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Autore: Morgan Snape    26/12/2011    3 recensioni
[...]L’altra figura camminava sicura, eretta e fiera verso la loro destinazione, alcuni passi d’innanzi al Mangiamorte.
-Lucius, è tutto pronto?- chiese il mago oscuro con voce sibilante.
-sì mio signore, come avevate predisposto-
Voldemort sorrise compiaciuto.
-Molto bene-
***Dopo la morte di Albus Silente, Voldemort è consapevole che l'unico vero ostacolo alla sua completa ascesa è Harry Potter e tutto ciò che questo giovane mago rappresenta per la società magica, per questo ha in mente un piano che cambierà le carte in tavola alle forze del bene e che metterà a dura prova la lealtà e la forza di volontà dei protagonisti.
Genere: Angst, Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Severus Piton, Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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Severus si trascinò pesantemente verso i grandi portoni di ingresso di Hogwarts e agitò stancamente la bacchetta verso quella

CAPITOLO IV






Severus si trascinò pesantemente verso i grandi portoni di ingresso di Hogwarts e agitò stancamente la bacchetta verso quella direzione, così la luce arancione della Hall della scuola lo investì. Non mostrava certo un bell’aspetto: la pelle bianca del viso era lucida di sudore freddo, quasi a voler risaltare le macchie rosse e blu che interrompevano quel candore insano.

Nel pugno sinistro teneva ammucchiato strettamente un lembo del mantello nero impolverato e infangato sulle estremità, mentre la mano destra non smetteva di tremare attorno alla bacchetta.

La sua camminata fiera sembrava un vecchio ricordo: le torture, ma anche il grande peso della responsabilità che portava addosso lo avevano piegato e stremato e la consapevolezza che le sue sofferenze erano ancora lontane dall’essere terminate faceva forse ancora più male del suo eterno orgoglio ferito.

Scese le scale per il sotterraneo come le affronta un anziano: uno scalino alla volta, aspettando che entrambi i piedi si posino sulla stessa pietra prima di procedere, una mano a sfiorare il muro con i polpastrelli mentre lo sguardo è fisso verso il basso. Severus non voleva guardare i quadri appesi alle pareti: alcuni stavano bisbigliando con tono urgente, di altri poteva sentire il loro sguardo intenso che lo giudicava senza porsi il minimo dubbio della sua innocenza, come se la sofferenza che stava provando fosse indubbiamente lecita e meritata.

A Severus non importava quello che quegli sguardi del passato volevano dirgli, lui aveva espresso il desiderio di parlare con solo uno di loro e gli era stato negato.


Ma ancora per poco” pensò. “che li piaccia o no, diventerò preside e l’intera Hogwarts dovrà rispondere a me!


Finalmente era giunto davanti al ritratto che portava alle sue stanze. Prese un respiro rumoroso e accompagnato da un gemito,“Bene, quella è una costola rotta, forse due!” e nonostante le fitte raddrizzò la schiena. Gli occhi chiusi erano circondati dalla pelle violacea e accartocciata dalle premature rughe e dalle pieghe che, come quando ci si avvolge nelle coperte per contenere il calore, sembravano voler racchiudere il dolore che l’uomo stava provando. Improvvisamente la tensione del viso fu rilasciata e Severus spalancò i suoi occhi neri e imperscrutabili: era entrato nella parte del professore.

Aprì la porta e il suo sguardo cercò subito il giovane nella stanza a malapena illuminata. Lo trovò raggomitolato sulla poltrona accanto al fuoco, del quale rimanevano soltanto alcune braci arroventate a produrre un flebile calore. Severus avrebbe potuto approfittare di avere Potter nel mondo dei sogni per poter lasciare andare la facciata che stava mantenendo e correre a curare le sue ferite e i postumi delle maledizioni, ma preferì trascorrere qualche attimo ad osservare quel ragazzo intorno al quale girava tutta la sua esistenza.


Cosa cercava in quel volto di ragazzo? Una parte di Lily, forse una parte di sé stesso, o meglio di quel giovane che era stato e di cui rimanevano solo ricordi amari. O ancora, magari cercava un motivo per continuare a tornare sul palcoscenico della sua vita, affinché almeno il ragazzo potesse, un giorno, avere un’esistenza come quella che lui non aveva potuto permettersi.

Il suo sguardo carico di intensità e di amarezza fu catturato dalla mano destra del giovane, gonfia e macchiata di sangue rappresso intorno alle nocche. Evidentemente il ragazzo, colto dalla frustrazione doveva aver tirato un pugno sulle pietre che sostenevano Hogwarts.


-stupido…ingrato di un ragazzo!- borbottò. Eppure ancora una volta le sue parole non erano coerenti con le sue azioni, non quando si trattava del giovane; infatti prese tra le sue mani tremanti quella del ragazzo e la curò sussurrando un incantesimo.


Quando si rizzò, la sua schiena lanciò degli scricchiolii e Severus non riuscì a trattenere un gemito: si era quasi dimenticato delle sue costole doloranti.


Si avvicinò scompostamente alla credenza dove teneva le sue bende e le pozioni. Ne ingurgitò due di fila senza prendere fiato, lanciò un sospiro di sollievo e, sedutosi davanti alla sua scrivania, dopo aver lasciato cadere ai suoi piedi il lungo mantello, cominciò a sbottonare il suo abito, incurante del giovane che dormiva sul divano.


Presto si trovò a petto nudo e con una mano ancora tremante (gli effetti della cruciatus non guarivano nel giro di pochi minuti) si toccò la macchia rossa e blu comparsa sul punto in cui si trovavano le costole rotte. Premette delicatamente e mentre gli scappava un grugnito, con i polpastrelli sentì che le sue supposizioni erano corrette: due costole rotte, ma per fortuna non avevano perforato il polmone.


Prese la bacchetta e l’incantesimo era già pronto per essere pronunciato dalle sue labbra, quando sentì un tocco sulla spalla che lo fece saltare in piedi di soprassalto, ma fu un errore e non fece in tempo a puntare la bacchetta verso il suo “nemico” che un gemito forte gli uscì dalla bocca e si trovò in ginocchio, con le mani a coppa sul fianco ferito.


-Piton! Io…non volevo! Lasci che l’aiuti!-


-Argh…Potter stammi lontano, sparisci dalla mia vista!-


-e dove vuole che vada? Sono bloccato qui con lei!-


- e allora sei in punizione! Vai nell’angolo, faccia al muro, subito!-


-Sta scherzando spero! Non sono più un primino da un po’!-


Severus era così frustrato e accecato dal dolore che aveva pensato alla prima soluzione che gli era venuta in mente: mettere Potter in punizione e non sentirsi osservato da quegli occhi, soprattutto adesso che era così vulnerabile.


-Muoviti e fai come ti ho detto! Conosci già la strada!- ringhiò l'uomo.


Harry strinse le labbra rabbiosamente. Sì, conosceva già quale angolo doveva andare ad occupare grazie all’esperienza. In altri frangenti si sarebbe ribellato ancora, ma il professore aveva guarito la sua mano e cocciuto com’era non si sarebbe curato davanti ai suoi occhi, perciò questa fu una di quelle rare volte in cui avrebbe obbedito al pozionista.

Senza dire una parola girò sui talloni e si diresse verso il “suo” angolo.


Oh salve pietra sbeccata…” pensò sarcasticamente.


Allo stesso tempo Severus, mentre si aiutava a rialzarsi aggrappandosi alla scrivania, ringraziò tutte le divinità che conosceva per quel piccolo miracolo: Potter aveva fatto come gli era stato chiesto!

In seguito a quell’interruzione del ragazzo e quel breve confronto tra i due era calato il silenzio.


Ma parliamo di Harry Potter e di Severus Piton…nella stessa stanza.


La pace non durò a lungo.


-Hem hem- Harry si schiarì la gola.


Severus alzò gli occhi al cielo e continuò ad avvolgersi la garza intorno al costato.

Passò qualche minuto e…


-Hem hem-


-Oh per la barba di Merlino! Sei impossessato da quel rospo in rosa? Preferirei vederti impossessato da Tu-Sai-Chi e sentire quei fastidiosi sibili piuttosto che quella tossetta finta!-


Harry ignorò lo sfogo dell’uomo e senza girarsi chiese:


-Come se l’è fatta quella?-


-Quella? Potter, attento a come formuli le frasi, potrei pensare male e grazie a te ora mi viene da vomitare!-


-No! Non…Argh no! Non parlavo della Umbridge! Ora viene da vomitare anche a me! Parlavo di quella…cicatrice sulla schiena-


-Non sono affari tuoi-


-Sì ma…ha una forma particolare…ne ho vista una simile quando facevo ricerche sulle origini della mia…è sopravvissuto a qualche maledizione, vero?-


-è per questo che ti sei avvicinato alle mie spalle poco fa allora…-


-Sì…- rispose Harry imbarazzato perché era rimasto così colpito da quella cicatrice che non si era reso conto di aver allungato la mano e di averla appoggiata sulla spalla dell’uomo.


-…Non ho intenzione di parlarne con te, Potter! E ora vedi di dormire, puoi continuare la tua punizione domattina-


Severus nel frattempo si era infilato di nuovo la camicia bianca e mentre parlava si era avvicinato al giovane che guidò rozzamente al divano tirandogli la maglia.


-La mia stanza privata è da questa parte, se hai bisogno di qualcosa…può attendere fino a domattina, non voglio essere disturbato-


-Bene…allora buonanotte professore…-


-Parla per te!- rispose l’uomo acidamente.


Piton scomparve dietro la porta della sua stanza ed Harry si trovò di nuovo solo.

Sospirò e con passi strascicati si portò davanti al divano e si lasciò cadere.

Mancavano poche ore all’alba, così chiuse gli occhi sperando di recuperare qualche ora di sonno e, col giungere del nuovo giorno, di ricevere qualche risposta.





Eccomi! Tardi, ma ancora in tempo per farvi gli auguri di Buon Natale!


Nel frattempo ho dato tre esami in cinque giorni, ho suonato a destra e a manca, ho preso un virus che mi ha costretto a formattare tutto ma per fortuna il tecnico mi ha salvato i documenti, ho mangiato tanto a Natale…:S


Questo capitolo è… come definirlo…un capitolo “filler”, di riempimento, cioè non ci sono grandi passi avanti nella trama, ma mi sono dovuta scervellare parecchio per capire come volevo che i due protagonisti interagissero per la prima volta dopo gli scioccanti risvolti del capitolo precedente. Mi sono trovata in difficoltà perché non volevo che fosse un capitolo deprimente e nemmeno scontato, così se la prima parte focalizzata su Piton è più “grigia”, la seconda comprende dei momenti più leggeri nell’interazione tra i due personaggi. Spero che sia all’altezza delle vostre aspettative!


Ancora qualche giorno e pubblicherò il capitolo successivo in cui ci sarà qualche risvolto più concreto e compariranno due personaggi che non sono ancora entrati in scena.


Un saluto caloroso!


Morgan

   
 
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