Tre anni dopo, Liam indossava solo jeans chiari, Harry era diventato quasi un metro e ottanta ed io avevo scoperto che suonare il pianoforte era diventato stancante.
A Maggio, Liam non era stato bocciato, Harry si era fatto mezza squadra di football ed io avevo imparato a guidare il motorino anche sopra una ruota soltanto.
Dopo gli esami, Liam aveva comprato un nuovo skate, Harry un nuovo telefonino ed io dei biglietti per Amsterdam.

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Sono diventata la persona che sono oggi all’età di dodici anni, in una fredda giornata invernale del 2010.
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Mi piacerebbe avere un ragazzo. Mi piacerebbe che vivesse nell’armadio, appeso a una gruccia. Così potrei tirarlo fuori quando mi va, e lui mi guarderebbe come fanno i ragazzi nei film – come se fossi bella.
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“Tu hai paura, Julie ?”
Non me l’aveva mai chiesto nessuno. Mai. Lo guardo per capire se mi sta prendendo in giro o se magari l’ha chiesto per delicatezza, ma il suo sguardo è serio.
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Ma io c’ho provato a dimenticarlo, ad ignorarlo. Ma poi i miei occhi hanno incrociato i suoi e vaffanculo, non c’ho capito più un cazzo.