Membro dal: 28/09/12 Recensore Junior (98 recensioni)
L’inferno sono gli altri J.P.Sartre
Femminista sfegatata, rivoluzionaria cronica, elio-dipendente, malata di scrittura, libri e gothic rock e professante del culto pirandelliano.
Tanto vale allora la realtà quanto il fantasma, e ogni realtà può benissimo essere un fantasma e viceversa. L.Pirandello
Fissata con la teoria delle maschere, quelle che ognuno indossa, ogni volta diverse,con ciascuno e persino con se stesso, tanto che alla fine nessuno conosce davvero il proprio io, e convinta che non ci sia esempio migliore, di questa teoria, che la società attuale.
RUNNING TO STAND STILL U2
Sempre in movimento, continuamente alla ricerca di se stessa...correndo per stare ferma.
Se mi chiedessero quando smetterò di danzare, risponderei: “quando finirò di vivere”. R.Nureyef
Drogata, oltre che di libri e caffè, del parquet scivoloso della palestra. Come dice sempre, la danza è ciò che fa battere il suo cuore. Anche la scrittura certo, ma la scrittura è un rifugio sicuro...il palcoscenico, invece, un campo di battaglia. Quasi nessuno capisce la differenza.
How can peace be so violent? Laser 3.14
Profondamente contraria alla guerra, perché è quanto di più crudele e stupido un uomo possa fare: essere assassini non è una vittoria, mai. Propensa alla violenza, ma si ferma a quella ideale, solo per quanto riguarda i rappresentanti di quella società che odia dal profondo, di quel cancro di iPhones e rossetti che sta divorando il mondo.
La differenza fra me ed un pazzo è che io non sono pazzo. S.Dalì
Fissata, come avrete capito, con le citazioni sibilline. Amante anche di Dalì come di tutto ciò che non ha senso, che vuol dire tutto e niente. Profondamente convinta, lei, di essere pazza.
Tu ci consumi. Saffo
Odia l’amore con tutto il cuore perché sa che è soltanto un’idea, un’invenzione stupida di donne così intelligenti, da essere stupide loro stesse. L’amore logora l’anima. L’amore non esiste. Eppure è il più grande dono che la vita le abbia mai fatto.
Non sa perché parli di sé in terza persona. Non sa perché abbia fatto una presentazione così lunga. Sa solo di essere troppo complicata per chiedersi il senso di ciò che fa. E sa che scrive perché le parole si tendono si lacerano e talvolta si spezzano sotto il peso, sotto la tensione incespicano scivolano muoiono imputridiscono per imprecisione non vogliono restare al loro posto non vogliono restare ferme (T. S. Eliot)
Un’ultima cosa...
Angel of mine, let me thank you, you have saved me time and time again. Evanescence
Un grazie infinito a tutti gli angeli della mia vita, perché senza di loro forse non sarei qui. Uno sperò leggerà questa presentazione, so che gli piace essere chiamato angelo e ne ha tutto il diritto, è sempre qui a tenermi la mano. L’altro purtroppo no, ma spero mi guardi da lassù, se c’è qualcosa; se è da qualche parte oppure ovunque, o forse da nessuna parte. Non lo so. Non so più nulla ormai. Spero capirai quanto bene mi hai fatto, E., ovunque tu sia.