"A casa mia, dove sono cresciuta, non esiste il male. Le guerre sono solo un racconto, una leggenda che gli anziani narrano intorno al fuoco la sera, prima di coricarsi, una nube lontana che non si avvicinerà mai perché viene spazzata via dal vento; un mucchio di sabbia che viene trascinata nel cielo e si allontana chilometri e chilometri da te".
Alexa è una giovane che vive a Foresta di Luce, un luogo incantato e pacifico isolato da tutto e da tutti dove ogni cosa è magia. Curiosa ma codarda, spera di trascorrere l'intera vita nella sua casa, vivendo le avventure solo attraverso i libri.
Ma come dice il suo maestro "Non puoi accontentarti di guardare le stesse piante e gli stessi animali ogni giorno".

Il mito racconta come la Giustizia abbia sempre vinto le sue guerre grazie al sacrificio di uomini straordinari che hanno dato la vita per assicurare al mondo la pace.
Il mito racconta come il male, scampato alla morte, si sia rifugiato nelle profondità della terra, per non fare mai più ritorno alla luce.
Ma se così non fosse?
Dopo gli anni della ricostruzione, l'esercito di Athena è ormai al completo e Shion è pronto ad accogliere il ritorno della sua dèa sul trono che le spetta, ma anche qualcun altro si presenterà al Grande Tempio, riaprendo nel suo cuore vecchie ferite e una speranza.
Il periodo di pace in cui ha vissuto il Santuario sta volgendo al termine e un nemico antico, potente e spietato, abbatterà le sue porte, portando morte e distruzione; e trascinando l'esercito di Athena nella tanto temuta guerra sacra?
Nubi oscure si profilano all'orizzonte e una prova assai ardua aspetta il Grande Sacerdote e i cavalieri.
Ci sono scelte che dilaniano il cuore e anime troppo deboli per sopravvivere agli eventi, ma una fede salda in Athena potrà rimettere le cose a posto e dare una speranza agli uomini.
(tag aggiuntiva: un po' tutti)

La voce di Emma superò il cantare dei grilli «Non so voi, ma a me continua a tornare in mente il dettaglio dello specchio.»
«Mary, Mary, che combini? Vuoi dirmi qualcosa dall’Aldilà?» sussurrò Keira, convinta di quello che diceva.
Qualcosa di sanguinario...l’ispettore Pine ripensò alle sue stesse parole, e le collegò con quanto detto da Keira.
«Bloody Mary.»
«Come, ispettore?»
Pine non rispose, ma sapeva che in ogni leggenda c’è sempre un fondo di verità.
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La Londra vittoriana è piena zeppa di crimini, il dipartimento di Scotland Yard questo lo sa bene.
Ma presto l'ispettore Pine dovrà fare i conti con uno dei casi più sorprendenti della sua intera carriera.

«Dai, ti do un passaggio, va bene?»
«Non sei costretto».
Lui sorrise. «Non mi sentirei a posto con la mia coscienza lasciandoti qui».
In un diario dell’anno successivo, annotai che, se avessi saputo come sarebbe andata a finire, non avrei accettato quel passaggio. Se avessi potuto avere un’anteprima dei mesi successivi, avrei scosso il capo a Sam, nel momento in cui mi avrebbe allungato una mano per alzarmi dal panettone. Non sarei salita sulla moto, aggrappata al suo busto con l’aria che mi soffiava sul viso e il petto premuto contro la sua schiena. Gli avrei scosso il capo e avrei aspettato il primo pullman del mattino per tornare a casa.
Ma quella sera ero ubriaca e triste e quando Sam era comparso davanti a me, su quella moto mi era sembrato un principe azzurro con il suo cavallo bianco. In quel momento mi ricordava solo il ragazzino di due anni più grande che al campo estivo mi aveva portata in braccio quando mi ero sbucciata il ginocchio e aveva corso sul terreno scosceso tenendomi sotto le cosce, mentre io guardavo il rivolo di sangue che scendeva verso la caviglia. Quella sera era ancora il mio salvatore.

Anita è una studentessa di 16 anni che vive un profondo disagio sociale e se ne sta fin troppo spesso per conto proprio. Completamente sola, all’inizio del terzo anno, si trasforma nella vittima perfetta di un gruppetto di bulli che la vessa con dispetti e insulti di ogni genere. Il peggiore fra tutti, secondo Anita, è Stefano: un ragazzo scaltro e intelligente che sa usare fin troppo bene le parole, cosa in cui anche lei è brava! Qualsiasi altra persona, al posto di Anita, si sarebbe lasciata avvilire da questa situazione, ma non lei, poiché non si sente affatto sola, c’è il suo migliore amico a darle man forte: ȾhunderWhite! Un ragazzo con cui chatta ormai da tempo e che ha conosciuto in rete, su un sito per giovani scrittori come lo sono loro! Sebbene vivano nella stessa città, Torino, non si sono mai incontrati di persona, fin quando ȾhunderWhite non sente il desiderio di vederla dal vivo...
Questa storia partecipa alla challenge “Gruppo di scrittura!” indetta da Severa Crouch sul forum “Writing Games - Ferisce più la penna” - aggiornamenti ogni 15 del mese.

Eruzioni vulcaniche, terremoti, sommosse.
È questo lo scenario che si presenta in Grecia.
I cavalieri d’oro indagano sulla causa di tali calamità ma un giorno incontrano una strana ragazza che ha nello sguardo il coraggio di chi combatte da tutta la vita e un paio di occhi del colore degli zaffiri più splendenti.
Questa storia, per esigenze di trama, è ambientata nell’antica Grecia. Dopo la Guerra Sacra tutti i cavalieri sono stati resuscitati da Zeus che, per garantire protezione alla terra in vista di possibili minacce future, ha concesso loro di tornare in vita e tornare alle rispettive case.
Anche Shion ha ripreso il suo posto di gran sacerdote mentre Saga occupa legittimamente la terza casa come cavaliere dei Gemelli, avendo ricevuto il perdono grazie alla sua condotta durante la guerra.
Ed è a questo punto che inizia la mia storia.

Dopo aver sconfitto Loki nelle terre di Asgard, ai dodici guerrieri dorati fu concesso, come premio per il valore dimostrato, di poter restare in vita come se mai nessuno di loro fosse morto. Saga, nominato da Athena nuovo Gran Sacerdote, si ritrova sulle spalle tutto il peso e la responsabilità che questa carica comporta mentre undici Gold Saints riescono a ritrovare la loro normalità alternando le loro vite tra il mondo comune e il Santuario in quello che sembra un periodo di pace. Per tutti, tranne che per uno di loro.
Estratto dal terzo capitolo...
La Quarta Casa, quella che era stata a lungo il suo dominio, quasi non esisteva più.
Dell’imponente edificio erano rimaste in piedi solo qualche colonna, due pareti parzialmente crollate mentre il tetto, che sembrava scomparso nel nulla, permetteva al sole di illuminare quello che era un tempo il pavimento di pietra, ripulito dai detriti ma sporco e polveroso.
Una montagna di pietre distrutte e senza più un senso.
Come in uno scherzo beffardo del destino, le condizioni dell’edificio sembravano rappresentare appieno quelle della sua vita, un cumulo di sassi frantumati a cui poteva essere restituito un significato solo con tempo e pazienza.

Pensare di essere padroni della propria vita, delle proprie scelte è una mera illusione. Basta un semplice sguardo, un incontro casuale, una moto e non siamo più noi a decidere per noi stessi, ma affidiamo tutti noi stessi a qualcuno.
Ma questo qualcuno saprà rispettare, amare e rendere la nostra vita una vera favola?
Oppure ci farà sprofondare nell'inferno?

«Tu cosa ne pensi?» domandò sottovoce Eaco, osservando di sottecchi la neo Regina degli Inferi che sfoggiava una maglietta rosa confetto, con sopra stampato il segno della pace, mentre dava le ultime disposizioni a Radamante, a cui era stato affidato l’incarico di ripulire l’Europa e l’Africa dall’ondata di zombie.
«Che ha un bel culo»
«Sto parlando seriamente, Minosse!»
«Anche io!»
«Ehi, voi due, invece di stare lì a guardarmi il fondoschiena, che ne direste di darvi una mossa? I morti non ci tornano da soli nell’Ade!» la voce della diretta interessata li fece sobbalzare.
«Sì, signora. Subito signora!» si ritrovarono quindi a dire i due Giganti, presi in castagna, per poi affrettarsi a darsi da fare.
«Dannazione! Che sia telepate?» sfuggì di conseguenza ad Eaco, preoccupato per la figura barbina in cui era appena incappato, mentre sbraitava ordini a destra e a manca ai suoi sottoposti.
«E cosa vuoi che ne sappia io! Fino a ieri nemmeno sapevo che Ade avesse una figlia!» gli rispose di conseguenza Minosse, con un’alzata di spalle.

Draco lo sapeva che quella donna -prima o poi- l'avrebbe fatto morire...
D'odio, o d'amore.
Che, in un modo o nell'altro, lei non sarebbe mai uscita dalla sua vita, per tormentarlo deliziosamente fino alla fine dei suoi giorni.
Hermione Granger era nel destino di Draco Malfoy come Tom Riddle era stato in quello di Harry Potter: una persecuzione costante, continua, perenne, che l'avrebbe portato alla pazzia totale... o forse chissà, l'avrebbe invece salvato dal profondo abisso della solitudine!
SEQUEL DE "LE FIABE OSCURE"