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Autore: gemellina    05/12/2010    7 recensioni
Il professor Paroceti era un uomo dall’aria piuttosto burbera e non faceva presagire nulla di positivo, tranne l’idea del suicidio visto come l’unica via d’uscita. Draco prese posto vicino al collega e ciò che vide non gli piacque per niente: il testo di Romeo e Giulietta troneggiava sul banchetto, ma fu quello che udì poco dopo che lo portò ad un’istantanea voglia di scagliarsi un’Avada Kedavra. “Giulietta era una puttana!” La storia sembrava ripetersi.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Uh, lo so, lo so… nessuno si ricorda di me, né tanto meno di questa fan fiction lasciata al suo destino credo da due anni.
Che dire? M’è venuta nostalgia, e poi sono proprio scema, l’ho lasciata in 13 giusto quando mancava un solo capitolo.
Ho cercato di darle una conclusione, se vi va, prendetemi pure a parolacce! =D

 
 
Il telefono squilla sempre due volte
 
 
 
 
 
Ci mise ben 30 minuti per alzarsi dal divano, fare mente locale su dove fosse il bagno e appurare che puzzava. Puzzava veramente tanto.
“Ti sei deciso finalmente?”, domandò Theo sorridente.
“Direi di sì, anche se comunque l’odore che emano inizia a suggerirmi un futuro nel mondo dei profumi maschili… sai quanti soldi farei?”
Theo si massaggiò la fronte sconfortato.
Perché sosteneva con ardore il senso dell’amicizia?
“Non hai problemi di soldi, e sai bene che falliresti nel giro di due ore!”
“Ma…”
“Ora basta tergiversare! Va a farti un bagno!”
“Ok!”, disse mesto il biondino, mentre con portamento sbilenco e strascicato, si trascinava col suo immancabile plaid sulle spalle, dinnanzi la porta del bagno.
Theo lo spinse dentro in malo modo.
“Ahi! Ma che modi!”
Nonostante il suo amico avesse sbattuto il ginocchio contro un insulso mobiletto, il moretto non si fece prendere dai finti piagnistei e proseguì con la sua opera di bene per l’ambiente.
“Datti una mossa, Dra! Ricordi ancora come si usa il bagnoschiuma, vero?”
Draco lo guardò torvo, inarcando il sopracciglio destro e alzando il dito medio.
“Fottiti Nott!”
L’altro sorrise beffardo.
“Lavati Malfoy!”
Draco gli chiuse senza tante cerimonie la porta in faccia, poi si accucciò sulla tavoloccia del water pensieroso: doccia o bagno?
 
Ci vollero almeno 10 minuti, prima che il ragazzo decidesse che forse era meglio fare una doccia.
Sì, insomma… puzzava veramente tanto e se si fosse fatto un bagno, non avrebbe fatto altro che navigare nel suo stesso e sudicio sudiciume.
Fece per alzarsi e togliere i calzini, quando la voce tuonante di Theodore lo destò dai suoi pensieri.
“Perché non sento il rumore dell’acqua?!”
Sbuffò. Era peggio di una fidanzata assillante.
“Non mi stressare! Mi sto spogliando!!!”
“Ok!”, si sentì di rimando.
Un po’ più tranquillo, si avvicinò alla doccia.
I calzini erano volati per terra insieme ai pantaloni, ma prima di spogliarsi completamente era meglio evitare di trovare la sorpresa dell’acqua ghiacciata.
Avvicinò la mano alla manopola e fu catturato da un altro atroce dilemma:
Bagnoschiuma al cocco o al sandalo?
Prese i due flaconi in mano e si riandò ad accomodare sul water con fare pensoso.
 
***
 
Theo intanto aveva ben deciso di fumarsi una delle sue sigarette, in qualche modo doveva pur trovare la forza di evitare un collasso.
Accese quella scatola nera che parlava e trovò tanta gente che discuteva sull’amicizia.
Che cos’è per te l’amicizia?
Era la domanda che si stavano ponendo quei babbani.
Theo fece uscire il fumo denso dalla bocca in tanti piccoli cerchi e fece la domanda a se stesso.
“Per me amicizia è volere che Draco si dia un pulita!”, si auto sorrise, ma l’idillio durò poco… perché non sentiva ancora il rumore dell’acqua?
Si alzò dal divano e inciampando nel tappeto finì a peso morto su di un tavolinetto in mogano che Draco teneva in una postazione del tutto idiota.
“Accidenti!”
Aveva fatto cadere una specie di incensiera dallo stile arabeggiante e una fotografia che ritraeva il magico quintetto Serpeverde nel giorno del diploma.
Perso com’era nei ricordi, non si accorse che qualcuno con un “Pop” s’era smaterializzato in casa.
Ancora ignaro della visita, poggiò gli oggetti caduti sul tavolino e si attuò per richiamare al dovere quel discolo di un Malfoy.
“DRA…”
Ma si ammutolì, quando sentì il poggiarsi di una mano sulla sua spalla.
Dove cazzo aveva lasciato la bacchetta?
Bella domanda. Non ne aveva idea.
Si voltò e ciò che notò lo lasciò sbigottito in preda a boccheggiamenti coordinati.
La figura con l’indice sulle labbra, gli intimava di fare silenzio.
 “Ssshhh!!!”
Dal bagno intanto Draco aveva forse trovato l’illuminazione divina.
Dopo uno scontro di pensieri ecco il vincitore: il muschio bianco.
Un concorrente che non era neppure in gara, ma come dice il proverbio: tra i due litiganti il terzo gode; e in questo caso il bagnoschiuma alla fragranza di muschio bianco aveva vinto.
 
Si avvicinò nuovamente al box doccia. Stava per sfilare anche la maglietta quando sentì bussare alla porta.
Sbuffò.
“Sì, mamma… sto per andare a fare la doccia!”, disse infastidito imitando la voce di un bambino.
Ma Theo non parlò, si limitò a bussare ancora.
“Che cazzo vuoi?!”, gli urlò di rimando, ma nessuna voce raggiungeva le sue orecchie, anzi solo un fastidioso rumore alla porta.
“Theo! Adesso basta! Hai intenzione di distruggere la porta?!”
Nessuna risposta, ma l’incedere poco armonioso di un fastidioso “Toc Toc”
“Giuro che ti schianto!”, così imbestialito aprì la porta e ciò che si ritrovò davanti non era esattamente il suo amico.
 
Boccheggiava, boccheggiava da fare schifo.
“Cos… cosa… cos…???”
“Draco…”
Strabuzzò più volte gli occhi, magari era un allucinazione dovuta dalla sporcizia.
“Cosa ci fai qui?”
“Sono una scema, una grandissima scema… puoi perdonarmi?”
Incredulo
Scioccato
Inebetito
“Tu… cosa?”
Lei prese a tormentarsi le mani.
Ma quanto era stata scema?
Se l’era pure scritto sulle mani e sulle braccia per evitare di dimenticarlo.
“Io ti giuro che… sai cos’è? Cathie Bardam sta diventando la mia Bibbia.”
Lui storse la bocca.
“Ha fondato una nuova religione?!”, chiese sarcastico.
Non ce la faceva davvero più. Gli sembrava di impazzire.
Stefania, Aaron, Alessio, Blaise, Adrian, Potty e Weasley, il bagnoschiuma e la doccia e adesso lei che parlava della Bardam.
Scosse la testa.
“No Draco, no! Prima: qual è l’indirizzo dell’amore… adesso: Il telefono squilla sempre due volte… ti amo, Draco e non capisco come io abbia potuto dubitare di te… sì, insomma, quella vacca prosperosa poi… davvero, non so cosa mi sia successo…”
Nonostante nel suo stomaco i lombrichi avessero preso a volteggiare diventando farfalle, continuava a mostrare un’espressione scioccata che beh… lo rendeva strano.
Buttò per terra il flacone di bagnoschiuma che teneva tra le mani a mò di ancora di salvataggio e si avvicinò a lei prendendo le mani tra le sue.
“Sei scema, lo sai?”
Lei sorrise mesta.
“Sì, lo so… e per evitare di dimenticarlo, l’ho anche scritto sulle mani e sulle braccia.”
Le lasciò andare le mani e alzò la manica della sua felpa che portava.
Era vero.
S’era scritta il promemoria!
“No… non ho parole… sei davvero scema!”, le sorrise e la tensione di lei si alleggerì, poi però proseguì in maniera più seria: “Amo ogni centimetro di te, ormai sei come tatuata nella mia anima, cosa devo fare per farti entrare nella testolina che le altre nemmeno le guardo? Quello che è stato è stato, riguarda il mio passato, quel tipo di donne, dopo che ho messo piede nell’aula della Romance sono svanite. Io voglio amare te, voglio guardare te, voglio svegliarmi e addormentarmi tra le tue braccia, voglio fare colazione, pranzo e cena con te, voglio vivere con te… voglio…”
Ma non potè continuare col suo monologo zuccheroso perché la sua “LEI” lo aveva travolto in un bacio.
Theo dal soggiorno sorrideva.
Era impossibile e straziante non saperli insieme.
Draco accolse il bacio, la voleva… è come se la voleva.
La voleva come l’aria che respirava, la voleva sempre e comunque e mai avrebbe avuto dubbi su quello.
Sciolto il bacio lei si strinse a lui. La testolina sul suo petto.
“Lo voglio anch’io Draco, vorrei fare anch’io l’amore qui, adesso,ma…”
Il “ma” lo mise in allarme e dolcemente la scostò dal suo petto per incrociare il suo sguardo.
“Ma? C’è pure un ma?”
Lei sospirò.
“Io vorrei, ti giuro che vorrei, ma…”
“Ma?”
Si fece coraggio.
“Non dirmi che hai ancora dubbi??!”, disse un po’ allarmato.
Gli sorrise.
“Io non ho mai avuto dubbi, ho solo avuto paura… ma per quanto ti desideri… beh Draco… puzzi!!! Puzzi da fare schifo!”
Theo scoppiò a ridere in una maniera disperata e buttandosi sul pavimento non riusciva a calmarsi dagli scossoni provocati da una risata praticamente isterica.
 
***
 
Quella notte, dopo che Theo aveva levato le tende e il biondino fatta una doccia lunga un sogno, Hermione e Draco avevano fatto l’amore.
Avevano fatto l’amore tutta la notte, e poi la mattina e poi dopo la colazione e poi…
“Ti amo”, le sussurrò all’orecchio.
“Ti amo anch’io, quando non puzzi!”, sorrise sulle labbra del suo bello e sapeva che era una bugia, perché lo avrebbe amato anche se puzzolente.
 
 
 
 
 
Salve, risponde la segreteria telefonica di un povero londinese a Firenze.
Probabilmente non sono a casa, o forse ci sono e non mi va di rispondere, in ogni caso lasciate un messaggio dopo il segnale acustico. Biiiip.
 
“Ciao Dra, sono Blaise, scusami davvero… ma sai com’è? Io quella ragazza la adoro. Mi potrai mai perdonare? Mi manchi!!!”
 
“Ciao furetto, perciò hai reticenze nel lavarti? Non ce l’aspettavamo davvero… ma grazie a questa piccola informazione io e Ron, sappiamo cosa regalarti per il compleanno, e a proposito di questo, ti aspettiamo con ansia!! Uhm forse ho esagerato… vabbè ti aspettiamo, magari non con ansia, ma ti aspettiamo!! Ciaooo!”
 
“Malfoy, sono Alessio, perché è da 5 giorni che sei irrintracciabile? Hai dimenticato di avere un lavoro? Guarda che se non ti presenti entro le 3 di questo pomeriggio sei licenziato!”
 
 
 
“Amore, è solo mezzogiorno, hai tutto il tempo di…”
Draco le mise l’indice sulle labbra.
“No, non ho voglia… e poi voglio tornare a Londra con te e non lasciarti mai più… che mi licenzi pure!”
“Ma…”
“Sssh... ora vieni qui…”
Non se lo fece ripetere due volte.
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
THE END
  
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