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Autore: Miza    18/01/2011    42 recensioni
Ronald Weasley si fece largo tra le ragazzine gridoline e i ragazzi che sghignazzavano.
Raggiunse Hermione Granger, anch'essa intenta a scrutare la bacheca, e allungò il collo per sbirciare oltre la sua chioma scarmigliata.
"A San Valentino, si sa, gli amori sbocciano e si concretizzano!
E allora, perchè lasciarsi sfuggire un'occasione divertente?
Per il mese in cui cade la Festa degli Innamorati, partecipate al concorso...
La Coppia più Bella di Hogwarts!
Inserite un bigliettino con i vostri nomi all'interno della scatola rossa collocata nell'Ingresso.
La proclamazione dei partecipanti questa sera in Sala Grande!"
-Miseriaccia!- mormorò Ron, gli occhi spalancati. -Che...che cos'è questa buffonata?-
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lavanda Brown, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Capitolo Nono





Grazie a Lei io non ho più dubbi.
Grazie a Lei, apro gli occhi anch'io.
Dentro me capisco che è Questo il posto mio.
Ora vedo la realtà, è con Te che voglio stare.
Ora vedo la realtà, la tristezza non c'è più.
Ad un tratto sono Qua, e non devo più cercare.
Oggi io ho il mio nuovo sogno: Sento che sei Tu.
                                                         
                                                              -Rapunzel.





Quando quella domenica mattina un insidioso raggio di sole attraversò le tende del suo letto, Hermione affondò il viso nel cuscino.
Non aveva alcuna voglia di alzarsi, di affrontare la scuola intera che le avrebbe riso dietro o che, peggio, l'avrebbe compatita.
E per quanto riguardava Ron, non sapeva se era più arrabbiata o ferita a causa sua.
Sospirando, si passò una mano tra i capelli aggrovigliati e si tirò su a sedere.
Le sue compagne ancora dormivano, compresa Lavanda, la quale era completamente scomparsa sotto le coperte, ad eccezione di un grazioso ciuffo dorato e setoso che si snodava sul cuscino.
Ad Hermione venne voglia di tagliarlo e strozzarcela.
Si trascinò controvoglia in bagno, e dopo essersi lavata e vestita si studiò nello specchio.
Arricciò il naso, delusa.
I capelli erano un garbuglio indistricabile, come sempre. La maglietta a righine bianche e blu la faceva sembrare più piatta che mai, e le spalle che sbucavano fuori dalla scollatura a barchetta sembravano particolarmente piccole e magre, quella mattina.
-Buongiorno, manico di scopa!-  disse Hermione con un sospirò, salutando il proprio riflesso nello specchio.
Per un attimo fu tentata di fare man bassa dei trucchi di Lavanda, come aveva già fatto.
Ma poi decise di lasciar perdere.
-Molto bene, Hermione!- disse con forza, tornando a rivolgersi al proprio riflesso -Questo non è decisamente un atteggiamento da te! Ti è mai importato qualcosa dell'apparenza? No! Ti è mai importato qualcosa dell'opinione degli altri? No!-
Alzò un pò la testa, iniziando a sentirsi meglio.
-Ti è mai importato qualcosa dei tuoi capelli disordinati? No!- continuò decisa
-E di non avere un corpo perfetto? Neanche! E ti è mai importato qualcosa di Ron? Nea...!-
Si interruppe di botto, sentendo il viso andarle in fiamme.
Si fissò per qualche istante. Poi dovette abbassare lo sguardo, non riuscendo a sopportare di doversi guardare negli occhi.
-Sei proprio una stupida, Hermione.- mormorò.
Un piccolo colpò alla porta la fece girare: Calì, i lunghi capelli neri arruffati dal sonno, la osservava dalla soglia.
-Oh, scusami Hermione, non pensavo ci fossi tu!- disse velocemente, facendo il gesto di richiudere.
Però si bloccò, notando l'espressione desolata della compagna.
-Ehm... va tutto bene?- domandò incerta.
Hermione la guardò. Le fece tenerezza, lì in pigiama, con la faccia ancora insonnolita.
Avevano un buon rapporto, certo, ma non potevano definirsi esattamente amiche.
Calì era amica di Lavanda, non sua.
-Va tutto bene Calì, grazie- le disse con un sorriso grato.
La ragazza annuì e uscì dal bagno, chiudendosi la porta alle spalle.
Hermione si maledisse.
Avrebbe potuto darsi una svegliata, gli anni precedenti, e farsi qualche altra amica femmina oltre a Ginny.
Anche se era sempre molto carina e disponibile, con lei non poteva certo lamentarsi di Ron.
Era pur sempre suo fratello!
Si riavviò i capelli e si stampò un sorriso tirato in faccia.
Era pronta ad affrontare la folla di pettegoli.

*

-Hermione, hai intenzione di continuare a fissare il vuoto per tutto il giorno?- le chiese Harry quel pomeriggio.
Avevano trascorso parecchie ore insieme, prima al campo da Quidditch, poi in giardino, poi a fare i compiti, ma Hermione non sembrava essere molto di compagnia.
-Oh... no, scusa Harry, stavo riflettendo.- si giustificò distogliendo lo sguardo dal lago, dentro il quale il sole stava tramontando.
Harry alzò un sopracciglio. -Ah sì?- domandò mesto -E a cosa pensavi?-
Hermione riflettè febbrilmente.
-A...uh... a dove sia Ron, per esempio. E' tutto il giorno che non si vede!- buttò lì velocemente.
Harry alzò le spalle -Forse sarà con Lavanda!- rispose, pentendosene immediatamente quando vide l'espressione dell'amica.
-O-oppure sta studiando?- aggiunse svelto, tentando di sembrare indifferente.
Hermione agitò una mano a mezz'aria -Per quel che me ne importa.-
Harry fece per risponderle, ma fu interrotto dall'arrivo di un bambinetto del primo anno con due grandi occhi azzurri.
-S-signorina Granger?- domandò col fiatone, portandosi una mano alla milza dolorante.
Hermione inarcò le sopracciglia, stupita. -Sì?-
Il bambinetto respirò affannosamente.
-Lei, ehm... è un Prefetto vero? Perchè c'è un problema!- spiegò torturandosi le mani.
Hermione scattò in piedi. -Un problema? Che problema?- domandò allarmata.
-C-c'è un mio amico che si è fatto male, al corridoio del settimo piano!-
La ragazza sgranò gli occhi.
-Fatto male? Per l'amor del cielo! Dobbiamo chiamare subito un insegnante!- disse dirigendosi verso il ritratto della Signora Grassa.
Il bambinetto le afferrò un braccio e sgranò gli occhi -NO!-
L'urlo improvviso fece voltare parecchi Grifondoro.
Hermione battè le palpebre, perplessa. -Prego?- domandò, liberandosi gentilmente il braccio.
-No, tu ehm... devi andare da sola! Vedi lui è molto... è timido e... ha paura dei professori, e così...-
Con un sospiro, Hermione annuì. -E va bene, d'accordo! Come hai detto che si chiama?-
Il bambinetto arrossì -I-io non l'ho detto! Si chiama...uh... Eddie?-
La ragazza si passò una mano sul volto. -D'accordo, Eddie. Allora vado. Mi accompagni, Harry?-
Si voltò verso il tavolo, ma il ragazzo sembrava essersi volatilizzato.
Con un grugnito rassegnato, si avviò verso il settimo piano, domandandosi che razza di giornata fosse quella.

-C'è qualcuno?-
La sua voce rimbombò lungo il corridoio poco illuminato.
Hermione avanzò lentamente, la bacchetta stretta in mano.
-Ehm... Eddie? Sei qui?- domandò ad alta voce, guardandosi intorno.
Nessuna risposta e nessun movimento.
-Eddie, coraggio piccolino, non avere paura!- tentò nuovamente, superando l'arazzo di Barnaba il Babbeo.
Ad un tratto, sentì qualcosa, o meglio, qualcuno, afferrarla alle spalle.
Spalancò la bocca per strillare, ma una mano le tappò la bocca.
Terrorizzata, Hermione prese a divincolarsi e a tentare di mordere l'aggressore, ma questo era molto più forte di lei.
Strattonandola, riuscì a trascinarla dietro all'arazzo, dove era comparsa la porta della stanza delle necessità.
Con la mano libera, l'aggressore abbassò la maniglia e spalancò la porta, trascinandola dentro e chiudendosela alle spalle.
Hermione riuscì a voltarsi leggermente e gli rifilò un calciò dritto dritto sul bacino.
-Miseriaccia!-
Con un gemito soffocato, l'aggressore la lasciò andare e si accasciò al suolo.
Terrorizzata, Hermione si voltò a guardarlo e gli puntò la bacchetta contro.
Quando vide il ragazzo che si contorceva sul pavimento spalancò la bocca, esterrefatta.
-Per l'amor del cielo! Ronald!- esclamò senza fiato.
Ron si rotolava sulla moquette rossa, tenendosi le mani sui gioielli di famiglia, imprecando a mezza voce.
-M-ma che... che diamine avevi intenzione di fare?- domandò Hermione sconcertata, chinandosi su di lui.
-Non ti avvicinare, bestia selvatica!- borbottò lui piegando le gambe verso il petto.
Hermione sospirò.
-Oh, per Merlino, scusami! Non pensavo fossi tu! Ma... ma che cosa stavi facendo? Mi hai fatto prendere un colpo!- si giustificò lei, indignata, giocherellando con una ciocca di capelli.
Con molta fatica, Ron si tirò su a sedere, il volto pallido.
-Stavo cercando di portarti qua senza farti fare storie! Perchè se te lo avessi chiesto, dopo quello che è successo, mi avresti riso in faccia o mi avresti picchiato!- spiegò tra una smorfia di dolore e l'altra -E a quanto pare hai scelto la seconda!-
Hermione non potè trattenere una risatina.
-Ma perchè siamo qui? E come facevi a sapere che...- si interruppe e battè le palpebre, folgorata.
-Il bambino- disse piano, fissandolo. -Lo hai mandato tu.-
Ron annuì.
-Già... e sapessi che cocciuto, quel moccioso! Ho dovuto dargli tutte le mie Api Frizzole per convincerlo!-
Lei rise di nuovo.
Poi si alzò in piedi e si guardò finalmente intorno.
La stanza era bellissima, calda e accogliente.
Le pareti erano di un piacevole blu notte, così come il soffitto trapuntato di stelle.
Candele e lanterne emanavano una luce soffusa, e davanti ad una delle grandi finestre c'era un tavolo con due sedie, carico di vassoi e apparecchiato di tutto punto.
-M-ma... Ronald!- balbettò Hermione stupefatta, spalancando gli occhi -Che cosa significa?-
Ron si alzò in piedi, non senza difficoltà.
Poi si schiarì la voce e le orecchie gli si tinsero di rosso.
-Ehm,bè.- esordì -Stavo pensando che mi dispiace davvero molto, di averti rovinato il concorso. Voglio dire, per un motivo o per l'altro ho mandato all'aria tutte le prove. Perciò, ecco... ho pensato di farmi perdonare!-
Deglutì, sentendo il viso andargli a fuoco.
Hermione lo fissò, gli occhi spalancati all'inverosimile.
-Hai... Hai organizzato tutto per me?- domandò incredula.
Ron annuì, compiaciuto ed imbarazzato.
Hermione gli lanciò le braccia al collo.
-Oh Ron! Sei... sei così carino! Mi dispiace di averti colpito! Oh, grazie! Non avresti dovuto! Oh, Ron!-
Il ragazzo rischiò il soffocamento, ma sorrise comunque.
-Molto bene, madame!- annunciò quando lei lo lasciò finalmente andare -Se vuole seguirmi...-
La condusse fino al tavolo e la fece accomodare, strappandole una risatina.
-Non ci posso credere!- esclamò lei estasiata, fissando tutte le leccornie che riempivano i vassoi -Ma come hai fatto? Dove le hai prese tutte queste cose?- domandò, osservando con interesse una tartina viola acceso.
Ron tossicchiò. -Ehm, ecco, diciamo che mi hanno dato una mano gli elfi delle cucine!- disse con non chalance.
Hermione si bloccò nell'atto di mordere un tramezzino di frutta e miele.
-Intendi dire gli elfi domestici?- domandò sospettosa, stringendo gli occhi.
Ron sospirò. -Oh, e dai Hermione! E' il loro lavoro!-
-Non c'entra nulla!- ribattè lei indignata -Perchè hai dovuto scomodarli, Ron? Già si affaticano tanto per...-
-Possiamo discuterne domani?- implorò lui spalancando le braccia in segno di resa.
Hermione sospirò. Aveva assunto l'espressione da cucciolo bastonato. In più, era stato un gesto davvero carino da parte sua. E quel maglione blu gli stava incredibilmente bene...
-E va bene!- concesse Hermione arrossendo un pochino -Va bene, tregua!-
Mangiarono di tutto, accompagnando il cibo con un delizioso nettare di frutti di bosco.
-Oh, questo è veramente delizioso!- esclamò Hermione versandosene l'ennesimo bicchiere.
Ron ridacchiò soddisfatto, e si poggiò allo schienale della sedia.
-Allora, signorina Granger? Le è piaciuta la cena?-
Hermione annuì sorridendo. Poi sembrò illuminarsi.
-Uh, aspetta un momento!-
Afferrò un pasticcino e si alzò in piedi, facendo il giro del tavolo.
-Ecco, ehm... mancava una parte della prova!- spiegò arrossendo.
Si chinò verso un Ron sorpreso e imbarazzato, e gli infilò gentilmente il pasticcino tra le labbra.
Quando il dito di lei e la bocca di lui si sfiorarono, entrambi rabbrividirono ed arrossirono.
-Bè... direi che è arrivato il momento di passare alla seconda prova!- annunciò Ron alzandosi in piedi, quando ebbe ingoiato.
Prese Hermione per le mani e la portò al centro della sala.
Si portò le braccia di lei attorno al collo, le cinse i fianchi con le proprie,e schioccò le dita.
Una musica dolce riempì l'aria, ed Hermione scoppiò a ridere.
-E questo? Come hai fatto?- domandò tra una risata e l'altra, posandogli la testa sulla spalla.
Ron sorrise.
-E' semplice. L'ho desiderato. Siamo nella Stanza delle Necessità, ricordi?-
Un sorriso silenzioso si dipinse sulle labbra della ragazza.
Si abbandonò tra le braccia di Ron, respirandone il profumo, sfiorandogli i capelli con le dita.
Ron, dal canto suo, la strinse a se ancora di più.
Prese a carezzarle la schiena, e sorrise sentendola rabbrividire.
Quando la vide alzare lo sguardo su di lui, si accorse che aveva le guance arrossate.
-Ron- disse piano -Nessuno aveva mai fatto una cosa così bella per me.-
Il ragazzo arrossì e sorrise, senza dire nulla.
Gli occhi di lei si illuminarono.
-Grazie- sussurrò.
Ron la guardò negli occhi.
Guardò quegli occhi che avrebbe potuto fissare per ore, senza mai stancarsi.
Avvicinò il viso a quello di Hermione.
-Grazie a te- le sussurrò sulle labbra, sentendo le orecchie andargli a fuoco.
Hermione sorrise sulla sua bocca. -Sbaglio o questa dovrebbe essere l'ultima di prova?- sussurrò.
Anche Ron sorrise. -Non me ne importa niente- mormorò rauco.
E la bacio.
Si baciarono a lungo.
Si baciarono le labbra, il viso, la fronte, il naso, le gote.
Si baciarono su ogni centimetro di pelle a disposizione.
Fu solo dopo molto, molto tempo che Hermione si staccò.
-Lavanda non sarà contenta di questo- lo rimproverò ridendo, senza sciogliergli le braccia dal collo.
Ron fece spallucce. -Ci siamo lasciati.-
Hermione spalanzò la bocca, sorpresa.
-Veramente? E quando?-
-Ieri sera- spiegò Ron pratico -Dopo cena. L'ho mollata io. Sai com'è, ho capito che non è esattamente il mio tipo.-
Hermione fece un sorrisetto sarcastico -Ah, no?-
-Naaa- scosse il capo Ron -Tutti quei capelli biondi e lisci, tutte quelle curve, tutta quella dolcezza. Penso di avere un debole per le saputelle acide, sai?-
Hermione rise e gli diede un piccolo schiaffo sulla nuca.
Poi lo baciò di nuovo.
E fu in quel momento che Ron capì di essere felice.
Mentre le schiudeva le labbra, capì che tutto ciò di cui aveva bisogno era lì tra le sue braccia.
E poco importava se in realtà era stata Lavanda a mollarlo perchè era stufa di vedere gli occhi languidi con cui guardava Hermione.
Non era necessario che lo sapesse.
E non era necessario nemmeno che sapesse che gli aveva tirato un pugno che lo aveva steso per 20 minuti buoni.
Magari un giorno glielo avrebbe detto.
Ci sarebbe stato tempo.
Ora, avevano tutto il tempo del mondo.











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And the story eeeeends!
Anzi tutto, volevo farvi notare il mio omaggio a Rapunzel, film di cui mi sono follemente innamorata.
Quella canzone mi fa piangere da matti, e la frase mi sembrava molto adatta a quest'ultimo capitolo.
Ho amato tutta la scena delle lanterne e ho pianto per tutta la sua durata. Sono una romanticona!
Ed ora, GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZISSIME a tutti.
Mi avete resa felicissima, mi avete fatta ridere e riflettere con le vostre recensioni.
Vi ringrazio per il vostro meraviglioso sostegno, sono emozionata *-*
E spero che questo finale basti a farmi perdonare per tutte le mie malefatte xD
Vi abbraccio fortissimo, vi adoro con il cuore veramente!
Tornerò presto con un'altra storia, e spero di ritrovarvi tutti lì! ^_^
Aspetto la vostra opinione finale tesori, ancora Grazie di tutto, siete meravigliosi!
I Love U!
Vostra,
Minnieinlove.
   
 
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