Il matrimonio - Il ricevimento
Edo POV
Mentre i novelli sposini
erano impegnati a fare le foto in giro per lo stupendo parco che circondava il
ristorante, noi invitati eravamo riuniti nel giardino per un piccolo rinfresco
prima di cominciare il pranzo vero e proprio.
Ero lì che stavo parlando con
la mia piccola, la Ila, Simo ed io suoi genitori tranquillamente, finché non
sentii la voce di mia sorella.
Era la prima volta che la
vedevo quel giorno, penso che non sia nemmeno venuta alla cerimonia,
conoscendola.
Era vestita decisamente troppo
provocante e poco adeguata per la sua età e, soprattutto, per un matrimonio.
Aveva in mini vestito che
avrebbe mostrato le sue grazie non appena si fosse piegata un attimo. Ma non
era sola.
Con lei c’era…non potevo
crederci: Mattia.
Non parlavo molto con mia
sorella, ma non potevo pensare che fosse tornata con lui. Per quale motivo
tornare con lui?
Lui era vestito decisamente
in modo adeguato, anche se non troppo elegante: un paio di jeans, una camicia e
la cravatta. Molto sofisticato dovevo ammetterlo.
-Fratellino. Come stai? Com’è
stata la cerimonia?- mi chiese con una voce troppo stridula.
Nessuno si era ancora accorto
della sua presenza e forse era meglio. Non volevo che la Ila, o meglio Simo,
vedesse l’accompagnatore di mia sorella, soprattutto perché stava mangiando con
gli occhi la Ila e Simo non avrebbe di certo gradito.
Stavano ridendo insieme,
ignari di chi si sarebbero trovati davanti se avessero spostato lo sguardo.
-Bene. Immaginavo che non
avresti visto la cerimonia. Che problema c’è stato stavolta? La piastra non
andava?- le chiesi sarcastico.
-La piastra andava benissimo.
Mi sono solo svegliata tardi e così siamo arrivati in ritardo.- mi rispose
acida.
Non correva buon sangue tra
di noi. Non buonissimo almeno.
-E mamma e papà?- chiesi non
vedendoli.
-Non ci sono. Dovevano
lavorare, ci hanno accompagnato, hanno salutato Davide e se ne sono andati. –
mi sorrise amareggiata. Anche se non voleva ammetterlo apertamente, sapevo che
le mancava la presenza dei nostri genitori. Non c’erano mai a causa del loro
lavoro.
Crescendo maggiormente ci
avrebbe fatto l’abitudine come ormai ce l’avevo fatta io.
Mattia stava ancora guardando
spudoratamente la Ila, quando questa si girò. Stava ridendo, ma incrociando lo
sguardo con quello di Mattia, perse d’intensità.
Simo si girò immediatamente e
non appena vide che Mattia era lì. Lo vidi digrignare i denti.
-Ciao Mattia.- lo salutò la
Ila sorridendo. Non mi sembrava un sorriso tirato o finto, mi sembrava
abbastanza vero.
La Ary in parte a me che fino
a quel momento era rimasta zitta salutò Mattia.
-Ciao Mattia. Come mai qui?-
chiese. Notai una piccola nota acida nel suo tono di voce. Bene, non ero
l’unico a cui dava fastidio la sua presenza.
-Mi ha invitato la Vero,
cioè…invitato…- sembrava in imbarazzo.
-Mi ha accompagnato dato che
è il mio migliore amico. Cosa pensavi che volessi passare del tempo con voi?-
chiese mia sorella acida rivolgendosi alla Ary.
Si mise in mezzo la Ila che
rideva.
-Il problema non è se tu
avessi voluto passare del tempo con noi, ma se noi avessimo voluto passare del
tempo con te. Non ti preoccupare non ci dispiace affatto non poter godere della
tua presenza. Tranquilla.- le disse acida la Ila. Era da un sacco di tempo che
non la sentivo più parlare così, precisamente da quando era insieme a Simo.
-Non avrei mai passato del
tempo con voi. Non sono così disperata.- rispose mia sorella.
-Tu…brutta stronza…-la Ila
stava quasi partendo per picchiarla. Venne fermata da Simo che la prese per la
vita e la strinse a sé. –Simo, mollami immediatamente. Veloce.
-No, non ti mollo.-lo vidi
stringere ancora di più la presa.
-Simo, cazzo. Mollami.- la
Ila cercava di togliersi dalla sua presa.
-No, finché non ti calmi.
-Sono calmissima.- rispose
lei digrignando i denti. Simo scoppio a ridere. –Non ti azzardare a ridere di
me.
Tutti scoppiammo a ridere per
la scena che ci si era parata davanti.
Finché non venni riscosso da
una voce un po’ troppo famigliare per me.
-Vero. Scusa, cara il
ritardo. Ma non riuscivo a trovare parcheggio.- no, tutti, ma non lei. Non
poteva essere davvero lei.
Simo smise di ridere nel
momento in cui posò gli occhi sulla persona appena arrivata. Guardò me e mollò
la presa sulla Ila.
Lei non aspettandoselo si
girò a guardarlo.
Avevo paura a girarmi. Non
volevo vedere la persona a cui apparteneva quella voce.
-Simo. Tesoro. Come stai?-
non servì girarmi. Lei andò ad abbracciare Simo.
E la vidi. Lei. La mia ex.
Era da un anno che ci eravamo mollati.
Non l’avevo mai rivista da
quel giorno. Ed eccola lì al matrimonio di mio fratello che stava abbracciando
il mio migliore amico.
-Ciao Jessica.- la salutò
Simo che nel frattempo guardava me.
Non sapevo che faccia avessi,
forse sembravo un cretino.
Proprio in quel momento si
girò.
-Edo. – sembrava quasi
stupita di vedermi.
E fu lì che l’ammirai in tutta la sua bellezza.
Alta, oltre il metro e
ottanta con i tacchi, bionda, capelli lunghi che le ricadevano sulle spalle e
sulla schiena, occhi azzurri che ti penetravano nell’anima. Era vestita con un
abito corto che metteva in evidenza le sue lunghe gambe e un decolleté
invidiabile.
In quel momento mi dimenticai
dove fosse, con chi fossi e soprattutto che in parte a me ci fosse la mia
ragazza.
Mi ero perso nei suoi occhi,
mi ero perso in quei pozzi azzurri che brillavano.
-Jessica. – riuscii a dire
sussurrando.
L’avevo lasciata io, non
perché non l’amassi, ma perché ero stufo del suo lavoro, del fatto che non ci
vedessimo mai e che, mi tradisse anche. Non ce la facevo più e, nonostante
l’amassi con tutto me stesso, la lasciai.
Avevo passato mesi e mesi a
starci male, ma poi mi era passata. Ero convinto che mi fosse passata.
-Je, tesoro andiamo, non
stiamo con questi sfigati.- mia sorella la prese e la portò via.
No. No. No. Perché era dovuta
venire al ricevimento?
Perché?
Simo era davanti a me che mi
guardava preoccupato, la Ila e la Ary avevano un enorme punto di domanda
stampato in faccia.
-Amore, perché non andate al
tavolo? Noi arriviamo subito. – disse Simo alla Ila, ricevendo per tutta
risposta uno sguardo pieno di curiosità.
Prese la Ary sotto braccio e
entrarono nel ristorante.
-Stai bene?- mi chiese Simo.
-Si, tutto bene. Perché?- gli
risposi cercando di mentire in un modo convincente.
-Edo, hai appena rivisto la
tua ex e ti giuro che la tua faccia è tutta un programma.- era serissimo, ma
notai la nota sarcastica nella sua voce.
-Vorrei ricordarti che tu te
la sei portata a letto.- gli risposi io per tutta risposta.
-Prima che tu la conoscessi,
aveva 18 anni. E se non sbagliato te l’ho fatta conoscere io. Dopo che ci sono
andato a letto insieme però.- rise.
-Be, ti ringrazio, ma non
ricordarmi questo piccolo particolare, grazie.- gli risposi un po’ infastidito
dal fatto che mi avesse ricordato che fosse andato a letto prima di me con lei.
Mi dava ancora fastidio.
-Che cos’hai intenzione di
fare?- mi chiese.
-In che senso?-non riuscivo a
capire il senso di quella stranissima domanda. Non provavo più niente per la
mia ex, non c’era nessunissimo problema. – senti andiamo al nostro tavolo e
cominciamo questo pranzo.
Ed era in quel momento che mi
resi conto che quello sarebbe stato il giorno più lungo della mia vita.
Entrammo al ristorante e vidi
la mia piccola che parlava con la Ila al tavolo con…eh no… non andava per
niente bene.
Al tavolo con noi c’erano mia
sorella, Mattia e Jessica.
Si, era ancora più ufficiale,
quello sarebbe stato il giorno più lungo della mia vita.
Simo ed io ci scambiammo uno
sguardo carico di significato.
-Allora, come va?- disse Simo
andando a dare un bacio tra i capelli alla Ila.
-Potrebbe andare meglio.-
rispose lei tutt’altro che felice.
Mi sedetti in parte alla mia
piccolina e a mia sorella, per mia fortuna Jessica era vicina a Simo anche se
mi aspettavo di veder succedere il peggio.
-Tutto bene?- mi chiese la
Ary appoggiando la sua mano sulla mia.
E per la prima volta da
quando stavamo insieme, quel contatto mi diede fastidio.
-Si, benissimo.- risposi
forse un po’ troppo infastidito, facendole cambiare completamente espressione.
Sembrava esserci rimasta male.
Cominciavamo davvero bene.
-Allora, Simo è una
prostituta o un’attrice?- chiese Jessica a Simo.
Vidi la Ila stringere i pugni
sul tavolo.
-Senti, bionda rifatta del
cazzo, non ti azzardare a darmi della prostituta, chiaro? Non voglio mica fare
il tuo stesso lavoro.- era davvero arrabbiata.
-Senti, ragazzina, attenta
non sai con chi stai parlando.- le rispose Jessica per tutta risposta.
Simo assisteva alla scena
allibito e non sapendo cosa fare.
-Chi sei una di quelle che
Simo si è scopato? Non mi stupirei, sinceramente.- sputò fuori lei digrignando
i denti.
-No, sono una modella.-
rispose lei- e ho scopato con Simo.
-Ooooo, aspetta che ti faccio
un inchino.- si alzò in piedi e si inchinò. –Scusi se non l’ho riconosciuta.
Sai quanto cazzo mi frega sei fai la modella? Tu della prostituta non me lo
dai, anche se dovessi esserlo.
-Ok, Ila calmati.- le disse
Simo.
-Non dirmi di calmarmi.- non
lo guardava. Guardava Jessica come se dovesse staccarle i capelli.
Simo si alzò e la presa per
un braccio.
-Andiamo.- disse guardandola.
-No.- guardava ancora Jessica
con uno sguardo infuocato.
-Amore, vieni con me.- lo
disse in un tono talmente dolce che la Ila si girò di colpo e lo guardò.
Si alzò e li vidi andarsene.
-Edo, dovresti dire a Simo di
non andare con le bambine.- mi disse Jessica.
-Non è una bambina.- quello
che rispose non fui io, ma Mattia.
-Non dirmi Mattia che sei
innamorato di lei. Ti facevo più intelligente, ma a quanto pare mi sbagliavo.
-Si, la amo. Qualche
problema? Non dovresti giudicare le persone prima di conoscerle. Dovresti
saperlo bene, tu che vieni sempre considerata un’oca senza cervello.- gli
rispose.
Mi stupì quel ragazzo, non
pensavo che fosse talmente innamorato di lei da difenderla. Lo ammiravo per
quello che aveva fatto.
In quel momento arrivarono la
Ila e Simo mano nella mano.
Si sedettero.
-Senti, volevo chiederti
scusa per averti dato della prostituta, ma…- cominciò Jessica, ma la Ila la
fermò.
-Non sei abituata a pensare a
Simo con una ragazza. Lo so. Sarà la quarta volta che me lo sento dire oggi e
penso che dovrò passare tutto il giorno a sentirmi dare della prostituta. – lei
sorrise.
Pensavo che Jessica volesse
accennare alle parole appena dette da Mattia, ma lasciò perdere.
La vecchia Jessica, non
avrebbe perso occasione per far fare una figura di merda a qualcuno. A quanto
pareva era cambiata.
E non so come mai, ma in quel
momento lo sperai davvero tanto.
Cominciarono a servire le
portate e noi cominciammo a parlare tutti insieme senza battibecchi o
frecciatine.
Forse non stava andando come
me l’ero immaginato ed andava benissimo così.
Jessica era esattamente
davanti a me e la cosa non mi piaceva.
Continuavo a soffermarmi a
guardarla, ad ammirare il suo sorriso, le sue labbra che si muovevano quando
parlava.
Ammiravo le sue mani che
muovevano i capelli.
Ed immancabilmente, cominciai
a ricordare i momenti passati con lei. Ero stato con lei un anno, di alti e
bassi, ma un anno.
Cominciai a ricordare il
nostro primo bacio, la nostra prima volta e le nostre successive volte.
L’avevo amata da subito. Fin
dal primo momento che l’avevo vista.
Ricordavo ancora il nostro
primo incontro. Aveva appena finito le superiori, stava festeggiando con le sue
amiche in centro, ridevano, scherzavano. Ed io rimasi colpito dalla sua
spontaneità. In quel periodo non faceva ancora la modella, era nel periodo in
cui era insieme con me che aveva cominciato a fare casting e provini.
Quando stava con me, non si
rendeva minimamente conto della sua bellezza e dell’effetto che facesse sugli
uomini.
Adesso se ne rendeva troppo
conto.
Ed eccoli lì, i ricordi di
quando facevamo l’amore insieme. Era bellissimo, stupendo.
E dovevo ammetterlo, mi
mancava fare l’amore in quel momento. Anzi, mi mancava fare l’amore punto e
basta.
Con la Ary non potevo farlo,
cioè, avrei potuto, ma non volevo che lei facesse le cose forzate. Che lo
facesse perché io la obbligavo.
Mi ero perso nel mio mondo
dei ricordi, non rendendomi conto che
ero al tavolo e tutti mi stessero chiamando.
-Edo, cos’hai ti senti male?-
sentivo qualcuno che mi toccava il braccio.
-Senti, sto benissimo, va
bene?- dissi spostando velocemente il braccio.
Quando mi girai vidi gli
occhi della Ary scioccati per la mia risposta.
Perché mi stavo comportando
da scemo? Perché facevo così?
Perché continuavo a pensare
alla mia storia con Jessica?
Continuammo a mangiare, io in
rigoroso silenzio, gli altri cercavano di non fare caso a me.
Dopo minuti o ore, non saprei
ben dire quanto tempo passò.
-Sei sicuro di stare bene?-
di nuovo la Ary.
-Sto B-E-N-I-S-S-I-M-O. Va
bene? Adesso la smetti di rompere i coglioni?- oddio, non mi riconoscevo più.
Cosa stavo facendo? Ma
soprattutto dicendo?
-Senti, Edo. Adesso hai rotto
veramente il cazzo. Non sono tua sorella e non mi rispondi di merda, chiaro?
Hai i coglioni girati per i cazzi tuoi? Benissimo, non prendertela con me. Non
ti ho fatto niente. Ma permetti che essendo tu il mio RAGAZZO mi preoccupo se
non parli e sembri assente. La prossima volta non ti chiedo niente. Mi farò i
cazzi miei, come tu ti fai i tuoi.- si alzò e se ne andò.
La Ila immediatamente la
seguì.
Cosa stavo facendo?
Mi girai e trovai gli occhi
azzurri di Jessica che mi guardavano.
Ed immediatamente mi
dimenticai tutto, della litigata appena avuta, del fatto che avessi la ragazza
e…
Edo, che stai dicendo? Hai bevuto forse? Da quand’è
che tu ti comporti così?
Decisi di andare a fare un
passeggiata fuori.
Dovevo schiarirmi le idee.
Dovevo pensare. Capire cosa
stesse succedendo.
Mi alzai e me ne andai.
Era tutto così confuso, mi
sentivo così confuso.
Non sapevo cosa fare,
pensare. Non sapevo come comportarmi.
Uscendo dal ristorante mi
resi conto che stava quasi per tramontare il sole.
Un’immagine davvero
romantica, se solo non fossi stato solo come un cane.
Non mi ero mai comportato
come quella stasera, soprattutto con la mia piccolina. Chissà come ci era
rimasta male, ma non potevo chiederle scusa, quando non sapevo ancora cosa mi
prendesse.
Mi sedetti su una panchina in
mezzo allo spettacolare giardino.
C’era silenzio. Pace. Nessuno
che urlava o parlava. Solo la voce nella mia testa che mi diceva che c’era
qualcosa che non andava.
Era davvero molto perspicace
la mia testa. L’avevo capito anch’io che qualcosa non andava, ma cosa?
Cosa non andava, cazzo?
Cosa non andava, cazzo?
-Edo, sicuro di stare bene?-
no, non quella voce ti prego.
Mi girai ed…eccola lì.
Bellissima nel suo vestito,
con quei capelli biondi che le incorniciavano il viso e quel sorriso che
mostrava i suoi bellissimi denti bianchi.
-Si, sto benissimo.- se mi
avesse conosciuto bene, avrebbe saputo subito che mentivo.
-Lo so che menti.- mi
conosceva bene, a quanto pareva.
Si sedette in parte a me e la
sentii tremare.
Mi tolsi la giacca e gliela
appoggiai sulle spalle. Per scaldarla maggiormente l’abbracciai.
-Grazie.- mi sorrise
sinceramente.
Effettivamente c’era davvero
una fresca brezza che tirava.
-Prego. – per un momento
sembrava essere tornata la ragazza di un anno e mezzo prima. La semplice
ragazza di un anno e mezzo prima.
-Sono stata davvero molto
felice di rivederti oggi.-mi disse.
-Anche io. – ammisi. Ero
davvero felice di averla rivista, anche se forse non avrei dovuto esserlo.
-Senti, io ti ho pensato
molto in questo periodo e…mi manchi.- mi girai a guardarla.
I suoi bellissimi occhi
azzurri brillavano. Si, sembrava davvero la ragazza di cui mi ero innamorato.
La vidi avvicinarsi
lentamente ed io non mi spostai, anche se sapevo avrei dovuto farlo per evitare
una catastrofe.
Ma non lo feci. La guardai
avvicinarsi lentamente a me e mi soffermai a guardare quelle sue labbra
scarlatte.
Finché non le sentii premere
sulle mie.
Ed ecco che le sensazioni di
allora riaffiorarono.
Ci baciammo lentamente, per
poi dischiudere le labbra all’unisono e facendo incontrare le nostre lingue,
che giocarono insieme come un anno prima.
Riscoprii sentimenti che
pensavo di non provare più per lei.
Che pensavo di provare solo……
Un attimo.
Mi staccai da lei
all’improvviso.
-Non possiamo.- sussurrai.
-Ma io ti amo ancora, Edo.-
mi disse lei dolcemente.
Mi alzai dalla panchina, le
tolsi il giacchetto dalle spalle e me ne andai.
Cos’avevo fatto? Stavo
diventando come Simo, uno stronzo. Era davvero questo che ero diventato?
Entrai nel ristorante. Passai
in parte a Simo che si girò velocemente a guardarmi.
Non so se mi stesse seguendo.
So solo che lo sentivo alle mie spalle.
Arrivai al parcheggio e andai
verso la macchina di Simo.
Cominciai a tirare calci
sulle ruote.
-Merda. Merda. Merda. Merda.-
continuavo a tirare calci cercando di scaricare la rabbia verso me stesso.
-Ehi ehi ehi. Quella è la mia
macchina. Calmati e dimmi che succede. – Simo sarà stato anche il più grande stronzo
con le donne, prima di incontrare la Ila, ma come amico era davvero
incredibile. Mi ascoltava sempre. Mi aiutava sempre. E per questo gli volevo
bene.
-Sono diventato come te. Sono
diventato come te e non posso sopportarlo.- ammisi.
-Sei diventato un gran figo?-
chiese lui ridendo.
-Non è il momento di ridere,
Simo. Sono serissimo.- lo vidi cambiare
completamente espressione.
-Ok, allora. Dimmi che…
-Io e Jessica ci siamo appena
baciati in giardino.- ammisi tutto d’un fiato.
-Co-com COSA?- lo gridò un
po’ troppo forte.
-Abbassa la voce per favore.
Non vorrai mica attirare l’attenzione su di noi.
-Ma sono tutti dentro.- mi
fece notare Simo.
-Lo so, ma metti che qualcuno
ci sentisse.
-Non dirmi che ti piace
ancora Edo.- sapeva anche lui la risposta, ma voleva sentirsela dire da me.
-Penso di amarla ancora,
Simo.- ammisi distogliendo lo sguardo da lui.
-Ma l’hai lasciata tu. Dio
santissimo, Edo. L’hai lasciata tu. Cosa pensi che adesso la storia possa
andare tranquilla senza intoppi? Fa lo stesso lavoro e già tanto se oggi è
venuta. E poi Edo, la Ary? Ci hai pensato? Non rovinare tutto per tornare con
la tua ex ti prego.
-Non voglio prenderla in
giro, Simo. Non sono te che usa le persone. Anzi, mi correggo, non sono il tuo
vecchio te.
Rimanemmo in silenzio per
interminabili minuti.
-Mi manca fare l’amore.-
ammisi dopo non so quanto tempo.
-Come, scusa?- cosa voleva
una conferma di quello che aveva detto? Lo aveva capito benissimo.
-Mi manca fare l’amore.
-Certo che ti manca è un anno
che sei in astinenza, mancherebbe anche a me sinceramente, anche se…-sembrava
titubante.
-Cosa?- sentivo tanto che
quella sera, sarebbe stata la sera delle rivelazioni.
-Io non ho mai fatto l’amore,
cioè era sempre sesso, puro e sano sesso. Anche se forse di sano non aveva
proprio niente.- era serio, serissimo.
-E io invece non ho mai fatto
quel puro e sano sesso, ho sempre fatto l’amore.- eravamo due persone
completamente diverse, eravamo l’uno l’opposto dell’altro, ma andavamo
d’accordo nonostante queste enormi differenze che ci segnavano. Forse erano
proprio queste differenze che ci legavano ancora di più.
Ma quella sera, senza
accorgercene, ci rendemmo conto che stavo diventando come l’altro.
-Non ti manca fare sesso?-
gli chiesi improvvisamente. Non avevamo mai parlato così, cioè parlavamo di
sesso, ma non in modo così serio. Si, eravamo decisamente seri.
-Se devo essere sincero?-
annuii- No, per niente. Alla fine era solo l’atto sessuale. Era solo un
soddisfare la voglia. Non c’era niente di più. E adesso che…che sono insieme
alla Ila, non mi manca. Voglio qualcosa di più. Per la prima volta non voglio
soddisfare solo i miei bisogni, ma anche i
suoi. Non voglio limitarmi solamente all’atto fisico, anche se mi rendo
conto che non lo sarebbe. Non voglio farle fretta, quando lei si sentirà
pronta, lo sarò anch’io semplice. E poi sai che se fosse solo per sesso, non
sarei arrivato fino a questo punto. Sto andando contro la mia prima regola. –
vedere Simo innamorato, era come vedere l’eclisse. Non ci ero abituato e se
continuava a stupirmi con queste uscite, non mi ci potevo abituare mai.
Comunque, la prima regola di
Simo era: non andare mai con una vergine. In quel senso era corretto. Sapendo
che non avrebbe mai avuto una storia seria, preferiva andare con quelle esperte
e non con quelle che dovevano ancora consumare la loro prima volta. Diceva che
non era giusto che perdessero la verginità con uno stronzo. Dovevano perderla
con uno che l’amassero e con cui potevano avere una storia seria, non con uno
stronzo.
Ma forse Simo non aveva
capito una cosa, che erano poche le vergini che la davano al primo che passava,
anche se ne aveva incontrate lungo il suo cammino.
-Si, lo so che infrangeresti
una delle tue regole più importanti.- dissi un po’ scocciato.
-E a te come mai manca fare
l’amore?- bella domanda come mai mi mancava?
Non me n’ero reso conto fino
a quello stupidissimo giorno, fino a quello stupidissimo ricevimento dove avevo
rivisto la mia ex.
-Cioè, non pensavo che mi
mancasse. Fino ad oggi non ne ho mai avuto il “bisogno”, ma oggi…cioè…-non
riuscivo andare avanti. Mi sentivo troppo in imbarazzo ad ammetterlo.
-Hai sentito di averne il
“bisogno” quando hai rivisto Jessica.- concluse la frase per me. Mi stupivo
quando succedeva. Non pensavo mi capisse così tanto.
-Si, ecco e…cioè mi manca.
Farlo con lei.- ero titubante.
-No, ti prego, Edo no. Non
dirmi che vuoi tornare con lei.- era davvero quello che volevo?
Non riuscivo a capirlo.
Io amavo la Ary, cioè ero
convinto di amarla. Ma da quando avevo rivisto Jessica, non ne ero più
convinto.
Avevo capito di amarla
ancora, di non avere mai smesso di amarla.
E questo era un male. Non
volevo far soffrire la Ary e sapevo che se glielo avessi detto ci sarebbe
rimasta male, ma non potevo neanche non dirle niente. Non era giusto prenderla
in giro e io non volevo fare la parte dello stronzo, quale non ero.
-Non so cosa fare, Simo.- ero
disperato. Non mi capivo. Non sapevo cosa fare. Era in una confusione totale.
-Devi pensarci. Bene. Non
puoi affrettare le cose. Forse è solo perché non la vedevi da tanto e pensi che
sia chissà che cosa. Stai tranquillo, rilassati e cerca di non rispondere male
alla Ary. Non se lo merita.
-Grazie.- lo abbracciai. Si,
lo so. È strano vedere due ragazzi che si abbracciano, ma noi spesso lo
facevamo. Ovviamente non davanti a tutti. Come avremmo potuto rovinare la
nostra reputazione? E soprattutto quella di Simo?
-Entriamo che si chiederanno
che fine abbiamo fatto.- disse Simo avviandosi.
Entrammo in rigoroso
silenzio, per poi trovarci nella confusione più totale.
Tutti che stavano ridendo e
scherzando.
Al nostro tavolo c’erano
seduti mia sorella, Mattia e Jessica, ma neanche l’ombra della Ary e della Ila.
Io e Simo ci guardammo.
-Scusate se vi disturbo, ma
sapete dirmi dov’è la Ila?- chiese Simo ai tre.
-è andata con la Ary prima
che uscite voi, poi non l’ho più vista e neanche la Ary.- a rispondere fu
Mattia.
-Grazie. – gli rispose Simo
con un sorriso. Sbaglio o non si erano scannati? Sbaglio o si erano pure messi
a fare una mini-conversazione? Ok, quello era il giorno peggiore della mia
vita, ma era anche il giorno dove mi stupii maggiormente.
-Forse è meglio che tu resti
qui.- mi disse a bassa voce Simo prima di andare a cercare le ragazze.
Rimasi lì. Su quella sedia
senza parlare con nessuno, a riflettere su tutto quello che stava succedendo
quel giorno.
-Fratellino che ti succede?
Sembra che ti sia appena passato sopra un camion. – era mio fratello Davide.
-Davvero molto simpatico,
guarda. Non ti preoccupare, non è niente e anche se fosse qualcosa di
importante non te lo direi. Non vorrei mai rovinare il giorno più felice della
tua vita. – dissi facendo un sorriso tirato.
-Dov’è Simo? E la mia
cognatina preferita? – mi chiese mio fratello malizioso.
-E chi sarebbe la tua
cognatina preferita?- gli chiesi divertito.
-La Ila. Chi vuoi che sia?
Allora, dove sono? Si sono imboscati?- chiese lui sorridendo.
-No, per la verità lei è con
la Ary. Simo è andato a cercarle perché non sappiamo dove sono.- gli risposi io
– E comunque, come fa la Ila ad essere la tua cognatina, quando Simo non è
nemmeno tuo fratello.- ero scocciato, ma anche divertito. Io, Simo e lui
eravamo praticamente cresciuti insieme. Ci consideravamo come fratelli.
-Guarda che lui è più mio
fratello di te.- rise –Be, dimmi da dove è uscito Simo che provo a
raggiungerli.
-è uscito verso il giardino.
-Allora, ci vediamo dopo.
Almeno stacco un po’ da questa confusione.- salutò con la mano e se ne andò.
E rimasi di nuovo lì solo,
anche se non lo ero.
Al tavolo c’erano altre tre
persone, tra cui quella che aveva reso la mia giornata un inferno.
Mi aveva confuso e reso la
giornata un completo disastro.
Come può una persona
rovinarti la giornata così? A quanto pareva poteva. Eccome, se poteva.
Ed io, per colpa sua, ero lì
a pensare. A rimuginare su tutto quello che era successo quel giorno. A
rimuginare su quello che successo un anno prima. A quello che era successo
negli ultimi sei mesi più o meno.
Dovevo pensare per capire
quello che avrei dovuto fare successivamente.
Mi sentivo sporco. Avevo
ancora il sapore sulle mie labbra di Jessica, quando avrei dovuto avere quella
della Ary. Era preoccupante, non riuscivo più a chiamarla “la mia piccolina”.
Non posso rovinare tutto così. Non posso pensare di
mandare in merda quasi sei mesi. Di punto in bianco. Per lei.
E che lei. Bellissima.
Stupenda. In ogni sua forma e sfumatura.
L’amavo ancora, non c’era
niente da dire. Eppure pensavo che mi fosse passata. Che non fossi uno stupido
ragazzino che, non appena rivedeva la sua prima ragazza, se ne ritrovava ancora
innamorato.
L’avevo lasciata io. Dio
santo. Io. Non lei.
Quell’atteggiamento sarebbe
stato comprensibile se fosse stata lei a lasciarmi, ma dato che era il
contrario, non potevo accettarlo.
Anche se, io l’avevo lasciata,
amandola ancora. Eccome se l’amavo.
E l’amavo anche in quel
momento.
Con lei tutto era fantastico,
l’amore era fantastico, fare l’amore era stupendo.
E se…no impossibile. Non ero
così smanioso di farlo, ma…forse.
Forse pensavo di essere
innamorato di lei, perché volevo fare ancora l’amore. Sapevo che con lei avrei
potuto farlo senza problemi e non avrei dovuto aspettare che lei si sentisse
pronta. Con lei avrei potuto prenderla, baciarla ed andare nel bagno a farlo
sul lavandino.
Con lei potevo farlo, con la
Ary no. Oltre al fatto che l’avrei spaventata. Poi non potevo. Lei era vergine.
Doveva essere speciale. Non doveva essere fatto in un bagno di un ristorante
durante un ricevimento di nozze.
Venni riscosso dai miei
pensieri, vedendo l’immagine di mio fratello che aveva a braccetto la Ila che
rideva e Simo, invece, aveva la Ary.
-Io dico che ti rapisco per
un po’.- disse mio fratello alla Ila.
-E come mai?- gli chiese lei
divertita.
-Sei una di famiglia. Devi
cominciare a conoscere qualcuno.- lei arrossì notevolmente.
-Ma…co-co- - era notevolmente
in imbarazzo.
Simo nel frattempo aveva
accompagnato la Ary a sedersi. Non mi rivolse la parola. Me lo meritavo.
Quando mio fratello sarebbe
stato fuori dal nostro raggio, le avrei parlato.
-Lasciala in pace, Dave. –
gli disse Simo ridendo.
-Oh, si presenta tanto come
una pantera, ma in realtà è una micina.- mio fratello rise e quella battuta non
fece che peggiorare il rossore della Ila.
-Dave. – urlammo insieme io e
Simo.
-Ok, va bene. La smetto. Ma è
vero, sembra tanto una pantera, ma guardala come arrossisce. – se avesse potuto
la Ila si sarebbe sotterrata molto volentieri. Lei si staccò da lui ed andò a
bere un goccio d’acqua.
-Ti giuro che non farò così
sempre. – lei sorrise ancora un po’ in imbarazzo.- Benissimo, Simo te la
rapisco. Non so quando te la riporterò e forse le farò conoscere anche qualcuno
meglio di te. Lei non deve stare con uno come te, merita di meglio.
Se ne andarono insieme mentre
parlavano.
Ero felice che andasse
d’accordo con la Ila.
Mi ritrovai a pensare che
forse era meglio che si portasse via anche la Ary con lui, non sapevo cosa
dirle.
Non avevo ancora fatto
chiarezza in tutto quello che era successo.
Poi c’era ancora quel bacio
con Jessica, che mi occupava la mente, non lasciandomi pensare come avrei
dovuto.
Mi girai verso di lei.
Stava scrutando la sala,
guardando gli altri tavoli.
Non aveva ancora guardato
nella mia direzione. Era ancora arrabbiata con me, anche io lo sarei stato se
fossi stata in lei.
Mi odiavo per quello che
avevo fatto, per averle risposto male.
-Ti va se andiamo a fare un
giro?- le chiesi dolcemente.
-Sinceramente non ne ho
voglia.- mi rispose acida e con tono troppo duro.
-Vorrei parlare con te. Da
SOLO.- cercai di calcare su l’ultima parte della frase pur mantenendo un tono
dolce.
-Ok, va bene.- acconsentì, ma
il tono acido e duro rimase.
Provai a toccarle un braccio,
ma si scostò.
Uscimmo in giardino.
Passeggiammo un attimo
rimanemmo in silenzio.
Ormai il sole era tramontato
da un pezzo.
Tirava una leggera brezza
fredda. La luna piena splendeva nel cielo.
La guardai. Per vedere se si
rendesse conto del luogo romantico in cui ci trovavamo, ma lei sembrava
scrutare in giro, come se non volesse incontrare il mio sguardo.
-Senti, voglio chiederti scusa
per prima. Non volevo risponderti male. È…è solo che è…una giornata strana,
ecco.- volevo sembrare sicuro di quello che stavo dicendo, ma ottenni tutto il
contrario. Balbettai e la mia voce non trasudava sicurezza. Cominciavamo bene.
-Sinceramente? Non me ne
frega se è una giornata strana. Non vedo perché rispondermi male. E, a parte
questo, è da quando è arrivata quella Jennifer, Joanna o come diavolo si chiama che sei strano.
Penso che non solo Simo ci sia andato a letto, vero?- colpito e affondato. Non
solo per la frase che aveva detto, ma con il tono in cui l’aveva detto. Era
tagliente. Deducevo che fosse gelosa di lei.
-Be, si… cioè…- cioè cosa Edo? Ci sei andato a letto e non
solo quello, era la tua ragazza dio santo. Quanto ti ci vuole per ammetterlo?
L’ha capito. Cosa vuoi, continuare a mentire? Ci eri insieme. L’amavi. Era la
tua ragazza.
-Cioè cosa?- chiese lei
assottigliando lo sguardo.
-Si, ci sono andato a letto
insieme. Era la mia ragazza.- risposi tutto d’un fiato, anche se era la mossa più
sbagliata che potessi fare.
Lessi lo stupore sul suo
viso, nei suoi occhi nonostante fossimo quasi completamente al buio. Illuminati
solo dalla luce lunare.
-Quanto siete stati insieme?-
il suo tono di voce si era addolcito.
-Un anno, un anno fa. – anch’io
mi ero calmato. Anche se non ero pronto al suo “interrogatorio”.
-L’hai lasciata tu?- non mi
aveva ancora guardato nemmeno una volta. Le facevo davvero così schifo?
-Si. Perché non ci vedevamo
mai, a causa del suo lavoro e mi ha tradito.- a quell’ultima parola la vidi
sussultare.
-Da quanto tempo è che non la
vedevi?
-Da quando ci eravamo
lasciati. Senti, non ho voluto fare una passeggiata per parlare di lei.- mi
sedetti su una panchina poco lontana. Lei era in piedi davanti a me, che non
intendeva muoversi.
Guardava l’orizzonte assorta
nei suoi pensieri.
-E di cosa vuoi parlare?- mi
chiese non distogliendo lo sguardo nemmeno un secondo.
-Voglio parlare di noi. Siamo
insieme, giusto?- gli chiesi.
-è quello che chiedo io a te.
Siamo insieme?- stavolta si girò a guardarmi. Io annuì. – Allora, è normale che
io mi preoccupi quando tu ti zittisci all’improvviso, quando sembri strano e
completamente assente. E io per tutta risposta cosa ricevo? Un atteggiamento di
merda. Sai cosa farò? La prossima volta me ne sbatterò il cazzo e farò finta di
non farci nemmeno caso. Poi voglio vedere come reagisci. Ah. E questo è il
massimo. Invece di venire a cercarmi per chiarire, chissà dove sei andato, ma
sinceramente? Non mi interessa. – mi sembrava di vedere i suoi occhi luccicare.
Credo che si stesse trattenendo dal piangere.
-Dovevo chiarirmi le idee.
–ed immediatamente, mi pentii delle mie parole.
-Chiarirti? E su cosa
illuminami.- disse lei sarcastica.
-Non riuscivo a capirmi. A
capire perché ti avessi risposto male. Non sono uno stronzo Ary, non lo sono
mai stato. E oggi non mi capisco. È da stamattina che sono agitato e che mi
comporto in modo strano. Non è colpa tua, è solo colpa mia. Non so cosa mi stia
succedendo. Ma giuro che non avrei mai voluto ferirti e risponderti male.-ero
sincero. Almeno pensavo.
Lei si mise a sedere in parte
a me.
-So che ci possono essere
delle giornate no. Ne sono consapevole. Come ce le ho io, ce le hai anche tu.
Ma vorrei che me ne parlassi o se non ne avessi voglia di parlarmene che almeno
non mi trattassi di merda. So che può non essere facile, ma non voglio litigare
tutte le volte che tu hai una giornata no.- sembrava più rilassata. Mi sorrise.
L’abbracciai.
Il suo profumo mi invase le
narici.
-Scusa.- seppi solo
sussurrare.
Mi staccai da lei e mi
soffermai a guardarla.
Alla luce della luna era
ancora più bella.
La sua pelle sembrava ancora
più chiara e perfetta.
Lentamente mi avvicinai a lei
per posare le mie labbra sulle sue, per poi insinuarmi lentamente nella sua
bocca e giocare con la sua lingua.
Il bacio era stupendo,
fantastico, ma c’era qualcosa che non andava.
Non era come quello…no. Alt.
Fermi un attimo.
Lei era la mia ragazza, non
Jessica.
Eppure il bacio con lei era
stato favoloso. Aveva riacceso in me scintille, fiamme.
Mi staccai lentamente da lei
sorridendo, quando in realtà avrei voluto morire.
Avevo più o meno fatto,
quello che aveva fatto Simo quando aveva appena conosciuto la Ila: avevo
baciato la Ary pensando a Jessica.
Solo che i ruoli erano
invertiti. Avrei dovuto pensare alla Ary mentre baciavo Jessica e non il
contrario. Mi preoccupai maggiormente.
-Andiamo dentro.- dissi alla
Ary prendendola per mano.
Entrando ci trovammo davanti
molte coppie che ballavano al centro della pista.
Tutti che parlavano, ridevano
e scherzavano.
In mezzo alla folla vidi
spiccare mio fratello che balla con la Ila. Ma non avrebbe dovuto ballare con
Camilla? Non lo capivo davvero quell’uomo.
Vidi Simo che parlava con i
suoi genitori e li raggiunsi portandomi dietro la Ary.
-Finalmente vi stavamo dando
per dispersi.- disse ridendo Simo.
-Cosa ci siamo persi?- chiesi
io con un sorriso.
-Il ballo dello sposo e della
sposa.- mi disse la Bea.
-Vedo che mio fratello ha di
nuovo rapito la Ila.
-Diciamo che non l’ha mollata
un secondo. L’ha portata in giro a far conoscere a tutti, nemmeno fosse la sua
di ragazza.- Simo era davvero felice. Non l’avevo mai visto così in tutti gli
anni che lo conoscevo. O meglio. L’avevo visto così a 14 anni quando si era
innamorato della ragazzo che poi gli spezzò il cuore. Mi sembrò di tornare
indietro con gli anni.
-Dai, Dave. Non ce la faccio
più, mi fanno male i piedi.- la Ila arrivò seguita da mio fratello.
-Ma dai. Io volevo fare
ancora un ballo. – mio fratello faceva la parte dell’offeso.
-Forse più tardi.- la Ila
perse l’equilibrio e venne presa al volo da Simo, facendola arrossire.
-Dovresti stare attenta la
prossima volta.- le disse lui a pochi centimetri da lei.
-Scusa, ma non riesco a
reggermi in piedi mi fanno male i piedi.- Simo la rimise in piedi.- Vado a
cambiarmi le scarpe. Ary, vieni con me. – la prese e la portò via con se.
-Allora? Avete parlato?- mi
chiese Simo.
-Si. abbiamo parlato.- rimasi
sul vago. Gli avrei spiegato più tardi dei miei problemi.
Vidi arrivare la Ila correndo
e nascondendosi dietro Simo.
-Che succede? E sbaglio o ti
sei abbassata?- gli chiese lui divertito.
-Dave, vuole rapirmi di
nuovo. E si, mi sono abbassata. Ho tolto i tacchi. Avevo un paio di ballerine
nella borsa.- lei gli abbracciò completamente la vita. –Non azzardarti a
muoverti.
-Non ho intenzione di andare
da nessuna parte.
-Ila. Dai vieni con me.-
arrivò Dave. Non riuscivo a capire se fosse ubriaco o se fosse solo cretino.
-Non ti sembra il caso di
lasciarmi godere la mia ragazza per un po’?- gli chiese Simo.
-Oooooh, certo. Fai pure.
Vado da mia moglie. Che strano dirlo.- sembrava davvero un po’ brillo.
-Sbaglio o è ubriaco?- chiesi
io.
-No, ma è sulla buona
strada.- rispose Simo ridendo.
La serata o meglio la
nottata, finì tra risate, balli di gruppo, canti e divertimenti di ogni genere.
Non avevo quasi più rivisto
Jessica. Forse se n’era anche andata. Non lo sapevo di preciso.
All’una di notte eravamo in
macchina che stavamo tornando a casa.
Tutti distrutti.
Io ero seduto nei sedili
posteriori insieme alla Ary che era appoggiata alla mia spalla che mi aveva
abbracciato la vita.
La Ila davanti con Simo si
stava per addormentare sul sedile del passeggero.
-Amore, non addormentarti
devi farmi compagnia. – gli disse Simo.
-Non ce la faccio. Sto morendo,
Simo. Ho sonno.-si sentiva dal suo tono di voce che la Ila stava per andare nel
mondo dei sogni.
Dopo pochi minuti il respiro
della Ary si era regolarizzato e la Ila dormiva bellamente.
-Simo, ma, dove dormono le
ragazze stanotte?- gli chiesi curioso dato che non ne avevo la più pallida
idea.
-Ancora da me. Se vuoi puoi
tornare a casa.- mi guardava dallo specchietto retrovisore.
Si, forse era meglio che
tornavo a casa. Mia sorella era anche a casa da sola e non volevo le succedesse
qualcosa.
-Forse è meglio.
Percorremmo il resto della
strada in rigoroso silenzio.
Arrivando a casa, Simo
parcheggiò la macchina ed io portai nel letto la Ary, cercando di non
svegliarla.
Le tolsi le scarpe ed i jeans
e la infilai nel letto.
Coprendola bene.
Le diedi un bacio tra i
capelli e me ne andai chiudendomi la porta alle spalle.
Nel corridoio trovai Simo ad
aspettarmi.
-Ce la fai ad arrivare a
casa? Se no ti accompagno.- mi chiese gentilissimo, ma vedevo che aveva solo
voglia di andare a dormire. Era stanchissimo e forse voleva passare anche un
po’ di tempo da solo con la Ila.
-No, tranquillo. Ce la
faccio.- gli risposi con un sorriso.
-Ci vediamo. E mi raccomando.
Pensaci bene. Quando avrai deciso qualcosa, fammi sapere.- mi disse aprendo la
porta della sua camera.
-Ti farò sapere. Buona
notte.- scesi le scale.
Ormai potevo entrare ed
uscire in quella casa come se fosse mia.
Uscii dalla porta d’ingresso
e salii sulla mia macchina.
Che cosa avevo intenzione di
fare?
Io amavo la Ary, ma avevo scoperto di amare ancora Jessica.
Io amavo la Ary, ma avevo scoperto di amare ancora Jessica.
Che cosa potevo fare?
Lasciare una e riprovarci con l’altra?
Dovevo decidere, ma non avevo
tutto il tempo del mondo.
Se avessi deciso per il
peggio, non avrei voluto far soffrire troppo la Ary.
Dovevo prendere una decisione
ed in fretta.
Buonasera! E come promesso, eccomi qua a postare un
altro capitolo per farmi perdonare dell’immenso ritardo dell’altra volta. Spero
che ne siate felici =)
Allora, il fatidico capitolo è arrivato. Purtroppo.
Sono sicura che molte si sfogheranno in questo capitolo per quello che ha
fatto, ma soprattutto ha pensato Edo. Lo so ragazze. Lo so, l’avrei ucciso anch’io,
ma è un cretino. Rivede la sua ex, ricorda i loro momenti passati insieme,
risponde male alla Ary, bacia la sua ex, parla con Simo, risolve con la Ary, ma
intanto pensa alla sua ex. Il ragazzo è parecchio confuso. Eccome se lo è. Cosa
deciderà di fare? Be, per saperlo dovrete leggere il prossimo capitolo. =)
Be, penso che lo possiate immaginare, no? Altrimenti
la storia sarebbe finita e buonanotte. Ci saluteremmo e abbandoneremmo questi
personaggi, ma invece no. Vi ricordo che mancano ancora 19 capitoli per la
fine. XD *in sottofondo si sentono fischi di dissenso* Eh lo so, è lunghetta,
ma vi avevo avvisato. =)
Ringrazio le persone che hanno aggiunto la storia
alla preferite, alle seguite e alle ricordate e a quelle che mi hanno aggiunto
come autore preferito. Davvero grazie ragazze *_*
Ricordo il blog per gli spoiler e vi ricordo anche
il mio account di Facebook e di Twitter per chi volesse aggiungermi. =)
Rispondo alle vostre recensioni:
Rispondo alle vostre recensioni:
Red76:
Ciao! Ahahah No, non sei in pensione, diciamo che
sei in un prepensionamento. xD Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto.
Un bacione ^_^
TheDreamerMagic:
Ciao cara! Vedo che stai cominciando a migliorare xD
Sei riuscita ad arrivare seconda, è davvero un buon traguardo dato che arrivavi
sempre ultima xD
Edo che ha quella strana sensazione, che sente come
se dovesse succedere qualcosa. A me capita spesso, ma non posso dire in
anticipo se succederà una cosa positiva o una negativa.
Daiiii, come puoi odiare Jessica? È così carina,
simpatica. Come puoi odiarla? Io la adoro. Ovviamente scherzo. Come potrei
odiarla? Per colpa sua Edo ha capito di essere ancora innamorato di lei, di
provare ancora qualcosa per lei e questo non va affatto bene. -.-
Ti sei preparata abbastanza bene? Spero davvero di
sì, ma devi prepararti maggiormente per il prossimo capitolo. Sarà quello la
mazzata finale =( (ti ho lasciato anche leggero spoiler se riesci a coglierlo)
Simo è sempre carino, qualsiasi cosa faccia *_* io
lo adoro *_*
Purtroppo il capitolo della strage è arrivato e l’hai appena letto, se non sei morta prima xD un bacione ^_^
Purtroppo il capitolo della strage è arrivato e l’hai appena letto, se non sei morta prima xD un bacione ^_^
Vanilla_sky:
Ciao! Non ti preoccupare per non aver recensito. Capisco
che abbiate altro da fare e non pretendo che recensiate tutti i capitoli. L’importante
è che seguiate la storia =)
Penso che la curiosità non ti abbia logorato più di
tanto. Ho postato presto, no? Un bacione ^_^
effe_95:
Ciao! Sono contenta di averti fatto ridere, alla
fine l’intento era un po’ quello perché volevo alleggerire l’atmosfera prima di
questo capitolo.
Allora, cosa ne pensi Jessica? Immagino che non ti
stia tanto simpatica. xD
Non devi preoccuparti delle recensioni corti, l’importante è che leggi il capitolo e che ti piaccia. Poi se hai tempo di lasciare una recensione lunga, quello è qualcosa in più. Un bacione ^_^
Non devi preoccuparti delle recensioni corti, l’importante è che leggi il capitolo e che ti piaccia. Poi se hai tempo di lasciare una recensione lunga, quello è qualcosa in più. Un bacione ^_^