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Autore: Happy_Pumpkin    07/06/2010    10 recensioni
“Perché non l'hai fatto?” domandò Naruto.
“Era una cosa stupida.” ammise, irrigidendosi.
Poi, lo vide sorridere e replicare:
“Io sono specializzato nel fare cose stupide, ricordi?”

[SasuNaru, a sfondo sportivo]
Genere: Sportivo, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO IV
The only word you've got to say is... yes.



Mollata la palla, Naruto dopo un paio di proteste si era arreso e aveva seguito Sakura fuori dalla palestra. Così, insieme, erano usciti all'aria aperta, sotto il cielo stellato della sera. Dopo la tempesta, nelle settimane successive il tempo era stato particolarmente bello e il sole aveva brillato quasi ogni giorno.
All'improvviso Sakura si voltò verso di lui e consigliò, senza troppi giri di parole:
“Dovresti andare a trovare Sasuke. Mancavi solo tu e, anche se non lo ammetterà mai, ha chiesto di te. Perché ti ostini a far finta di nulla?”
Aveva gli occhi umidi, nonostante il tono duro della voce.
Naruto in un primo tempo abbassò lo sguardo, poi spiegò fissandola:
“A cosa serve tutto questo? A cosa serve andare a trovarlo, raccontargli degli allenamenti, della finale imminente, quando sappiamo benissimo che Sasuke non potrà più fare nulla? Non ho la minima intenzione di illuderlo.”
“Nessuno vuole illuderlo, non lo stiamo semplicemente lasciando solo. E tu, più di tutti, dovresti essergli accanto. O, magari, il problema è che non hai il coraggio di vederlo così?” lo provocò, assottigliando appena gli occhi verdi.
La verità era che Sakura non sopportava quella situazione. Non sopportava che Naruto, ottimista e solare, si ostinasse a mantenere una linea di comportamento che non sarebbe stata utile a nessuno.
“Okay – replicò Naruto alzando le spalle – se vuoi uccidermi, fallo.”
La ragazza lo scrutò un istante, poi gli dette una spinta sul petto e borbottò:
“Potrei anche farlo ma morto non serviresti a un granché.”
“Accidenti, hai ammesso che ho una qualche utilità nel mondo!” si finse stupito e spalancò gli occhi.
Sakura replicò con uno “Scemo” detto a mezza voce, poi scoppiarono entrambi a ridere come non facevano da giorni. Quando la risata si smorzò, simile a un fuoco che si estingueva, i due compresero che non ci sarebbe stato altro da dire.
“Faccio la doccia, prendo il borsone e torno a casa.” annunciò infine Naruto, stiracchiandosi la schiena.
Sakura non espresse particolari commenti, se non un: “Ci vediamo domani.”
Lo vide entrare in palestra, salutando Shikamaru che stava uscendo. Poi alzò lo sguardo verso le stelle e si chiese se non fosse il caso anche per lei di tornare a casa, nonostante tutta la sua vita fosse altrove.

Con la borsa in spalle, la felpa allacciata in vita e una scarpa slacciata, Naruto percorreva a piedi la strada. Non aveva voglia di prendere il pullman. Nonostante gli allenamenti sfiancanti, sentiva di aver bisogno di ossigenare il cervello con una camminata.
Di solito, gli sarebbe piaciuto avere qualcuno accanto con cui chiacchierare. Usualmente Sasuke e lui percorrevano un pezzo insieme, per poi separarsi. Certo, Sasuke non era un grande interlocutore, ma tutto sommato entrambi si divertivano nel rimbrottarsi a vicenda per far passare il tempo.
Ora, nella solitudine di quei passi, Naruto non poté fare a meno di pensare al proprio compagno di squadra e, quasi di conseguenza, alla sera prima dell'incidente. Gli dette fastidio rendersi conto di avere tante cose in sospeso con lui, oltre che con se stesso.
Passò davanti all'ospedale: si sentì stupido a guardare quell'edificio, camminando per cercare allo stesso tempo la stanza dov'era ricoverato Sasuke. Tirò su col naso, tergiversando con qualche ciottolo sul marciapiede.
Poi, smise di pensare e infilò le mani in tasca, sistemandosi il borsone su entrambe le spalle. A passo di carica entrò nel cortile d'ingresso e basandosi sulla propria memoria guardò le finestre. Quella della camera di Sasuke, se non andava errato, si trovava sull'ala frontale al secondo piano, anche se a guardarle bene erano proprio tutte uguali.
Pensoso, si sedette per terra con le gambe incrociate e buttò sull'erba lo zaino, alzando il collo in alto per cercare di fare mente locale. Dopo un po' avvertì una fastidiosa fitta alla cervicale, dunque decise di lasciar perdere e passare a qualcosa di più pratico.
Andò verso il vialetto, afferrò diversi sassolini controllando che non ci fosse nessuno nei paraggi e si piazzò nuovamente sotto le finestre. Scrollò le spalle, scuotendo i ciottoli in un palmo della mano.
“A noi due.” mormorò, umettandosi con determinazione la lingua.
A chi fosse esattamente riferita quella sfida, non era dato saperlo. Forse era diretta alle finestre, forse a Sasuke, suo malgrado nascosto dietro una di quelle.
Tirando a caso, Naruto colpì una delle tanto sospirate finestre e con una mira invidiabile, centrò il legno degli infissi che la chiudevano. Attese qualche secondo, sperando che Sasuke, avendo il letto accanto alla finestra, non rotolasse a terra nel tentativo di aprire un'anta. A quel punto sì che Naruto avrebbe realmente dovuto sentirsi in colpa.
Sbuffò.
Lanciò un altro sassolino. Quando fu in procinto, con notevole impazienza, di lanciarne un terzo, finalmente sentì il classico rumore di un'imposta che stava per venire aperta. Trattenne il fiato.
Lentamente la finestra si aprì e Naruto pensò febbrilmente a che accidenti dover dire a Sasuke, come giustificarsi per quella comparsata improvvisa a sera tarda dopo giorni di assenza. Forse doveva fuggire a gambe levate, giusto per non dare a quello stupido la soddisfazione di prenderlo in giro. No, la fuga era da escludere: Sasuke lo avrebbe sicuramente visto correre per il giardino con uno zaino in spalle e, a quel punto, poteva anche considerare di seppellirsi a trecento metri di profondità per la vergogna.
Rimase dov'era e appena notò una figura affacciarsi esclamò:
“Sasuke! Sono io!”
“Io chi?” gracchiò una voce.
Splendido. Sasuke oltre che paralizzato doveva essersi perso qualche neurone per strada la sera dell'incidente.
“Naruto, razza di scemo!”
Certo, dare dello scemo a Sasuke procurava sempre una grande soddisfazione.
“Come ti permetti, maleducato!” esclamò con tono più forte e indignato.
A quel punto, Naruto cominciò a nutrire qualche dubbio sull'identità di Sasuke che, prima, aveva dato stupidamente per appurata. Sentì i sassolini farsi più pesanti tra le mani sudate.
“Oh – accennò, ostentando una certa nonchalance – pensi un po,' devo aver sbagliato stanza.”
Strizzando gli occhi, effettivamente si accorse che alla finestra era affacciato un signore piuttosto anziano che, se solo il ragazzo avesse potuto vederlo meglio, lo stava guardando con parecchio disappunto.
“Me n'ero accorto, imbecille. Qui la gente sta male e vuole riposare.” rantolò.
Dopodiché, senza aspettare ulteriori scuse, sbatté la persiana, lasciando Naruto a contemplare l'edificio accompagnato solo da un silenzio cosmico.
Arrabbiato, dandosi dello stupido il ragazzo lanciò a terra i sassi e raccattò lo zaino. Decise di tornare sui suoi passi e rientrare a casa: l'idea di contattare Sasuke di notte era stata folle come quella di andarlo a trovare. L'indomani avrebbe maledetto Sakura, per quanto le volesse bene.
“Sei il solito idiota, Naruto.”
Sentendosi preso in causa Naruto si girò, all'occorrenza pronto a dire quattro parole al vecchietto di prima. Poi alzando lo sguardo, si accorse che presso finestra accanto si era sporto in avanti Sasuke.
“Sasuke?” domandò, giusto per evitare ulteriori fraintendimenti.
“Chi altri?” replicò questi.
“Non so – fece Naruto, alzando le spalle – magari il resto dei pazienti di quest'ospedale?”
Sasuke, sdraiato sul letto, aveva fatto appoggio sul gomito per sporgere in avanti la testa. L'unica cosa che poteva fare in ospedale, oltre a farsi visitare, era guardare fuori. Allora si era fatto posizionare il letto a contatto con l'unica apertura sul mondo, così da non dover fare particolari sforzi né per aprire le ante, né per sporgersi.
“Che vuoi?” domandò all'improvviso, con tono più duro di quanto non volesse.
“Nulla – fece Naruto sulla difensiva – passavo di qua per tornare a casa.”
“Perfetto, tornatene a casa allora.”
Sasuke si era sentito tradito. Non aveva voluto cercare una motivazione sul perché Naruto non si fosse mai fatto vedere. Riusciva solo a pensare che fra tutte le persone con cui aveva a che fare, era stato ignorato proprio da lui.
“Ormai sono qui. Vieni giù a cacciarmi, se ci riesci.” lo sfidò.
Le sue parole non passarono per il cervello. Aveva tanta voglia di provocare Sasuke, costringerlo davvero ad alzarsi e ad affrontarlo come avevano sempre fatto.
“Mi piacerebbe prenderti a pugni, non sai quanto.”
Si guardarono, anche se nella penombra della notte non poterono scorgere bene i rispettivi volti.
A quel punto, Naruto si rimboccò le maniche, fece cadere ancora a terra il borsone e propose.
“Tu aspetta e vedi che...”
“Che... cosa? - lo incalzò Sasuke ironico – Che vieni fin quassù?”
“Puoi giurarci!” esclamò l'altro senza pensarci.
“Arrampicati allora, o torna domani come tutte le persone normali.” propose.
Quando non ricevette risposta da Naruto, per un istante credette che avesse deciso di andarsene, eppure non sarebbe stato certo lui a fermarlo. Eppure nel momento in cui non riuscì più a intravederlo, nonostante il risentimento che provava nei suoi confronti con una certa apprensione cercò di spingersi più avanti.
Poi lo sentì respirare e allora, perplesso, Sasuke corrugò le sopracciglia. Trattenendo il fiato per il dolore, si sporse ancora e si sorprese nel vedere che Naruto, con sorprendente forza di volontà, si stava arrampicando, sfruttando i davanzali e le grondaie come appiglio.
“Cosa diavolo stai facendo?” sbottò, scuotendo la testa.
In realtà sorrise.
Naruto mugugnò qualcosa di incomprensibile in risposta, troppo concentrato a non perdere la presa per degnarsi di guardarlo.
“Anche se siamo al secondo piano non vuol dire che cadendo rimarrai illeso, razza di stupido.”
Avrebbe voluto essere più indifferente e meno preoccupato ma non ci riuscì. Alla fine, quando vide Naruto appollaiarsi sulla sua finestra, con le mani graffiate e la fronte sudata, tirò un accenno di sospiro.
“Se mi impegno posso anche raggiungere il tetto.” lo sfidò Naruto, incrociando le gambe nel dare con noncuranza le spalle al vuoto.
“Va bene, fallo in un altro momento però.” replicò Sasuke, fingendosi irritato.
Poi guardò Naruto. Quando era giù nel cortile scorgeva la sua figura alla luce dei lampioni, ora, ne intravedeva appena il viso grazie alla debole luce vicina alla parete, mentre il resto del suo corpo era accarezzato dall'ombra.
Non avrebbe mai pensato che, nonostante tutto, il suo cuore avrebbe accelerato così tanto all'idea di ritrovarselo davanti dopo settimane di assenza.
“Sai – disse all'improvviso Naruto con un groppo in gola – non volevo proprio vederti. Credevo di farlo per te, per non farti del male. Poi Sakura mi ha fatto capire che in realtà ero solo codardo: avevo paura di non vedere più il Sasuke che conoscevo.”
Aggrottò la fronte e si guardò le mani.
Gli era costato parecchio parlare così schiettamente di fronte a lui.
Sasuke lo comprese. Per diversi istanti rimase zitto, visto che a sua volta non sapeva cosa dire, quali parole usare. All'inizio pensava solo che, se mai Naruto si fosse fatto vivo, lo avrebbe insultato.
Ma ora che ce lo aveva davanti, ogni suo proposito era stato accantonato in un angolo, anche se la rabbia nei suoi confronti era rimasta immutata, accompagnata però da tanti altri sentimenti che gli tormentavano lo stomaco.
“Come sta il campo sulla spiaggia?” domandò all'improvviso, scrutando l'amico con fare indagatore.
Naruto fece una smorfia, ammettendo: “Non lo so. Da dopo l'incidente non ci sono più andato.”
“Perché?”
Si fissarono.
“Pensavo ad altro. A te, alla finale, a...”
Poteva esserci spazio per un noi?
Mordendosi un labbro, Sasuke afferrò Naruto per il collo della manica e lo trascinò verso di sé. Il ragazzo, colto completamente alla sprovvista, dovette appoggiare una mano sul cuscino a fianco alla testa del compagno per non cadergli addosso.
I loro volti, malgrado tutto, si trovarono a pochi millimetri di distanza.
Senza distogliere lo sguardo, Sasuke mormorò:
“Non avere compassione per me, Naruto. Non tu.”
Quella volta, il ragazzo dai capelli biondi non tentò di divincolarsi. Restò immobile, così che entrambi annegarono negli occhi intensi dell'altro.
“Non è compassione la mia. E' paura. E rabbia anche.”
A quel punto, Sasuke lasciò la presa ma Naruto non si mosse. Non sapeva quali parole usare o in che maniera impostare il discorso. Si sentì un bambino al primo giorno di scuola, quando aveva tutti gli strumenti per scrivere ma ancora non capiva in che maniera farlo.
Naruto invece lo guardava, incredibilmente serio e corrucciato. A dire il vero, era in tensione tanto quanto Sasuke. Per la vicinanza improvvisa, così come per la paura di sentire parole per le quali avrebbe voluto essere sordo.
Infine Sasuke si sentì un traditore nel prolungare ancora quell'attesa, avrebbe dovuto dire la verità e mai quanto quel giorno gli sarebbe piaciuto improvvisarsi uno splendido bugiardo:
“Non rimarrò paralizzato tutta la vita. Oggi pomeriggio mi è stata offerta una possibilità.” Quella... sì, quella era la parte migliore.
E Naruto colse con ogni fibra di se stesso ogni singolo aspetto positivo della notizia, sentendo una fitta di gioia che, stranamente, gli avvolgeva lo stomaco e gli accarezzava il cuore.
“Cosa? - mormorò, incredulo – Nessuno mi ha detto...”
“Perché nessuno lo ha ancora saputo – lo anticipò – sei il primo a cui lo dico.”
Dette quelle parole, Naruto lentamente tolse la mano dal cuscino e altrettanto lentamente si rimise a sedere sul davanzale, senza però distogliere gli occhi da Sasuke.
Questi invece si guardò un istante le gambe prima di dire:
“Nell'ospedale universitario di Fukuoka sono specializzati in operazioni di vertebroplastica e più in generale nella cura di lesioni alla spina dorsale. Non muovo più le gambe perché le vertebre fratturate schiacciano l'intera colonna vertebrale. Sottoponendomi a diverse operazioni, invece, è probabile che riescano a risistemarle e a guarirmi dalla paralisi.”
“Oh. Accidenti.” biascicò.
Voleva sentirsi felice, esultare, dire a Sasuke di dirigersi immediatamente nel Kyūshū e farsi operare il più in fretta possibile. Ma per una serie di motivi non lo fece, tra i quali vi era l'egoistica consapevolezza che in quel modo non avrebbe più rivisto il compagno.
�"Tutto qui quello che hai da dire?” domandò Sasuke, seppur con un accenno di sorriso.
Facendosi sospettoso, Naruto indagò: “E... ci sono rischi?”
“Posso solo rimanere paralizzato. Vista la situazione, direi che tentare non cambierebbe granché la mia condizione attuale se qualcosa andasse storto.”
Finendo di parlare, Sasuke guardò Naruto. Fu come se attendesse qualcosa. Non qualcosa, una domanda: la domanda fatidica che, in fondo, tutti e due aspettavano.
“Tornerai a giocare?” lo disse in un sussurro.
“Forse ci vorranno mesi, forse anni, di fisioterapia ma le possibilità sono buone. Magari il recupero non sarà tale da poter praticare la pallavolo a livello agonistico ma... continuerò a giocare.”
Ci vollero diversi secondi affinché Naruto potesse in qualche modo cercare di controllarsi, incamerare le emozioni e lo sconvolgimento che la prospettiva di veder nuovamente Sasuke su un campo da gioco gli aveva provocato. Se non averlo più accanto era il prezzo da pagare, gli andava benissimo ugualmente.
Dilatò le narici e replicò: “Vorrei davvero tanto prenderti a pugni.”
Stranamente, Sasuke non obiettò come al suo solito.
Guardò un istante fuori dalla finestra, oltre la figura di Naruto e fece presente:
“Questo vorrà dire che per seguire la terapia a Fukuoka dovrò trasferirmi lì.”
Passarono diversi secondi di silenzio.
Infine, Naruto sorrise e alzò le spalle, commentando:
“Immaginavo. A questo punto, credo proprio che ci ritroveremo in campo come rivali e non più come compagni di squadra.”
“Suppongo di sì.” Sasuke, a differenza di Naruto, non sorrideva.
Cadde nuovamente il silenzio.
Naruto non sapeva realmente cosa pensare: fino a poche ore fa era convinto di non vedere più Sasuke in piedi, adesso riteneva lecito immaginare che avrebbero giocato da avversari.
Accennando a un altro sorriso, fingendo una spensieratezza che non aveva, annunciò:
“Ora forse è meglio se scendo e cerco di sgattaiolare fuori. Penso che farmi beccare dagli infermieri sia più salutare di finire spiaccicato a terra.”
Il ragazzo in un primo momento non replicò. Lo osservò muoversi per cercare di scendere senza cadergli propriamente addosso poi, prima che potesse spostarsi, gli disse:
“Naruto, riguardo la sera dell'incidente...”
Si zittì. Aggrottò le sopracciglia, indurendo lo sguardo per cercare di non dare a vedere di trovarsi in difficoltà.
L'amico non si mosse, in attesa.
A quel punto, Sasuke decise di giocarsi il tutto per tutto, fissandolo:
“Avrei voluto abbracciarti.” la sua verità, in un soffio.
Perfetto. A quel punto Naruto aveva il sacrosanto diritto di ricattarlo a vita.
Il suo silenzio, in effetti, preoccupò Sasuke che già era in procinto di smentire ogni cosa, dandosi mentalmente dello stupido, e dichiarare con il suo solito fare schivo di averlo preso in giro.
“Perché non l'hai fatto?” domandò invece Naruto.
“Era una cosa stupida.” ammise, irrigidendosi.
No, per lui non lo era affatto. Anche adesso, si rese conto, gli sarebbe piaciuto toccarlo.
Poi, lo vide sorridere e replicare:
“Io sono specializzato nel fare cose stupide, ricordi?”
Lo disse muovendosi più avanti. Erano nuovamente vicini, vicini come sul campo da gioco, quando si affiancavano insieme per darsi lo slancio e murare; vicini in un'intimità che solo loro due sapevano di poter avere.
Sasuke smise di pensare alle conseguenze. Lentamente, mosse una mano e passò le dita tra i suoi capelli biondi, ancora bagnati dalla doccia dopo l'allenamento.
In un sussurro complice domandò:
“Sei così stupido anche da accettare un bacio?”
“Io sì. E tu?” chiese.
Non ebbe nemmeno bisogno di pensarci:
“Credo di non essermi mai sentito tanto stupido come questa sera.”
Pronunciata la parola sera, avvicinò le labbra a quelle di Naruto. Le sfiorò appena con la lingua, forse per indugiare e comprendere ciò che andava fatto, ma non credette nemmeno per un istante di stare sbagliando.
Così, alla fine si baciarono, entrambi mostrando una delicatezza accorta. Naruto, in bilico sul davanzale di una finestra; Sasuke, sdraiato su un letto d'ospedale. E la notte non faceva intravedere i loro corpi, anche se le stelle illuminavano il cielo.

*

Un anno dopo. Finale del torneo di primavera.

L'intera squadra era in fibrillazione. I componenti ascoltavano con sorprendente attenzione gli ultimi consigli di Tsunade, anche a volte se la testa era altrove.
Da una parte, tutti erano concentrati sull'imminente incontro per la finale del torneo; dall'altra, non potevano evitare di pensare al fatto che entro breve avrebbero rivisto... lui.
A distanza di un anno, ancora bruciava la sconfitta alla finale che avevano perso per un solo set contro gli avversari. Ora la voglia di rivincita era persino più forte e ognuno, dall'affamato Choji allo svogliato Shikamaru, aveva compreso il proprio ruolo meglio di quanto non fosse accaduto il giorno in cui giocarono senza Sasuke.
Neji era venuto ad assistere, lasciando gli allenamenti con i propri compagni d'università. Si sentì coinvolto alla stregua di tutti gli amici che aveva lasciato perché, in fondo, lui era pur sempre parte di quella squadra che lo aveva visto crescere.
Sakura, in piedi accanto all'allenatrice, scorse Naruto allontanarsiper praticare un po' di stretching, dopo aver ascoltato gli ultimi consigli tattici .
Lo raggiunse, affiancandoglisi, e disse:
“Oggi giocherai contro Sasuke.”
“Lo so – confermò lui, allegro – e francamente non vedo l'ora. Sono impaziente di fargli vedere quanto io sia migliore di lui.”
“Non montarti troppo la testa.” scherzò Sakura, dandogli un buffetto dietro la nuca.
Il ragazzo protestò ma tornò a ridere, con gli occhi luminosi dall'aspettativa.
Un anno intero: aveva dovuto attendere un anno intero per avere nuovamente l'occasione di confrontarsi con Sasuke. Nei giorni di qualifica le loro squadre si erano incontrate solo una volta ma in quel frangente il suo avversario aveva dovuto terminare la fisioterapia.
Il suo recupero, a ben pensarci, era stato sorprendente. Sorprendente per tutti, forse, ma non per Naruto. Perché questi conosceva la determinazione, l'ostinazione e la testardaggine di Sasuke meglio di chiunque altro.
Aveva sperato con tutto il cuore di avere l'occasione di fronteggiarsi un'ultima volta con lui prima di iniziare l'università. Dopo quello strano incontro alla finestra dell'ospedale, si erano rivisti soltanto più poco, fino a che non era venuto il giorno della partenza.
Si erano sentiti a volte per telefono, a volte per lettera. Si tenevano in contatto, solo loro due, anche se di tanto in tanto Sasuke scriveva qualche riga a Tsunade, salutando la squadra e avvisandoli che ben presto sarebbe tornato a giocare.
Poi, Naruto lo intravide uscire dagli spogliatoi. Stava parlando con l'allenatore e non guardò verso di loro. Tutti, a dire il vero, attendevano che Sasuke si voltasse dalla loro parte del campo.
Quando fu tempo di prendere posizione, finalmente il ragazzo dai capelli neri scrutò la propria squadra di un tempo; nel farlo, dopo averlo evitato con tutte le proprie forze, sentì una fitta di nostalgia: sapeva che sarebbe stato inevitabile provare affetto per il passato.
Poi guardò Naruto e pensò che dopo quella partita ogni cosa sarebbe stata diversa, magari in senso positivo. Probabilmente tutti e due avrebbero avuto più spazio l'uno per l'altro.
Si fissarono e, nell'attesa che gli ultimi giocatori scendessero in campo, Naruto annunciò avvicinandosi sotto rete:
“Ora il chiosco è più grande e solido. Anche la rete da gioco: non riuscirebbe a smuoverla nemmeno un tifone.”
Sasuke sorrise: “Allora aspettami. Ti batterò persino lì.”
“Scordatelo. Oggi ho intenzione di vincere.”
“Vincere? - ripeté Sasuke, piegando le ginocchia e attendendo il fischio dell'arbitro – Non contarci troppo, Naruto.”
Pochi secondi e l'arbitro fischiò.
Alla battuta, il giocatore della squadra di Sasuke si elevò in un salto e schiacciò la palla; la partita era iniziata.
Sasuke e Naruto si guardarono un'ultima, meravigliosa, volta prima di spostarsi seguendo gli schemi. Un istante, solo per loro, mentre il tempo, il sudore, il tabellone che segnava i punti cessavano di esistere.

Rifletti un istante.
Alle spalle, abbiamo un anno trascorso insieme come compagni di squadra; davanti a noi, una vita intera: come rivali e, forse, come gli amanti che in passato non siamo riusciti ad essere.
Allora... vuoi essere il mio amante?

La palla volò nell'aria e oltrepassò la rete, ricordando un prigioniero intento a scavalcare il muro che lo separava dal resto del mondo. Invece, il respiro irregolare dei due ragazzi in attesa sembrò semplicemente voler sussurrare

... sì.



Sproloqui di una  zucca

Fatto, ultimo capitolo pubblicato e storia conclusa, con un certo dispiacere da parte mia. Perché ho adorato questo Naruto e questo Sasuke. Il senso di complicità e rivalità che li lega, fino ad essere attrazione, non poteva che venire splendidamente espresso con la pallavolo, sport che amo e che secondo me incarna perfettamente il modo d'essere di entrambi.
Ho evitato volontariamente di dedicare una parte al momento in cui il dottore annuncia a Sasuke la possibilità di guarire. Semplicemente per non scadere in troppi tecnicismi medici e per far avvicinare chi legge a Naruto, alla sorpresa di ricevere una notizia simile nel cuore della notte.
Spero con questo capitolo di aver degnamente concluso la storia che vorrebbe essere una piccola parentesi nel vasto quanto variegato universo del SasuNaru: semplice e un po' nostalgica, nient'altro che questo.
Casomai non vi foste ancora stufati di queste parentesi, ho pubblicato un'altra mini-long, questa volta più long che mini, nuovamente dedicata a a Sasuke e Naruto. Ebbene sì, nonostante tutto mi piace scrivere su di loro <3

 
ryanforever: Bene, sono contenta di essere stata perdonata, ciò mi rende immensamente sollevata *ritira scudo contro i pomodori* Spiace tanto anche a me di essere arrivata alla fine, ma data la trama ritenevo che prolungare ulteriormente il tutto sarebbe risultato inadeguato e avrebbe portato un senso di ridondanza che non mi sarebbe gradito. Mi rende tanto felice che la caratterizzazione e le scene con Mikoto ti siano piaciute: è un personaggio che, in quanto madre e in quanto Uchiha, potrebbe offrire tanti spunti. In conclusione spero di essere stata abbastanza brava con Sasuke e Naruto, anche se il fatto che io voglia tanto bene ad entrambi (a livello di coppia, và XD) non sempre mi porta al lieto fine.
Grazie di aver seguito questa storia con tanta partecipazione, spero di ritrovarti molto prossimamente! Un grande bacione!

_Sumiko_:  Tiro un sospiro nel constatare che, nonostante l'attesa, l'irritazione sia stata dimenticata leggendo il nuovo capitolo. Rinnovo le mie scuse e ti ringrazio per l'infinita, nonché paziente, comprensione. Le tue parole mi rendono orgogliosa da un lato e commossa dall'altro: per come reputi IC i personaggi, cosa a cui tengo particolarmente, e per quanto hai apprezzato della narrazione. Credo sia negli avvenimenti della vita reale che si incontrino le maggiori difficoltà nel mantenere ben caratterizzati i personaggi.
Ti ringrazio delle tue recensioni e dell'alta opinione che hai di questa storia, mi auguro che anche con questo capitolo le tue impressioni possano rimanere inalterate. Spero oltretutto che ci rileggeremo in futuro! Bacione!

Kagachan: Oh, Ila! ** Grazie mille per la tua pazienza nel riscrivere e tentare di pubblicare le recensioni, è veramente odioso quando tutto va a farsi benedire ed EFP rifiuta di collaborare. Quindi considero doppiamente preziosi i commenti che, gioia e gaudio, dopo tante fatiche sei riuscita a postare.
Sono contenta che la fiction ti piaccia e che non deluda le aspettative, specialmente che il puzzle iniziale si sia completato senza troppi problemi. Che bello, anche a te è piaciuta Mikoto! Sono felice anche per la povera Signora Uchiha XD E' proprio vero: si tratta di una mamma, con tutto quello che comporta essere madre. Dev'essere forte per i suoi figli, mascherando il dolore e la paura, e questo non è mai immediato.
Quanto al buon Sasuke... sì, poveretto, è stato investito proprio mentre tentava di salvare il salvabile presso la spiaggia. In ogni caso concordo con te: Sasuke e Naruto sono personaggi complicati, seppure nella loro semplicità, e non sia mai che con loro tutto fili liscio XD Hai perfettamente inquadrato i loro sentimenti e le motivazioni che li hanno mossi in questi capitoli, sono davvero entusiasta di questo!
Con questo finale, mi auguro che rimarrai soddisfatta perché - sì, hai pienamente ragione - questa fiction è anche tua, la dedica è sempre valida, riga dopo riga. Attenderò impaziente che la tua voglia di scrivere ritorni alla grande e che quindi, contemporaneamente, io possa bearmi della tua ItaNaru (sono molto paziente **). Un mega-abbraccio-stritolante tutto per te, in attesa di poterci sentire!**

LaGrenouille:  Benvenuta, o nuova commentatrice! Splendido, ho trovato un'altra fan della pallavolo; in effetti speravo di incontrare persone a cui piacesse e che fossero in grado di amarla anche in questo contesto puramente letterario. E' bello leggere che tu abbia apprezzato questi momenti di gioco, specialmente perché non è facile cercare di trasmettere simili episodi. Quindi ben venga che tu sia una feticista del dettaglio, ci ritroviamo molto sotto quest'aspetto!
Ho molto apprezzato come tu hai definito il rapporto tra Sasuke e Naruto "attraversato da corrente elettrica", meraviglioso modo di descriverlo e vederlo, non avrei potuto trovare una maniera migliore per parlare dell'ottica sotto la quale io li percepisco. Altrettanto positivo per me è stato comprendere che il rapporto tra Itachi e Sasuke, seppur non facilitato dalla lontananza, ti abbia colpito (io ho una sorella più piccola e abbiamo caratteri tanto diversi, eppure ancora non saprei definire con esattezza la natura del legame che ci unisce).
Grazie quindi del tuo commento e delle opinioni che hai espresso, ne sono davvero felice. Mi auguro di rivederti prossimamente su questi schermi! Bacione!

annamariz: Grazie davvero per mostrare nuovamente apprezzamento per questa storia e, più in generale, verso l'autrice, questo mi motiva moltissimo. Pur essendo alla fine, mi auguro che la conclusione non lasci pienamente insoddisfatti e che continuino ad essere ben considerati i personaggi, così come la trama in generale.
Rinnovo i miei ringraziamenti e attendo il tuo parere. Un grande bacione!

mikkabon: Ohibò, anche questa volta sono scampata alla morte, meno male! Sì, in effetti riconosco di essere giusto un pochettino crudele e infima ma credo che con questo capitolo mi sia riscattata, almeno in parte, di molto delle cattiverie che ho fatto subire. Almeno credo ò.ò
Sasuke e Naruto, in qualsiasi modo vada, non possono essere da soli... si chiamano, anche solo telepaticamente, c'è poco da fare ** In ogni caso, lieta di sapere che l'attesa sia stata ricompensata dal capitolo!
Grazie di tutto e un bacione anche a te, spero di rivederti da queste parti!

Grazie infine anche a tutti i lettori! Arrivederci a presto, yeah!


   
 
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