Nota d’autore: Ciao!!!!! Bentornati! -e
l’autrice fa un inchino a tutti i suoi lettori-. Eccomi qui finalmente con un
nuovo capitolo, in cui viene introdotto il nuovo Auror, comunque… prima di
passare alla narrazione, vorrei ringraziare di cuore Love-fuffy, Dady e Fanny90
che sono state così gentili da lasciarmi un commento. Vi ringrazio per le
parole incoraggianti che mi avete scritto e per aver fatto salire la mia
autostima di per se sottoterra, di molto… sono contenta che vi sia piaciuta,
anche perché non ne ero così sicura.
Love-fuffy: cercherò di evitare
l’errore che mi hai sottolineato. Starò molto più attenta, grazie mille e
continua a commentare!!
Dady: so che il testo è tutto
attaccato. Chiedo umilmente perdono, ma non sono un mago in fatto di computer…
non so se riuscirò a risolvere il problema, ma farò tutto il possibile per
sistemarlo. Fammi sapere cosa pensi del capitolo seguente, ci conto!
Fanny90: ti ringrazio per ciò che
hai scritto nella recensione!! Bhè… spero che ti piaccia anche questo capitolo…
dimmi poi se ti piace!!!!
Ringrazio
tantissimo anche quelle persone che hanno letto ma non commentato e spero che
continuiate a leggere la storia, anche perché si prospetta piuttosto lunga e
complicata (dipende dai punti di vista). Scusate per le chiacchiere e… buona
lettura!
You are my past, my present, my future
2°capitolo:
Il nuovo Auror
La sveglia cominciò a suonare incessantemente. Il trillo acuto e
rapido arrivò prepotente alle orecchie
di Ginny che, suo malgrado, aprì dolorosamente gli occhi. La luce che penetrava
dalle persiane che la sera prima aveva dimenticato di abbassare completamente
l’accecò senza pietà e fu costretta a serrare forte gli occhi per resistere
alla luce a cui lei non era ancora abituata. Piano poi li aprì e controllò
quasi timorosa l’orario che la sua sveglia traditrice segnava: le sette di
mattina. Con un gemito di sconforto appoggiò sconfitta la testa al cuscino e si
fermò a riflettere: quel giorno avrebbe avuto il turno di dodici ore, dalle
otto di mattina alle otto di sera e tra una settimana le sarebbe toccato fare
una settimana di notti di seguito. Si maledì mentalmente poichè il suo spirito
masochistico prendeva sempre il sopravvento e le faceva accettare turni che
solo coloro i quali avevano una voglia matta di suicidarsi prendevano. Si
stropicciò gli occhi e lentamente si alzò e, alla fine, più sconsolata che mai,
ricordò anche del nuovo Auror che avrebbe avuto con se in ufficio. Quando si
ritrovò nel bagno e fissò la sua immagine nello specchio pensò che la sua
presenza o meno nel suo ambito lavorativo non avrebbe influenzato la sua vita e
rassicurata da questo pensiero si lavò e si sistemò spostando la sua
concentrazione altrove. Si pettinò pazientemente i lisci capelli rosso fuoco e
si vestì con un jeans e un pullover bianco di lana con sotto una camicia di
cotone del medesimo colore. Contemplò la sua immagine allo specchio e si trovò
quasi incantevole se non fosse stato per quelle maledettissime lentiggini che
le avevano rovinato la vita sin da bambina. Dopo aver messo apposto la sua
camera scese in cucina e con un colpo di bacchetta fece comparire la sua
colazione. Si sentiva così depressa e stanca che non aveva voglia neppure di
mangiare. Sentì ad un tratto dei passi dirigersi verso il vano. Era Hermione che
come sempre si alzava piuttosto presto.
-Buongiorno Ginny!-
-Ciao Hermione!-
-Noto che hai una faccia parecchio triste… immagino tu abbia il
turno, vero?-
-E dopo una settimana di fila di notti.-
-Io a partire da domani con Ron.- Ginny ritrovò un po’ della sua
allegria e ridacchiò:
-Sempre in coppia?-
-Sempre, cognata! Quanti doppi sensi ha questa frase?-
-Hermione, Hermione, tutto è relativo e lo sai meglio di me…-
-Mmmh… a ogni oggetto o persona… comunque…- Ginny guardò Hermione
ma non la vide con la divisa indosso. Indossava semplicemente un pigiamone di
quelli tenerissimi e una vestaglia lunga fino ai piedi e probabilmente di
proprietà di Ron.
-Ma oggi hai giornata libera?-
-Si… e anche Ron…-
-D’accordo, ho capito l’antifona! Harry invece no.- Hermione con
un colpo di bacchetta fece apparire la sua colazione accanto a quella di Ginny
e prese posto vicino a lei.
-Agitata?- Le chiese quando si fu sistemata.
-Per cosa?-
-Per il nuovo Auror?-
-Diciamo indifferente…-
-Ah… mi hai lasciato di stucco.-
-Non posso permettermi distrazioni… a parte il fatto che sto in
servizio tutta la giornata.-
-Ok… ma vengo a conoscerlo.-
-Va bene…-
-Che fate, fanciulle?- Una persona si intromise nella
conversazione e prese posto di fronte a Ginny. Harry la salutò con un sorriso e
si fece comparire la colazione davanti. Hermione allora intervenne in tono
civettuolo:
-Ma sentitelo! A quanto pare oggi Harry Potter si sente buono!-
-Ehi! Io-sono-buono!- recitò Harry in modo buffo, gonfiando il
petto e cercando di abbassarsi i capelli che aveva sempre in disordine,
appiattendoli con le mani.
-D’accordo Potter! Ti crediamo sulla parola… A che ora entri in
ufficio?- Sbottò Hermione dopo aver bevuto un po’ d’acqua.
-Alle nove, signora Granger e lei, signorina Weasley?- rispose in
tono scherzoso il ragazzo.
-Io… tra dieci minuti… Rimango un altro po’ e poi mi smaterializzo
nell’Atrium.- ribattè Ginny ingoiando un biscotto al cioccolato che aveva fatto
sua madre qualche giorno fa.
Passarono alcuni minuti ma di Ron neanche traccia. Hermione
cominciò a tamburellare le dita sul tavolo guardando la colazione che aveva
sistemato per lui accanto ad Harry. Poi esplose con disappunto:
-Possibile che deve essere sempre la solita storia? Per far svegliare quel poltrone di Ron ci
vorrebbero le cannonate… non ce la faccio più… già lo avevo chiamato prima di
arrivare in cucina e aveva biascicato che si sarebbe alzato fra cinque minuti…-
-Evidentemente si sarà addormentato di nuovo!- Pensò Harry alzando
poi le spalle.
-Gliela faccio vedere io! Neanche a dire buongiorno!- sbraitò
contrariata Hermione, lanciando occhiate indispettite alla soglia della porta.
Ginny fece sparire la sua colazione e si alzò stiracchiandosi.
-Forse è meglio che vada… Lascialo dormire, Hermione… finchè può…-
-Senza-regole…- Ginny sorrise all’esclamazione della cognata e
dopo aver fatto un cenno di saluto ad Harry si smaterializzò nell’Atrium. Non
aveva voglia di andare subito in ufficio per poi non fare niente per tutta la
giornata. Pensò di prendere l’ascensore e di perdere un po’ di tempo lì dentro.
Così si diresse verso di questi immersa nei suoi pensieri. In giro
vi erano pochi maghi il cui lavoro richiedeva di entrare prima al Ministero.
Andò verso un ascensore ma si accorse troppo tardi di essere andata a
scontrarsi con una persona che aveva in mano alcuni scatoloni che caddero
rovinosamente a terra, versandone il contenuto.
-M-mi spiace… n-non volevo… non ho prestato attenzione…- disse
convulsamente, arrossendo per la figuraccia che aveva fatto e per il suo essere
così maledettamente distratta. Tuttavia non guardò l’uomo che era stato vittima
della sua disattenzione.
-Non fa nulla…- rispose egli. Ginny udì una voce di fredda
cortesia… le sembrò di averla già sentita da qualche parte… di conoscerla già… quella
voce apparteneva al suo passato. L’uomo si chinò a raccogliere gli scatoloni e
dopo aver rimesso tutto apposto, Ginny poggiò il suo sguardo in quello di lui.
Flashback tornarono rapidi nella sua mente, sfrecciando davanti ai suoi occhi
con velocità impressionante, quasi surreale. Ricordò chi fosse quell’uomo… lo
conosceva…: quella persona aveva i capelli di un biondo platino così chiaro da
sembrare quasi bianco che gli ricadevano in ciocche ordinate e morbide sulla
fronte. I suoi occhi erano grigi come il mare del Nord in tempesta e il
ghiaccio…le sue labbra sottili e rosee… alto, infatti Ginny gli arrivava a mala
pena alla spalla e dal fisico atletico, con muscoli ben scolpiti, lineamenti
nobili e appuntiti, fattisi più maschili rispetto a quando lo aveva visto
l’ultima volta, un ragazzino e nient’altro. Quel volto che si stava increspando
in un’espressione di malizia e perfidia… Draco Malfoy aveva 25 anni. Anche lui
si ritrovò ad osservare Ginny: lisci capelli rossi le ricadevano morbidamente
sulle spalle, di corporatura esile con forme ben definite, era di un’altezza
normale ed aveva un visino tondo… sul suo naso perfetto vi erano tantissime
lentiggini, piccole e graziose, le sue labbra rosse e carnose e i suoi occhi
azzurri, grandi ed espressivi, esprimevano in quel momento meraviglia e timore.
Ginny socchiuse la bocca e strinse gli occhi per lo stupore… Da dove era uscito
Draco Malfoy? Era sparito dalla circolazione per tutti quegli anni ed ora dal
nulla si andava a scontrare contro di lui?
-Tu devi essere Ginevra Weasley… Grifondoro… e sorella minore di
Ronald Weasley, vero?- chiese con un ghigno perfido dipinto sulle labbra
sottili.
-D-draco Malfoy…-
-Si, Weasley, sono io… noto il tuo stupore!-
-T-tu… tu non puoi… -
-Cosa? Cosa non posso?- ribattè lui con veemenza, perdendo il suo
ghigno per un attimo.
-…- Malfoy scoppiò in una
roca risata e continuò in tono canzonatorio:
-Weasley, Weasley… non cambierai mai… anche quando eri bambina
sembravi così goffa! Morite ancora di fame a casa tua?-
-Lurido…-
-Approposito: Potter ha accettato l’idea di mettersi con te o
ancora no? Ci vai ancora dietro o ci hai rinunciato?-
-Stupido serpente…-
-Ma immagino che dopo la delusione che ha avuto da quella capra
cinese di Cho Chang tutte le ragazze gli vadano bene e perciò scommetto che si
è messo con te… e il tuo sogno si è avverato… com’è sotto le coperte?-
-Maledetto bastardo…- Malfoy rise sguaiatamente per poi
avvicinarsi di più a lei e rimbeccarla:
-Non ti scaldare piccola dilettante, o i capelli ti andranno a
fuoco! Sbaglio o hai cominciato a ruggire?-
-A quanto pare la tua lingua biforcuta è rimasta la stessa
invariata negli anni… la usi solo per ferire?-
-Ma anche per fare qualcos’altro… vuoi vedere?- Ginny si allontanò
e si guardò intorno… meraviglioso! Non c’era nessuno.
-Stammi lontano o la mia bacchetta sarà l’ultima cosa che vedrai!-
lo minacciò duramente, contraendo la mandibola.
-Credi di farmi paura?-
-Scegli tu…-
-Non mi sfidare, Weasley… non sai contro chi stai giocando…-
-Con un serpente… penso sia sufficiente, Malfoy.- sbottò lei,
calcando sul suo cognome con rabbia. Draco si limitò a guardarla bieco e non
rispose. Controllò l’orologio e poi sibilò:
-Levati davanti… ho altro da fare che stare a parlare con una
stracciona.- Ginny ridusse gli occhi a due fessure e prima che potesse
rispondergli, si era già allontanato. Allora piena di ira gli urlò contro:
-Spero di non rincontrarti più!!!!- Malfoy rise di scherno e le
fece un segno con la mano per farle capire di avere inteso. Ginny riprese la
sua strada sbraitando mentalmente… già era nervosa per la giornata che
l’aspettava… ed ora ci mancava solamente quel dannato ex-Serpeverde della
malora in mezzo ai piedi… Quando arrivò davanti alla porta del suo ufficio
prese la bacchetta e puntandola contro la serratura mormorò con rabbia:
-ALOHOMORA!- La porta si aprì e dopo essere entrata se la chiuse
alle spalle con un colpo secco. Sul tavolo i fogli dei ricercati erano
aumentati e per quel giorno avrebbe dovuto appendere al muro quelli dei più
importanti. Sbruffando cominciò a riordinare la scrivania e dopo aver cercato
di mettere ogni biglietto e foglio al proprio posto, cominciò il lavoro che
avrebbe dovuto fare quel giorno. Quando prese il primo foglio però sentì
bussare alla porta. Lo poggiò sulla
scrivania e sospirando pronunciò:
-Avanti!!!- La porta si aprì di nuovo e sulla soglia apparve il
Generale Supremo McGriffith che entrò nel suo ufficio lasciandola però aperta.
-Buongiorno Generale!- Lo salutò prontamente la ragazza,
sorridendo leggermente.
-Anche a lei, signorina… vorrei avere il piacere di presentarle il
nuovo acquisto del nostro Ministero, il nuovo Auror di cui le ho parlato… entri
pure!- Il nuovo Auror entrò nell’ufficio e Ginny posò gli occhi su di lui… lo
fissò sorpresa e sconvolta e a dir poco impallidì… Draco Malfoy la stava
fissando con la stessa espressione. Dovettero poi stringersi anche la mano
perché il Generale fece loro segno di farlo.
-Piacere… Ginevra Weasley…-
-Tutto mio… Draco Malfoy.- Ginny cercò di stritolargli poco
gentilmente la mano, a differenza di Malfoy che tramutò la sua espressione in
una dannatamente maliziosa. Sembrò elegantemente accarezzargliela con le dita
affusolate e raffinate. Il Generale sembrò soddisfatto ed annunciò al ragazzo:
-Benissimo! Signor Malfoy, la sua scrivania è di lì… le ho
spiegato già tutto e l’aiuterà la signorina Weasley… non si preoccupi… si
troverà benissimo con lei!- Draco non rispose e si limitò a guardare la ragazza
che rispondeva sorridente e sicura di se:
-La ringrazio.-
-Di niente, signorina… buongiorno.-
-Buongiorno.- Risposero entrambi sibilando quando il Generale si
chiuse la porta alle spalle. Ginny cambiò rapidamente espressione ed evitando
di fissare il nuovo arrivato si buttò sulla sedia sconvolta e sospirò
pesantemente.
-E… quindi tu saresti il nuovo Auror?- gli chiese dopo un po’,
cercando di riprendersi dalla sorpresa a dir poco orribile.
-Bhè, si Weasley… mi spiace per te…- obbiettò malignamente il
ragazzo, guardandola storto.
-E io dovrei aiutare te ad ambientarti?- si lagnò la ragazza
alzando lo sguardo al cielo e chiudendo gli occhi esasperata dal solo pensiero.
-Precisamente… in fondo hai dato la tua parola d’onore al
Generale.-
-Io non ho dato proprio niente!!! Non sono così imbecille da
promettere di aiutare una persona che non conosco! Ho solo detto che avrei
provato ad aiutarti!!!- lo rimbeccò veemente, fulminandolo con lo sguardo.
-A me non importa niente se hai promesso oppure no… ora il tuo
compito è quello di aiutarmi... – replicò lui con fare strafottente,
cominciando a prendere potere della sua scrivania e facendo apparire gli
scatoloni che prima aveva in mano, per terra.
-Oh, mamma mia…-. Detto questo lo fissò risentita, mentre
sistemava con una lentezza estrema le sue cose nei vari tiretti… era una
persona molto ordinata a prima vista, ma più di tanto non ci badò, tanto era
arrabbiata con lui per il suo modo di rispondere e di rivolgersi a lei… o anche
per la sua semplice presenza. Il fatto di vederlo così calmo a sistemare le sue
cose, con un’espressione angelica, come da vittima innocente dell’ira della
ragazza, la infastidì parecchio e sbottò esasperata:
-Ti dispiacerebbe essere così gentile da finire il lavoro che stai
facendo?-
- Mi sto divertendo molto, davvero… dovresti provare anche tu a
sistemare la scrivania.- ribattè lui in
tono serafico, ammiccando al disordine che nonostante la buona volontà della
ragazza di farlo sparire rimaneva tale.
-Taci.-
-Ti sto dando un consiglio e mi dici di tacere? Non va bene così,
Weasley… non è educato!- rispose con tono falsamente risentito il ragazzo,
scoppiando poi in una sonora risata. Ginny si irrigidì e si sentì dannatamente
presa per imbecille.
-Sei ridicola, Weasley!- fu il suo commento finale, dopo tutta
quella sceneggiata.
-Maledetto furetto… mi chiedo come farò a sopravvivere otto ore al
giorno!-
-Ci sarebbero tanti modi…- Ginny lo guardò sorpresa senza capire a
cosa si stesse riferendo. Malfoy le lanciò uno sguardo che avrebbe potuto
significare molte cose e poi riprese a fare ciò che stava facendo. Ginny
sospirò e, dopo aver accavallato le gambe cominciò in silenzio a studiare per
l’ennesima volta i profili e le storie di quei Mangiamorte, rimandando a dopo
il momento di attaccarli al muro. Quando Draco ebbe finito di aggiustare le sue
cose, si sedette scompostamente e cominciò a fissare la ragazza. Siccome ella
non lo degnò di uno sguardo pur sentendosi osservata, chiese cercando di
attirare l’attenzione :
-E allora?-
-Cosa “allora”?- replicò lei con un tono ancora profondamente
scioccato.
-Sei diventata un’Auror e una mia collega.-
-E con questo cosa vorresti insinuare, di grazia? Tutti crescono,
non credi?-
-Weasley… invece dico che sei rimasta una ragazzina…-
-Ascolta… fino a ieri sono stata in santa pace senza che qualcuno
mi scocciasse con le sue chiacchiere e battute maligne sul fatto che posso
essere oppure no cresciuta negli anni… vorrei continuare a fare il mio lavoro e
a condurlo bene se non ti dispiace…-
-Non mi chiedi della mia vita?- continuò lui, come se la ragazza
non avesse fatto alcuno sproloquio fino a cinque secondi prima.
-Cosa dovrei chiederti?-
-Per esempio che ne è stato di me dopo il mio settimo anno ad
Hogwarts… cose così…-
-So solo che di te si sono perse le tracce… e ho sentito voci
confuse su tua madre… per quanto riguarda tuo padre…-
-Anch’io ho studiato per divenire un Auror negli Stati Uniti…
all’Auror’s college… poi ho continuato a vivere li e a lavorare fino ad oggi.-
Ginny poggiò i fogli dei ricercati sul tavolo e gli dedicò più attenzione.
-Perché proprio negli Stati Uniti?-
-Forse avrai sentito la notizia che mio padre, il quale era
rinchiuso ad Azkaban, era fuggito e si era schierato al fianco dell’Oscuro
Signore, dedicandogli il corpo e l’anima…e mia madre, che amava quel campione
di mio padre a tal punto da essere addolorata per non poterlo più vedere perché
ormai era tenuta sotto stretta sorveglianza dagli Auror, che la sospettavano
implicata nei traffici di mio padre, si è tolta la vita. – le rispose gelido il
ragazzo osservando attentamente la reazione di Ginny. Poi continuò:
-Allora, non avendo più alcun legame con il Regno Unito, decisi di
trasferirmi li.-
-E allora perché sei qui?- gli chiese interessata la ragazza.
-Per uccidere mio padre.- Ginny parve profondamente scossa da
quello che sentì e aprì la bocca per parlare, ma poi la richiuse subito… la
sconvolse parecchio il fatto che un figlio volesse uccidere suo padre… e il
fatto che egli era diventato Auror non perché amasse veramente quel lavoro ma
solo per trovare un modo legale per levarselo dai piedi senza essere accusato
di omicidio…
-Ma perché… tu non ami questo lavoro!!!!-
-Immagino che tu abbia pensato che è l’unico modo legale per…
ucciderlo. Hai ragione… io non faccio mai niente senza interessi.-
-Il Mangiamorte Lucius Malfoy è molto difficile da catturare…
quasi impossibile.-
-Lo troverò… è solo questione di tempo…- Ginny si morse il labbro
inferiore e gli chiese:
-Come fai a esserne così sicuro?-
-E’ semplice… ora si trova in Inghilterra-. Questo sembrò porre
fine alla discussione su quell’argomento. A Ginny venne voglia di fargli una domanda,
ma si rese conto che forse non era il caso neppure per un serpente come l’uomo
che aveva davanti. Draco la guardò interessato e attese che lei parlasse.
-Ma… come hai fatto…?-
-A decidere di diventare un Auror?- la ragazza lo guardò sorpresa:
come diamine aveva fatto a sapere quello che stava pensando? Draco la guardò
divertito e continuò, ignorando i dubbi della ragazza:
-E’ stato piuttosto semplice. Dopo aver perso mia madre ho fatto
la mia scelta… avevo come scopo solo quello di farla pagare a mio padre… ormai
neanche più aveva influenza nella mia vita… probabilmente non sa neppure dove
mi trovo e come sono.-
-E’ terribile…- commentò Ginny, colpita dalla sua storia.
-Sinceramente non lo so, Weasley… so solo che vieni visto da tutti
al Ministero come una spia per l’Oscuro Signore, quando porti il cognome
Malfoy.-
-Mi dispiace.-
- Non dispiacerti… non voglio la tua pietà.- ribattè lui
sprezzante. Ginny lo rimbeccò duramente:
-Ma la mia non è “Pietà”! E’ solamente rammarico… non trovo giusto
il fatto che tu venga visto dagli altri come una spia… se sei diventato un
Auror non è certo indice che tu sia fedele a Tu-Sai-Chi!-. Se c’era una cosa
che odiava Ginny Weasley era il fatto che le persone molto spesso potessero
avere pregiudizi nei confronti di altre che neppure conoscono. Detestava quella
situazione e si infiammava ogni qual volta se ne presentava l’occasione.
Malfoy, per suo conto, la guardava piuttosto interessato e divertito: mai
avrebbe potuto immaginare di incontrare la sorella del suo peggior nemico che
non aveva avuto ancora modo di vedere e mettersi a discutere con lei dei suoi
problemi passati. E la cosa che maggiormente lo intrigava era vederla
difenderlo senza che nemmeno glielo avesse chiesto. Oltre al fatto che quella
ragazzina era davvero carina…
-Non posso credere alle mie orecchie… mi stai difendendo.-
-Bhè… non trovo giusto il comportamento della gente!-
-Immagino di doverti ringraziare…- la provocò ironicamente.
-Non ho bisogno dei ringraziamenti, Malfoy.-
-Perché sei così interessata a me?- le chiese dopo un po’,
guardandola maliziosamente.
-Non preoccuparti, “Draco”… se pensi che mi interessi sei fuori
strada… dal momento che dovremo passare insieme molto tempo, vorrei provare a
socializzare… se me lo permetti.- rispose lei semplicemente.
-Potremmo socializzare in tanti altri modi…- ammiccò lui con tono
mellifluo, ghignando scioccamente.
-Frena gli istinti… altrimenti sarò costretta a lanciarti uno
schiantesimo.-
-Calma, Weasley… stavo solo scherzando…- obbiettò lui cambiando
tono di voce ma continuandola a fissare.
-Noto che siamo spiritosi!-
-Già… avrai modo di conoscermi…- Ginny gli lanciò uno sguardo
sorpreso ed interrogativo ed egli rimase a guardarla con un sorriso piuttosto
strano che le fece correre un brivido lungo tutto la schiena. Dopo lo ignorò
sbruffando e continuò a guardare i profili dei Mangiamorte. Infine raccolse
tutti i fogli e si alzò elegantemente, dirigendosi poi verso di lui. Egli la
fissò sorpreso e lo fu ancora di più quando se la ritrovò dietro le spalle, china
su di lui con il suo profumo di lavanda e fiori freschi che respirò lentamente
per goderlo. Ella, che non si era accorta di nulla, poggiò educatamente i fogli
sulla scrivania e cominciò con fare professionale:
-Allora, vediamo un po’… questi sono gli identikit che riportano
le foto dei Mangiamorte e i loro dati
personali che possono servirci in una loro probabile ricerca ed
identificazione… Il Generale è piuttosto intransigente in questo… vuole che noi
memorizziamo i loro volti. “Dobbiamo cercare di catturarli tutti!” è una frase
del Generale. Il suono di una campana significa che è in corso un attacco
piuttosto ingente di Mantelli Neri in una parte del Regno Unito o un’evasione
di massa da Azkaban… qualunque sia l’urgenza sarai tenuto ad intervenire… se vi
è qualche battaglia di minore importanza interverranno solamente gli Auror di
quella unità Ministeriale che si trova nelle sue vicinanze… Ora: i turni che
qui spettano ad ogni Auror sono di tre tipi: quello normale, la cui durata è di
otto ore, dalle nove di mattina alle cinque di pomeriggio con inclusa la pausa
pranzo e ci tocca sempre… le notti: ad ogni Auror tocca fare una settimana di
notti in un mese, dalle otto di sera alle otto di mattina, da cui poi deriva il
terzo turno: quattro volte al mese bisogna venire in ufficio dalle otto di
mattina alle otto di sera… per la domenica non preoccuparti… ci sono gli Auror
di riserva che sono nominati tali per un certo periodo… arriverà anche il tuo
turno… in un anno ogni Auror è tenuto a fare sette domeniche lavorative.
Parlando di giornata libera, quando ti è stata assegnata?-
-Il sabato…- ribattè laconico il ragazzo avvertendo il calore del
corpo della sua nuova collega sulla
schiena.
-Fantastico, come la mia.- disse lei invece senza allegria del
tutto ignara di ciò che stava pensando il biondo.
-Oggi invece che turno hai?- continuò la ragazza.
-Quello dalle otto di mattina alle otto di sera…-
-Come me, e i turni di notte?-
- Fra una settimana…-
-Come i miei… bell’inizio per uno che si è trasferito solo oggi,
non trovi?-
-Già, in quarta…-
-Passeremo molto tempo insieme… ora ne ho la certezza.-
-Già… davvero molto.-
-Bhè… ora non posso far altro che darti il benvenuto… con il tempo
conoscerai gli altri colleghi… ormai sanno tutti del tuo arrivo e se ti dimostrerai
carino con loro ti troveranno simpatico…-
-Dovrei cominciare da te?-
-Sarebbe un buon inizio… molto meglio di quello di stamattina.-
Dopo rimasero un po’ in silenzio senza dire niente. Ginny si aggiustò i capelli
lunghi dietro alle orecchie e Draco, cercando di riprendere il tono
canzonatorio di prima, chiese:
-Devi spiegarmi qualcos’altro?-
-Mmmh… no, ho finito.-
-Se vuoi rimanere in questa posizione fa’ pure… per me non è un
problema.- Ginny era ancora curvata su di lui e, dopo aver capito a cosa si
riferiva, si raddrizzò all’istante e guardandolo storto tornò alla sua
scrivania.
Riprese a fare ciò che stava facendo prima e non gli degnò più
neanche un briciolo di attenzione, tanto era inviperita per il suo
comportamento. Ben presto, però, si ritrovò a leggere una stessa frase per
almeno dieci volte senza prestare concentrazione alcuna a ciò che c’era
scritto… quel ragazzo la disturbava con la sua sola presenza… era così
arrogante e borioso che si ritrovò a desiderare ardentemente di prendere a schiaffi
le sue guance ben rasate e di rompergli il naso così elegante e ben
proporzionato, degno di un principe azzurro… scosse la testa e la alzò per
guardare ciò che l’oggetto dei suoi pensieri stava facendo. Incrociò i suoi
occhi grigi, attenti a scrutarla in ogni minimo particolare. Quando provò a
leggere cosa mai potesse pensare divennero impenetrabili e freddi e lo sentì
chiedere:
-E Lenticchia e Sottuttoio si sono sposati?-
-Si…-
-Lo sapevo… quel cretino girava troppo intorno alla sua preda…-
Draco sorrise maligno e cominciò a scrutare gli identikit dategli da Ginny che
obbiettò:
-Mio fratello non è cretino.-
-Non mi pare…-
-Di certo è migliore di te.-
-Come no!!!-
-E tu e la Parkinson? State insieme o vi siete sposati?-
-L’ho lasciata… non ne potevo più!!!- rispose svogliato e quasi
scocciato che Ginny glielo avesse ricordato.
-Che significa che “non ne potevi più”?-
-Significa che me la sono scopata troppo e mi sono scocciato di
averla tra i piedi… ti è più semplice da intendere, ora?- sbottò evidentemente infastidito il biondo. Ginny lo
guardò quasi schifata da ciò che aveva detto e quello continuò imperterrito:
-Mi ha seguito fino negli Stati Uniti e poi è tornata qui… ammetto
che era brava a letto ma nulla di più… sapeva meglio di me che stavamo insieme
per avere qualcuno con cui divertirci di notte… non faccio mai niente senza
avere in cambio qualcosa.- Ginny lo guardò risentita e mormorò:
-Come fai? Come fai a stare con una persona se non provi niente?-
-Credi nell’amore, ragazzina?-
-Non chiamarmi ragazzina… l’amore è l’unica cosa che può salvare
dall’indifferenza… di indifferenza in questo mondo ce n’è già tanta…-
-Prova a soffrire per amore… vedrai che ne uscirai distrutta… e
allora l’indifferenza ti inghiottirà senza pietà.-
-…- Draco la guardò appoggiandosi completamente allo schienale
della sedia. Ginny rimase in silenzio e si limitò a guardare i fogli con le
nuove leggi che aveva davanti.
-E tra te e Potter?-
-Tra me ed Harry non c’è più nulla.-
-Allora qualcosa c’è stato!-
-Ci siamo lasciati di comune accordo…- Draco scoppiò a ridere con
una risata divertita
-Potter scaricato da una ragazza!!! E tu ora sei single?-
-Forse si, forse no.-
-Buono a sapersi…- Poi si ebbe silenzio. Pensò ironicamente che
tutta quella situazione era fantastica… si trovava con un collega completamente
rincretinito nel suo ufficio e di fronte tanto per peggiorare la situazione…
più volte quel giorno si ritrovò ad alzare lo sguardo e a contemplarselo
assorta… era dannatamente carino, si ritrovò ad ammettere abbattuta, ma si
convinse che quel pensiero era un semplice apprezzamento e niente di più, come
quando si incontra per la strada un ragazzo particolarmente avvenente e si
commenta con la propria migliore amica il suo fascino. In quel caso però si
trattava di un fantasma del suo passato, di un borioso, arrogante, superbo
ex-Serpeverde che ora per colmo di sfortuna si era ritrovata ad avere come
collega. Ricordò con fastidio alcuni episodi che lo avevano visto protagonista
di litigi con lei, come ad esempio il suo primo anno quando lo aveva incontrato
al Ghirigoro o per esempio quando gli aveva schiantato addosso un incantesimo
orcovolante da metterlo KO…Ammise che se avesse tenuto la bocca chiusa per
tutto il resto della giornata si sarebbe potuto paragonare ad un angelo. Scosse
la testa e tornò a compilare alcuni documenti, scacciando dalla testa quei
pensieri. Questa volta fu il turno del ragazzo. Posò gli occhi sulla ragazza e
constatò con un moto di piacere che aveva dimenticato di indossare la divisa…
stava scrivendo qualcosa e sembrava non essersi minimamente accorta di essere
osservata… il suo ego maschile apprezzò la vista che gli si presentava davanti:
carina, di statura media per non parlare poi del dolce profilo che aveva…del
pullover bianco che lo esaltava magnificamente e dei jeans che completavano
splendidamente il tutto… gli creò una cosa strana a livello dello stomaco e si
ritrovò spiazzato per la prima volta in vita sua di fronte ad uno sfarfallio
che non aveva mai provato… decise di non darci peso, anche se si ritrovò a
pensare a come avrebbero potuto essere morbide quelle labbra e a quanto doveva
essere piacevole baciarle… Ad un tratto la porta si aprì di scatto e andò
violentemente a sbattere contro il muro come se fosse stata schiantata. Ginny
sobbalzò e fulmineamente impugnò la bacchetta e la puntò contro l’intruso, o
meglio, gli intrusi, perché erano tre. Harry, Hermione e Ron si precipitarono
sulla ragazza per chiederle ansiosamente:
-Ginny!!!!Abbiamo saputo!!!-
-Ron…-
-Ti ha messo le mani addosso???-
-Harry, posso…-
-Ti ha detto qualcosa di cattivo?-
-Hermione…-
-Draco Malfoy è l’Auror nuovo!!!- dissero tutti e tre all’unisono,
come spaventati dalle loro stesse parole.
-Ragazzi!!! Lo so…- e si mise a gridare per farsi ascoltare,
mentre Malfoy si appoggiava perfidamente divertito allo schienale della sedia a
braccia conserte – Non preoccupatevi!!! Va tutto bene!-
-Ginny, ti prego, sta’ attenta!!! Può metterti le mani addosso e
farti del male!!!- la implorò Ron ignorando la frase precedente di Ginny.
-FINITELA!!! SO DIFENDERMI, E’ CHIARO? VOLETE FINIRE DI FARE QUESTA SCENATA??? PER
VOSTRA NORMA E REGOLA STIAMO DANDO SPETTACOLO!!- lo ribeccò furiosa Ginny.
-Ginny!!! Tu non capisci la gravità della cosa! Ne ignori la
portata!!-
-Ma non sono così imbecille da non capire che ne stai facendo una
tragedia!!! Sta’ calmo, d’accordo?- Ron sembrò calmarsi, se non fosse stato per
il biondo che scoppiò a ridere con una risata di scherno e poi cominciò a
battere lentamente le mani, come a fargli i complimenti per aver fatto bene il
pagliaccio. Ron si girò furibondo verso di lui che disse:
-Ma bravo, Weasley… più passa il tempo, più il cervello ti si
rimpicciolisce, vero?-
-TU…- cominciò Ron tremando di rabbia, dirigendosi verso la sua
scrivania con passi pesanti. –TU!!!!!!!!! MALEDETTO FURETTO PLATINATO!!!!NON
OSARE MAI! MAI! TOCCARE MIA SORELLA!!!- ora era appoggiato elegantemente alla
scrivania e si era sporto verso di lui per gridargli in faccia quelle parole.
Malfoy, con voce serena ed un sorriso provocatorio ribattè:
-Tranquillo, Weasley… tua sorella starà al sicuro fino a quando
non mi provocherà.-
-NO!!! TU STARAI AL SICURO FINO A QUANDO NON LA PROVOCHERAI,
CHIARO?-
-Non gridare, Lenticchia… non è educato!-
-LURIDO SCHIFOSO… FAI DEL MALE A MIA SORELLA, TOCCALA ANCHE SOLO
CON UN DITO E, FIDATI DELLA MIA PAROLA , IL LAVORO DI AUROR TE LO FARO’ FARE
ALL’INFERNO !-. Ginny intervenne e lo prese per un braccio per poi dire:
-Ron… adesso basta… hai proprio esagerato.-
-No, Ginny… gli stavo facendo semplicemente una promessa.- ringhiò
rivolto a Draco e calcando rabbiosamente sull’ultima parola.
-Malfoy non oserà mettermi le mani addosso… è del tutto inutile
quindi… tornatene a casa con Hermione… Harry, forse è meglio che vai al tuo
ufficio.- I ragazzi annuirono e dopo averle fatto tutte le varie
raccomandazioni se ne andarono. Ron guardò in cagnesco Draco che gli rivolse un
sorriso sfacciato.
Quando la porta fu chiusa, Ginny tirò un sospiro di sollievo e
rimase appoggiata alla scrivania del ragazzo.
-Devi scusare Ron… è piuttosto impulsivo… per non parlare del
fatto che non si fida molto dei suoi colleghi maschi.-
-Va tutto bene, ma perché ti scusi?-
-Come?- arrossì di botto. A dirla tutta non lo sapeva neppure lei…
-Ti ho chiesto perché ti sei scusata e perché mi hai difeso.-
-Bhè… te l’ho detto… Ron è dannatamente impulsivo e… si avventa
facilmente contro altre persone… e poi ti aveva accusato di una cosa che non
avevi fatto… o non ancora…- mormorò l’ultima parte, piuttosto imbarazzata.
-Allora grazie.- Ginny lo guardò negli occhi e si perse lì… in
quel grigio mare in tempesta che le diede per la prima volta in vita sua una
sensazione di pace… si sentì riscaldare il cuore e l’anima e fu proprio questo
che la spaventò. Si allontanò bruscamente e gli diede le spalle per poi dire:
-Mi hai ringraziato?-
-E’ un reato?-
-Detto da un Malfoy…-.
-Fa lo stesso.- mugugnò lui, ridivenendo gelido. Ginny tornò al
suo posto e cercò di completare i documenti concentrandosi esclusivamente su
quelli, sebbene fosse stato molto difficile. Per il resto della giornata parlò
di rado con lui e a volte le capitava automaticamente di alzare lo sguardo su
di lui e di osservarlo distrattamente, come d'altronde faceva lui stesso.
Quando finalmente arrivò l’ora di smontare dal lavoro, Ginny si alzò e si
stiracchiò compostamente, rassettandosi i vestiti con cura e mettendo i fogli
su cui aveva lavorato per tutta la giornata in un cassetto. Si sentiva stanca e
spossata e aveva sonno, anche se si meravigliò di se stessa poiché era ancora
presto per andare a dormire. Si rivolse verso Draco che apparentemente non
sembrò essersi accorto dei suoi movimenti ed annunciò per catturare la sua
attenzione:
-Fra poco sono le otto e dovremmo smontare dal lavoro… tu hai finito
di… fare le tue cose?- Il biondo alzò lentamente la testa e poi gli occhi su di
lei e dopo un buon secondo di pausa rispose seccamente:
-No.- Ginny cercò di sorridere anche se si sentiva più imbarazzata
che altro e continuò:
-Ah, capisco… allora, non so, io vado a casa e tu quando finirai
andrai…-
-Dove vuoi andare a parare?- quella sua calma nel pronunciare
quelle parole, la innervosì terribilmente e sbottò alla fine stizzita:
-Volevo solo informarti che io smonto ora perché ho finito. Quando
uscirai di qui sei pregato di chiudere la porta con l’incanto COLLOPORTUS.
Domani se entrerai prima tu invece devi aprirla con ALOHOMORA.-
-Bene… ora levati dai piedi.-
-Essere insopportabile!- sbraitò Ginny con un ringhio. Draco
continuò imperterrito e con voce canzonatoria le disse:
-Buonanotte!- La ragazza non gli rispose neanche e se ne uscì
sbattendosi la porta alle spalle. Si smaterializzò nel salotto della Tana in
preda a furiosi pensieri omicidi e ad una voglia matta di prenderlo a botte. Si
trovò di fronte a Harry e Ron che erano seduti sul divano e parlavano così a
bassa voce da dare l’impressione di pregare.
-Io lo uccido, a quello!-
-McGriffith va denunciato…-
-Quel cretino lo sa meglio di me che non è prudente lasciarla sola
con quello…-
-Farò rapporto!!!-
-E se le salta addosso?-
-E se le fa del male????-
-McGriffith e le sue idee strampalate!! Se le succede qualcosa lo
uccido con le mie stesse mani!!!!-. Poi si accorsero della presenza di Ginny
che li stava guardando piuttosto perplessa con un sopracciglio alzato. Ron
saltò su e le si fiondò addosso abbracciandola e non lasciandole via di fuga.
-Ginny!!! Come stai?- Ginny cercò di divincolarsi perché
seriamente stava rischiando di soffocare, ma non riuscendoci ansimò:
-Ron… è an… andato tutto bene… ma… lasciami!!!- Ron, anche se
restio, si separò da lei e la fissò dall’alto in basso come per assicurarsi che
veramente fosse intera. Poi obbiettò:
-Sei proprio sicura? Guarda che se non ti trovi bene ci vado a
parlare io, con il Generale!- Ginny sospirò e disse:
-Tranquillo! Non mi è ancora successo niente. Non sono ancora
morta e questo è l’importante.-
-Ma…-
-Scusami ora… sono davvero molto stanca e voglio andare a
dormire…- continuò lei senza dare il tempo a suo fratello di parlare. Salutò
Harry con un cenno della mano e lo lasciò impalato a guardarla allontanarsi.
Poi si riprese e gridò raggiungendola:
-Scusa… e la cena??-
-Ron… non ho fame, grazie…-. Fu più veloce di lui e salì le scale
che portavano alla sua camera in soffitta senza dargli il tempo di braccarla.
Ron la guardò allontanarsi su per le scale e continuò:
-Dovresti cenare… è da stamane che non mangi!!- Ginny gli fece
cenno di aver capito e finalmente quando raggiunse la porta, se la sbattè
dietro, chiudendosi così dentro. In silenzio si cambiò e si mise il pigiama e
alla fine si sdraiò sul letto, intenzionata a dormire. Abbracciò il cuscino e
si sistemò meglio sotto le coperte, cercando di trovare la posizione ideale e
scacciando con la sua buona forza di volontà i pensieri che cominciarono ad
assalirla di seguito l’uno all’altro… si girò dall’altra parte e rimase a
fissare il buio con gli occhi aperti… la prima cosa che le venne in mente fu
ciò che era successo la mattina, prima di andare a lavoro, nell’Atrium del Ministero…
quella voce così profonda e glaciale le fece correre un brivido lungo tutta la
schiena, appena la sentì. Le comparve davanti il suo viso: gli occhi grigi,
come un cielo prossimo al temporale, un iceberg in un paesaggio polare, una
nuvola colma di dolore… il pensiero corse alla storia che le aveva raccontato…
no, non si poteva chiamare “storia”… con “storia” si è soliti intendere una
serie di avvenimenti, il più delle volte inventati… ma quella, quella non era
inventata… quella, lui l’aveva vissuta sulla sua pelle… quella con cui lui
aveva avuto a che fare era una tragedia. Un ragazzo di 16 anni con alle spalle
l’arresto di suo padre… il dolore per quel che ne era conseguito… una madre
impazzita dalla sofferenza quasi subito dopo… a 17 anni, al ritorno da
Hogwarts, trovarla sola e morta nel maniero dove abitava, in un bagno, distesa
per terra, con le vene tagliate e tanti frammenti di quello che era stato uno
specchio sporchi di sangue… l’odio che nutriva per suo padre per avergli tolto
anche l’ultimo appiglio a quella vita spensierata che aveva condotto da
bambino… averlo lasciato solo e non essere con lui nei momenti difficili, a
fargli coraggio e a comportarsi da padre quale doveva essere, e non da
terrorista quale invece era… le venne in mente il tono con cui l’aveva
raccontata… gelido, freddo, distaccato, amaro, impregnato di delusione e
tristezza repressa ma nel contempo dolorosamente calmo e immune a tutto ciò che
in passato aveva provato, spento in quella maschera di indifferenza che ormai
sembrava aver ricoperto completamente quel viso da angelo che si ritrovava… non
un sorriso sincero, se non di scherno, gli aveva mai visto fare... quella
convinzione che il mondo era contro di lui, che era giusto rispondere
ringhiando proprio a quel mondo che stava andando in malora rapidamente, che lo
aveva fatto soffrire come se anche lui come tutte le persone normali non avesse
avuto il diritto di essere felice… pensò a lui come ad un ragazzo cresciuto in
fretta… diventato uomo per necessità, perché la vita lo aveva imposto…e pensò
che era forte. Quest’ultimo pensiero la sconvolse… in passato non avrebbe mai
pensato neanche un momento di considerare quel borioso Serpeverde “forte”.
Ebbene, ora lo era. Era forte, non era impazzito come era successo alla madre,
non si era buttato a braccia aperte a fare il Mangiamorte, non aveva ceduto
all’idea di suicidarsi, seppure l’avesse mai avuta… e soprattutto non si era
mai arreso… Lo ammirò per quello e riscoprì in lui una voglia anche se
piuttosto repressa di vivere. Draco Malfoy voleva vivere… Draco Malfoy voleva
vivere anche solo per prendere a calci quella vita che fino a qualche anno fa
aveva preso a calci lui… anche se era piuttosto cruento, si era prefisso come
obbiettivo quello di trovare suo padre e farlo fuori… seppure non condivideva
apertamente tutto ciò, significava che era vivo… perché inseguire uno scopo
nella vita significa vivere… perché raggiungere un traguardo significa farlo…
perché anche solo sognare di raggiungerlo significa avere coraggio di provare…
e se va male, pazienza… puoi dire di non essere rimasto immobile ad osservare
quella vita bugiarda che ti da tutto e ti toglie il doppio… Improvvisamente provò
una fitta al cuore.
Non so se è soddisfacente
come capitolo… vorrei sentire la voce del popolo!!! VI PREGO!!! Lasciate un
commentino… altrimenti non so se la storia è piaciuta e se vale la pena di
continuarla… Bhè… ci rivediamo al prossimo capitolo…
Ciao!!!