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Autore: bimbic    03/04/2010    8 recensioni
Era finalmente sabato, il primo sabato della prima settimana nella nuova scuola e, Tiziana era riuscita nel suo intento di passare inosservata, mimetizzarsi con la massa, per questo aveva cercato per quanto le era possibile uniformarsi al resto degli studenti.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era finalmente sabato, il primo sabato della prima settimana nella nuova scuola e, Tiziana era riuscita nel suo intento di passare inosservata, monetizzarsi con la massa, per questo aveva cercato per quanto le era possibile uniformarsi al resto degli stu

 

Capitolo 1

 

Era finalmente sabato, il primo sabato della prima settimana nella nuova scuola e, Tiziana era riuscita nel suo intento di passare inosservata, mimetizzarsi con la massa, per questo aveva cercato per quanto le era possibile uniformarsi al resto degli studenti. Aveva provato a vestirsi come tutti, ma non aveva rinunciato alle sue sciarpe multicolori ed ai suoi strambi cappelli, per il resto si era adeguata alla divisa tipo del liceo Leonardo da Vinci, jeans, converse e maglietta possibilmente corta da lasciare intravedere l’ombelico, a dire il vero anche su questo aveva dato una sua personale interpretazione preferendo di gran lunga le camicie, strette e piccoline ma che le coprivano tutta la pancia.

Era contenta di non aver ancora stretto amicizia con nessuno, voleva solo cercare di passare quei nove mesi in pace, senza implicazioni sentimentali o amicizie impegnative, voleva studiare, come sempre del resto, era un’ottima allieva e dare finalmente la maturità, per poi cambiare vita e amicizie una volta cominciata l’università. Stava per finire la ricreazione e orgogliosa di non avere ancora parlato con nessuno si avviò lentamente alla macchinetta del caffè, mentre stava maledicendo le tasche piccolissime dei pantaloni le si avvicinò un ragazzo che sembrava intenzionato anche lui a servirsi della macchinetta senza badare a lei.

Doveva aver interpretato male i suoi segnali facciali perché il giovane in questione, non aveva la minima intenzione di bere, si era avvicinato solo per rivolgerle la parola

- ciao, sei nuova?- chiese sicuro di aver approcciato in maniera interessante non vedendo l’aria infastidita della ragazza

-ottimo osservatore!- rispose lei guardandolo con orrore e sperando di scoraggiare ogni suo altro tentativo, era piccoletto, con i capelli unti tirati di lato e l’espressione di uno convinto di essere oltre che simpatico pure bello

-mi chiamo Achille Catena, e sono della quinta F, sono molto popolare qui a scuola, quindi se dovessi avere bisogno di qualsiasi cosa, puoi contattarmi in ogni momento- aggiunse tronfio come un tacchino allungandole un biglietto da visita

Tiziana era riuscita ad ascoltare fino alla F poi il suo cervello si era disconnesso e le stava rimbombando nella testa urlando contro il mondo….

Le capitava spesso, soprattutto quando si annoiava o si trovava in situazioni imbarazzanti, in testa le cominciavano a partire le note di Ligabue, solo le sue, si era anche preoccupata ed una volta aveva persino pensato di andarsi a far vedere ma, aveva poi rinunciato temendo che la rinchiudessero buttando via la chiave.

Non avendo quindi capito nulla a parte il nome del tizio che aveva davanti, decise di annuire prendendo il biglietto, convinta che così facendo il suddetto elemento la lasciasse in pace.

-bene, se invece volessi divertirti…-ammiccò appoggiando la mano contro il muro così da bloccarla tra la parete e il distributore avvicinandosi pericolosamente lasciandola pietrificata continuando a urlare contro il mondo ad un volume sempre più alto non sapendo se tirargli una ginocchiata ben piazzata nelle parti intime o urlare come le stava suggerendo Ligabue in entrambi i casi però avrebbe attirato troppo l’attenzione su di sé, cosa che stava cercando di evitare come la peste.

Quando Achille si avvicinò maggiormente con le labbra protese in avanti e con gli occhi socchiusi, trattenendo il conato di vomito che le stava risalendo l’esofago, decise velocemente per la ginocchiata, stava caricando la gamba quando l’avanzare di labbra si bloccò di colpo.

Tiziana con l’arto a mezza via alzò lo sguardo e incrociò quello verde di un ragazzo che aveva appoggiato una mano sulla spalla del Catena

-cosa stai combinando Achille?- chiese con voce autorevole con i suoi venti centimetri in più di altezza del piccoletto unticcio

-ass..assolutamente niente…- farfugliò senza girarsi riconoscendo la voce del proprietario della mano che continuava ad essere ben salda sulla sua spalla spaventandosi

-lascia stare la mia amica!- disse perentorio mentre Tiziana lo guardava come si potrebbe guardare un alieno appena sbarcato da un’astronave

-tutto a posto piccola?- rivolgendosi alla ragazza con un sorriso sornione incurante dello sguardo attonito di lei

-piccola, tua nonna!- lo aggredì poco educatamente lei continuando a fissarlo negli occhi passando dall’attonito all’alterato

-vuoi che vi rimetta nelle posizioni in cui vi ho trovato?- domandò stupendosi dell’atteggiamento della ragazza, di solito erano tutte così svenevoli con lui che gli bastava dire qualsiasi cosa che gli davano ragione sempre

-devi chiederlo a lui, stavo per farlo diventare un eunuco!- ringhiò al ragazzo che si chiese se fosse così arrabbiata con lui perché non era riuscita a portare a termine la sua idea

-se questo è il modo di ringraziare?- le disse poi con tono altezzoso facendo il gesto di pulirsi le mani

-chi ti ha chiesto niente, so benissimo cavarmela da sola- ringhiò lei, durante questo simpatico siparietto Achille si era leggermente allontanato cercando di dare poco nell’occhio, rimanendo ancor più affascinato da quella ragazza che non cadeva ai piedi del bello della scuola, ma che anzi, gli teneva testa come nessuno osava fare da anni.

A quel punto la campanella suonò come a segnare la fine di un round di pugilato e i ragazzi si diressero ognuno verso la propria classe, Tiziana nello sedersi al suo posto stava maledicendo tutti quanti perché non era riuscita a bersi il suo caffè.

 

 

Durante l’ora seguente, mentre faceva finta di seguire filosofia ma, in realtà pensava ai fatti suoi con, in sottofondo l’amore conta…la sua vicina di banco la guardava sorridente ed interrogativa come solo la Gioconda poteva essere, leggermente infastidita dall’atteggiamento della ragazza, decise di non fare niente perché per quel giorno aveva già rischiato di picchiare una persona e pensò che potesse bastare.

Continuò a cercare di non lanciare un libro in testa alla vicina neanche nelle ore successive, quando finalmente fu nuovamente salvata dal suono della campanella, si alzò in fretta, prese lo zaino e uscì velocemente dall’aula, non doveva fermarsi a salutare nessuno, solo raggiungere il suo motorino e tornare a casa. Facendosi strada tra la folla di studenti, cercò di arrotolarsi la sciarpa al collo ma, si accorse immediatamente di avere colpito qualcuno, girandosi per porgere le sue scuse vide che aveva preso in pieno viso la sua compagna di banco, dopo aver pensato ad una punizione divina, le fece un cenno con la mano, ma la ragazza decisa a non demordere si avvicinò a Tiziana con un sorriso a trentasei denti

-potremmo anche presentarci, visto che passeremo i prossimi nove mesi vicine?- chiese allungando la mano

-detta così sembra una minaccia, comunque io sono Tiziana- le strinse la mano frettolosamente sempre camminando spedita verso il parcheggio

-dipende dai punti di vista!- rispose per nulla scalfita dalla battuta -io sono Eleonora, felice di conoscerti, finalmente- disse raggiante lasciando perplessa l’altra ragazza -sono vere le voci che circolano su di te?- domandò subito, preoccupata di poterla perdere vista la falcata da centometrista Giamaicana che stava tenendo Tiziana

-voci?- domandò a sua volta fermandosi di colpo, non poteva essere, non conosceva nessuno, non aveva un passato torbido da nascondere, aveva solo cambiato scuola perché aveva litigato con tutti i professori nell’altra, per il resto era una tranquilla ragazza di quinta liceo che aveva deciso di farsi i fatti suoi ma che evidentemente il resto del mondo non era d’accordo

-si dice che tu sia amica di Piergiorgio Barbieri…- spiegò senza girarci attorno prima che ripartisse a razzo

-chi sarebbe costui?- domandò, stava scavando nei cassetti della memoria ma proprio quel nome non le diceva niente, Piergiorgio, che nome idiota, un nome tipico di un fighetto, eppoi Barbieri, un cognome comunissimo in zona, niente, non le diceva assolutamente niente

-alto, moro, occhi verdi, semplicemente bellissimo…-spiegò Eleonora cercando di mantenere un contegno

-un sacchetto per la bava ce l’hai?- la prese in giro vedendola contorcere le mani

-allora lo conosci o no?- domandò nuovamente ignorando le allusioni all’evidente aumento di salivazione che aveva in quel momento, come del resto tutte le volte che parlava di Piergiorgio ma, soprattutto del suo caro amico Giovanni Giusti

-no!-rispose secca e ricominciò la corsa verso il motorino

-per favore, mi viene l’asma!- la trattene per un braccio -l’unico sport che pratico, è lo zapping col telecomando!- le sorrise e Tiziana si trovò controvoglia a sorriderle di rimando, le sembrava simpatica quella ragazza dai capelli biondi e ricci, ma non aveva voglia di intrecciare relazioni di nessun tipo

-non so cos’altro dirti, non so di chi tu stia parlando, le voci si saranno sbagliate!- spiegò convincendosi che fosse l’unica ipotesi possibile

-me l’ha detto Achille- a quel nome Tiziana s’irrigidì e la guardò con sospetto

-conosci l’omino unto?- chiese schifata, come se stesse parlando di cioccolata avariata

-purtroppo, è il mio vicino di casa…- si scusò

-mai pensato di traslocare?- le chiese Tiziana sorridendo, non avrebbe voluto, ma quella ragazza cominciava veramente a starle simpatica

-no, cioè sì, cioè, in fondo non è un cattivo ragazzo- non sembrava convintissima neanche lei

-stamattina non avevo con me la pala per scavare così a fondo! Comunque, ti ha dato un’informazione sbagliata non conosco nessun Pier…qualcosa- rispose convinta appoggiando lo zaino al sedile dello scooter notando come le altre ragazze nella zona la stessero guardando come un leone affamato guarda una gazzella zoppa ferma a farsi le unghie

-sarà, eppure mi ha detto che…oh, cavolo, stanno venendo da questa parte…- disse agitata come appena morsa da una tarantola

-di nuovo, quel capello oliato vuole proprio prendersi un calcio da questi piedi rubati ad un terzino!!- sbraitò infastidita all’idea di dover rivedere Achille, ma soprattutto dal fatto che non fosse ancora riuscita a dargli un bel calcio

-ciao!- una voce maschile che non assomigliava per niente a quella dell’unto la distolse dai suoi pensieri -non mi sono presentato stamattina, sono Piergiorgio Barbieri!- annunciò convinto

-vivevo ugualmente- disse prima di ricevere una gomitata da Eleonora che le ricordò le buone maniere, anche se il suo intento era un altro -Tiziana Terzi- aggiunse quando un colpo di tosse le ricordò la presenza dell’altra ragazza -e lei è Eleonora non mi ricordo cosa!- indicando la ragazza che farfugliò qualcosa che doveva essere il suo cognome

-bene e ora che abbiamo fatto l’appello…- stava cercando di tagliare corto quando la bionda provò a darle l’ennesima gomitata

-questo è il mio amico Giovanni Giusti- disse Piergiorgio ignorandola e costringendola a dare la mano anche a lui

-perfetto, ci siamo tutti!- disse sarcastica -spero tu non voglia presentarmi anche la corte dei miracoli che ti porti appresso- aggiunse indicando un gruppetto di ragazze che li guardavano adoranti da poco lontano e vedendolo sorridere dovette ammettere che, in effetti, Eleonora non aveva poi tutti i torti a definirlo bellissimo, anche se forse il suo tipo era più l’amico, biondino, capello corto, occhio nocciola...si riprese immediatamente da quei pensieri quando l’unico solista del suo cervello le ricordò in maniera brutale che lei aveva deciso di lasciar stare gli uomini dopo la tremenda delusione avuta dal suo ex fidanzato...cosa vuoi che sia, passa tutto quanto, solo un po’ di tempo e ci riderai su…

-no, mi spiace, non le conosco neppure io!- ammise semplicemente passandosi una mano tra i capelli scuri e sorridendo abbagliandole

-wow- sospirò Eleonora in adorazione mistica. Tiziana non aveva ancora ben capito se sbavasse sul moro, sul biondo o su entrambi

-scusate ma si è fatta una certa e ho un discreto languorino…- disse toccandosi la pancia attirando uno sguardo colmo d’odio da Eleonora e cominciando a trafficare con le chiavi del mezzo

- chiamiamo Ambrogio o vieni a pranzo con noi?- chiese Giovanni che fino a quel momento non aveva aperto bocca, lasciandole entrambe stupite, Tiziana era già pronta a rifiutare stava solo mentalmente cercando una scusa plausibile

-certo! Dove?- uscì dalla bocca di Eleonora facendola infuriare, non era riuscita a sillabare niente fino a quel momento, proprio ora doveva recuperare l’uso della lingua

-veramente non potrei…un impegno improrogabile...- tentò arrampicandosi su specchi, non le veniva nessuna alternativa

-McDonald’s- propose Piergiorgio

Tiziana a quel punto non seppe più resistere, aveva una voglia matta di un hamburger e in più, si mangiava velocemente così avrebbe potuto fuggire a casa abbastanza in fretta

-no, mi dispiace non mi nutro in locali stranieri?- rispose meravigliandosi pure lei dell’idiozia

-per puro patriottismo…o per altro?- chiese un Piergiorgio confuso

-la prima che hai detto, e ora se non me ne vado, mi tocca pure cantare l’Inno…e non vi conviene essere nei paraggi quando comincio…- terminò la frase ridendo

-perché no, ti ci vedo bene, in piedi con la mano sul cuore…Sali in piedi sul motorino?-rise Piergiorgio, nel frattempo la ragazza sotto lo sguardo truce dell’amica, si era già infilata il casco ed era pronta per la partenza. Salutandoli con la mano si diresse verso casa, capì immediatamente che se fosse andata via con loro, non avrebbe avuto quei nove mesi tranquilli che sognava, si rese però conto dallo starnazzare della corte dei miracoli che il danno era comunque già fatto.

 

 

 

La settimana dopo cominciò come il peggiore dei suoi incubi, attraversando il giardino che dal parcheggio dei motorini portava al portone, notò con orrore che tutte le ragazze, probabilmente qualche ragazzo e pure il corpo bidelli, la stavano guardando con odio. E ne era certa pure gli inquilini del palazzo di fronte erano tutti alla finestra a osservarla.

…torno tra un momento…ceco un argomento…erano solo le otto di mattina e già c’era un concerto nel suo cervello, per lo meno l’avrebbe distratta dagli sguardi omicidi …recitare la mia parte…

Si domandò se fosse per via dello strano copricapo che aveva deciso di indossare quella mattina, ma dai commenti che riusciva a sentire, nonostante la musica assordante, capì che il suo povero berretto, non aveva colpe. Con la forza del pensiero sperava di far aprire una voragine sotto i suoi piedi per finirne inghiottita e magari ritrovarsi tra i Maori in Nuova Zelanda, a fare la danza della Haka, o semplicemente ad aprire il chiosco di piadine che aveva sempre sognato.

Nel suo lento incedere verso il portone vide con la coda dell’occhio il colpevole di tutto ciò e sperò ardentemente che la ignorasse, in fondo era impegnato a corteggiare una bionda tutta gambe e poca gonna.

Varcata la soglia, si sentì salva, a farle cambiare idea all’istante fu l’arrivo di Eleonora

-ciao amica!- disse raggiante come se per lei le otto di mattina non fossero un incubo, saluto al quale Tiziana rispose con un cenno del capo -dormito male? O preoccupata per la forca che stanno costruendo in giardino?- aggiunse sorridendo

-non capisco un concetto fondamentale!- affermò seria -mi sembra che le figliole di codesto istituto mi odino- chiese all’altra indicando il gregge che si era fermato fuori probabilmente in attesa che il loro idolo entrasse

-togli pure il condizionale, mia cara, ti detestano punto!- disse convinta di avere la verità in pugno -solo ed unicamente perché sei amica di Piergiorgio Barbieri- concluse

-ed è grave, immagino, essere amici di Pier...eccetera eccetera...?-  domandò non capendo il problema

-ovviamente, da come puoi notare! Ma solo se sei di sesso femminile e possiedi neuroni in numero maggiore di uno!- spiegò -nel senso che le cerebrolese, comandate dalle ovaie che lo idolatrano non accettano che tu possa essere sua amica! Lui non ha amiche, ha amanti, molte a dire il vero, ma non amiche!-

-ora mi è tutto più chiaro! Quindi, è per questo che, nessuno picchierà mai la bionda ossigenata che si sta facendo mettere le mani ovunque da Pier...ci siamo capiti…- disse indicando i due aggrovigliati al muro vicino l’ingresso -procediamo con ordine, chi ha messo in giro la voce, peraltro falsa e tendenziosa, che dice che io e…insomma lui là siamo amici?- domandò cominciando a srotolare i metri di sciarpa che aveva legata al collo poiché erano giunte in aula.

-Piergiorgio Barbieri in persona, e in tutta la sua bellezza, ieri davanti ad Achille!- spiegò come se fosse una cosa ovvia e sgranando i suoi enormi occhi blu

-capisco! E di quell’altro non interessa niente a nessuno?- domandò ricordandosi che fosse piuttosto belloccio

-oh…beh, sì..certo!- balbettò diventando rossa probabilmente fino alla punta dei capelli

-presenti esclusi, ovviamente- aggiunse Tiziana ridendo nel vederla così imbarazzata

-no, ma cosa vai a pensare, a me Giovanni Giusti, non interessa in quel senso…- tentò senza convinzione

-no, infatti, non mi era neanche passato per l’anticamera del cervello!- rise prendendola in giro -e anche lui si dà da fare come Pier…pincopallo o è più sobrio?- chiese curiosa

-lo classificherei come moderatamente timido- rispose convinta della sua dichiarazione -nonostante questo, sono passate sotto le sue mani un discreto numero di ragazze…presenti escluse!- finì tristemente

-e da quanti anni lo studi così attentamente?- domandò Tiziana facendola arrossire nuovamente

-per essere precisi da tre- spiegò ripensando alla prima volta in cui lo aveva visto uscire dal bagno dei maschi una mattina di novembre

-lo osservi dalla distanza o prima o poi pensi di avvicinarti?- chiese nuovamente, anche se dalla presentazione del sabato precedente, qualcosa aveva intuito

-sono una mera osservatrice…una sorta di boywatching, non posso competere..- si giustificò abbassando lo sguardo la sciando Tiziana basita, poiché la trovava molto carina

-anche tu troppa materia grigia funzionante deduco- rise per tirarla su di morale

-soprattutto poco coraggio-  ammise

 

 

 

 

Passate sonnecchiando le prime ore di lezione, all’intervallo Tiziana provò ad uscire di classe per andare a prendersi un caffè, sempre seguita dalla sua nuova amica

-pensi di starmi accozzata per il resto dell’anno?- le chiese infatti

-era nelle mie intenzioni, sperando che a primavera non faccia troppo caldo- disse prendendo Tiziana sotto braccio -dove stiamo andando, Titti? Posso chiamarti così, vero?-

-ma anche no- le rispose schifata Tiziana ricordandosi che l’ultima che l’aveva chiamata a quel modo era stata una bimba in terza elementare che si prese uno schiaffone per averlo fatto

-è più confidenziale…- blaterò mentre l’altra cercava di farsi largo verso la macchinetta

-stavo per chiederti di darmi del lei…- le rispose seriamente -poi, perché mi vuoi chiamare Titti, quando a quei due laggiù- disse indicando i ragazzi dei suoi sogni che erano al centro di un cospicuo numero di oche, cercando di distrarla -li chiami con nome, cognome e a volte col codice fiscale?- chiese, ma ormai Eleonora aveva perso tutte le sue facoltà, rimanendo ipnotizzata e un po’ atrofizzata dalla vista dei giovani virgulti

Arrivata davanti al distributore, Tiziana inserì la moneta che le fu mangiata immediatamente senza erogarle nessun caffè, dopo il primo calcio venne fermata da una mano che le aveva bloccato un polso, si girò per vedere l’amica che continuava a non proferire parola e forse neanche a respirare

-te lo offro io- disse Piergiorgio allungando una moneta nell’apposita fessura

-ti prego, no! Già mi odiano solo perché credono che siamo amici, figurati se osi offrirmi un caffè?- rispose guardandolo disgustata, mentre Eleonora era sempre più pietrificata al suo fianco, visto l’arrivo di Giovanni

-che c’è di male ad essere amici?- chiese innocentemente guardandola per bene, e ritrovandosi ad ammettere che la ragazza in questione fosse molto carina, mora, con i capelli neri lunghi, con una frangetta che a mala pena le lasciava scoperti gli occhi, grandi e neri

-primo, se proprio vogliamo essere precisi, siamo conoscenti. Secondo, chiedilo a tutte quelle iscritte al tuo fan club che è da stamattina che mi guardano con odio- rispose brusca per cercare di toglierselo dai piedi così da non alimentare ulteriori voci

-non dare conto a quelle- disse con sufficienza passandosi una mano tra i capelli con fare teatrale -non ne vale la pena-

-più o meno come hai fatto tu stamattina?- domandò alludendo alla bionda e provocando un sussulto nell’amica che probabilmente solo in quel momento aveva ricominciato a respirare

-ho una certa reputazione da mantenere- rispose secco dando una gomitata allusiva all’amico

-comunque…-s’intromise Giovanni -eravamo venuti per chiedervi se sabato sera sarete dei nostri?- domandò spostando lo sguardo da Eleonora, che continuava a dare pochi segni vitali, a Tiziana che invece sembrava più reattiva

-dove?- chiese invece Eleonora stupendo tutti

-c’è la festa d’inizio anno scolastico…- iniziò convinto tirando fuori dalla tasca dei jeans un paio di volantini

-che Dio me ne scampi- disse sottovoce Tiziana, udita solo dall’amica che la guardò malissimo -temo che per quella data, mi sarò già trasferita in un’altra città, o stato, o, se sono fortunata, continente- rispose pensando al chiosco di piadine, mentre Eleonora timidamente allungava la mano per prendere un volantino

-dai, sarà divertente…- cercò di convincerla con uno dei suoi sorrisi migliori

-e perché non porti invece la biondina tutta gonna di oggi?- chiese Tiziana per toglierselo dai piedi

-lei ha già avuto il suo momento di gloria…potrebbe toccare a te ora...- disse convinto facendo l’occhiolino all’amico

-non amo le luci della ribalta…- rispose sinceramente quando fu salvata dalla campanella

-pensateci- pregò Giovanni prima di vederle andare via

 

 

 

-ti prego, ti prego, ti prego- Eleonora aveva passato le ultime due ore ripetendo ossessivamente quelle due parole, a voce, su fogli di carta, via sms ricevendo sempre risposte negative

-ti prego…- provò anche con la tecnica dell’occhio umido e triste

-non hai qualcun altro con cui andare?- le chiese sfinita

-nessuna amica di Piergiorgio Barbieri…mi spiace- le disse sorridendo mantenendo sempre gli occhioni umidi e tenendo saldo nella mano il volantino

-odio le feste- ammise sinceramente soprattutto quelle in cui avrebbe potuto incontrare il suo ex ragazzo

Vedendola pensierosa Eleonora decise di abbandonare solo per quella giornata le suppliche e mentre andavano al motorino le chiese se volesse studiare con lei il pomeriggio

-mi spiace ma ho promesso a mio fratello di portarlo al parco, sarà per la prossima volta- rispose gentilmente declinando l’invito

-ok, però ripensa a sabato- la supplicò

-sono certa che me lo ricorderai…-le disse prima di partire con lo scooter

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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