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Autore: White_Oleander    12/04/2011    3 recensioni
I desideri? Qualcosa di effimero. Vorremo raggiungerli a tutti i costi, però si deve prestare attenzione a ciò che si desidera, perchè tante volte non è esattamente quello che ci potevamo aspettare.
Genere: Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono da fustigare a vita!

Chiedo venia e perdono, ma (e questo è un segreto di stato) ho un bel po’ di casini da mandare avanti e mi stavo totalmente dimenticando di questa cosa…me si inginocchia davanti a voi tutti.

Ok, capitolo che fa pena, ma diciamo che ci vuole….

 

 

 

 

Capitolo 6:e ora quanto resisti?

 

Nami-chan hai bisogno di aiuto?” se non fosse stata per la situazione assai assurda, Nami si sarebbe anche divertita a vedere Roronoa alle prese con il biondo.

Ma la situazione era quello che era.

“Va al diavolo!” si spiaccicò per l’ennesima volta la mano sul volto nel sentire la sequela di bestemmie che lo spadaccino lanciava contro il cuoco.

Almeno avevano ripreso il mare. Quell’isola le dava il voltastomaco, ma soprattutto, erano i sorrisi idioti che le bruciavano. Tutti gli abitanti dell’isola sembravano essersi accorti del disastro avvenuto e ridevano come idioti ogni volta che li vedevano.

Alcuni, soprattutto giovani, arrivavano fino al porto per poter fissare loro, i due poveri idioti che si erano beccati la maledizione.

M-ma Nami-chan. Mia adorata…” aprendo le dita della mano guardò il grazioso siparietto che le si parava davanti al naso.

Sanji non si era accorto di nulla, ma anzi, continuava la sua corte spietata.

Sbuffando lievemente si chiese quanto tempo Zoro avrebbe impiegato a prenderlo a calci. Ma lo spadaccino era diverso da lei, lei lo avrebbe già steso al suolo a suon di pugni, o magari adulato riuscendo così a toglierselo dalle scatole.

Ma Zoro…

“Devi imparare ad adularlo” lo rimproverò non appena lo spadaccino la raggiunse.

“Fallo tu” le ringhiò contro l’altro andando a nascondersi dietro il suo corpo, aehm, scusate mi sono sbagliata, il corpo dello spadaccino. “Giuro che non appena torno ad essere me stesso lo affetto!” brontolò spiando il ponte sotto di loro.

La navigatrice sbuffò ancora.

“Guarda che per la prossima isola ci vorranno almeno due settimane di navigazione”  lo avvisò poi. Voltando di poco il capo guardò se stessa posarsi al suo fianco. Accidentaccio se era bassa.

“E col tempo?” Zoro si sedette a terra scivolando lentamente esausto.

“Per ora tutto tranquillo” rispose stringendosi nelle spalle.

Quella almeno era una cosa positiva. E con la scusa che Roronoa era sempre sul ponte poteva controllare la rotta ed i cambiamenti climatici.

Guardando la figura, che era Zoro nel corpo della navigatrice, seduta a terra, Nami si accorse che probabilmente quello a cui stava avendo più problemi era proprio lo spadaccino. Non se ne era mai accorta prima, forse era diventata immune alla corte di Sanji o forse era così abituata a stendere a suon di pugni il biondo, ma la corte del cuoco era davvero pesante.

Certo che quel babbeo poteva pure difendersi. E pensare che erano più le volte che menava le mani contro il cuoco che le volte che parlava.

“Perché non ti difendi?” chiese abbassandosi ai livelli di Zoro e guardandolo in faccia.

Zoro di tutta risposta scosse le spalle.

“Il tuo corpo è debole.” Mormorò poi atono facendo saltare una vena sulla fronte di Nami.

Maledetta Dea e maledetto il giorno che aveva conosciuto Rufy.

“Vedi di criticare di meno” sbottò risentita stringendo le mani sui pantaloni.

Picchiare lo spadaccino era il suo desiderio più grande al momento, probabilmente anche più grande del voler tornare nel suo corpo. Ma forse, no!

“E che intendi fare, scappare ogni volta che Sanji ti vede?” lo stuzzicò puntandogli un dito su di un braccio e continuando a premere divertita dalla situazione.

“Tu suggerisci qualcosa di diverso?” sbottò l’altro risentito.

Cercò di spintonare il proprio corpo, tanto, lui non era di certo fatto di carta velina, ma niente. Era fermo immobile nella stessa posizione di prima e sul suo volto vedeva spuntare un sorriso vittorioso.

Inalberato come una iena si alzò per poi andarsene come era arrivato. In silenzio per non farsi beccare dal cuoco.

Nami lo guardò andarsene e sospirò ancora.

Se fosse stata ancora nei suoi panni avrebbe messo su una scommessa: quanto ancora lo spadaccino avrebbe resistito prima di avere una crisi di nervi?

  
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