I miei standard di allegria erano molto limitati, perché io, Thalia Daelis, diciassette anni, ero la figlia della Morte.
Sì, avete capito bene: la Morte aveva una figlia, e quella figlia ero io.
Impossibile, direte, e invece no.
Anche la Morte aveva trovato qualcuno con cui procreare e dare la vita ad una nuova creatura.
Nonostante fosse un grosso controsenso, come anche io non avevo mancato di sottolineare, era così.
La fine di mio padre?
Provate a indovinare.