Sequel di: Un gettone e tredici minuti
Larry-Ziam
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"Quando Harry scese dal treno e respirò per la prima volta in otto mesi l'aria di Doncaster, l'aria di casa, tutto tornò ad essere dolorosamente vero.
Si guardò intorno mentre il secondo binario piano piano si spopolava e il treno alle sue spalle ripartiva. Aveva uno zaino, solo quello. Era così che aveva scelto di tornare a casa, di tornare da Louis. Voleva avere con sé solo il minimo indispensabile, voleva tornare tra le braccia di Louis senza il peso di cose inutili. Si alzò il bavero della giacca per avere meno freddo, mise le mani in tasca e accanto al proprio cellulare spento sentì il bigliettino sul quale Nick aveva appuntato il proprio numero".

Summer troppo Forte
Calum troppo fragile
Estate e Inverno
Caldo e freddo
ma tutto porta solo a una cosa
La primavera

" Ricordava ancora la prima volta che Luke era rientrato in casa con l’anellino.
Davanti a tutti aveva sempre finto che il buco al labbro fosse stato un errore.
Ripeteva più volte quanto era stato stupido da parte di Luke farlo, invece dentro di se moriva dalla voglia di sentire che consistenza avesse sotto i suoi baci... "

La sera prima di Halloween un Michael estremamente annoiato propone a Ashton e Calum un gioco e Luke è obbligato a partecipare.
-OT4 (ashton/calum/michael/luke), Luke!bottom, sex toys.

Michael si gira per affrontare Calum, sente il suo respiro sulle proprie labbra, si trattiene tenendo gli occhi chiusi. Sa che se li aprisse sentirebbe il bisogno di baciare Calum e lui non può baciare Calum.
Michael lo sa che non dovrebbe lasciarlo dormire nel suo letto ma non è abbastanza forte per mandarlo via.
Michael/Calum | Conteggio parole: 1.9k

Larry - Ziam
“Sono stato io” dissi sedendomi sul prato accanto a lui.
“A fare cosa?” domandò Zayn strappando uno ad uno i petali di un fiore. Mi domandavo se pensasse al m’ama non m’ama mentre piano ogni fogliolina gli cadeva sulle gambe incrociate
“Lo sai a fare cosa” dissi senza guardarlo in faccia, ero certo sapesse a cosa mi riferissi “ho chiamato io la polizia...”.
Sospirò senza fermarsi, ne strappava tre alla volta di petali ora e si mordeva le labbra.
“E perché?”
“Perché stavamo facendo una cazzata”
“Allora hai sbagliato tempistica...” disse alzandosi in piedi. Lo imitai pulendomi i jeans dalla terra.
“Non potevo evitare morisse... e non volevo andasse così, cristo... lo sai”
“Cazzate Lou...” mi sorrise appena senza lasciare dietro quell’espressione nemmeno l’ombra di un sentimento.