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Autore: UchimakiPro    03/08/2010    6 recensioni
Quando c'è in gioco il destino del mondo, arriva il momento di decidere cos’è davvero importante. E il nemico più pericoloso è quello che si agita nel proprio petto. La storia di due donne, intrecciata indissolubilmente, che scorre a tratti sulle complici note di Tegan & Sara.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3 – Lungo la costa


 Michiru sospirò guardando il tramonto. Pensò che man mano, tutto sarebbe andato meglio. Persino i gradini degli spalti sembravano meno intollerabili.
 Haruka è una guerriera ora.
Una guerriera che si è chiusa in camera da giorni, neanche fosse un’adolescente in crisi dopo un taglio di capelli troppo corto per i suoi gusti.
 Sospirò.
 Dopotutto, anche per lei la prima trasformazione era stata decisamente traumatica, aveva previsto di lasciarle un po’ di tempo per riprendersi. Ma ormai poteva essere abbastanza. Si alzò, sistemandosi elegantemente la gonna con le mani.
 Era ora di andare a prendere quell’adolescente testarda.

 -Haruka, io entro!-
 Nessuna risposta, come previsto. Spinse la porta lentamente, affacciandosi su quel confuso ammasso di cose indefinibili, nella semioscurità di una finestra non del tutto chiusa. Nell’aria, una canzone sembrava l’unica cosa in movimento. Era piacevole, chissà chi erano le cantanti.

“When your love lets you go
 you only want love more
Even when love
wasn't what you were looking for”

 -Haruka…-
 Si arrese al fatto che era decisamente carina, stretta al cuscino con addosso quella canotta bianca. Tentò di avvicinarsi senza calpestare nulla di fragile, stupendosi della quantità di vestiti femminili sparsi in giro. Come avesse tentato di indossarli.
 Non riuscì a non ridere lievemente tra sé.
 Quanto mi piacerebbe vederla.
 Si sedette sul letto accanto a lei, poggiando una mano su quei capelli di grano dorato.
-Ho fatto così anch’io, credimi… ti ci abitui presto.-
-…mh.-
 Ci avrebbe scommesso che non stava dormendo.
-Sì, è…la trasformazione.-
 Haruka si tirò su, bisbigliando in modo poco convincente anche per se stessa.
 La propria, personale trasformazione.
 Michiru sorrise, era decisamente carina così spettinata, e la canotta era aderente al punto giusto, come immaginava. Sentì le guance in fiamme.
 Poterla guardare negli occhi… chissà se sarebbe riuscita ad abituarsi anche a quello.

 “When you want love
doesn't matter what you're looking for
Speak slow, tell me love
where do we go... ah ah
Where do we go... ah ah
where do we go”

 Guardarsi, in quel modo. Quando si sa che sta per succedere.
 Quando tutto è complice, e i bordi del mondo si sfumano. Sfiorarsi le dita, chiudere gli occhi. Non esiste più nient’altro.
 Una mano dietro la nuca, intrecciata ai capelli. Un bacio lungo, lingue che danzano scoprendosi, senza fretta. Brividi sconosciuti, sapori tanto bramati.
 Ritrovarsi una sull’altra, una tra le braccia dell’altra. Una mano si insinua sotto la maglietta, desiderosa di pelle calda. Il tocco audace di chi non riesce più ad aspettare.
-Haruka…aspetta, forse non dovremmo …-
 La voce esitante, un ultimo appiglio alla razionalità che si allontana indesiderata.
-Se non vuoi, puoi fermarmi in qualsiasi momento…-
 Respiro caldo sul collo, piccoli gemiti rubati. La maglietta leggera viene alzata, morbidi seni perfetti, splendidamente bollenti. Capezzoli tondi come piccole ciliegie, sotto le labbra vogliose che sanno torturarli con i loro giochi eccitati.
 Gemiti che istigano, ventre in fiamme. La mano scivola, l’elastico dei pantaloncini è un ostacolo per nulla preoccupante.
 -Haruka… forse stiamo correndo troppo…-
 Parole di pura formalità, che non tengono testa al respiro affannato di una sincerità provocante.
 -Michiru…sei già bagnata qui…-
 Sensazione da far girare la testa, tremendamente irresistibile. Le dita si muovono di propria spontanea volontà, catturate da quel calore umido, da quell’intimità preziosa.
 Le sue mani sulla schiena, aggrappate, ciò che di meglio si possa desiderare.
 Respiri sincronizzati in eccitata armonia.
 Mia. Mia. Mia. Mia.
 I suoi capelli sul cuscino come nel più ardito dei sogni, il marchio del suo odore addosso. Il suo bagnato piacere sulla mano.
 Gemiti che privano di ogni minimo controllo. Grida di godimento a scuoterle il corpo. Sentire la propria vita resettata, rendersi conto di non aver mai fatto davvero l’amore prima di quel momento.
 Portarsi lussuriosa le dita alla bocca per leccarle avidamente.
Ricadere una sull’altra, non sopportare più la barriera di stoffa.
 -Michiru…n-no, aspetta!-
 Troppo tardi, non c’è spazio per le insicurezze di una vita. La canotta viene alzata, petto candido e indifeso.
 Polsi tenuti bloccati, labbra calde sul seno fremente. Piacere involontario e inaspettato. Riconoscere la lingua sulla pelle nuda.
 Gemiti liberi dalla prigione della gola. Fiamme irrefrenabili che si agitano nel ventre.
 Pelle nuda su pelle nuda. Strofinarsi, sudate e padrone della notte.
 -Haruka…io…-
 -Così…-
Sangue che ribolle, gola secca. Tremare appena, non poter tenere a bada qualcosa di tanto forte. Tremare di più.
-Lì dove senti più bagnato…-
Scivolare lentamente, drogarsi di quel calore.
E sentirsi riempire, donarsi completamente come mai si era fatto prima.
 Aggrapparsi alle sue spalle, ansimare al suo orecchio. Che stupida ad aver pensato che esistesse il piacere, prima di quella notte. Godere spudoratamente, gridare spudoratamente.
E ricadere ancora, le lenzuola impregnate di sudore, i loro odori mischiati insieme.
Guardarsi negli occhi senza sapere per quanto tempo. Carezze lente sulla pelle liscia, sorrisi dolcissimi, sussurri avvolgenti.
 Baciarsi di nuovo, divorarsi in un bisogno inebriante.
 L’alba non era ancora arrivata, e il mondo gli apparteneva ancora.
 Pronte a ricominciare daccapo.


 -No dai… Io non esco!-
 -Haruka, non fare i capricci e fammi vedere come stai!-
 Michiru rise intenerita per l’ennesima volta, da quando si era intestardita a vedere come le stavano quei vestiti. Seduta a gambe incrociate sul letto candido, con addosso la canotta che odorava di Haruka.
 Il blu notte le donava ancora di più di quanto immaginasse, la risata si trasformò in un istante in un sorriso estasiato.
 -Sei bellissima.-
 -Non prendermi in giro…-
 Le sue guance erano incredibilmente arrossate, le mani impegnate a tirarsi più giù la gonna e più su la scollatura alternativamente.
 -Sei bellissima, vieni qui.-
 Smise immediatamente di ribellarsi, tendendo le labbra come a pretendere un bel premio per il suo eroico sforzo.
 -Ora prova questo!-
 Le sue aspettative vennero rimandate ancora, con dei brontolii indistinti e rassegnati si accinse ad indossare anche quello rosso.
 -Haruka, e io come sto?-
 -Michiru… come uomo non sei affatto convincente.-
 Quelle risate cristalline che si sovrapponevano erano la musica più bella che avesse mai risuonato nel suo monolocale. Era così strano.
 -E ora molla la mia cravatta!-
 Rincorrersi, passare le braccia attorno a quella vita sottile. Sentire che il letto prima era decisamente troppo grande, e troppo vuoto.
 Era tutto meraviglioso.
 Ogni bacio di Michiru era il dono più bello che avesse mai ricevuto.
 


 Haruka era distesa fra le lenzuola bianche. Placidamente soddisfatta, il respiro appena percettibile del primo sonno.
 Com’è bella.
 Le pagine di un blocco da disegno scorsero velocemente, un sorriso consapevole illuminò il volto incantato. Il sorriso di un artista che sta per creare il primo vero capolavoro della sua vita.
 Questo è per te, Haruka.



 Quel mostro era decisamente più forte del previsto, anche l’ultima delle cinque ragazze era a terra. La speranza di vincere stavolta vacillava sempre di più.
 Come dice Haruka, questo è sempre il momento migliore per arrivare.
 Petali trasportati dal vento ruotarono con raffinatezza attorno alle loro figure, orgogliosamente spalla contro spalla.
 -Guidata dalla nuova era, Sailor Uranus, agisce con eleganza!-
 -Allo stesso modo, Sailor Neptune, agisce con grazia!-
 Per un attimo, Michiru guardò la sua Haruka.
 Che sbruffona.
 Le sfuggì una piccola risata. Le faceva tenerezza confrontare tanta spavalderia con la maschiaccia resa goffa dal ritrovarsi improvvisamente in minigonna.
 Le prime volte le sue lamentele per la divisa erano insopportabili!
 E ora invece, quanta sicurezza.
 Pensò che forse non c’era nulla di male nel prendersi il merito almeno un po’.
 
 Ogni giorno nuovi rischi, nuovi nemici. Ogni giorno diventare un po’ più forti. Paure, lacrime, e sorrisi, ed emozioni forti.
 Ma Michiru sapeva che ogni sera, qualunque cosa fosse successa, avrebbero guidato ancora insieme lungo la costa. Verso il loro appartamento.
 E che Haruka le avrebbe sussurrato, ancora una volta, quelle parole.

 -Grazie di avermi trovata.-





La canzone di questo capitolo è:
Speak slow
(Tegan & Sara)


  
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