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Autore: CherryBomb_    14/11/2010    7 recensioni
Arianna e Ilaria, sedicenni, amiche da qualche anno. Fanno parte di quelle ragazze che sono convinte che il principe azzurro non esiste.
Arianna non ha mai avuto il ragazzo, Ilaria non lo ha da due anni e mezzo. Ormai sono abituate a questo loro stato di "zitellaggio", ma una serata diversa cambierà le loro vite. Ci saranno molti intrecci, ritorni di fiamma, non sarà tutto semplice, anche se all'inizio potrà sembrare così.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 37

Il matrimonio -  Il ricevimento

Edo POV
Mentre i novelli sposini erano impegnati a fare le foto in giro per lo stupendo parco che circondava il ristorante, noi invitati eravamo riuniti nel giardino per un piccolo rinfresco prima di cominciare il pranzo vero e proprio.
Ero lì che stavo parlando con la mia piccola, la Ila, Simo ed io suoi genitori tranquillamente, finché non sentii la voce di mia sorella.
Era la prima volta che la vedevo quel giorno, penso che non sia nemmeno venuta alla cerimonia, conoscendola.
Era vestita decisamente troppo provocante e poco adeguata per la sua età e, soprattutto, per un matrimonio.
Aveva in mini vestito che avrebbe mostrato le sue grazie non appena si fosse piegata un attimo. Ma non era sola.
Con lei c’era…non potevo crederci: Mattia.
Non parlavo molto con mia sorella, ma non potevo pensare che fosse tornata con lui. Per quale motivo tornare con lui?
Lui era vestito decisamente in modo adeguato, anche se non troppo elegante: un paio di jeans, una camicia e la cravatta. Molto sofisticato dovevo ammetterlo.
-Fratellino. Come stai? Com’è stata la cerimonia?- mi chiese con una voce troppo stridula.
Nessuno si era ancora accorto della sua presenza e forse era meglio. Non volevo che la Ila, o meglio Simo, vedesse l’accompagnatore di mia sorella, soprattutto perché stava mangiando con gli occhi la Ila e Simo non avrebbe di certo gradito.
Stavano ridendo insieme, ignari di chi si sarebbero trovati davanti se avessero spostato lo sguardo.
-Bene. Immaginavo che non avresti visto la cerimonia. Che problema c’è stato stavolta? La piastra non andava?- le chiesi sarcastico.
-La piastra andava benissimo. Mi sono solo svegliata tardi e così siamo arrivati in ritardo.- mi rispose acida.
Non correva buon sangue tra di noi. Non buonissimo almeno.
-E mamma e papà?- chiesi non vedendoli.
-Non ci sono. Dovevano lavorare, ci hanno accompagnato, hanno salutato Davide e se ne sono andati. – mi sorrise amareggiata. Anche se non voleva ammetterlo apertamente, sapevo che le mancava la presenza dei nostri genitori. Non c’erano mai a causa del loro lavoro.
Crescendo maggiormente ci avrebbe fatto l’abitudine come ormai ce l’avevo fatta io.
Mattia stava ancora guardando spudoratamente la Ila, quando questa si girò. Stava ridendo, ma incrociando lo sguardo con quello di Mattia, perse d’intensità.
Simo si girò immediatamente e non appena vide che Mattia era lì. Lo vidi digrignare i denti.
-Ciao Mattia.- lo salutò la Ila sorridendo. Non mi sembrava un sorriso tirato o finto, mi sembrava abbastanza vero.
La Ary in parte a me che fino a quel momento era rimasta zitta salutò Mattia.
-Ciao Mattia. Come mai qui?- chiese. Notai una piccola nota acida nel suo tono di voce. Bene, non ero l’unico a cui dava fastidio la sua presenza.
-Mi ha invitato la Vero, cioè…invitato…- sembrava in imbarazzo.
-Mi ha accompagnato dato che è il mio migliore amico. Cosa pensavi che volessi passare del tempo con voi?- chiese mia sorella acida rivolgendosi alla Ary.
Si mise in mezzo la Ila che rideva.
-Il problema non è se tu avessi voluto passare del tempo con noi, ma se noi avessimo voluto passare del tempo con te. Non ti preoccupare non ci dispiace affatto non poter godere della tua presenza. Tranquilla.- le disse acida la Ila. Era da un sacco di tempo che non la sentivo più parlare così, precisamente da quando era insieme a Simo.
-Non avrei mai passato del tempo con voi. Non sono così disperata.- rispose mia sorella.
-Tu…brutta stronza…-la Ila stava quasi partendo per picchiarla. Venne fermata da Simo che la prese per la vita e la strinse a sé. –Simo, mollami immediatamente. Veloce.
-No, non ti mollo.-lo vidi stringere ancora di più la presa.
-Simo, cazzo. Mollami.- la Ila cercava di togliersi dalla sua presa.
-No, finché non ti calmi.
-Sono calmissima.- rispose lei digrignando i denti. Simo scoppio a ridere. –Non ti azzardare a ridere di me.
Tutti scoppiammo a ridere per la scena che ci si era parata davanti.
Finché non venni riscosso da una voce un po’ troppo famigliare per me.
-Vero. Scusa, cara il ritardo. Ma non riuscivo a trovare parcheggio.- no, tutti, ma non lei. Non poteva essere davvero lei.
Simo smise di ridere nel momento in cui posò gli occhi sulla persona appena arrivata. Guardò me e mollò la presa sulla Ila.
Lei non aspettandoselo si girò a guardarlo.
Avevo paura a girarmi. Non volevo vedere la persona a cui apparteneva quella voce.
-Simo. Tesoro. Come stai?- non servì girarmi. Lei andò ad abbracciare Simo.
E la vidi. Lei. La mia ex. Era da un anno che ci eravamo mollati.
Non l’avevo mai rivista da quel giorno. Ed eccola lì al matrimonio di mio fratello che stava abbracciando il mio migliore amico.
-Ciao Jessica.- la salutò Simo che nel frattempo guardava me.
Non sapevo che faccia avessi, forse sembravo un cretino.
Proprio in quel momento si girò.
-Edo. – sembrava quasi stupita di vedermi.
E fu lì che  l’ammirai in tutta la sua bellezza.
Alta, oltre il metro e ottanta con i tacchi, bionda, capelli lunghi che le ricadevano sulle spalle e sulla schiena, occhi azzurri che ti penetravano nell’anima. Era vestita con un abito corto che metteva in evidenza le sue lunghe gambe e un decolleté invidiabile.
In quel momento mi dimenticai dove fosse, con chi fossi e soprattutto che in parte a me ci fosse la mia ragazza.
Mi ero perso nei suoi occhi, mi ero perso in quei pozzi azzurri che brillavano.
-Jessica. – riuscii a dire sussurrando.
L’avevo lasciata io, non perché non l’amassi, ma perché ero stufo del suo lavoro, del fatto che non ci vedessimo mai e che, mi tradisse anche. Non ce la facevo più e, nonostante l’amassi con tutto me stesso, la lasciai.
Avevo passato mesi e mesi a starci male, ma poi mi era passata. Ero convinto che mi fosse passata.
-Je, tesoro andiamo, non stiamo con questi sfigati.- mia sorella la prese e la portò via.
No. No. No. Perché era dovuta venire al ricevimento?
Perché?
Simo era davanti a me che mi guardava preoccupato, la Ila e la Ary avevano un enorme punto di domanda stampato in faccia.
-Amore, perché non andate al tavolo? Noi arriviamo subito. – disse Simo alla Ila, ricevendo per tutta risposta uno sguardo pieno di curiosità.
Prese la Ary sotto braccio e entrarono nel ristorante.
-Stai bene?- mi chiese Simo.
-Si, tutto bene. Perché?- gli risposi cercando di mentire in un modo convincente.
-Edo, hai appena rivisto la tua ex e ti giuro che la tua faccia è tutta un programma.- era serissimo, ma notai la nota sarcastica nella sua voce.
-Vorrei ricordarti che tu te la sei portata a letto.- gli risposi io per tutta risposta.
-Prima che tu la conoscessi, aveva 18 anni. E se non sbagliato te l’ho fatta conoscere io. Dopo che ci sono andato a letto insieme però.- rise.
-Be, ti ringrazio, ma non ricordarmi questo piccolo particolare, grazie.- gli risposi un po’ infastidito dal fatto che mi avesse ricordato che fosse andato a letto prima di me con lei. Mi dava ancora fastidio.
-Che cos’hai intenzione di fare?- mi chiese.
-In che senso?-non riuscivo a capire il senso di quella stranissima domanda. Non provavo più niente per la mia ex, non c’era nessunissimo problema. – senti andiamo al nostro tavolo e cominciamo questo pranzo.
Ed era in quel momento che mi resi conto che quello sarebbe stato il giorno più lungo della mia vita.
Entrammo al ristorante e vidi la mia piccola che parlava con la Ila al tavolo con…eh no… non andava per niente bene.
Al tavolo con noi c’erano mia sorella, Mattia e Jessica.
Si, era ancora più ufficiale, quello sarebbe stato il giorno più lungo della mia vita.
Simo ed io ci scambiammo uno sguardo carico di significato.
-Allora, come va?- disse Simo andando a dare un bacio tra i capelli alla Ila.
-Potrebbe andare meglio.- rispose lei tutt’altro che felice.
Mi sedetti in parte alla mia piccolina e a mia sorella, per mia fortuna Jessica era vicina a Simo anche se mi aspettavo di veder succedere il peggio.
-Tutto bene?- mi chiese la Ary appoggiando la sua mano sulla mia.
E per la prima volta da quando stavamo insieme, quel contatto mi diede fastidio.
-Si, benissimo.- risposi forse un po’ troppo infastidito, facendole cambiare completamente espressione. Sembrava esserci rimasta male.
Cominciavamo davvero bene.
-Allora, Simo è una prostituta o un’attrice?- chiese Jessica a Simo.
Vidi la Ila stringere i pugni sul tavolo.
-Senti, bionda rifatta del cazzo, non ti azzardare a darmi della prostituta, chiaro? Non voglio mica fare il tuo stesso lavoro.- era davvero arrabbiata.
-Senti, ragazzina, attenta non sai con chi stai parlando.- le rispose Jessica per tutta risposta.
Simo assisteva alla scena allibito e non sapendo cosa fare.
-Chi sei una di quelle che Simo si è scopato? Non mi stupirei, sinceramente.- sputò fuori lei digrignando i denti.
-No, sono una modella.- rispose lei- e ho scopato con Simo.
-Ooooo, aspetta che ti faccio un inchino.- si alzò in piedi e si inchinò. –Scusi se non l’ho riconosciuta. Sai quanto cazzo mi frega sei fai la modella? Tu della prostituta non me lo dai, anche se dovessi esserlo.
-Ok, Ila calmati.- le disse Simo.
-Non dirmi di calmarmi.- non lo guardava. Guardava Jessica come se dovesse staccarle i capelli.
Simo si alzò e la presa per un braccio.
-Andiamo.- disse guardandola.
-No.- guardava ancora Jessica con uno sguardo infuocato.
-Amore, vieni con me.- lo disse in un tono talmente dolce che la Ila si girò di colpo e lo guardò.
Si alzò e li vidi andarsene.
-Edo, dovresti dire a Simo di non andare con le bambine.- mi disse Jessica.
-Non è una bambina.- quello che rispose non fui io, ma Mattia.
-Non dirmi Mattia che sei innamorato di lei. Ti facevo più intelligente, ma a quanto pare mi sbagliavo.
-Si, la amo. Qualche problema? Non dovresti giudicare le persone prima di conoscerle. Dovresti saperlo bene, tu che vieni sempre considerata un’oca senza cervello.- gli rispose.
Mi stupì quel ragazzo, non pensavo che fosse talmente innamorato di lei da difenderla. Lo ammiravo per quello che aveva fatto.
In quel momento arrivarono la Ila e Simo mano nella mano.
Si sedettero.
-Senti, volevo chiederti scusa per averti dato della prostituta, ma…- cominciò Jessica, ma la Ila la fermò.
-Non sei abituata a pensare a Simo con una ragazza. Lo so. Sarà la quarta volta che me lo sento dire oggi e penso che dovrò passare tutto il giorno a sentirmi dare della prostituta. – lei sorrise.
Pensavo che Jessica volesse accennare alle parole appena dette da Mattia, ma lasciò perdere.
La vecchia Jessica, non avrebbe perso occasione per far fare una figura di merda a qualcuno. A quanto pareva era cambiata.
E non so come mai, ma in quel momento lo sperai davvero tanto.
Cominciarono a servire le portate e noi cominciammo a parlare tutti insieme senza battibecchi o frecciatine.
Forse non stava andando come me l’ero immaginato ed andava benissimo così.
Jessica era esattamente davanti a me e la cosa non mi piaceva.
Continuavo a soffermarmi a guardarla, ad ammirare il suo sorriso, le sue labbra che si muovevano quando parlava.
Ammiravo le sue mani che muovevano i capelli.
Ed immancabilmente, cominciai a ricordare i momenti passati con lei. Ero stato con lei un anno, di alti e bassi, ma un anno.
Cominciai a ricordare il nostro primo bacio, la nostra prima volta e le nostre successive volte.
L’avevo amata da subito. Fin dal primo momento che l’avevo vista.
Ricordavo ancora il nostro primo incontro. Aveva appena finito le superiori, stava festeggiando con le sue amiche in centro, ridevano, scherzavano. Ed io rimasi colpito dalla sua spontaneità. In quel periodo non faceva ancora la modella, era nel periodo in cui era insieme con me che aveva cominciato a fare casting e provini.
Quando stava con me, non si rendeva minimamente conto della sua bellezza e dell’effetto che facesse sugli uomini.
Adesso se ne rendeva troppo conto.
Ed eccoli lì, i ricordi di quando facevamo l’amore insieme. Era bellissimo, stupendo.
E dovevo ammetterlo, mi mancava fare l’amore in quel momento. Anzi, mi mancava fare l’amore punto e basta.
Con la Ary non potevo farlo, cioè, avrei potuto, ma non volevo che lei facesse le cose forzate. Che lo facesse perché io la obbligavo.
Mi ero perso nel mio mondo dei ricordi, non rendendomi conto che  ero al tavolo e tutti mi stessero chiamando.
-Edo, cos’hai ti senti male?- sentivo qualcuno che mi toccava il braccio.
-Senti, sto benissimo, va bene?- dissi spostando velocemente il braccio.
Quando mi girai vidi gli occhi della Ary scioccati per la mia risposta.
Perché mi stavo comportando da scemo? Perché facevo così?
Perché continuavo a pensare alla mia storia con Jessica?
Continuammo a mangiare, io in rigoroso silenzio, gli altri cercavano di non fare caso a me.
Dopo minuti o ore, non saprei ben dire quanto tempo passò.
-Sei sicuro di stare bene?- di nuovo la Ary.
-Sto B-E-N-I-S-S-I-M-O. Va bene? Adesso la smetti di rompere i coglioni?- oddio, non mi riconoscevo più.
Cosa stavo facendo? Ma soprattutto dicendo?
-Senti, Edo. Adesso hai rotto veramente il cazzo. Non sono tua sorella e non mi rispondi di merda, chiaro? Hai i coglioni girati per i cazzi tuoi? Benissimo, non prendertela con me. Non ti ho fatto niente. Ma permetti che essendo tu il mio RAGAZZO mi preoccupo se non parli e sembri assente. La prossima volta non ti chiedo niente. Mi farò i cazzi miei, come tu ti fai i tuoi.- si alzò e se ne andò.
La Ila immediatamente la seguì.
Cosa stavo facendo?
Mi girai e trovai gli occhi azzurri di Jessica che mi guardavano.
Ed immediatamente mi dimenticai tutto, della litigata appena avuta, del fatto che avessi la ragazza e…
Edo, che stai dicendo? Hai bevuto forse? Da quand’è che tu ti comporti così?
Decisi di andare a fare un passeggiata fuori.
Dovevo schiarirmi le idee.
Dovevo pensare. Capire cosa stesse succedendo.
Mi alzai e me ne andai.
Era tutto così confuso, mi sentivo così confuso.
Non sapevo cosa fare, pensare. Non sapevo come comportarmi.
Uscendo dal ristorante mi resi conto che stava quasi per tramontare il sole.
Un’immagine davvero romantica, se solo non fossi stato solo come un cane.
Non mi ero mai comportato come quella stasera, soprattutto con la mia piccolina. Chissà come ci era rimasta male, ma non potevo chiederle scusa, quando non sapevo ancora cosa mi prendesse.
Mi sedetti su una panchina in mezzo allo spettacolare giardino.
C’era silenzio. Pace. Nessuno che urlava o parlava. Solo la voce nella mia testa che mi diceva che c’era qualcosa che non andava.
Era davvero molto perspicace la mia testa. L’avevo capito anch’io che qualcosa non andava, ma cosa?
Cosa non andava, cazzo?
-Edo, sicuro di stare bene?- no, non quella voce ti prego.
Mi girai ed…eccola lì.
Bellissima nel suo vestito, con quei capelli biondi che le incorniciavano il viso e quel sorriso che mostrava i suoi bellissimi denti bianchi.
-Si, sto benissimo.- se mi avesse conosciuto bene, avrebbe saputo subito che mentivo.
-Lo so che menti.- mi conosceva bene, a quanto pareva.
Si sedette in parte a me e la sentii tremare.
Mi tolsi la giacca e gliela appoggiai sulle spalle. Per scaldarla maggiormente l’abbracciai.
-Grazie.- mi sorrise sinceramente.
Effettivamente c’era davvero una fresca brezza che tirava.
-Prego. – per un momento sembrava essere tornata la ragazza di un anno e mezzo prima. La semplice ragazza di un anno e mezzo prima.
-Sono stata davvero molto felice di rivederti oggi.-mi disse.
-Anche io. – ammisi. Ero davvero felice di averla rivista, anche se forse non avrei dovuto esserlo.
-Senti, io ti ho pensato molto in questo periodo e…mi manchi.- mi girai a guardarla.
I suoi bellissimi occhi azzurri brillavano. Si, sembrava davvero la ragazza di cui mi ero innamorato.
La vidi avvicinarsi lentamente ed io non mi spostai, anche se sapevo avrei dovuto farlo per evitare una catastrofe.
Ma non lo feci. La guardai avvicinarsi lentamente a me e mi soffermai a guardare quelle sue labbra scarlatte.
Finché non le sentii premere sulle mie.
Ed ecco che le sensazioni di allora riaffiorarono.
Ci baciammo lentamente, per poi dischiudere le labbra all’unisono e facendo incontrare le nostre lingue, che giocarono insieme come un anno prima.
Riscoprii sentimenti che pensavo di non provare più per lei.
Che pensavo di provare solo……
Un attimo.
Mi staccai da lei all’improvviso.
-Non possiamo.- sussurrai.
-Ma io ti amo ancora, Edo.- mi disse lei dolcemente.
Mi alzai dalla panchina, le tolsi il giacchetto dalle spalle e me ne andai.
Cos’avevo fatto? Stavo diventando come Simo, uno stronzo. Era davvero questo che ero diventato?
Entrai nel ristorante. Passai in parte a Simo che si girò velocemente a guardarmi.
Non so se mi stesse seguendo. So solo che lo sentivo alle mie spalle.
Arrivai al parcheggio e andai verso la macchina di Simo.
Cominciai a tirare calci sulle ruote.
-Merda. Merda. Merda. Merda.- continuavo a tirare calci cercando di scaricare la rabbia verso me stesso.
-Ehi ehi ehi. Quella è la mia macchina. Calmati e dimmi che succede. – Simo sarà stato anche il più grande stronzo con le donne, prima di incontrare la Ila, ma come amico era davvero incredibile. Mi ascoltava sempre. Mi aiutava sempre. E per questo gli volevo bene.
-Sono diventato come te. Sono diventato come te e non posso sopportarlo.- ammisi.
-Sei diventato un gran figo?- chiese lui ridendo.
-Non è il momento di ridere, Simo. Sono serissimo.- lo  vidi cambiare completamente espressione.
-Ok, allora. Dimmi che…
-Io e Jessica ci siamo appena baciati in giardino.- ammisi tutto d’un fiato.
-Co-com COSA?- lo gridò un po’ troppo forte.
-Abbassa la voce per favore. Non vorrai mica attirare l’attenzione su di noi.
-Ma sono tutti dentro.- mi fece notare Simo.
-Lo so, ma metti che qualcuno ci sentisse.
-Non dirmi che ti piace ancora Edo.- sapeva anche lui la risposta, ma voleva sentirsela dire da me.
-Penso di amarla ancora, Simo.- ammisi distogliendo lo sguardo da lui.
-Ma l’hai lasciata tu. Dio santissimo, Edo. L’hai lasciata tu. Cosa pensi che adesso la storia possa andare tranquilla senza intoppi? Fa lo stesso lavoro e già tanto se oggi è venuta. E poi Edo, la Ary? Ci hai pensato? Non rovinare tutto per tornare con la tua ex ti prego.
-Non voglio prenderla in giro, Simo. Non sono te che usa le persone. Anzi, mi correggo, non sono il tuo vecchio te.
Rimanemmo in silenzio per interminabili minuti.
-Mi manca fare l’amore.- ammisi dopo non so quanto tempo.
-Come, scusa?- cosa voleva una conferma di quello che aveva detto? Lo aveva capito benissimo.
-Mi manca fare l’amore.
-Certo che ti manca è un anno che sei in astinenza, mancherebbe anche a me sinceramente, anche se…-sembrava titubante.
-Cosa?- sentivo tanto che quella sera, sarebbe stata la sera delle rivelazioni.
-Io non ho mai fatto l’amore, cioè era sempre sesso, puro e sano sesso. Anche se forse di sano non aveva proprio niente.- era serio, serissimo.
-E io invece non ho mai fatto quel puro e sano sesso, ho sempre fatto l’amore.- eravamo due persone completamente diverse, eravamo l’uno l’opposto dell’altro, ma andavamo d’accordo nonostante queste enormi differenze che ci segnavano. Forse erano proprio queste differenze che ci legavano ancora di più.
Ma quella sera, senza accorgercene, ci rendemmo conto che stavo diventando come l’altro.
-Non ti manca fare sesso?- gli chiesi improvvisamente. Non avevamo mai parlato così, cioè parlavamo di sesso, ma non in modo così serio. Si, eravamo decisamente seri.
-Se devo essere sincero?- annuii- No, per niente. Alla fine era solo l’atto sessuale. Era solo un soddisfare la voglia. Non c’era niente di più. E adesso che…che sono insieme alla Ila, non mi manca. Voglio qualcosa di più. Per la prima volta non voglio soddisfare solo i miei bisogni, ma anche i  suoi. Non voglio limitarmi solamente all’atto fisico, anche se mi rendo conto che non lo sarebbe. Non voglio farle fretta, quando lei si sentirà pronta, lo sarò anch’io semplice. E poi sai che se fosse solo per sesso, non sarei arrivato fino a questo punto. Sto andando contro la mia prima regola. – vedere Simo innamorato, era come vedere l’eclisse. Non ci ero abituato e se continuava a stupirmi con queste uscite, non mi ci potevo abituare mai.
Comunque, la prima regola di Simo era: non andare mai con una vergine. In quel senso era corretto. Sapendo che non avrebbe mai avuto una storia seria, preferiva andare con quelle esperte e non con quelle che dovevano ancora consumare la loro prima volta. Diceva che non era giusto che perdessero la verginità con uno stronzo. Dovevano perderla con uno che l’amassero e con cui potevano avere una storia seria, non con uno stronzo.
Ma forse Simo non aveva capito una cosa, che erano poche le vergini che la davano al primo che passava, anche se ne aveva incontrate lungo il suo cammino.
-Si, lo so che infrangeresti una delle tue regole più importanti.- dissi un po’ scocciato.
-E a te come mai manca fare l’amore?- bella domanda come mai mi mancava?
Non me n’ero reso conto fino a quello stupidissimo giorno, fino a quello stupidissimo ricevimento dove avevo rivisto la mia ex.
-Cioè, non pensavo che mi mancasse. Fino ad oggi non ne ho mai avuto il “bisogno”, ma oggi…cioè…-non riuscivo andare avanti. Mi sentivo troppo in imbarazzo ad ammetterlo.
-Hai sentito di averne il “bisogno” quando hai rivisto Jessica.- concluse la frase per me. Mi stupivo quando succedeva. Non pensavo mi capisse così tanto.
-Si, ecco e…cioè mi manca. Farlo con lei.- ero titubante.
-No, ti prego, Edo no. Non dirmi che vuoi tornare con lei.- era davvero quello che volevo?
Non riuscivo a capirlo.
Io amavo la Ary, cioè ero convinto di amarla. Ma da quando avevo rivisto Jessica, non ne ero più convinto.
Avevo capito di amarla ancora, di non avere mai smesso di amarla.
E questo era un male. Non volevo far soffrire la Ary e sapevo che se glielo avessi detto ci sarebbe rimasta male, ma non potevo neanche non dirle niente. Non era giusto prenderla in giro e io non volevo fare la parte dello stronzo, quale non ero.
-Non so cosa fare, Simo.- ero disperato. Non mi capivo. Non sapevo cosa fare. Era in una confusione totale.
-Devi pensarci. Bene. Non puoi affrettare le cose. Forse è solo perché non la vedevi da tanto e pensi che sia chissà che cosa. Stai tranquillo, rilassati e cerca di non rispondere male alla Ary. Non se lo merita.
-Grazie.- lo abbracciai. Si, lo so. È strano vedere due ragazzi che si abbracciano, ma noi spesso lo facevamo. Ovviamente non davanti a tutti. Come avremmo potuto rovinare la nostra reputazione? E soprattutto quella di Simo?
-Entriamo che si chiederanno che fine abbiamo fatto.- disse Simo avviandosi.
Entrammo in rigoroso silenzio, per poi trovarci nella confusione più totale.
Tutti che stavano ridendo e scherzando.
Al nostro tavolo c’erano seduti mia sorella, Mattia e Jessica, ma neanche l’ombra della Ary e della Ila.
Io e Simo ci guardammo.
-Scusate se vi disturbo, ma sapete dirmi dov’è la Ila?- chiese Simo ai tre.
-è andata con la Ary prima che uscite voi, poi non l’ho più vista e neanche la Ary.- a rispondere fu Mattia.
-Grazie. – gli rispose Simo con un sorriso. Sbaglio o non si erano scannati? Sbaglio o si erano pure messi a fare una mini-conversazione? Ok, quello era il giorno peggiore della mia vita, ma era anche il giorno dove mi stupii maggiormente.
-Forse è meglio che tu resti qui.- mi disse a bassa voce Simo prima di andare a cercare le ragazze.
Rimasi lì. Su quella sedia senza parlare con nessuno, a riflettere su tutto quello che stava succedendo quel giorno.
-Fratellino che ti succede? Sembra che ti sia appena passato sopra un camion. – era mio fratello Davide.
-Davvero molto simpatico, guarda. Non ti preoccupare, non è niente e anche se fosse qualcosa di importante non te lo direi. Non vorrei mai rovinare il giorno più felice della tua vita. – dissi facendo un sorriso tirato.
-Dov’è Simo? E la mia cognatina preferita? – mi chiese mio fratello malizioso.
-E chi sarebbe la tua cognatina preferita?- gli chiesi divertito.
-La Ila. Chi vuoi che sia? Allora, dove sono? Si sono imboscati?- chiese lui sorridendo.
-No, per la verità lei è con la Ary. Simo è andato a cercarle perché non sappiamo dove sono.- gli risposi io – E comunque, come fa la Ila ad essere la tua cognatina, quando Simo non è nemmeno tuo fratello.- ero scocciato, ma anche divertito. Io, Simo e lui eravamo praticamente cresciuti insieme. Ci consideravamo come fratelli.
-Guarda che lui è più mio fratello di te.- rise –Be, dimmi da dove è uscito Simo che provo a raggiungerli.
-è uscito verso il giardino.
-Allora, ci vediamo dopo. Almeno stacco un po’ da questa confusione.- salutò con la mano e se ne andò.
E rimasi di nuovo lì solo, anche se non lo ero.
Al tavolo c’erano altre tre persone, tra cui quella che aveva reso la mia giornata un inferno.
Mi aveva confuso e reso la giornata un completo disastro.
Come può una persona rovinarti la giornata così? A quanto pareva poteva. Eccome, se poteva.
Ed io, per colpa sua, ero lì a pensare. A rimuginare su tutto quello che era successo quel giorno. A rimuginare su quello che successo un anno prima. A quello che era successo negli ultimi sei mesi più o meno.
Dovevo pensare per capire quello che avrei dovuto fare successivamente.
Mi sentivo sporco. Avevo ancora il sapore sulle mie labbra di Jessica, quando avrei dovuto avere quella della Ary. Era preoccupante, non riuscivo più a chiamarla “la mia piccolina”.
Non posso rovinare tutto così. Non posso pensare di mandare in merda quasi sei mesi. Di punto in bianco. Per lei.
E che lei. Bellissima. Stupenda. In ogni sua forma e sfumatura.
L’amavo ancora, non c’era niente da dire. Eppure pensavo che mi fosse passata. Che non fossi uno stupido ragazzino che, non appena rivedeva la sua prima ragazza, se ne ritrovava ancora innamorato.
L’avevo lasciata io. Dio santo. Io. Non lei.
Quell’atteggiamento sarebbe stato comprensibile se fosse stata lei a lasciarmi, ma dato che era il contrario, non potevo accettarlo.
Anche se, io l’avevo lasciata, amandola ancora. Eccome se l’amavo.
E l’amavo anche in quel momento.
Con lei tutto era fantastico, l’amore era fantastico, fare l’amore era stupendo.
E se…no impossibile. Non ero così smanioso di farlo, ma…forse.
Forse pensavo di essere innamorato di lei, perché volevo fare ancora l’amore. Sapevo che con lei avrei potuto farlo senza problemi e non avrei dovuto aspettare che lei si sentisse pronta. Con lei avrei potuto prenderla, baciarla ed andare nel bagno a farlo sul lavandino.
Con lei potevo farlo, con la Ary no. Oltre al fatto che l’avrei spaventata. Poi non potevo. Lei era vergine. Doveva essere speciale. Non doveva essere fatto in un bagno di un ristorante durante un ricevimento di nozze.
Venni riscosso dai miei pensieri, vedendo l’immagine di mio fratello che aveva a braccetto la Ila che rideva e Simo, invece, aveva la Ary.
-Io dico che ti rapisco per un po’.- disse mio fratello alla Ila.
-E come mai?- gli chiese lei divertita.
-Sei una di famiglia. Devi cominciare a conoscere qualcuno.- lei arrossì notevolmente.
-Ma…co-co- - era notevolmente in imbarazzo.
Simo nel frattempo aveva accompagnato la Ary a sedersi. Non mi rivolse la parola. Me lo meritavo.
Quando mio fratello sarebbe stato fuori dal nostro raggio, le avrei parlato.
-Lasciala in pace, Dave. – gli disse Simo ridendo.
-Oh, si presenta tanto come una pantera, ma in realtà è una micina.- mio fratello rise e quella battuta non fece che peggiorare il rossore della Ila.
-Dave. – urlammo insieme io e Simo.
-Ok, va bene. La smetto. Ma è vero, sembra tanto una pantera, ma guardala come arrossisce. – se avesse potuto la Ila si sarebbe sotterrata molto volentieri. Lei si staccò da lui ed andò a bere un goccio d’acqua.
-Ti giuro che non farò così sempre. – lei sorrise ancora un po’ in imbarazzo.- Benissimo, Simo te la rapisco. Non so quando te la riporterò e forse le farò conoscere anche qualcuno meglio di te. Lei non deve stare con uno come te, merita di meglio.
Se ne andarono insieme mentre parlavano.
Ero felice che andasse d’accordo con la Ila.
Mi ritrovai a pensare che forse era meglio che si portasse via anche la Ary con lui, non sapevo cosa dirle.
Non avevo ancora fatto chiarezza in tutto quello che era successo.
Poi c’era ancora quel bacio con Jessica, che mi occupava la mente, non lasciandomi pensare come avrei dovuto.
Mi girai verso di lei.
Stava scrutando la sala, guardando gli altri tavoli.
Non aveva ancora guardato nella mia direzione. Era ancora arrabbiata con me, anche io lo sarei stato se fossi stata in lei.
Mi odiavo per quello che avevo fatto, per averle risposto male.
-Ti va se andiamo a fare un giro?- le chiesi dolcemente.
-Sinceramente non ne ho voglia.- mi rispose acida e con tono troppo duro.
-Vorrei parlare con te. Da SOLO.- cercai di calcare su l’ultima parte della frase pur mantenendo un tono dolce.
-Ok, va bene.- acconsentì, ma il tono acido e duro rimase.
Provai a toccarle un braccio, ma si scostò.
Uscimmo in giardino.
Passeggiammo un attimo rimanemmo in silenzio.
Ormai il sole era tramontato da un pezzo.
Tirava una leggera brezza fredda. La luna piena splendeva nel cielo.
La guardai. Per vedere se si rendesse conto del luogo romantico in cui ci trovavamo, ma lei sembrava scrutare in giro, come se non volesse incontrare il mio sguardo.
-Senti, voglio chiederti scusa per prima. Non volevo risponderti male. È…è solo che è…una giornata strana, ecco.- volevo sembrare sicuro di quello che stavo dicendo, ma ottenni tutto il contrario. Balbettai e la mia voce non trasudava sicurezza. Cominciavamo bene.
-Sinceramente? Non me ne frega se è una giornata strana. Non vedo perché rispondermi male. E, a parte questo, è da quando è arrivata quella Jennifer, Joanna  o come diavolo si chiama che sei strano. Penso che non solo Simo ci sia andato a letto, vero?- colpito e affondato. Non solo per la frase che aveva detto, ma con il tono in cui l’aveva detto. Era tagliente. Deducevo che fosse gelosa di lei.
-Be, si… cioè…- cioè cosa Edo? Ci sei andato a letto e non solo quello, era la tua ragazza dio santo. Quanto ti ci vuole per ammetterlo? L’ha capito. Cosa vuoi, continuare a mentire? Ci eri insieme. L’amavi. Era la tua ragazza.
-Cioè cosa?- chiese lei assottigliando lo sguardo.
-Si, ci sono andato a letto insieme. Era la mia ragazza.- risposi tutto d’un fiato, anche se era la mossa più sbagliata che potessi fare.
Lessi lo stupore sul suo viso, nei suoi occhi nonostante fossimo quasi completamente al buio. Illuminati solo dalla luce lunare.
-Quanto siete stati insieme?- il suo tono di voce si era addolcito.
-Un anno, un anno fa. – anch’io mi ero calmato. Anche se non ero pronto al suo “interrogatorio”.
-L’hai lasciata tu?- non mi aveva ancora guardato nemmeno una volta. Le facevo davvero così schifo?
-Si. Perché non ci vedevamo mai, a causa del suo lavoro e mi ha tradito.- a quell’ultima parola la vidi sussultare.
-Da quanto tempo è che non la vedevi?
-Da quando ci eravamo lasciati. Senti, non ho voluto fare una passeggiata per parlare di lei.- mi sedetti su una panchina poco lontana. Lei era in piedi davanti a me, che non intendeva muoversi.
Guardava l’orizzonte assorta nei suoi pensieri.
-E di cosa vuoi parlare?- mi chiese non distogliendo lo sguardo nemmeno un secondo.
-Voglio parlare di noi. Siamo insieme, giusto?- gli chiesi.
-è quello che chiedo io a te. Siamo insieme?- stavolta si girò a guardarmi. Io annuì. – Allora, è normale che io mi preoccupi quando tu ti zittisci all’improvviso, quando sembri strano e completamente assente. E io per tutta risposta cosa ricevo? Un atteggiamento di merda. Sai cosa farò? La prossima volta me ne sbatterò il cazzo e farò finta di non farci nemmeno caso. Poi voglio vedere come reagisci. Ah. E questo è il massimo. Invece di venire a cercarmi per chiarire, chissà dove sei andato, ma sinceramente? Non mi interessa. – mi sembrava di vedere i suoi occhi luccicare. Credo che si stesse trattenendo dal piangere.
-Dovevo chiarirmi le idee. –ed immediatamente, mi pentii delle mie parole.
-Chiarirti? E su cosa illuminami.- disse lei sarcastica.
-Non riuscivo a capirmi. A capire perché ti avessi risposto male. Non sono uno stronzo Ary, non lo sono mai stato. E oggi non mi capisco. È da stamattina che sono agitato e che mi comporto in modo strano. Non è colpa tua, è solo colpa mia. Non so cosa mi stia succedendo. Ma giuro che non avrei mai voluto ferirti e risponderti male.-ero sincero. Almeno pensavo.
Lei si mise a sedere in parte a me.
-So che ci possono essere delle giornate no. Ne sono consapevole. Come ce le ho io, ce le hai anche tu. Ma vorrei che me ne parlassi o se non ne avessi voglia di parlarmene che almeno non mi trattassi di merda. So che può non essere facile, ma non voglio litigare tutte le volte che tu hai una giornata no.- sembrava più rilassata. Mi sorrise.
L’abbracciai.
Il suo profumo mi invase le narici.
-Scusa.- seppi solo sussurrare.
Mi staccai da lei e mi soffermai a guardarla.
Alla luce della luna era ancora più bella.
La sua pelle sembrava ancora più chiara e perfetta.
Lentamente mi avvicinai a lei per posare le mie labbra sulle sue, per poi insinuarmi lentamente nella sua bocca e giocare con la sua lingua.
Il bacio era stupendo, fantastico, ma c’era qualcosa che non andava.
Non era come quello…no. Alt. Fermi un attimo.
Lei era la mia ragazza, non Jessica.
Eppure il bacio con lei era stato favoloso. Aveva riacceso in me scintille, fiamme.
Mi staccai lentamente da lei sorridendo, quando in realtà avrei voluto morire.
Avevo più o meno fatto, quello che aveva fatto Simo quando aveva appena conosciuto la Ila: avevo baciato la Ary pensando a Jessica.
Solo che i ruoli erano invertiti. Avrei dovuto pensare alla Ary mentre baciavo Jessica e non il contrario.  Mi preoccupai maggiormente.
-Andiamo dentro.- dissi alla Ary prendendola per mano.
Entrando ci trovammo davanti molte coppie che ballavano al centro della pista.
Tutti che parlavano, ridevano e scherzavano.
In mezzo alla folla vidi spiccare mio fratello che balla con la Ila. Ma non avrebbe dovuto ballare con Camilla? Non lo capivo davvero quell’uomo.
Vidi Simo che parlava con i suoi genitori e li raggiunsi portandomi dietro la Ary.
-Finalmente vi stavamo dando per dispersi.- disse ridendo Simo.
-Cosa ci siamo persi?- chiesi io con un sorriso.
-Il ballo dello sposo e della sposa.- mi disse la Bea.
-Vedo che mio fratello ha di nuovo rapito la Ila.
-Diciamo che non l’ha mollata un secondo. L’ha portata in giro a far conoscere a tutti, nemmeno fosse la sua di ragazza.- Simo era davvero felice. Non l’avevo mai visto così in tutti gli anni che lo conoscevo. O meglio. L’avevo visto così a 14 anni quando si era innamorato della ragazzo che poi gli spezzò il cuore. Mi sembrò di tornare indietro con gli anni.
-Dai, Dave. Non ce la faccio più, mi fanno male i piedi.- la Ila arrivò seguita da mio fratello.
-Ma dai. Io volevo fare ancora un ballo. – mio fratello faceva la parte dell’offeso.
-Forse più tardi.- la Ila perse l’equilibrio e venne presa al volo da Simo, facendola arrossire.
-Dovresti stare attenta la prossima volta.- le disse lui a pochi centimetri da lei.
-Scusa, ma non riesco a reggermi in piedi mi fanno male i piedi.- Simo la rimise in piedi.- Vado a cambiarmi le scarpe. Ary, vieni con me. – la prese e la portò via con se.
-Allora? Avete parlato?- mi chiese Simo.
-Si. abbiamo parlato.- rimasi sul vago. Gli avrei spiegato più tardi dei miei problemi.
Vidi arrivare la Ila correndo e nascondendosi dietro Simo.
-Che succede? E sbaglio o ti sei abbassata?- gli chiese lui divertito.
-Dave, vuole rapirmi di nuovo. E si, mi sono abbassata. Ho tolto i tacchi. Avevo un paio di ballerine nella borsa.- lei gli abbracciò completamente la vita. –Non azzardarti a muoverti.
-Non ho intenzione di andare da nessuna parte.
-Ila. Dai vieni con me.- arrivò Dave. Non riuscivo a capire se fosse ubriaco o se fosse solo cretino.
-Non ti sembra il caso di lasciarmi godere la mia ragazza per un po’?- gli chiese Simo.
-Oooooh, certo. Fai pure. Vado da mia moglie. Che strano dirlo.- sembrava davvero un po’ brillo.
-Sbaglio o è ubriaco?- chiesi io.
-No, ma è sulla buona strada.- rispose Simo ridendo.
La serata o meglio la nottata, finì tra risate, balli di gruppo, canti e divertimenti di ogni genere.
Non avevo quasi più rivisto Jessica. Forse se n’era anche andata. Non lo sapevo di preciso.
All’una di notte eravamo in macchina che stavamo tornando a casa.
Tutti distrutti.
Io ero seduto nei sedili posteriori insieme alla Ary che era appoggiata alla mia spalla che mi aveva abbracciato la vita.
La Ila davanti con Simo si stava per addormentare sul sedile del passeggero.
-Amore, non addormentarti devi farmi compagnia. – gli disse Simo.
-Non ce la faccio. Sto morendo, Simo. Ho sonno.-si sentiva dal suo tono di voce che la Ila stava per andare nel mondo dei sogni.
Dopo pochi minuti il respiro della Ary si era regolarizzato e la Ila dormiva bellamente.
-Simo, ma, dove dormono le ragazze stanotte?- gli chiesi curioso dato che non ne avevo la più pallida idea.
-Ancora da me. Se vuoi puoi tornare a casa.- mi guardava dallo specchietto retrovisore.
Si, forse era meglio che tornavo a casa. Mia sorella era anche a casa da sola e non volevo le succedesse qualcosa.
-Forse è meglio.
Percorremmo il resto della strada in rigoroso silenzio.
Arrivando a casa, Simo parcheggiò la macchina ed io portai nel letto la Ary, cercando di non svegliarla.
Le tolsi le scarpe ed i jeans e la infilai nel letto.
Coprendola bene.
Le diedi un bacio tra i capelli e me ne andai chiudendomi la porta alle spalle.
Nel corridoio trovai Simo ad aspettarmi.
-Ce la fai ad arrivare a casa? Se no ti accompagno.- mi chiese gentilissimo, ma vedevo che aveva solo voglia di andare a dormire. Era stanchissimo e forse voleva passare anche un po’ di tempo da solo con la Ila.
-No, tranquillo. Ce la faccio.- gli risposi con un sorriso.
-Ci vediamo. E mi raccomando. Pensaci bene. Quando avrai deciso qualcosa, fammi sapere.- mi disse aprendo la porta della sua camera.
-Ti farò sapere. Buona notte.- scesi le scale.
Ormai potevo entrare ed uscire in quella casa come se fosse mia.
Uscii dalla porta d’ingresso e salii sulla mia macchina.
Che cosa avevo intenzione di fare?
Io amavo la Ary, ma avevo scoperto di amare ancora Jessica.
Che cosa potevo fare? Lasciare una e riprovarci con l’altra?
Dovevo decidere, ma non avevo tutto il tempo del mondo.
Se avessi deciso per il peggio, non avrei voluto far soffrire troppo la Ary.
Dovevo prendere una decisione ed in fretta.

 

 

 

 

 

 

Buonasera! E come promesso, eccomi qua a postare un altro capitolo per farmi perdonare dell’immenso ritardo dell’altra volta. Spero che ne siate felici =)
Allora, il fatidico capitolo è arrivato. Purtroppo. Sono sicura che molte si sfogheranno in questo capitolo per quello che ha fatto, ma soprattutto ha pensato Edo. Lo so ragazze. Lo so, l’avrei ucciso anch’io, ma è un cretino. Rivede la sua ex, ricorda i loro momenti passati insieme, risponde male alla Ary, bacia la sua ex, parla con Simo, risolve con la Ary, ma intanto pensa alla sua ex. Il ragazzo è parecchio confuso. Eccome se lo è. Cosa deciderà di fare? Be, per saperlo dovrete leggere il prossimo capitolo. =)
Be, penso che lo possiate immaginare, no? Altrimenti la storia sarebbe finita e buonanotte. Ci saluteremmo e abbandoneremmo questi personaggi, ma invece no. Vi ricordo che mancano ancora 19 capitoli per la fine. XD *in sottofondo si sentono fischi di dissenso* Eh lo so, è lunghetta, ma vi avevo avvisato. =)
Ringrazio le persone che hanno aggiunto la storia alla preferite, alle seguite e alle ricordate e a quelle che mi hanno aggiunto come autore preferito. Davvero grazie ragazze *_*
Ricordo il blog per gli spoiler e vi ricordo anche il mio account di Facebook e di Twitter per chi volesse aggiungermi. =)
Rispondo alle vostre recensioni:
Red76: Ciao! Ahahah No, non sei in pensione, diciamo che sei in un prepensionamento. xD Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacione ^_^
TheDreamerMagic: Ciao cara! Vedo che stai cominciando a migliorare xD Sei riuscita ad arrivare seconda, è davvero un buon traguardo dato che arrivavi sempre ultima xD
Edo che ha quella strana sensazione, che sente come se dovesse succedere qualcosa. A me capita spesso, ma non posso dire in anticipo se succederà una cosa positiva o una negativa.
Daiiii, come puoi odiare Jessica? È così carina, simpatica. Come puoi odiarla? Io la adoro. Ovviamente scherzo. Come potrei odiarla? Per colpa sua Edo ha capito di essere ancora innamorato di lei, di provare ancora qualcosa per lei e questo non va affatto bene. -.-
Ti sei preparata abbastanza bene? Spero davvero di sì, ma devi prepararti maggiormente per il prossimo capitolo. Sarà quello la mazzata finale =( (ti ho lasciato anche leggero spoiler se riesci a coglierlo)
Simo è sempre carino, qualsiasi cosa faccia *_* io lo adoro *_*
Purtroppo il capitolo della strage è arrivato e l’hai appena letto, se non sei morta prima xD un bacione ^_^
Vanilla_sky: Ciao! Non ti preoccupare per non aver recensito. Capisco che abbiate altro da fare e non pretendo che recensiate tutti i capitoli. L’importante è che seguiate la storia =)
Penso che la curiosità non ti abbia logorato più di tanto. Ho postato presto, no? Un bacione ^_^
effe_95: Ciao! Sono contenta di averti fatto ridere, alla fine l’intento era un po’ quello perché volevo alleggerire l’atmosfera prima di questo capitolo.
Allora, cosa ne pensi Jessica? Immagino che non ti stia tanto simpatica. xD
Non devi preoccuparti delle recensioni corti, l’importante è che leggi il capitolo e che ti piaccia. Poi se hai tempo di lasciare una recensione lunga, quello è qualcosa in più. Un bacione ^_^

Alla prossima ^_^
   
 
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