Anime & Manga > Lady Oscar
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Autore: etienne86    01/10/2011    25 recensioni
La storia comincia dall'incidente a Saont Antoine e procede abbastanza fedele all'anime, ma una scelta determinante di Andrè e la presenza di nuovi personaggi cambieranno il corso degli eventi
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 24-Epilogo E con questo sono davvero arrivata alla fine. Ringrazio chi mi ha seguito fin qui, chi ha apprezzato la mia versione di questa meravigliosa storia d'amore, chi ha commentato, chi ha dissentito, ma è arrivato fino in fondo.
Grazie della compagnia che mi avete fatto, chiudere questa fic è un po' come salutare tante amiche. Vi ringrazio per avermi fatto scoprire un mondo  di persone che condividono la stessa identica passione, spesso da decenni, come me, che porta il nome di Lady Oscar

Epilogo

Montreaux, settembre 1789
Dalla finestra che si affacciava sul lago Lemano, Oscar guardava  i boschi che ormai si tingevano di colore rosso e giallo. Le prime temperature autunnali la costringevano in casa per lunghe ore, mentre Andrè e Alain si occupavano delle varie incombenze.
L'ex soldato  li aveva raggiunti in Svizzera alla fine di agosto. L'avevano trovato fuori dalla loro casa, come un cane randagio, con i capelli e la barba lunghi e l'aspetto di un vagabondo, al punto che era stato Andrè a riconoscerlo per primo, dal rumore dei suoi passi. Dopo la presa della Bastiglia si era unito al gruppo di Saint Just, abbandonandosi a  terribili episodi di violenza per vendicare la morte di sua sorella Diane.  In seguito, resosi conto che quella serie di efferate aggressioni non leniva minimamente il suo dolore, aveva improvvisamente deciso di lasciare Parigi e di ritrovare i suoi vecchi amici.
Oscar e Andrè si erano sistemati nella casa sul lago di proprietà di Monsieur Bouget, genero di Madame Dressie. Quando la sua famiglia si era ingrandita con la nascita di quattro figli, aveva deciso di trasferirsi in una dimora più spaziosa, lasciando la vecchia villa, agibile solo in parte, alla coppia giunta da Parigi.  Alain stava aiutando Andrè nella ristrutturazione  della casa e nella sistemazione dei terreni circostanti,  e in quella nuova vita fatta di piccoli risultati concreti aveva ritrovato un po' di serenità.
Gustave seguiva i due uomini  dappertutto, ma da quel lontano 14 luglio non aveva più pronunciato una singola parola. Durante il loro viaggio  sul Rodano avevano fatto tappa a Chancy e Andrè aveva cercato un notaio cui far redigere un legale atto di adozione del bambino. Gustave era stato visibilmente felice, ma non era bastato a fargli tornare il desiderio di esprimersi.
Mentre si accingeva a rispondere ad una lettera di madame Dressie, Oscar lo osservava, seduto sul molo, le gambe penzoloni, mentre muoveva le dita sulle assi di legno, come se stesse suonando un ipotetico pianoforte. Aveva rinunciato ad insegnargli la lettura delle note, tale era la sua   abilità   nel memorizzare i movimenti delle mani  mentre la osservava al piano, e suonava per ore, in solitudine, dando prova di un talento eccezionale.
Ad  un tratto gli si avvicinò  una ragazzina, all'incirca sua coetanea, con due lunghe trecce di capelli rossi dalle quali sfuggivano ciocche disordinate, con la gonna alzata e legata in vita, imbracciando arco e frecce, come  una piccola divinità della caccia. Oscar la riconobbe: era Eleonore, la nipotina di Madame Dressie. Ultima nata dopo tre fratelli maschi, era una vero terremoto, più simile ad un elfo dei boschi che ad una leggiadra fanciulla in fiore. Probabilmente cercava di coinvolgere Gustave in qualche gioco bellicoso, e lo vide rifiutare, scuotendo il capo. La bambina si allontanò, senza troppo rammarico,  ma Oscar notò come il ragazzo si fosse voltato e la seguisse con lo sguardo. Era tempo che non lo vedeva mostrare interesse per qualcuno.
Tornò alla sua corrispondenza, e quando lo cercò nuovamente sul molo, vide che si era allontanato.
Pochi minuti dopo fu raggiunta dalla musica proveniente dal salone e sorrise tra sè per questa sua inguaribile passione.
Si alzò per raggiungerlo, ma sulla soglia si fermò. Non era solo. Eleonore  aveva abbandonato le sue armi e si era seduta accanto a lui, le gambe incrociate, il mento appoggiato sul palmo delle mani.
Oscar lo guardò con affetto. Suonava divinamente, e lo faceva per lei. Ogni tanto i loro sguardi si incrociavano: il ragazzo mite e taciturno e la bambina vivace  e combattiva.  E in quello scambio di sguardi Oscar riconobbe il seme di un sentimento grande e potente, che a volte germoglia dentro di noi, frutto del fugace incontro in un momento della fanciullezza, per sfociare, da adulti, in un amore che diventa un destino, e ti riempie la vita.
Quando la musica terminò, Oscar sentì le lacrime offuscarle la vista.
Una piccola mano, tesa verso la ragazzina seduta ai suoi piedi, e un sorriso colmo di tenerezza, denso di promesse.
"Ciao, mi chiamo Gustave Grandier..." 



Oscar e Andrè vissero a Montreaux durante gli anni più accesi della Rivoluzione Francese, ed ospitarono nella loro casa molti connazionali in fuga dalle epurazioni radicali dei diversi movimenti politici  rivoluzionari, che si susseguirono nel corso degli  anni, compreso Bernard Chatelet e la sua famiglia, dopo il suo allontanamento ideologico da Robespierre e Saint Just.
Anche il Conte di Fersen fu loro ospite, durante i suoi peregrinaggi per le corti d'Europa , alla ricerca di appoggi per salvare la famiglia reale di Francia.
Therese Dressie lasciò Parigi e li raggiunse nel 1791, quando imperversò il periodo del Terrore.  Augustine de Jarjayes morì difendendo i sovrani durante l'attacco al Palazzo delle Tuileries il 10 agosto 1792.
Quando Luigi XVI fu condannato alla ghigliottina il 21 gennaio 1793, Oscar decise che non sarebbe mai più tornata in Francia.
  
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