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Autore: Nefer    01/06/2010    3 recensioni
FANFIC AU SOSPESA. ANNO IN CUI E' STATA INIZIATA: 2007
Medioevo. James e Lily sono figli di maghi molto influenti della loro società. I loro genitori organizzano il loro matrimonio fin da quando sono bambini, peccato che i due non si sopportino affatto e stiano sempre a litigare, se poi si aggiunge Sirius, cugino di James, guai con feste di compleanno, per non parlare della fuga prima di Sirius e poi di James (che costringe Lily ad andare promessa sposa a Lucius Malfoy)… allora sarà un gran caos!! Ma Lily non si perde d'animo e parte alla ricerca di James, preferendo di gran lunga il malandrino viziato, piuttosto che quel damerino di Lucius Malfoy! Le cose torneranno a posto? Lily e James si sposeranno superando ogni avversità??
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Altro contesto
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Malandrina4ever

 

Arancina22

 

CAPITOLO 17 - Perdita

I mesi passarono senza quasi che se ne accorgessero.

In un batter d’occhio arrivò l’afosa estate e con lei si avvicinò la nascita del piccolo.

Nessuno sapeva con certezza in che giorno sarebbe arrivato e tutti lo aspettavano in trepida attesa.

Lola decise di passare a casa tutto il mese di luglio. Voleva essere presente alla nascita del piccolo.

Yanus, che aveva imparato bene quanto la moglie fosse caparbia nel voler ottenere qualcosa, non si era opposto minimamente.

I due futuri genitori non stavano più nella pelle. Volevano vedere il loro bambino e stringerlo tra le braccia.

Poi, la sera del 30 luglio Lily iniziò ad avere le doglie.

James era sul punto di tornare a casa quando accadde.

Subito furono mandate a chiamare una Guaritrice e una Levatrice.

James avrebbe voluto essere accanto a Lily e tenerle la mano, ma a tutti fu imposto di attendere fuori dalla stanza. Ad ogni grido della ragazza, James sobbalzava e continuava a camminare nervosamente avanti e indietro per il salotto.

Lola aveva mandato un gufo a Yanus per avvertirlo e aveva poi raggiunto James per unirsi al suo nervosismo.

Lily fu sistemata sul letto dalle due Guaritrici. Una di loro le mise dei cuscini dietro la schiena per farla tenere seduta.

Le fecero indossare una camicia da notte, poi la Guaritrice la visitò.

- No, non ci siamo ancora… le acque sono uscite tutte, ma ancora non è pronta… - disse alla Levatrice.

Poi guardò Lily – Sarà una lunga notte, tesoro, ma non preoccuparti.

La ragazza annuì e boccheggiò ad un ennesima, lancinante contrazione.

A volte ne arrivava una più forte delle altre e allora le strappava un urlo. Passarono diverse ore, ma a lei sembrò un’eternità.

Quando finalmente sentì la Levatrice esclamare – Ci siamo! – ringraziò Merlino perché non ce la faceva più. Il dolore la stava facendo impazzire.

- Spingi ora! Coraggio! – la incitò la Guaritrice.

E Lily spinse con tutte le sue forze cercando di trattenere le urla.

Spinse così tanto da essere sul punto di rimettere. La Guaritrice le portò alle labbra un calice fumante.

- Bevi, allevierà il dolore e ti aiuterà – le disse.

Qualunque cosa pur di non soffrire più così! Lily bevve la pozione e non si lamentò affatto del saporaccio. Voleva che il dolore cessasse subito.

Spinse ancora e improvvisamente iniziò a sentirsi sempre più debole.

La stanza iniziò a vorticare attorno a lei e le voci si fecero sempre più lontane. Perse i sensi proprio mentre nella stanza si diffuse il pianto di un bambino.

 

Era notte fonda, ma James non era intenzionato a chiudere occhio.

Se ne stava seduto su una sedia, accanto al letto di Lily, e le teneva una mano in attesa che si svegliasse.

Fissava il volto pallido e stanco della ragazza.

Voleva parlarle. Sentire come stava.

Attese a lungo. Poi lei aprì lentamente gli occhi e lo guardò.

- James… - fece con voce stanca e gli sorrise.

James cercò di ricambiare il sorriso, ma il suo volto era cereo e serio.

- Dov’è il bambino? Voglio vederlo! – chiese subito Lily.

James sentì una fitta al cuore. Non sapeva come dirglielo.

Il sorriso di Lily si spense davanti l’espressione desolata di James.

- Lily… ci sono state delle complicazioni. – mormorò – Il piccolo non ce l’ha fatta…

Lily lo guardò con gli occhi pieni di sbigottimento – No… - sussurrò scuotendo la testa – Non è vero!

- Mi dispiace, tesoro. È nato morto…

- No, James! Io l’ho sentito piangere! Lui non è nato morto! Era vivo, James! Piangeva, capisci?! – fece Lily aggrappandosi al petto del ragazzo.

James la guardò con gli occhi pieni di dolore – No, Lily… non è così, mi dispiace…

Gli occhi di Lily si riempirono di lacrime – Non è vero! – esclamò ancora – Dov’è?! Dove lo avete portato?! Lo voglio qui con me!

Cercò di alzarsi dal letto, ma James glielo impedì.

Lily scoppiò in lacrime con un grido di dolore – Non è morto! Lo voglio vedere! È il mio bambino!

James l’abbracciò e la strinse forte al proprio petto.

- Mi dispiace… mi dispiace – le ripeté all’orecchio come una cantilena cercando di essere forte, di non cedere a sua volta.

Doveva consolare Lily, non poteva lasciarsi andare al dolore proprio ora. Doveva farlo per lei.

Stettero abbracciati a lungo. A poco a poco Lily smise di singhiozzare.

Come era potuto accadere. Si era allora immaginata il suo pianto? Perché il suo bambino era nato morto? Era stata colpa sua? Aveva fatto qualcosa che non doveva?

Forse. Aveva ucciso il suo bambino. Era stata colpa sua, non c’era altra spiegazione.

Lo aveva atteso così tanto. Lo aveva sentito dentro di se per tutto quel tempo. Aveva sognato ogni giorno il momento in cui l’avrebbe abbracciato. Invece lui ora non c’era.

Suo padre aveva fatto addirittura portare via il corpicino senza farlo vedere a nessuno. Secondo lui non era uno spettacolo adatto a persone sensibili.

Lily non aveva nemmeno potuto vedere come era.

Lo aveva immaginato bellissimo, con i capelli scuri e ribelli come quelli di James.

Guardò il ragazzo negli occhi e vi scorse un leggero velo di lacrime. Sapeva che lui si stava trattenendo e che lo stava facendo per lei.

In quel momento la porta si spalancò e Lola li raggiunse con il volto bianco e spaventato.

Afferrò le mani di Lily – Mi dispiace tanto, sorellina… - le disse abbracciandola.

Poi si voltò a guardare James – Devi andartene subito – gli disse – Ho ascoltato papà che parlava con qualcuno nelle stalle. Erano i Malfoy e qualche altro uomo. Papà ha detto che ora che il bambino non c’è più Lily può sposare Lucius e tu devi essere tolto di mezzo!

Lily guardò terrorizzata prima Lola, poi James, il cui volto divenne una maschera di cieca rabbia.

- Che crudeltà è mai questa?! Far soffrire ancora Lily! – sbottò – E come puoi pensare che me ne vada lasciandola nelle mani di quel viscido…

- No, James! – lo interruppe Lily – Devi andartene, capito?! Ti uccideranno! I Malfoy sono senza scrupoli e anche le persone che li hanno accompagnati! Non voglio perdere anche te! Vattene subito!

- Devi venire con me! – disse James.

- E’ troppo debole – disse Lola contraria – Non può fuggire in queste condizioni.

- Ti prometto che non appena mi rimetterò fuggirò e ti raggiungerò! Ma ora vai! Fallo per me ti prego!! – lo implorò Lily.

James era combattuto. Non voleva fuggire come un vigliacco. Ma non poteva nemmeno permettere che lo uccidessero e lasciare così Lily da sola alla mercé di Malfoy.

Diede un lungo bacio alla ragazza e poi la guardò negli occhi – Ti amo! Ti amo tantissimo! Se non torni al più presto verrò a prenderti io, chiaro?!

Lily annuì – Ora vai!

Il ragazzo si alzò, ma non fece in tempo a raggiungere la porta che questa si spalancò ed entrò Malfoy seguito dal padre e da altri uomini vestiti di nero.

Lucius guardò James con un ghignò e levò una balestra contro di lui.

James indietreggiò fino alla finestra, era la sua unica via di fuga.

- Sai da quanto desideravo farlo?! – fece Malfoy e scoccò la freccia.

Lily gridò. La freccia si conficcò nel fianco di James che barcollò indietro e rovinò addosso alla finestre, rompendone il vetro e cadendo giù.

- No! – gridò Lola, lanciandosi contro Malfoy e cercando di strappargli di mano la balestra. Ma lui la respinse con violenza e andò alla finestra, affacciandosi.

James si era rialzato e aveva iniziato a correre verso le mura. Malfoy puntò di nuovo e scoccò una nuova freccia, prima che Lily potesse alzarsi e cercare di impedirglielo.

Quella si conficcò nella spalla di James, frenando la sua corsa. Il ragazzo barcollò e cercò di mantenersi in piedi e di ignorare il dolore.

Malfoy respinse Lily sul letto e Lola raggiunse subito la sorella, prendendole una mano.

Lucius lanciò una nuova freccia, che andò a conficcarsi nel fianco, accanto a quella precedente.

Quando vide, James crollare a terra, disse agli uomini che erano con lui di andarlo a prendere.

Lily in lacrime, seguì la scena senza poter fare nulla.

Lucius la guardò con un sorriso affabile – Cosa credevate tu e Potter? Di coronare i vostri sciocchi sogni d’amore in questo modo?

- Sei un mostro! – gridò Lily – Mi fai schifo, bastardo!

- Ah, questa è musica per le mie orecchie! – disse lui ridendo.

- Non ti sposerò mai!

- Mi dispiace, cara, ma tuo padre ha deciso così e non hai possibilità di scelta!

Lucius si affacciò alla finestra per vedere se stessero portando James dentro, ma quando vide gli uomini guardarsi attorno, spaesati, capì che il ragazzo era riuscito a fuggire.

- Il tuo caro Potter è scappato – disse gelido a Lily, e per un attimo lesse il sollievo negli occhi della ragazza.

 

James era riuscito a scavalcare faticosamente il muro che circondava il guardino della villa di Lily.

Il dolore procurato dalle frecce era insopportabile e non sapeva quanto a lungo avrebbe resistito, ma doveva raggiungere l’accampamento dei ribelli o sarebbe di certo morto.

Nella fuga aveva anche perso la bacchetta e non poteva mandare alcun tipo di segnale.

Doveva stringere i denti e arrivare al loro nascondiglio.

Arrancando per il bosco e cercando di trattenere i gemiti di dolore, camminò a lungo senza togliere nemmeno una freccia dal proprio corpo, per evitare di perdere ancora più sangue.

Quando finalmente raggiunse l’accampamento, la sua vista iniziò ad annebbiarsi. Sentì il sapore ferroso del sangue in bocca e crollò in ginocchio.

Era notte fonda e tutti erano nelle loro capanne, ma James era certo che da un momento all’altro si sarebbe attivato il segnale che qualche intruso era arrivato fino lì.

Sollevato si lasciò crollare di fianco, cercando di non perdere i sensi.

Mentre gli occhi si chiudevano, sentì gli uomini uscire dalle loro capanne, armati di bacchetta.

Il primo a raggiungerlo fu Sirius, che lo riconobbe all’istante.

- E’ James! – gridò agli altri, lasciandosi cadere accanto all’amico – Maledizione… è ferito!

Afferrò James e lo tirò su.

- James! Mi senti?! James! – lo chiamò scuotendolo.

Il cuore gli martellava nel petto. Le ferite sembravano gravi e stava perdendo parecchio sangue.

James sollevò le palpebre tremolanti e lo guardò, cercando di metterlo a fuoco.

- Sirius… - fece con voce flebile. – Mi dispiace di essermene andato…

- Stupido! Cosa vuoi che me ne importi ora! – sbottò Sirius e guardò John, terrorizzato.

- Sta arrivando Bacchus – disse l’uomo.

Bacchus era il Guaritore della tribù.

John si chinò accanto a James e gli passò una mano sulla fronte sudata.

- Resisti, ragazzo – gli disse – Coraggio…

Il respiro di James era affannoso, nello sforzo di sopportare il dolore e non perdere i sensi.

Bacchus arrivò trafelato.

- Cosa succede?! – esclamò.

- E’ James! È ferito! – esclamò Sirius.

- Per Merlino – mormorò Bacchus osservando le tre frecce – Portatelo subito vicino alla mia capanna!

John aiutò Sirius a sollevare James. Il movimento inaspettato e brusco, strappò un gemito di dolore al ragazzo.

I due lo portarono vicino alla capanna di Bacchus. Il Guaritore si fece aiutare da altri a stendere un telo a terra. Non c’era tempo per portare James su alla capanna.

- C’è qualcosa che posso fare? – chiese Sirius dopo aver adagiato James sul telo.

- Vai al torrente e prendi dell’acqua – disse Bacchus e ordinò a Remus di portargli delle pezze di stoffa, il più possibile.

Tolse le frecce e cercò di fermare il sangue con l’acqua fredda. Ma l’emorragia non si arrestava.

- Così non va – fece Bacchus – Devo cauterizzare.

Guardò negli occhi Sirius, che capì all’istante. Seppur con il cuore in gola prese gentilmente i polsi di James per tenergli le braccia ferme, mentre Bacchus si sedette sulle gambe del ragazzo, bloccandogliele.

John accese immediatamente il fuoco e vi scaldò la lama di un grosso pugnale.

La passò a Bacchus e questi senza alcuna esitazione la posò su una delle ferite al fianco.

James scattò e cercò di liberarsi. La lama rovente sulla ferita era troppo dolorosa. Sirius riuscì a trattenerlo.

- Mi dispiace, James, è per il tuo bene…

Febbricitante, James si divincolò, non volendo ripetere la dolorosa procedura. Ma Bacchus riuscì a cauterizzare anche le altre due ferite, ignorando i gemiti di dolore del ragazzo.

Quando finì permise che Sirius lasciasse andare i polsi di James e fasciò le ferite.

- E’ meglio non spostarlo di qui per questa notte – disse poi alzandosi – Per evitare che si riaprano le ferite.

Disse di portare alcune coperte nonostante fossero in estate, perché sicuramente a James sarebbe salita la febbre quella notte e avrebbe sentito freddo.

- Qualcuno dovrà stare con lui insieme a me, nel caso avessi bisogno di aiuto.

- Resto io - disse Sirius senza alcuna esitazione.

- Anche io – disse subito Remus.

Lui e Sirius si guardarono con intesa, osservarono poi James che si era addormentato stremato.

Tutti e due si stavano chiedendo la stessa cosa: cos’era successo?

Si sedettero vicino a James, dopo aver acceso un fuoco per illuminare l’area circostante, e appoggiarono la schiena contro un albero.

Nessuno dei due parlava. Nessuno dei due chiuse occhio, per tutta la notte, in attesa di un qualche segno di ripresa da parte dell’amico.

Quando lo aveva trovato a terra pieno di sangue, Sirius aveva creduto che fosse morto e il cuore gli era balzato in gola. Tutta la rabbia che aveva provato per James in quei mesi era scemata in un istante.

Ora era corroso dalla preoccupazione che l’amico non ce la facesse.

Bacchus aveva detto che fino a che non si svegliava non avrebbe saputo dire con certezza quanto fossero gravi le sue condizioni.

Sirius piegò le gambe verso il petto e poggiò i gomiti sulle ginocchia. Si passò una mano tra i capelli.

Era angosciato all’idea delle ultime parole che gli aveva detto prima che se ne andasse.

Ora voleva chiarire con lui, a tutti i costi.

Voleva vedere James aprire gli occhi e poter parlare con lui. Remus accanto a lui non emetteva un fiato.

Era nello stesso stato di preoccupazione di Sirius.

Alle prime luci dell’alba, James iniziò ad aprire lentamente gli occhi.

Sirius e Remus gli si avvicinarono immediatamente.

Il ragazzo aprì e richiuse gli occhi diverse volte, prima di riuscire a tenerli aperti del tutto. Guardò i due, cercando di metterli a fuoco attraverso la vista affaticata.

Quando li riconobbe abbozzò un sorriso. Allora non era morto.

Bacchus gli si avvicinò per visitarlo. Osservò le pupille dei suoi occhi e controllò che le ferite fossero ancora chiuse.

- Ti rimetterai, James – disse poi sorridendo.

Sirius sentì il sollievo invaderlo, come Remus del resto.

- Cazzo! Non hai idea di quanto fossi preoccupato, James! – esclamò Sirius battendo un pugno in terra.

Remus annuì – Vado a chiamare, papà – disse poi alzandosi e raggiungendo la capanna del genitore.

James guardò Sirius.

- Credevo che per te non facesse differenza se fossi stato vivo o morto – disse con voce flebile.

Sirius scosse la testa – Cretino! Tu ci credi anche! Io ho perso dieci anni di vita questa notte!!

Poi sovrastando il proprio orgoglio si chinò ad abbracciare l’amico, che cercò di ricambiare, sorpreso.

In quel momento arrivò Remus con John.

Il capo dei Ribelli si inginocchiò accanto a James.

- Sono felice di vederti sveglio, ragazzo – gli disse sorridendo tra la folta barba.

Per un attimo tutti rimasero in silenzio.

- Te la senti di dirci cos’è successo? – chiese poi John.

James guardò altrove, ricostruendo tutti i dolorosi ricordi di quella notte – No… - sussurrò poi – Non ora…

John annuì, comprensivo, ma non Remus e Sirius che volevano sapere chi aveva ridotto James in quelle condizioni.

L’uomo si alzò ed invitò Bacchus ad andare a riposare.

Poi si allontanò a sua volta. Era sicuro che James avrebbe parlato molto più apertamente con Sirius e Remus.

I due ragazzi guardarono l’amico, ancora in attesa di una sua risposta.

James non riusciva a guardare in faccia nessuno dei due.

Sentiva il dolore assalirlo e non era dolore fisico.

- E’ morto… - disse poi in poco più di un sussurro – Il bambino… mio figlio… Lily ha partorito questa notte, è nato morto…

Sirius e Remus si scambiarono un’occhiata sconvolta.

- James… James mi dispiace… - mormorò Remus, mettendogli una mano su un braccio.

- Non l’ho nemmeno visto… il padre di Lily l’ha fatto portare via immediatamente… se n’è sbarazzato subito, come se fosse stato spazzatura. Poi ha mandato a chiamare Malfoy. Visto che il bambino non c’è più ha pensato bene che Lily potesse sposare ancora Lucius e ha deciso di sbarazzarsi di me…

- E’ stato lui a farti questo?! – chiese Sirius.

- Oh no, si è riservato questo dolce piacere Malfoy – rispose James.

- Che crudeltà – sussurrò Remus basito.

James fece un respiro profondo per non cedere al dolore, ma risultava sempre più difficile. I ricordi di quella notte lo assalivano in continuazione.

Chiuse gli occhi e li sentì riempirsi di lacrime. Lacrime di dolore e di rabbia. Si aveva una gran rabbia dentro di se.

- Voglio andare a prendere Lily il più presto possibile – disse poi.

- Devi prima riprenderti – disse Remus scuotendo la testa – Non sei nelle condizioni di andare.

- Ma lei ha visto tutto, mi crederà morto! Deve sapere che sto bene!

- Andremo a prenderla noi, questa notte! – disse subito Sirius, senza esitazione – Non preoccuparti, James, la porteremo qui sana e salva.

James lo guardò riconoscente.

- Ragazzi, mi siete mancati – disse poi – Vi giuro che non volevo tornare a vivere tra i nobili. È questa casa mia…

- Lo sappiamo, James. Lo abbiamo sempre saputo – rispose Remus, certo che Sirius condividesse quanto aveva appena detto.

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