Anthony J. Crowley non ha mai pensato al futuro.
Si è perso così tanto in arte, musica e giardinaggio che non ha notato lo scorrere degli anni intorno a sé, abbandonato in un universo fatto di piaceri della carne, alcool, annebbiamento ed oblio dei sensi. Si è sempre annoiato terribilmente, al punto che si potrebbe quasi dire che soffra di noia, come fosse una malattia.
Lord Azriel Z. Fell, invece, è ancorato al passato.
Storia, filosofia, mitologia e letteratura sono tutte cose che lo avvolgono in un mondo fatto di carta rilegata e copertine rigide e antiche. Chiuso fra le pareti della sua tenuta, passa il suo tempo perso in un mondo che non esiste più, incapace di rapportarsi all'insostenibile essenza dell'oggi.
Dio, d'altro canto, si sa che non gioca a dadi con l'universo.
Quindi non è un caso se Crowley cerca lavoro.
E decisamente non è un caso se Lord Fell ne ha uno per lui.
Galeotto fu il giornale, la fortuna e quel pizzico di pessima figura che non guasta mai.
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
[HUMAN!AU – !SLOW.BURN! – Aggiornamenti ogni lunedì e giovedì.]

Hawke praticava già da molto l'arte della spada allenandosi contro covoni di grano e nemici costruiti con secchi di latta; combatteva draghi fatti di legno e immaginazione sotto lo sguardo orgoglioso della madre. Un guerriero provetto, a quanto pare ce l'aveva nel sangue… ma le lame sono affilate quanto il destino ed è facile rimanere feriti. Il sangue gocciola fuori, così come il talento.

[...] La lingua di Fenris era ruvida come quella di un gatto. Metaforicamente parlando, s’intende. Aveva l’incredibile capacità di saper scegliere sempre le parole più cattive, quelle che avrebbero fatto più male ai timpani dell’avversario. Per Hawke era difficile decifrare il suo sguardo e scindere l’odio vero da quello dato via per abitudine [...]
♥ FenHawke