-Perché sei perfetto.- sussurrò, contro il suo petto. Talmente vicino che Louis riuscì a percepire le sue labbra muoversi da sopra la maglietta.
Sorrise a quelle parole, solleticando il suo collo.
-Non è vero. E lo sai bene.- rispose, abbassando lo sguardo su di lui.
-Non mi importa come ti vedi tu, per me sei perfetto.- ribatté il riccio, deciso e irremovibile.
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Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, nè offenderle in alcun modo.

INCOMPIUTA
Quando sentii due colpi alla porta, per poco non cacciai un urlo.
«Chi è?» esclamai.
Non ottenni nessuna risposta.
«Chi è?» chiesi di nuovo; la voce mi tremò un paio di volte.
Non avevo il coraggio di guardare dallo spioncino.
Non rispose nessuno. Mi accasciai a terra, tenendomi la testa tra le mani.
Sentivo il cuore sbattere violentemente contro il petto, il battito mi assordava, mentre le mie gambe iniziarono a tremare.
[...]
«Ti apro» dissi cercando di controllare il tremolio della voce.
Quando spalancai la porta – dopo aver tolto catena, chiavistello e aver dato tutte le mandate possibili – mi ritrovai davanti un Louis stranito.
«Va… va tutto bene?» chiese insicuro.
Seguii il suo sguardo e vidi che stava osservando il coltello che avevo in mano. E il mascara colato sulle guance.
Scossi il capo in modo confuso, per poi annuire decisa e stamparmi un sorriso falso in faccia.
«Benissimo» dissi, sperando non avesse notato la mia voce incrinata.
«Lyn… sei sicura? Insomma… hai un coltello in mano» disse con fare ovvio.
«Oh» mormorai. Dovevo sembrargli una fuori di testa. In fondo lo ero. «Io… stavo cucinando».
«Piangendo?»
Inarcò un sopracciglio.
«Cipolle» dissi in fretta.

C’è solo una cosa, solo una persona, che Harry non ha perso. Non perché questa persona abbia deciso di restare, ma semplicemente perché non è mai stata di Harry, non ha mai realmente fatto parte della sua quotidianità, o forse sì, Harry non lo sa. Sa solo che questa persona è Louis.
Non sono amici, non si parlano a scuola, si guardano raramente e Harry non riesce mai nemmeno a salutare Louis per i corridoi, anche perché Louis non vuole, non gliel’ha mai detto chiaramente, ma il riccio certe cose le capisce, le ha sempre capite.
Louis è un perché, Louis è un motivo per non smettere di respirare, un motivo per tenere gli occhi aperti anche se bruciano, per mangiare anche se il cibo è pietra. È un motivo per rimanere qui, adesso, e non scappare lontano dagli occhi di tutti.
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Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, né offenderle in alcun modo.

Françoise è francese. Françoise ha sedici anni. Françoise è una ballerina. Françoise è una pianista. Françoise sa cantare. Françoise scappa. Scappa da una vita che non deve essere sua.Scappa da un destino crudele. Scappa dalla morte certa.
 
Tratto dalla storia…
«Comment tu t’appelles?» chiese lui guardandola da sotto gli occhiali.
«Françoise» rispose fredda lei per poi fargli la stessa domanda.
«Louis» rispose lui sorridendole.
«Adesso devo andare…puoi trovarmi con loro quando vuoi parlare» disse lei,cercando di parlare  in inglese senza fare errori.
«An-da-re» la corresse lui sorridendole.
«Au revoir Françoise» la salutò lui prima di uscire da quel vicolo stretto.
«Adieu Louis» sussurrò lei pronunciando in francese il nome nel suo defunto padre.  

Louis Tomlinson è sempre stato un ragazzo testardo e, quando vuole una cosa e decide di prendersela, sa che la avrà.
Ed è proprio Sabato 26 Giugno 2013 alle ore 11 e 56 minuti che mette gli occhi su Harry Styles e decide che è roba sua.
Ed è proprio quel giorno che decide, che in meno di un mese, sarà roba sua.
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Sospesa fino al 19.08 per vacanze.