"Mentre rincasavamo sentii Daryl raccontare a Rick l’accaduto, di come si era liberato e di quella scena orribile, mentre trascinavano il corpo senza sensi di quel mostro. Non sopportavo dover ascoltare, così mi misi le mani sulle orecchie per non sentire e scoppiai in un pianto profondo e liberatorio, affiancata da Michonne e Beth che cercavano di consolarmi. Gli altri se ne accorsero e si fermarono subito, Daryl lasciò cadere quel mezzo cadavere che ci stavamo portando dietro e si avvicinò a me seguito da Ralph. Provarono entrambi ad interagire con me, ma non volevo ne ascoltarli ne vederli. Ad un tratto mi sentii afferrare per un braccio, e mi si gelò il sangue. Fu una frazione di secondo, e in quel tempo rividi tutta la scena come se fossi un telespettatore che guarda la sua vita ripresa da una telecamera, aprii gli occhi e vidi Daryl col la mano insanguinata sul mio braccio, lo guardai furiosa e mi scostai all’istante."

Stavo vivendo quel momento di totale ammirazione e frustrazione. Volevo qualcosa, ma c’era altro che mi impediva di prenderla. C’era qualcosa che mi impediva di prendere i miei dannatissimi pancakes…e quel qualcosa era il mio cervello. Mi frenava, mi diceva che non potevo averli. Che non potevo averlo. Il mio fottutissimo pancake. Daryl.

Sono sempre stata una ragazza normale. Nessuna dote particolare. Nessuna capacità innata. Ero una tra le tante. Una di quelle che alcuni definiscono: “la ragazza della porta accanto”. Solo quando l’apocalisse sopraggiunse mi fu chiaro che non ero affatto come gli altri.
Avevo ventun anni e di ritorno dal mio viaggio negli USA mi ritrovai bloccata all'aeroporto di Hartsfields-Jackson ad Atlanta, in Georgia.
Avrei dovuto imbarcarmi su di un aereo diretto in Italia, il mio paese, ma lo speaker annunciò che tutti i voli erano stati cancellati e tra la gente iniziò a crescere la paura di un attacco terroristico. Quello che nessuno sapeva è che qualcosa di peggiore si stava espandendo là fuori.
Come in un incubo iniziammo a vedere i morti tornare in vita e mangiare i vivi. E i vivi avevano solo una scelta: combattere o morire.
Dopo giorni intrappolata in aeroporto , riuscii a fuggire con un gruppo di ragazze francesi e a lasciare Atlanta. Non sapevo ancora che dentro di me risiedeva un'arma molto potente, qualcosa che poteva cambiare non solo il mio destino, ma anche il destino di chi mi stava a fianco.

Hermione Granger e Draco Malfoy si sono messi insieme e nemmeno loro probabilmente si capacitano ancora della cosa. Il loro "vissero felici e contenti" sta per ragiungere il felice record della settimana scarsa quando ovviamente qualcosa interviene a interromperlo. Trai preparativi per La festa di Halloween e il malumore dei Gryffindor, inizia a comparire gente che non si vorrebbe vedere nemmeno "dipinta". E chi meglio di Draco Malfoy, può comprendere l'espressione "Parenti Serpenti"?