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Autore: misspepper    29/07/2011    3 recensioni
Un viaggio tra alcuni ricordi perduti e mai raccontati di Severus Piton, il coraggioso Serpeverde che morì da Grifondoro.
Mentre la morte lo sta per reclamare, Piton rivive alcuni momenti della sua vita che preferirà tenere per sè e non rivelare mai a Harry. Tra i quali la prima volta che vide Lily, la lettera di risposta da Silente che Petunia ricevette, alcune giornate passate ad Hogwarts e la richiesta all'Oscuro Signore di risparmiare la vita della sua amata.
1. La prima volta che Severus vide Lily
2. Perchè Severus odia così tanto i Babbani
3. La lettera di Albus Silente a Petunia Evans
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Lily/Severus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Il mio cuore perde un battito quando guardo
la luce che brilla attraverso i tuoi occhi d'oro,
sembri scaturire da sangue divino,
tu puoi bere da acque divine.

 
*
 
Era l’estate del 1971: Severus Piton stava correndo a perdifiato verso casa Evans, dopo aver ricevuto un messaggio dalla sua migliore amica Lily. La camicia di suo padre, spropositatamente grande per un bambino di undici anni, gli arrivava quasi fino alle ginocchia; ma a Severus non importava. Presto avrebbe rivisto lei.
Arrivò subito di fronte a casa Evans e si lasciò dietro il cancello aperto, percorrendo il vialetto che portava all’ingresso principale senza rallentare la sua corsa.
Quando la porta iniziò a socchiudersi lentamente Piton, colto di sorpresa, si gettò dietro uno dei cespugli del giardino che circondava la casetta.
« Sev? » lo chiamò una voce familiare « Sei tu? »
Lily era sulla soglia della porta, con i lunghi capelli rossi sciolti al vento e gli occhi verdi che si guardavano attorno, scrutando ogni minima porzione di giardino in cerca del suo migliore amico.
Severus spuntò da dietro il cespuglio in cui si era nascosto, rosso come un peperone.
« Ciao, Lily! » bofonchiò salutandola con la mano.
« Sev, ma che stavi facendo? Giocavi a nascondino? »
Piton annuì flebilmente.
« Sei proprio matto! Entra dentro! Mamma ha preparato il tè con i biscotti. »
La bambina gli tese la mano delicata e gli fece cenno di prenderla.
Severus la guardò, con gli occhietti neri che gli brillavano, e dopo qualche secondo l’afferrò, facendosi portare dentro il salotto degli Evans.
La loro casa era molto più calda ed accogliente di quella dei Piton: il soggiorno aveva le pareti piene zeppe di foto – stranamente immobili, pensava sempre il ragazzo – raffiguranti la felice famigliola di Lily; il pavimento era di legno ed era ricoperto da tappeti rosso scuro e divanetti del medesimo colore; vi era una piccola libreria e un caminetto che scoppiettava in modo invitante.
« Ti ho mai detto che adoro la tua casa? » disse Piton sorridendo a quell’atmosfera familiare che a lui tanto mancava.
« Severus! » esclamò una voce proveniente dalla cucina.
Una donna ne uscì, con il grembiule legato in vita ed una vassoio di biscotti in mano.
La madre di Lily era tanto bella quanto lo era la figlia: i lunghi capelli rosso scuro contornavano il bel viso pallido e il dolce sorriso, mentre i vispi occhi a mandorla avevano il colore delle nocciole mature. Piton notò che dietro la sua figura si nascondeva Petunia.
« Che piacere rivederti! » lo salutò calorosamente la donna posando il vassoio su un tavolino posto in mezzo al soggiorno e correndo immediatamente ad abbracciarlo.
Severus, evidentemente non abituato a tanto affetto, rimase immobile con le braccia distese sui fianchi e il volto imbarazzato.
« Mamma, così lo uccidi! » ridacchiò Lily gustandosi la scena, mentre Petunia non sembrava minimamente preoccupata del fatto che sua madre stesse quasi per soffocare il giovane Piton, anzi.
« Come vanno le cose a casa? » chiese la donna, liberando il ragazzi dall’abbraccio.
« Abbastanza bene, signora Evans. Ho appena ricevuto la lettera da Hogwarts. »
« Ti ho già detto mille volte di chiamarmi Mary! » lo redarguì la mamma di Lily, guardandolo con entusiasmo « Anche Lily ha ottenuto l’ammissione! Ieri! Io e suo padre siamo così orgogliosi di lei! La nostra piccola bambina è una streghetta! »
Petunia sbuffò, guardandosi intorno con fare disinteressato: la gelosia e l’invidia erano fin troppo evidenti, quasi incise nel suo volto.
« Era ovvio che la ricevesse» disse Severus con importanza « è una strega molto dotata, molto molto speciale.» continuò sorridendo.
La signora Evans lo guardò con divertito sospetto.
Piton parve cogliere l’allusione nel suo sguardo e abbassò la testa, imbarazzato.
Presero il tè tutti insieme e, subito dopo, Lily trascinò il suo amico nella sua cameretta: era una stanza di modeste dimensioni, con un bel letto a castello posto di fronte ad un’ampia finestra dai vetri colorati.
Petunia arrivò dietro di loro e sbuffò alla presenza di Piton.
« Io e mamma andiamo a fare un giro» mormorò tagliente alla sorella « cercate di non demolirmi la stanza con le vostre – capacità!»
Poi lanciò uno sguardo penetrante a Lily e se ne uscì sbattendo la porta.
La ragazza abbassò la testa, sconsolata.
« È solo gelosa» la consolò Severus mettendogli una mano sulla spalla.
Lily annuì infelicemente e si lanciò sul suo lettino, che era quello in basso.
« Sono cattiva, Sev» disse improvvisamente « avrei voluto condividere i miei poteri con lei, ma non so come fare. Dovevo impegnarmi di più!»
Piton la osservò con un misto di divertimento e irritazione.
« Non puoi passare i tuoi poteri magici ai Babbani! » le spiegò « Petunia non potrà mai fare magie perché non è una strega! È nata così, quindi deve lasciarti perdere.»
Una nuova luce brillava negli occhi di Lily: non aveva alcuna responsabilità per quanto riguardava la situazione della sorella. Si era tolta un peso enorme.
« Grazie, Sev» bisbigliò colma di gratitudine.
Il cuoricino di Severus perse un battito, ma si riprese non appena vide una lettera, strappata a metà e gettata a terra, spuntare da sotto al comodino.
Si piegò sulle ginocchia e la raccolse, leggendo ad alta voce.
 
Dal signor Albus Percival Wulfric Brian Silente alla signorina Petunia Evans.
Cara Petunia,
sono il Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts e sono ben lieto di rispondere alla tua domanda di ammissione alla scuola. Purtroppo non possiamo accettarti a Hogwarts per diversi motivi che non ti voglio tenere nascosti, visto il tuo grande desiderio di raggiungere tua sorella tra i banchi del nostro collegio.
Innanzitutto, il nostro istituto istruisce giovani maghi e streghe nell’utilizzo corretto della magia che, purtroppo, tu non possiedi: sarebbe assai pericoloso permetterti di frequentare Hogwarts, oltre che incredibilmente inutile – visto che non impareresti cose favorevoli alla tua altrettanto speciale vita. Inoltre, Hogwarts è stata costruita in modo che sia invisibile a chi non abbia poteri magici.
Adesso ti prego di non lasciarti prendere dallo sconforto, cara Petunia, poiché la vita di chi non è un mago può essere tanto speciale quanto quella di coloro che lo sono.
Frequenta la scuola del tuo mondo, dove imparerai tante cose che a Hogwarts sono ignote, e non essere invidiosa di tua sorella. Col passare del tempo scoprirai che esiste un tipo di magia anche nel mondo dei non-maghi – ed è la magia che preferisco maggiormente, quella senza bacchette.
Per quanto riguarda la tua curiosità verso il mondo magico, è comprensibile che tu voglia scoprire un universo a te sconosciuto e sono sicuro che tua sorella Lily sarà una fonte inesauribile di informazioni.
A buon rendere,
Albus Silente
 
Severus non poteva credere a quel che aveva appena letto: tentò di soffocare le risate, mentre Lily sembrava veramente sorpresa.
« Tunia ha scritto al preside di Hogwarts?»
Piton non si trattenne più e scoppiò a ridere.
« E il professor Silente ha risposto personalmente?»
« Tua sorella è una povera illusa se pensa di entrare a Hogwarts! »
Lily lanciò un’occhiataccia a Severus e lo fronteggiò.
« Non parlare male di mia sorella!» gli gridò contro « Solo perché tuo padre è un Babbano, non vuol dire che tutti debbano essere – insulsi!»
Il ragazzino rimase come paralizzato di fronte a quell’esplosione di rabbia; forse aveva esagerato, ma non lo avrebbe mai riconosciuto. Era troppo orgoglioso.
« Penso che andrò a casa.» dichiarò con gli occhietti neri che lampeggiavano pericolosamente « Non dire a Petunia che ho trovato la lettera. Quella già mi odia!»
Lily rise, dimenticando lo sdegno che aveva provato pochi istanti prima.
Piton uscì dalla stanza sorridendo e gridando: prossima tappa, Diagon Alley!

 

  
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