno del galeone), interamente coperta da una rigogliosa vegetazione. Cervobianco legò una scaletta di corda all’albero maestro e la buttò giù. Era abbastanza lunga da permettere loro di arrivare sull’isola senza problemi. Fu il primo a scendere, insistendo perché gli altri facessero lo stesso, soprattutto Nami e la figlia.

 

“Dove stiamo andando, capitano?”

“Dall’unica che può aiutarci…”

 

Si inoltrarono nella foresta di alberi e piante varie, quando una voce ultraterrena parlò.

 

“Venite a me, figli miei. Non vi sarà fatto alcun male”

 

Tutti, a parte il capitano, si fermarono improvvisamente, sorpresi.

Una voce che avevano sentito parecchi anni fa. Qualcuno che conoscevano molto bene, che era morta ed era risorta…

 

“Beh, perché vi siete fermati?”

 

Disse Cervobianco, come se non avesse sentito nulla.

 

“La… La voce…”

“Oh… Avrete l’onore di conoscere la MadreLa Cieca che Vede”

 

Dopo qualche minuto, videro una luce filtrare da una fessura tra due tronchi d’alberi. Questi erano disposti in un cerchio molto grande, senza apparenti buchi o fenditure, come se custodissero qualcosa al loro interno. Improvvisamente, gli alberi davanti ai quali stavano sostando si aprirono in due, creando un arco dal quale il bagliore li avvolse, caldo come un abbraccio, rasserenava l’anima.

Al centro del cerchio si trovava una figura seduta, con le gambe incrociate… Si vedeva solamente perché era più luminosa della stessa luce. Stranamente, questa non dava fastidio agli occhi. Udirono canti nell’aria, come angeli che lodavano la creatura lì davanti.

 

“Madre!”

 

Lux Lucis corse incontro la figura, Tsunami scorse lacrime cadergli dagli occhi, ma con un semplice  gesto della mano l’essere scaraventò il ragazzo indietro, per terra.

 

“E’ un piacere rivedervi… Dopo tutti questi anni, il ricordo di voi non si è affievolito nella mia memoria. E tu, Nami… Vedo che tu e mio figlio vi siete uniti… Carnalmente”

 

L’ultima parola la disse con una forte nota di disprezzo.

La donna rimase interdetta dalla parola ‘mio figlio’…

 

“Mi… Mi scusi… Ma… Suo f-figlio?”

“Sì, amica mia. Spiritualmente parlando, Rufy è mio figlio”

 

Tsunami corse verso Cervobianco, che era ancora steso per terra, come paralizzato. Non aveva più la frangetta sulla fronte. La luce intanto si affievolì: Robin si fece avanti, riconoscendo la donna. L’aveva vista in quel quadro. Quella con il velo nero sugli occhi.  

Notò che il ragazzo aveva due nei perfettamente paralleli e le sopracciglia curiosamente arcuate.

L’archeologa allora fece il collegamento… Ecco perché l’ammiraglio gli aveva chiesto se aveva relazioni con il Governo… Ma non era possibile…

 

“So che stai pensando, giovane donna, e la risposta è no. Quel ragazzo non è mio figlio”

“COME PUOI DIRE UNA COSA DEL GENERE?”

 

Urlò Cervobianco.

Per Tsunami fu come se le avessero trafitto il cuore con una freccia, specialmente perché non immaginava che il capitano potesse emettere un simile suono. Ansimava, come se d’un tratto avesse problemi a respirare, ma poi si calmò.

 

“Perdonami. A volte quasi mi scordo di quel che sono”

“Molto bene, giovane uomo. Allora, ciurma di Cappello di Paglia. So perché siete qui, del pericolo scampato…”

“U-una domanda… Madre”

 

Disse Robin, intimorita.

 

“Sì, mia cara?”

“L-lei è… E’ Kokitsune Seirei, ex-agente del CP9?”

 

La donna non negò, ma nemmeno affermò quanto detto. In compenso, un piccolo sorriso le si disegnò sul volto.

Kokitsune, ex-agente del CP9, era scomparsa da dieci anni da quando Rufy era diventato Re dei Pirati. Ecco dov’era finita: in eremitaggio, in quel posto sperduto che vagava nei cieli…

 

“Sei proprio una vecchia volpe, Robin. Anche più di me, kon kon. Lichter…”

 

Questa volta era rivolta proprio al figlio. E’ così che si chiamava allora, pensò Tsunami, mentre Kokitsune continuava a parlare. L’archeologa, guardandola in viso, notò che parlava senza muovere le labbra…

 

“… Vedo che, più che un cervo, sei un mulo: non hai ancora capito che la pirateria ti porterà solo al Male. Ma oramai sei un Figlio dell’Oscurità, non hai niente più a che fare con me e tuo padre, quindi sentiti libero di agire come meglio credi. Comunque… Rufy sta bene, il vostro capitano è prigioniero a Impel Down, e dietro tutto questo c’è il Governo e una nostra vecchia nemica… Io, seppure in tutti questi anni abbia meditato qui, senza mai lasciare la foresta, mi sono spiritualmente elevata sino a raggiungere poteri simili alle energie divine, non posso aiutarvi se non dandovi delle informazioni”

“Prima però potremmo farti delle domande?”

 

Disse Franky, superato lo stupore iniziale del ritrovarsi davanti la donna che era sparita da ormai dieci anni. Lei annuì, mentre due creature angeliche scendevano dal cielo, tessendo le sue lodi…

 

“Se tu sei Kokitsune… Tu avevi avuto due figli…”

“Sì. Sarabi e Lichter. Mentre la prima è con suo padre, il secondo è ormai scomparso…”

 

Cervobianco deglutì rumorosamente, nonostante sapesse che la donna non lo considerasse più suo figlio, era comunque terribile da sentire…

 

“Come… Cosa vuol dire che i tuoi figli sono nati dal ‘fuoco sacro’?”

“Devi sapere che, mentre voi umani avete bisogno di unirvi carnalmente per generare una discendenza, io grazie ai poteri divini e la forza spirituale di mio marito ho generato da una parte di me due corpi... Ho donato loro parte della mia anima e il Cielo ha dato loro vita”

“Come può Rufy essere… Tuo figlio?”

“Io sono la Madre spirituale, la Cieca che Vede, poiché in tutti questi anni di eremitaggio sono stata al buio nella foresta e ho perso la vista… Ma non la Vista interiore, poiché non si Vede solo con gli occhi. Nel mio Frutto del Diavolo è custodita parte della Memoria e dell’Anima di Gol D. Roger. Quel Frutto, dopo gli eventi che sicuramente ricorderete di venti anni fa, si è sdoppiato. La parte Zoo Zoo di quel Frutto… Ce l’ha quel ragazzo che continua imperterrito a chiamarmi ‘madre’”

“Ok… Ma perché non puoi lasciare la foresta?”

La Foresta è il luogo sacro dove attingo ai miei poteri. Grazie ad essa, ho superato bisogni arcaici quali il mangiare, bere, eccetera. Qui le mie spoglie mortali sono al sicuro quando la mia anima lascia il mio corpo per osservare… Quanto è caduto in basso il mondo”

“Ma Madre…”

 

Disse a sorpresa Lichter…

 

“Se il mondo sta proprio cadendo in basso… Perché non fai qualcosa per impedirlo, anziché stare a guardare?”   

 

Nami, Robin, Franky e Zoro improvvisamente capirono con chi avevano viaggiato: quello era Lichter, figlio di Kokitsune e Lucci, che era scomparso dall’isola sulla quale abitavano dopo una tempesta. Tsunami non poteva ricordarsi di lui, perché lei aveva solo quattro anni quando accadde… E Sarabi, la sorella e Lucci erano partiti per cercarlo…

 

“Come puoi chiamarti Madre, se guardi i tuoi figli farsi la guerra e morire? Come puoi chiamarti Madre, se ignori la sofferenza e il dolore dei tuoi figli?”

 

 

Aggiornamento lento, scusate.

Mi dispiace se non rispondo alle recensioni… Ma è da poco accaduto un evento terribile di cui non mi va di parlare… Mi dispiace. E questo capitolo lo dedico proprio alla persona che è venuta a mancare oggi. La Vita è crudele, ma lo Spirito non muore mai. <3

 

Ebbene sì, Cervobianco è proprio il figlio di Kokitsune.

E che cavolo, questa storia è il sequel di Il Leopardo, la Volpe e i Pirati… Dopo di questa la smetto, lo giuro.

 

  
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