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Autore: Burnt Orchid    14/02/2011    3 recensioni
[FIC SOSPESA INDEFINITIVAMENTE]
Lily origlia una conversazione dei malandrini e scopre che chi si fa i fatti propri... non si innamora! Non so quanto sarà lunga... improvviserò un po'... Vediamo come va... Recensite!
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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ff j&L5
Quella mattina Lily Evans sedette al suo solito posto per fare colazione. Mangiò le sue solite uova strapazzate ed il suo solito bacon. Parlò con le solite compagne e lanciò i soliti sguardi ai soliti quattro malandrini.

Quattro?, pensò confusa.

Guardò meglio.

Erano davvero lì, i quattro Grifondoro. E stavano facendo una normale colazione. Potter era seduto tra Minus e Lupin e di fronte a lui mangiava Black.

Sembrava proprio che tutto fosse tornato alla normalità ed in parte Lily ne era contenta. Alla fine, Potter se lo meritava. Aveva bisogno di farsi vedere dal suo fan club di ragazze urlanti o loro l'avrebbero dimenticato.



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Ben presto gufi e civette volarono sopra le teste degli studenti portando legati alle zampe lettere e giornali. Gli studenti aprirono la loro posta. Lily non ricevette nulla, ma la sua amica Alice spiegò la Gazzetta del Profeta ed iniziò a leggerla silenziosamente. Dopo alcuni secondi la bocca di Alice si aprì in un tacito grido. Lily la guardò con sconcerto.  

"Alice?"

La ragazza scosse solo la testa, apparentemente troppo sconvolta per parlare.

Lily le sfilò il giornale di mano e lesse l'articolo in prima pagina.

COPPIA DI AUROR BRUTALMENTE UCCISA DA 15 MANGIAMORTE!

Charlus e Dorea Potter, 43 e 40 anni, sono stati trovati morti nella loro casa a Durham cinque giorni fa. La notizia non è trapelata fino a questa mattina.
15 Auror sono riusciti a entrare in casa Potter alle 9 di sera e dopo aver ucciso il signor Potter, tortutano la moglie per più di un'ora e per poi assassinarla. Il figlio, 16 anni, osserva la scena da una camera blindata, costruita per le emergenze. Gli auror giungono sul posto mezz'ora dopo la morte di Dorea Potter e dopo più di tre ore si accorgono che il figlio delle vittime è in casa...

Lily non terminò di leggere l'articolo perchè la Sala Grande si riempì di voci. A destra e a sinistra gli studenti di Hogwarts si bisbigliavano nelle orecchie ed una buona parte di loro stava osservando Potter e anche Lily si voltò a guardarlo.

Potter teneva tra le mani la Gazzetta del Profeta. Le labbra gli tremavano visibilmente, ma, a parte quel piccolo dettaglio, non sembrava sul punto di perdere il controllo.

Lily vide Remus dire qualcosa e poi Black strappò il giornale dalle mani di Potter e lo gettò a terra.



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Remus intravide gli occhi di James riempirsi di lacrime e disse "Dovremmo andare".

"No!", replicò Sirius. Gli altri tre malandrini lo guardarono. Sirius si affrettò a spiegare: "Prima o poi l'avrebbero scoperto. E comunque è inutile che ce ne andiamo, perchè anche a lezione sarà così. Dobbiamo solo aspettare che passi lo stupore iniziale".

James annuì, mentre ricacciava indietro le lacrime. Sapeva che Sirius aveva ragione ma si sentiva soffocare dagli sguardi che erano puntati su di lui.



Anche Sirius era infastidito. Si alzò in piedi e urlò: "Smettetela di fissare! E chiudete quelle bocche: dovete pagare un biglietto per succhiarmelo!"

James e Peter spalancarono gli occhi, stupefatti dalla sfrontatezza di Sirius. Remus invece gli lanciò un'occhiataccia e con tono di rimprovero disse "Sirius!"

Lui alzò semplicemente le spalle e, dopo che si fu nuovamente seduto, sussurrò "Magari qualcuno ci crede..."




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Le lezioni furono un noioso affare. Lily non era in grado di concentrarsi.

Non poteva fare a meno di pensare all'articolo di giornale che aveva letto. Potter aveva davvero assistito all'uccisione dei suoi genitori?  Si voltò per scrutarlo. Era seduto all'ultimo banco, di fianco a Black.

Potter stava scrivendo, mentre il suo fedele amico si guardava le unghie. Prima che Lily tornasse a leggere la lavagna, Black alzò gli occhi ed incontrò i suoi. Nelle iridi grigi di Black balenò una scintilla di soddisfazione mista a sospetto, ma Lily si voltò troppo in fretta per potervi cogliere anche la rabbia.



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Sirius vide la Evans osservare James di sottecchi. Non lo stava guardando come lo guardava sempre, cioè con disgusto e odio. Aveva una strana espressione in viso.


Alla fine James era riuscito a suscitare un po' di interesse nella ragazza, allora. Ma Sirius non si fidava di lei: sapeva che teneva il coltello dalla parte del manico in tutto ciò che riguardava James e aveva la possibilità di ferirlo. E in quel momento il suo amico non aveva davvero bisogno di ulteriori delusioni.

La Evans avrebbe fatto meglio a stargli lontano...


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00:00



James osservò l'orologio, seccato. Aveva creduto che stanotte Lily sarebbe stata puntuale, ma a quanto pareva la ragazza aveva bisogno di un po' più di persuasione.

Quando Lily lo raggiunse in Sala Comune, James notò subito in lei qualcosa di strano: lei non lo stava guardando come lo guardava sempre, con altezzosità. Anzi, non lo guardava affatto.

Decise di non indagare, almeno non così presto. Le chiese, con fare galante "Vogliamo andare?"

Lei annuì, sempre con gli occhi rivolti verso il basso e lo seguì per i corridoi di Hogwarts. Improvvisamente fu assalita da un dubbio: e se li avvessero visti?

"Potter, che cosa facciamo se Gazza ci scopre?"

"Basterà dirgli che tu stavi facendo la ronda notturna e mi hai incontrato per i corridoi. Gli diremo che mi stavi accompagnando dalla Mcgranitt", replicò James, senza voltarsi.

Lily pensò che era... cortese, da parte sua, offrire di prendersi la colpa se fossero stati scoperti. Anche se, in fondo, era colpa sua: non era lei che lo stava costringendo a lasciare la Torre ogni notte.




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"Remus! Svegliati!"

Qualcuno gli stava scuotendo una spalla. Remus tentò di voltarsi, così da poter dare le spalle a quella voce con fastidiosamente familiare, ma quella non cedette e la mano che lo stava scrollando si fece più insistente.

"REMUS!"

"Che c'è?!", chiese infine il lupo mannaro, piuttosto acidamente.

"James è sparito", disse Sirius. Aveva ancora l'aria assonnata, ma parlava con un tono di voce che, pur se basso, lasciava intendere la sua preoccupazione.

"Come? Che vuol dire 'sparito'?"

"Che non è nel dormitorio!"

Remus alzò le sopracciglia. Non era una tragedia che uno dei Malandrini girovagasse per la scuola di notte; tutt'altro, accadeva spesso.

"E allora? Si starà facendo un giro", replicò con indifferenza e ciò infastidì Sirius.

"Ma perché da solo? Eh? Ci sta nascondendo qualcosa, Lunastorta. Te l'ho detto che anche l'altra notte..."

"Sì, me l'hai detto, Sirius", lo interruppe Remus, "E anche se fosse? Sta passando un brutto periodo: probabilmente ha bisogno di riflettere. Non stargli troppo addosso, Sirius."

Sirius si passò una mano tra i capelli e sedette accanto a Remus, il quale sospirò. A quanto pareva, non sarebbe potuto tornare a dormire troppo presto. Occhieggiò Peter con invidia; a volte essere il meno sveglio del gruppo era conveniente, ti risparmiavi un sacco di conversazioni inutili.  

"Ho paura che possa fare qualcosa di stupido", continuò Sirius, "Tipo, che ne so, buttarsi dalla Torre!"

Remus strabuzzò gli occhi. "Ma per favore, Sirius! Smettila di dire sciocchezze!", ribatté concitato. James non avrebbe mai nemmeno pensato di fare qualcosa del genere.

"Ma allora perché sparisce sempre di notte? Che cosa combina?"

"Non lo so, Sirius. Ma non ti preoccupare. Qualunque cosa combini, non farebbe mai niente di troppo pericoloso."

Sirius abbassò lo sguardo. Ovviamente, Remus aveva ragione, come sempre. Ma non poteva fare a meno di preoccuparsi per l'amico. James non aveva mai fatto niente senza di lui. Erano sempre stati Felpato e Ramoso, e se uno dei due faceva qualcosa da solo, poi lo andava sempre a raccontare all'altro.

"Io lo aspetto sveglio", affermò, con decisione.

Remus roteò gli occhi. Sempre il solito impulsivo. "No, Sirius, non è una buona idea. James si sentirebbe solo assillato e non ti direbbe nulla. Lascialo fare e se continuerà a sparire tutte le notti gli parleremo, insieme."

"Mm-mm", mugolò Sirius, pensieroso. Poi sorrise, definitivamente convinto. "Hai ragione Lunastorta, come sempre!"

Com'era difficile fare da mamma a Sirius...



---



James esalò l'ennesimo rumoroso respiro. Il silenzio che riempiva la Stanza delle Necessità era vagamente imbarazzante ma, d'altronde, non era lui quello che continuava a bocciare delle iniziative alquanto interessenti, almeno secondo la sua opinione.

Che male c'era nel giocare a strip-poker?!

E poi, Lily non era certo l'anima della festa quella sera! Come la notte precedente aveva fatto in modo di non sedersi a più di tre metri da James e già questo fatto aveva contribuito alla delusione del ragazzo.


"C'è qualcosa che non va, Evans?", le chiese infine.

Gli occhi di Lily si posarono per meno di un istante sulla sua borsa, posata accanto a lei. "A parte il fatto che devo ancora passare più di un'ora con te, assolutamente nulla".

James finse per un momento di non essersi accorto della fugacità dello sguardo smeraldino e ribatté "Di certo la colpa non è mia, cara la mia Evans. Se il gatto è curioso... ben gli sta!"

Lily sbuffò ed incrociò le braccia. Come osava? In fondo, lei non aveva potuto fare a meno di scoprire il suo segreto, l'aveva fatto per il bene della sua carriera scolastica!

In realtà sapeva di essere  intrattabile quella sera, ma la sua ostilità era dettata dall'imbarazzo. Ogni giorno che passava si rendeva sempre più conto della sua insensibilità nei confronti di Potter: lo aveva costretto a rivelarle la morte dei suoi genitori e nei giorni seguenti lei non aveva neanche tentato di provare un po' di empatia per lui. Tutt'altro: aveva finto che lui fosse il pagliaccio di sempre e di odiarlo come pochi giorni prima.

Lei, in effetti, lo odiava ancora, ma il dispiacere che cominciava a provare per ciò che gli era accaduto, specialmente dopo aver letto parte delll'articolo sulla Gazzetta, contrastava con i suoi sentimenti di disprezzo verso di lui.


James decise di venire a capo della situazione: con l'agilità degna di una tigre si allungò e le sgraffignò la borsa da sotto il naso. Lily si alzò indignata a gridò "Ridammela subito, Potter!".
James si alzò in piedi sul divano e ghignando beffardo le rispose "Sì, certo Evans, appena avrò visto cosa ci nascondi...". Cominciò a frugare le tasche esterne della cartella ma sempre mantenendo gli occhi in quelli di lei. La sfida fu lanciata e Lily, più arrabbiata di quanto l'avesse mai vista, estrasse la bacchetta e aprì la bocca, ma James si tuffò dietro al divano, impedendole così di prendere la mira.

"Non osare guardare cosa c'è dentro, POTTER!"

James ridacchiò.

"Così mi rendi solo più curioso, mia dolce Evans!"

Lily si stava avvicinando. James deglutì e, preparandosi a correre, uscì dal suo rifugio. Allora corse alla porta finestra ed uscì nel giardino. Lily gli fu subito dietro.

"Ridammela, POTTER!"

James si nascose dietro ad un albero. Quel gioco cominciava a divertirlo davvero. "No, tu dammela, Evans!", la canzonò con malizia.

"AHHHHHH!", la sentì urlare per la frustrazione.

Lily aguzzò lo sguardo per trovarlo nel buio. Il giardino era piuttosto grande e anche se la voce profonda di Potter proveniva da destra, c'erano molti alberi dietro ai quali poteva nascondersi.

James seppe che Lily ci avrebbe messo un po' a trovarlo così abbassò lo sguardo sulla sua borsa. La aprì e la prima cosa che vi trovò gli mozzò il respiro. Scivolò con la schiena contro il rugoso tronco dell'albero e sedette a terra, paralizzato.



---



Lily illuminò i dintorni con la sua bacchetta. Ma di Potter non c'era traccia. E il ragazzo aveva anche smesso di parlare così Lily non poteva sentirlo. Stava per chiamarlo di nuovo quando udì il fruscio di vesti alla sua destra. Vide un vasto tronco d'albero e seppe che aggirandolo avrebbe trovato Potter e la sua borsa. Levò il braccio armato e lo puntò dritto davanti a sé.

Fece un passo in avanti e un altro ancora finché non si trovò adiacente all'albero. Prese un respiro, preparandosi a Schiantare Potter, e si mosse in avanti.

"STU--", si bloccò alla prima sillaba. Potter non era lì. Abbassò lo sguardo e si immobilizzò.

Era seduto ai piedi del tronco e stringeva tra le mani un giornale. La Gazzetta del Profeta di quella mattina.

"Potter... Io..."

"Vattene", la interruppe lui con voce perentoria. Non la guardava. Lui, che la osservava sempre con sguardo malizioso; lui, che cercava i suoi capelli rossi ogni mattina entrando in Sala Grande, proprio lui si stava rifiutando di guardarla.

Lily boccheggiò. "Cosa...?"

"Vattene, Evans", disse ancora lui e stavolta sembrava più infastidito che turbato.

"Ma... Le due ore non sono..."

Non sapeva perché non stava prendendo la palla al balzo. Avrebbe potuto fare fagotto e andarsene una volta per tutte e il loro patto sarebbe stato spezzato. Sarebbe stata libera. Libera di odiarlo, libera di non provare pena per lui, libera di ignorarlo per sempre.

"E che cosa vorresti fare in queste due ore, Evans? Parlare dei miei genitori? Mi pare che tu sia già abbastanza informata!", proferì James.

Ignorava il motivo per il quale si stesse sentendo così tradito. Forse perché non aveva creduto che lei, tra tutti, avrebbe letto quell'articolo. Forse perché aveva creduto che lei non sarebbe mai stata la tipica ragazza che spettegola. Forse perché aveva pensato che a lei sarebbe piaciuto sentire tutta la storia da lui.

Lily sentì il tradimento nella sua voce e si morse le labbra. "Non l'ho neanche letto tutto, Potter... "

"E allora perché lo tieni nella borsa?"

"Non è colpa mia se l'hanno pubblicato!"

"Come pensi che io mi senta, Evans, a sapere che probabilmente tutta la scuola si tiene questo maledetto quotidiano nella borsa, eh?"

Lily non poteva vederlo bene, a causa del buio, ma era certa che i suoi occhi si fossero appannati.

Le dispiaceva per lui. Non doveva essere gradevole vedere la propria tragedia personale sbattuta in prima pagina. Per la prima volta in vita sua, comprese i pensieri che stavano affollando la mente di Potter.

Allora decise che avrebbe fatto quello che poteva per farlo stare meglio, almeno per quella notte. 

"Scommetto che vorresti solo bruciare quel giornale", disse con voce pacata.

"Infatti."

Lily annuì e prima che lui potesse dire o fare qualcosa gli strappò il giornale dalle mani. James strabuzzò gli occhi. "Ma che--?"

"Bruciamolo, Potter. Facciamolo."

I loro occhi si incontrarono e James ghignò. Alzandosì, annuì. "Facciamolo", disse.

Entrambi ignari del doppio senso, levarono le bacchette e le puntarono sul giornale che Lily aveva gettato a terra.

Insieme urlarono "INCENDIO!"


Rimasero in piedi ad osservare la carta diventare fiamma e le parole diventare cenere.



---



Insieme tornarono dentro e sedettero di nuovo ai loro posti. Lily vide il libro sulle poesie di Elizabeth Barrett accanto a lei. Alzò lo sguardo su James e si accorse che anche lui lo aveva notato. Lily inarcò le sopracciglia.

James allungò le gambe sul divano e annuì, senza dire nulla.

Lily sorrise ed iniziò a leggere.

"Se devi amarmi, per null'altro sia
se non che per amore.
Mai non dire:
"L'amo per il sorriso,
per lo sguardo,
la gentilezza del parlare,
il modo di pensare
così conforme al mio,
che mi rese sereno un giorno".
Queste son tutte cose
che posson mutare,
Amato, in sé o per te, un amore
così sorto potrebbe poi morire.
E non amarmi per pietà di lacrime
che bagnino il mio volto.
Può scordare il pianto
chi ebbe a lungo
il tuo conforto, e perderti.
Soltanto per amore amami
e per sempre, per l'eternità."






SPAZIO AUTRICE
E' stato un capitolo particolarmente difficile da scrivere e so di averci messo tanto. Mi dispiace. E' un capitolo di passaggio, direi. Nel prossimo forse avverrà qualcosa. Recensite!

Un grazie speciale a Lizzyluna, nenezebubba,  gufetta_95, BlueBreath, Nymphy Lupin che hanno recensito l'ultimo capitolo!

Baci,

pikkola prongs.



   
 
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