Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Payton_    04/05/2011    5 recensioni
"«Fermati!»
È quasi assurdo come una parola, una piccola, ordinaria e semplice parola, diventi così grande pronunciata dalle labbra di chi amiamo. Perde il suo vero significato, riempiendosi d’altri mille che hanno un sapore completamente diverso. È il modo in cui viene sillabata, il suo suono; come arriva al nostro orecchio, come la percepiamo. È l’intensità, il timbro della voce. La senti e non la puoi ignorare, come accade ora a me. Lui mi chiama, mi cerca, e non posso fare altro seguire la sua voce. Mi ha chiesto di fermarmi e l’ho fatto, come sempre, anche se vorrei correre nelle segrete di Serpeverde e fingere che non esista."
Questa storia si è classificata prima nella sezione Pansy/Harry al contest 'Les enfants qui s'aiment - Draco/Pansy/Harry' indetto da Gigettina.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Pansy Parkinson | Coppie: Harry/Pansy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da Epilogo alternativo
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Perché in fondo ci piacciono i crack paring. ♥'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Ancora e per me

 

Fino a questo momento ho sempre pensato che scene come questa esistessero solo nelle pagine di un libro romantico. Eppure, sta accadendo quello che pensavo non sarebbe mai potuto accadere. Mi sento stordita, le grida eccitate dei superstiti non riescono ad arrivare pienamente alle mie orecchie, sono come ovattate, appartenenti ad un altro mondo. Sento solo il battito frenetico del mio cuore che rimbalza nel petto come volesse fuggire. Dovrei alzarmi, staccarmi da questa parete e cercare Harry, ma le mie gambe non reggerebbero. Non hanno più retto da quando Voldemort ha mostrato il cadavere del Prescelto a tutti, fiero della sua vittoria.

Non so come ho fatto ad arrivare nella Sala Grande di corsa, per fuggire da quella verità. Ho corso a perdifiato e mi sono accasciata alla parete, piangendo la mia stupidità.

Da mesi attendevo quel momento, l’istante in cui avrei saputo della sua morte, non sono mai stata così illusa da credere che potesse sopravvivere un’altra volta.

Non attendevo la felicità arrivata dopo, però. Non mi aspettavo di vederlo fronteggiare Voldemort, sbeffeggiarlo, umiliarlo e poi restare in vita. Ancora. Per me.

 

Harry è per me l’estate, il calore intenso e assoluto che ti avvolge fino a scaldarti l’anima.

 

Quando l’Avada Kedavra è partito dalla Bacchetta di Sambuco, pensavo fosse arrivata nuovamente la fine. Credevo che avrei visto nuovamente il corpo di Harry privo di vita e mi sono accasciata tra due colonne, con le mani strette al petto. «No», continuavo a bisbigliare, più incredula che spaventata. Potevo superare il vederlo morire una volta, ero preparata, ma due volte erano fottutamente troppe. Il suo cadavere steso a terra, di nuovo, sarebbe stato la fine del mio contegno già intaccato. L’infrangersi della mia nuova speranza. Era arrivata inaspettata, prepotente e pesante ad illudermi, non poteva andare via, non ora. Mai. Era la mia speranza, solo mia, non poteva abbandonarmi. Non doveva.

Ho osservato il combattimento con il cuore in gola e le lacrime pronte a piangere dolore. Mi sono concessa di illudermi, anche se non avrei dovuto. Una mossa rischiosa e stupida, se le cose fossero andate male, ma vederlo sopravvivere più di quanto avessi sperato mi ha cambiata. Sì, cambiata.

Forse Harry mi ha donato un po’ del suo coraggio Grifondoro. Lui mi ha cambiata e di conseguenza, nel momento in cui la sua sopravvivenza è diventata possibile, mi sono concessa d’essere una persona nuova. La persona che ama Harry Potter, Grifondoro, Prescelto e Bambino e Ragazzo Sopravvissuto.

I suoi occhi sono chiarissimi, in questo istante. Brillano di felicità e stupore. Decine e decine di mani stringono le sue; centinaia di voci acclamano il suo nome, eppure guarda me. Vuole stringere le mie mani, lo leggo in quegli occhi chiari e maledettamente belli. Lui mi ama ed io lo amo, c’è qualcosa che conta di più? Solo il fatto che potrà esserci un noi, credo, che ci sarà un futuro. Io sono cambiata per avere quel futuro.

 

Harry è per me l’essenza dell’autunno, del cambiamento, mi sconvolge e cambia i miei colori,

dando vita alle sfumature più belle che potrei mai avere.

 

«Sei sopravvissuto. Ancora», non riesco a dire altro, quando arriva davanti a me. Il suo sorriso – quel suo sorriso – è capace di bloccarmi completamente.

«Ancora e per te».

Ancora e per me. Per me. Sono le parole che mi servivano per sciogliere la tensione delle ultime ore. Mi alzo, trovando improvvisamente la forza, e mi tuffo tra le sue braccia quasi con disperazione. Il suo corpo caldo che vive contro il mio, il suo cuore che batte, riesco quasi a respirarli. Respiro Harry, avidamente e completamente. La sua essenza concretizza la realtà, toglie la paura che sia tutto un sogno.

Lui è vivo e ha sconfitto Voldemort, non smetterò mai di ripetermelo, devo ricordarlo ogni minuto.

«Stai bene?» è un paradosso che sia lui a chiederlo a me, ma non è la cosa più assurda accaduta quest’oggi.

«Mai stata meglio». Lo stringo forte, quasi temessi potesse scappare, dissolversi come la sua nemesi ha fatto pochi minuti prima.

«Ti ho dimostrato di potercela fare» sussurra abbozzando un sorriso. «Sapevo che non credevi in me» continua in tono amaro.

«Io ho sempre creduto in te, solo che credevo anche nel potere di Voldemort». Dopo aver pronunciato queste parole, mi rendo conto di quanto, in fondo, siano vere. Io ho sempre creduto in Harry, ma Voldemort è stato il mago più terribile di tutti i tempi, probabilmente anche i suoi amici avranno temuto, come me, per la sua vita. Dovevano essere demoralizzati e rassegnati anche loro, anche se erano molto, molto più bravi di me a combattere le loro paure.

«Ti amo, Pansy» mi sussurra all’orecchio, ed ora posso compiacermi davvero di queste parole, assaporarne l’essenza.

«Lo sai che ti amo, Potter». Sorride divertito nel sentirsi apostrofare come ‘Potter’. Quando le cose tra noi vanno bene, è così che lo chiamo. Non so perché, forse in cuor mio lo differenzio da Draco, che mai ho chiamato per cognome. È la diversità dell’amore che ho provato per loro chi mi spinge a farlo. Harry non è Draco, non è il sostituto del ragazzo che mi ha abbandonata: è un altro amore. Non il primo, ma il più speciale, quello che sarà per sempre.

 

Harry è per me l’intimità dell’inverno, la sensazione d’amore, di calore, che trasmette con la sua neve fredda.

 

«Mi dispiace per i tuoi amici che sono morti».

Mi dispiace davvero, ora non sono più dei Grifondoro, sono persone, amici di Harry, morte anche per lui, per difenderlo ed aiutarlo nella sua missione. Mi dispiace e vorrei aver combattuto davvero questa guerra, ora che so come è andata a finire. Non posso vantare il coraggio Grifondoro dei caduti, perché sono Serpeverde nell’animo, in fondo, ed ho pensato prima a me stessa.

«Grazie» sussurra, e dopo quelli che mi sono parsi attimi infinti, scioglie l’abbraccio in cui eravamo legati. Mi sento nuda, senza le sue braccia strette alla mia schiena, ma un pensiero bastardo si intrufola nella mia mente. Pensando agli amici di Harry, mi rendo conto di non sapere nulla riguardo ai miei. La maggior parte è fuggita, ma Draco… So che lui era qui. Inizio a guardarmi intorno in modo frenetico, Harry se ne rende conto e mi fissa serio, ha capito chi sto cercando, lo capisce sempre.

«Malfoy sta bene» sputa, ed io non posso non sorridere; sono fortunata ad averlo, è sempre comprensivo come me, anche quando si parla di Draco.

«Se vuoi andare da lei per consolarla, vai pure, non mi arrabbierò».

Sono sempre stata gelosa di Ginny Weasley, ma non è il momento per la gelosia. Voglio ripagare la comprensività di Harry, i suoi amici hanno perso un fratello, hanno bisogno di lui. Tutti, lei compresa.

«Vieni con me» dice stringendomi la mano. È strano, pensare che da oggi tutti sapranno di noi, ma è bellissimo.

Non mi importa nulla di quello che diranno né i Serpeverde, né i Grifondoro. L’unica cosa che conta è che ci amiamo.

Con la mano stretta in quella di Harry, sto iniziando un nuovo cammino. Questa nuova strada so già dove mi condurrà: verso un futuro verde.

Verde come Serpeverde, la mia Casa, me stessa, la persona che sono stata e che, in fondo, resterò sempre.

Verde come la speranza, che s’era nascosta nel mio cuore fino al momento in cui non ha capito perfettamente i suoi sentimenti.

Verde come i suoi occhi, gli occhi di Harry, quelli in cui voglio specchiarmi per il resto della vita. Lui sarà la il mio domani.

 

Harry è per me l’odore della primavera, l’arrivo di qualcosa di meraviglioso, il colore giusto da mettere sul foglio della vita.

 


Ed eccoci giunti alla fine. Un parto, per me, ad essere sinceri.

Non avevo mai scritto, come detto, della coppia, e nemmeno la amo particolarmente.

'Come Serpeverde. Come la speranza. Come i suoi occhi' si può definire uno dei miei esperimenti.

Ringrazio June, Gigettina, Tefnut, Morgana85 e Whatevenhappened che hanno commentato lo scorso capitolo,

tutti quelli che hanno letto, recensito ed inserito la raccolta tra le preferite/ricordate/seguite.

Ringrazio tutti, insomma, ma in particolare la giudiciA Gigettina.

Allego il suo giudizio. ♥

 

Prima classificata:

Payton – Come Serpeverde. Come la speranza. Come i tuoi occhi.


Grammatica: 9,9/10
Originalità: 10/10
Caratterizzazione personaggi: 9,5/10
Stile e lessico: 10/10
Prompt: 5/5
Giudizio personale: 5/5

Totale: 49,4/50

Tesoro, non posso nasconderti che aspettavo con ansia la tua storia, perché sapevo che avrei letto qualcosa di veramente bello su Harry e Pansy. E le mie aspettative sono state pienamente ripagate.
Parto dalla grammatica: l’unica pecca è stato un verbo all’imperfetto in una frase in cui era necessario il presente. Hai scritto “So che a colazione arrivava sempre all’ultimo minuto e che mangia…”, però anche nella frase precedente hai usato un presente. Ti ho tolto uno 0,10 per equità con le altre.
Lo 0,5 della caratterizzazione è dato dall’intraprendenza di Pansy nel baciare per prima Harry. Non che non sia capace di prendere l’iniziativa, ma forse è leggermente (leggermente leggermente) OOC.
Ok, ora che ho finito di dirti queste banalità, posso passare a riempirti di lodi – e fare la ruffiana, magari xD
La storia è molto bella, e ti invito caldamente a scriverne il seguito. Scherzi a parte, hai reso molto bene sia Harry che Pansy, e contando quanto tu odi il primo devo dire che sono commossa per lo sforzo fatto!
L’impostazione che hai dato alla Mini Long mi è piaciuta, soprattutto perché mostri una Pansy che si accorge dai piccoli gesti cosa prova, non è qualcosa che succede da un giorno all’altro. Non sarebbe stato verosimile.
Il secondo capitolo, dove Pansy è indecisa sull’esito della guerra, è magnifico. La vera chicca, però, è la fine, quando Harry la prende per mano e la porta dai Weasley, nonostante ci sia Ginny, specificando prima che Draco è vivo. Complimenti, tesoro. E grazie per aver partecipato!


   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Payton_