Hundred suns
Era l’alba.
Il cielo blu chiaro, con
sfumature che andavano
dal rosso all’arancione, fino al rosa, illuminava il mio
cammino.
I miei passi strisciavano
sull’erba bagnata dalla
rugiada; la stanchezza mi pesava addosso, quasi avessi un macigno, ma
le mie
braccia reggevano benissimo la piccola Ruthie. Dormiva fra le mie
braccia, come
un angioletto. Alexander e Julia mi seguivano, silenziosi e agili.
Più avanzavamo,
più l’ansia e la tensione saliva. Non
credevo che sarei stata capace di affrontare Jacob.
Mi odiava. Di sicuro.
Ma quello che avevo fatto,
l’avevo fatto per lui.
L’amavo troppo per pensare ad un mondo senza di lui. Mi sarei
sempre
sacrificata per le persone che amavo. E per Jacob ero partita per
l’Italia, ai
servigi dei Volturi. Se non l’avessi fatto, ci sarebbe stata
una battaglia, che
non avremmo mai vinto.
Ci fu un piccolo ostacolo,
che mi costrinse a
ritornare a Forks.
Ruthie.
Mia figlia.
La mia e di Jacob.
Non potevo far stare una
parte di lui nelle mani
dei Volturi. Troppo pericoloso. Così avevo deciso di
portarla da suo padre, al
sicuro e Alexander e Julia mi avevano aiutato, sia a nascondere la
gravidanza,
sia a portare mia figlia da Jacob.
La porta di casa Black si
aprì.
E i Quileute, capeggiati da
Jacob Black, ci
fissavano minacciosi.
Ce l'ho fatta a postare questo piccolo prologo, che, in pratica,
è il continuo di "Deep Shiver.
Non ho molto da dire, man mano capirete meglio.
A presto.