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Autore: Ayumi    15/09/2010    1 recensioni
Sono passati alcuni anni dalla sconfitta di Voldemort. Harry, Ron, Ginny, Hermione sono ormai adulti, alle prese con le piccole difficoltà quotidiane, ma non solo: segreti, amori, avvenimenti misteriosi, e forse nuovi pericoli da affrontare.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

Della cordardia

 

Chi ora fugge, presto inseguirà,

chi non accetta doni, ne offrirà,

e se non ama, presto comunque amerà.

[Saffo]

 

 

         Una pioggia debole ma costante aveva dato il buongiorno a quel trentuno di  ottobre, e sembrava intenzionata a tenergli compagnia per tutta la sua durata.

          Hermione aveva spedito fuori casa Ron per alcune commissioni: in realtà non si trattava di nulla di urgente, ma non voleva averlo fra i piedi mentre cercava di rassettare in qualche modo casa. Oltre tutto il suo ragazzo aveva avuto uno strano comportamento sin dalla colazione. Sembrava agitato da qualcosa, evasivo, ma anche euforico: tempo un quarto d’ora, ed era riuscito a combinare più guai di quelli che la piccola Luinil aveva causato durante il primo mese che aveva passato con loro.

          Avevano in programma di pranzare da Ginny ed Harry - infatti si erano dati appuntamento direttamente a casa loro - e poi di raggiungere gli altri alla Tana per una delle immense cene organizzate dalla signora Weasley.

 
         Terminò di sistemare la cucina e la camera da letto.
         Adorava essere una strega: fare le pulizie alla maniera babbana sarebbe stato un vero incubo, mentre le erano bastati pochi colpi di bacchetta, qualche incantesimo, e la casa era veramente splendente.

          Era felice del programma della giornata: perché avrebbe passato del tempo con le persone a cui voleva più bene al mondo, perché l’atmosfera che si respirava alla Tana era sempre così famigliare e rassicurante, e perché almeno per qualche ora avrebbe potuto staccarsi da quanto la tormentava ultimamente, e provare un assaggio di leggerezza e allegra.

          Allietata da questi pensieri, prese tra le braccia la gattina e la coinvolse in un’aggraziata giravolta, posandole poi un bacino sul muso prima di deporla a terra; poi, sempre a passo di danza, si spostò in camera per prepararsi ad uscire.
Hermione aveva conservato il suoi stile semplice e sobrio: scelse di indossare un morbido magione bianco su dei jeans blu scuro. Un cappotto color panna e un cappellino di lana dello stesso colore avrebbero completato il tutto. L’unico vezzo aveva iniziato a concedersi da qualche tempo, era quello di portare i tacchi.

          Guardò fuori dalla finestra la pioggia che non dava segno di voler smettere di cadere, e per la seconda volta in quella mattinata, ringraziò Merlino per essere una strega: sorrise e si smaterializzò direttamente sulla porta della villetta dei suoi due migliori amici.

 

***

 

-         Finalmente sei arrivata! – Ron l’accolse abbracciandola.

-         Ron, te l’ho già detto che oggi sei strano? – gli rispose ridendo, cercando di togliersi il cappotto e il cappello.

 Ron sorrise, e prendendola per mano la condusse in cucina, dove Harry e Ginny stavano per mettere in tavola il pranzo.

          Hermione amava molto passare del tempo a casa loro.

         Era sempre tutto in disordine, molte volte per trovare una sedia si doveva fare la caccia al tesoro perché erano sempre sepolte da abiti, libri, riviste. Inutile dire che con il matrimonio imminente, la situazione era di gran lunga peggiorata.

          Ma c’era quel caminetto così piccolo e delizioso, con il fuoco sempre acceso. E c’era quel profumo di buono, di vaniglia e fragola, che ti investiva non appena veniva aperta la porta d’ingresso. E che, se all’inizio poteva essere sgradevole, in pochi attimi di avvolgeva con la sua dolcezza e ti faceva venire voglia di accomodarti per terra, sul morbido tappeto, per mangiare una gustosa fetta di torta, di quelle ipercaloriche che preparava Ginny.

          Era una casa che trasudava amore da ogni angolo.

         Hermione si accomodò vicino a Ginny, e iniziarono a mangiare.

 -   Ginny, hai per caso scordato che sta sera siamo a cena da vostra madre? – chiese la ragazza, vedendo tutte le prelibatezze che imbandivano la tavola.

-         Hermione, hai per caso scordato che mio fratello mangia quanto un branco di ippogrifi? – le fece il verso.

 In effetti quando si voltarono a guardare Ron, lo trovarono intento a riempirsi il piatto con una mano e con l’altra a portarsi alla bocca vere e proprie badilate di cibo.

 
-         Sono uno sportivo – rispose, senza smettere di mangiare – consumo un sacco di energia e ho bisogno di nutrirmi!

 Lo guardarono malissimo, compreso Harry, e poi scoppiarono a ridere. A vederli scherzare così sembravano ancora quattro ragazzini, mentre in realtà ognuno di loro – forse Ron era un caso a parte – stava giorno per giorno costruendo il proprio futuro, con tanta fatica e assumendosi non poche responsabilità.

 
 

***

 

         La lunga tavolata era imbandita, la casa era decorata con finti pipistrelli (che parevano veri), enormi zucche e candele che diffondevano una calda luce dorata.

Sembrava quasi di essere nella Sala Grande di Howgarts, mancava soltanto il soffitto incantato.

          C’erano proprio tutti quella sera.

          Ovviamente Molly ed Arthur. Poi Bill con Fleur e la piccola Victoire, Charlie con la sua fidanzata rumena Gentiana. George e Angelina, Percy e Audrey.

          Hermione si sentiva inspiegabilmente a disagio, e la cosa la preoccupava in quanto non le era mai capitato di sentirsi così, nemmeno la prima volta che aveva passato l’estate alla Tana.

          Era seduta comodamente sul divano mentre osservava i tentativi della piccola Victoire nel cercare di alzarsi in piedi da sola, quando arrivò Ron che le porse un bicchiere di succo di zucca, sedendosi poi a fianco a lei e circondandole le spalle con un braccio.

          Fleur le fece l’occhiolino, e prendendo tra le braccia la sua bambina, raggiunse Gentiana.

          Gentiana era proprio l’opposto di Fleur: era una bellissima donna, ma dai capelli e dalla carnagione scuri. Aveva un fisico molto atletico, e ogni volta che Hermione l’aveva vista, portava sempre abiti sportivi. Vicino a lei la figura di Fleur sembrava ancora più eterea.

         Molly annunciò che la cena era pronta, invitando tutti a prendere posto.

          Nel chiacchiericcio generale, emergevano le voci di Ginny ed Harry che stavano affrontando un’altra importantissima discussione sui colori che avrebbero dovuto avere i centrotavola.

Hermione non riuscì a trattenere una risata, e si fece accompagnare da Ron al suo posto.

 
         I loro piatti erano già stracolmi di pasticcio di carne, e sulla tavola c’erano diversi vassoi contenti patate cucinate in ogni modo conosciuto. Poi fu la volta della torta di zucca e carote, di quella al cioccolato e infine del gelato. Un banchetto luculliano in piena regola.

 
-         Molly, non si doveva disturbare così tanto! – esclamò Hermione, passandosi istintivamente una mano sulla pancia. – Sto per scoppiare, ma era tutto buonissimo!

 La signora Weasly sorrise compiaciuta.

 -         Cara, nessun disturbo. Sai che per me è un piacere, soprattutto quando c’è qualcosa di così bello da festeggiare!

 

Hermione la guardò con aria interrogativa.

Qualcosa da festeggiare, ma cosa?

Halloween?

Un altro piccolo Weasley in arrivo?

Si sposeranno Charlie e Gentiana?

Un’altra festa per Ginny ed Harry?

 La cosa che la urtava maggiormente era che tutti sembravano essere al corrente della novità.

          Un  colpo di tosse palesemente finto di Ron la riportò alla realtà. Stava per chiedere appunto quale fosse l’evento da festeggiare, ma la sua attenzione fu attirata da una scatolina rossa e lucente che si trovava proprio dove fino a qualche istante prima c’era il suo piatto.

Fece scorrere lo sguardo da Ron ai signori Weasly, e poi verso tutto gli altri.

Che la osservavano.

Che la osservavano sfoggiando dei sorrisi emozionati. Fleur addirittura aveva le mani giunte al petto, e sembrava che da un momento all’altro sarebbe scoppiata a piangere.

          E allora capì tutto: capì lo strano comportamento di Ron, capì gli sguardi di Fleur e Ginny, capì il motivo della suo disagio.

 -         Su Herm… - sussurrò Ron, col le guance dello stesso colore della scatolina – aprilo!

          Iniziò a scartare il pacchettino, e ad ogni piccolo movimento, ad ogni sussulto proveniente dai suoi spettatori si sentiva morire dentro.

         Era l’anello più bello che avesse mai visto. In oro bianco, con tre piccoli brillanti a forma di stelle. Lo teneva tra pollice e indice, davanti a sé, e non smetteva di osservarlo.

 Senza riuscire a parlare, si voltò verso Ron.

Che sorrideva.

Che apriva la bocca per parlare.

Che le chiedeva di sposarlo.

          Fu scossa da un fragoroso applauso e da urla indistinte.

          Fleur e Ginny che si abbracciavano, George che fischiava, Molly che si asciugava le lacrime con un lembo del grembiule e Arthur che le cingeva le spalle con un braccio, annuendo soddisfatto.

          Nessuno aveva prestato attenzione al fatto che Hermione non aveva dato alcuna risposta.

 Perché quella risposta avrebbe dovuto essere scontata, no? Perché tra lei e Ron le cose sarebbero dovute andare esattamente come tra Harry e Ginny, come tra George e Angelina.
Per tutti loro era così, anche per Ron.
Soprattutto per Ron.

Che approfittando della confusione e del suo stordimento – che ovviamente tutti avevano attribuito alla troppa emozione – infilò l’anello al suo anulare sinistro.

 

***

 

E adesso sì che era nei guai.

Adesso si sentiva in trappola, braccata da quelle persone che aveva sempre considerato la sua famiglia nel mondo magico.
Aveva voglia di piangere, ma non poteva.
Aveva voglia di confidarsi con qualcuno, ma con chi?
Con Ginny era impensabile, e lei era sempre stata l’unica con la quale riuscisse ad aprirsi un po’. E Harry… No, Harry aveva già troppe preoccupazioni in questo momento, non poteva assillarlo con i suoi problemi.

 Si sentiva in colpa, tremendamente in colpa.
Perché tutto questo avrebbe dovuto renderla la strega più felice del mondo, invece la faceva sentire male nei confronti di se stessa, nei confronti di tutti loro, nei confronti di Ron.
E l’unica cosa che voleva, era scappare via il più lontano possibile.
Ma l’unica cosa che fu in grado di fare, fu quella di continuare la farsa.

Accettò le congratulazioni, gli abbracci, i baci. Le allusioni dei ragazzi quando lei e Ron salutarono tutti per tornarsene a casa, visto che si era fatto ormai tardi. Accettò i baci di Ron e le sue carezze. E accettò di fare l’amore con lui, anche se mai come in quel momento, si era sentita così vuota.

  
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