Attesi una sua reazione, ma tutto mi aspettavo, tranne che scoppiasse a ridere.
Smisi di torturarmi i riccioli e gli rifilai un'occhiataccia. -Cosa c'é di tanto divertente?- lo apostrofai. Stavo perdendo la pazienza.
Ero nei guai fino al collo. E tutto per una stupida e-mail.
Avrei volentieri sbattuto la testa al muro per la disperazione. Purtroppo per me, la testa mi serviva eccome in quel momento.
-Allora?- lo incalzai.
Finalmente Louis si decise a parlare. –Mi stai dicendo che ti sei innamorato di una corrispondente anonima per e-mail e che solo ora hai scoperto che si tratta della tua più acerrima rivale a lavoro?-.
Lo guardai confuso.-Più o meno- borbottai.
Louis annuì piano e mi diede una pacca su una spalla con aria afflitta. –Condoglianze, amico-.

«Andiamo Zayn, non c'è tempo!» urlo' il biondo iniziando a correre verso l'auto nera.
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte che premette il grilletto dell'arma provocando un tonfo sordo, seguito dal solito allarme.
Scatto' su se stesso incorporandosi e dando gas, poteva perfettamente distinguere le luci e le sirene constanti della polizia, ma il danno era ormai fatto. Aveva scelto lo stile di vita sbagliato, indirizzato indirettamente da suo stesso padre, noncurante dell'educazione estroverso del figlio e del suo essere così ribelle.
Lo scelse perchè nessuno lo aveva mai fermato,in tempo. Lo scelse perchè aveva avuto un padre indifferente dal suo comportamento, lui non era più l'erede ricco dei Malik, ma solo Zayn. Quel Zayn riconosciuto come ricercato, quel Zayn che trasmetteva terrore a chiunque lo nominasse.
[...]
Rise maliziosamente. «Dato il fatto che lei si oppone ad ogni singolo accenno di istruzione scolastica, sarà la scuola a venire da lei.»
«E, non sarà una qualunque ma una delle più dotate alunne,Elizabeth Armstrong.» pronunciò solenne.