Levi/Eren | Armin/Erwin
Armin era convinto che fosse un’occasione unica nella vita, ma Eren non vedeva altro che un ulteriore possibilità di fallire. Non poteva uscire niente di buono da un tirocinio in un soffocante ufficio alla Survey Corporation. Ad Eren sarebbe bastato star seduto ed aspettare che quello che restava del suo ultimo anno scolastico gli passasse davanti. Tuttavia, dopo un viaggio in ascensore, Eren si trovò a mettere in discussione quello che credeva di sapere sulla vita e su sé stesso.
*Traduzione dall'inglese di una delle più famose fanfic Ereri*

EruEreRi|MikeHan
Oceano Indiano.
La criminalità ha toccato il fondo, sfornando giorno dopo giorno criminali sempre e sempre più loschi, da spacciatori di tonnellate di droga a livello mondiale a psicopatici che, per puro divertimento, torturavano in modo disumano persone sconosciute.
In più, una strana piaga si è abbattuta in Africa, ove uno strano virus mortale sta decimando la popolazione locale.
Nel mare delle Seychelles, per cercare di togliere dalla civiltà i criminali peggiori, è stata eretta una prigione enorme composta da diverse piattaforme.
Erwin Smith, capo della sicurezza, deve amministrare l’ordine all’interno di questo inferno di metallo sopra ad un'oceanica distesa gelida, aiutato da Eren Jaeger, una giovane guardia carceraria.

Mancano ancora due settimane prima che Levi Ackerman si diplomi al liceo e lasci la cittadina di Shiganshina. Tutto ciò che sta aspettando è il momento in cui potrà finalmente lasciarsi alle spalle l’orribile città. Ma quando Grisha Jaeger diventa il nuovo dottore di famiglia, portando con sé il figlio malato che sembra dare nuova vita al posto da cui vuole disperatamente fuggire, Levi troverà un motivo per restare?
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Avrei voluto dirgli che l’unica cosa bella in questa dannata città erano i suoi incredibili occhi, ma, invece mi girai verso il panorama che aveva catturato la sua attenzione.
Ancora due settimane e non avrei mai più posato lo sguardo su questa spiaggia. Avrei preso un autobus che mi avrebbe portato lontano da qui e non mi sarei guardato indietro.
[...]
‘’Comunque grazie’’ disse Eren a bassa voce, portando il cappuccio della mia giacca sulla sua testa. Anche con questo tempo freddo, appariva ancora accogliente e caldo. ‘’Ha un buon odore.’’ Sorrise, stringendosi nella giacca con un’espressione contenta.
Mi dimenticherò anche di te, pensai, anche se non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso.

“Questa canzone mi faceva pensare a te”, mormorò il ragazzo, contro un mio orecchio quando la musica cambiò. Mi concentrai sul testo. Ascoltammo la canzone in silenzio fin quando, verso la fine, Eren non parlò nuovamente, quasi cantando.
“But I just cannot manage to make it through the day without thinking of you, lately.”
Accennai un breve sorriso e mi sporsi verso di lui, senza aprire gli occhi. Riuscii a baciare le sue labbra piene e sentii il sapore delle lacrime su di esse.
“Eren”, sussurrai confuso. Sollevai le palpebre e vidi qualche goccia salata sulle sue guance. Però sorrideva.
“Sono felice, non preoccuparti. E penso che ti dedicherò un’altra canzone perché questa è fottutamente triste”, mormorò e decisi di bloccare la sua parlantina con un altro bacio. Un altro ancora e ancora un altro finché non ci addormentammo con le labbra stanche ma i cuori felici.