[Coppia Daniel Feuerriegel/Pana Hema Taylor]
Com’è cominciata quella strana telefonata?
Un nome sul display dello smartphone.
Quattro lettere.
Un nome semplice eppure insolito.
Un saluto altrettanto semplice…

Dal primo capitolo:
Dopo aver sparso sangue romano, anche se non nella quantità che ciascun gladiatore avrebbe desiderato, Agron aveva ottenuto una ricompensa insperata, aveva finalmente potuto conoscere il nome di quella creatura che oramai non riusciva a levarsi dalla testa.
Nasir.
Un nome indubbiamente – per quel poco che aveva imparato in quell’accozzaglia di gente che abitava il ludus – di origine lontana, siriana, se poteva prestare fede alle parole stesse del ragazzo.

[Nagron - Nasir POV] C’è stato un tempo in cui Tiberio era l’unico nome che ricordassi di aver mai avuto. Un collare di cuoio nero e un tatuaggio sulla spalla mostravano a tutti quale era il mio posto. Il collare stringeva e lasciava segni che invece lo ricordavano a me, ogni giorno.
Da fanciullo pensavo spesso a cosa si provasse senza indossarlo. Cercavo di immaginare il tocco dell’aria fresca su quel tratto di pelle che non ne ricordava più la sensazione.
Chiudevo gli occhi e inspiravo l’odore di sesso e sudore, ormai famigliari e quasi rassicuranti, tramutandoli con la mente in profumi che ricordavo appena di aver mai sentito. Terra, aria secca e calda, sole... pioggia.

Salve a tutti... Su su non lasciatevi spaventare dal primo capitolo! La storia è completamente Nagron!
Dal capitolo 20:
Quella sera, dopo aver fatto all’amore, mentre aspettavamo che i nostri corpi tornassero a essere due, mi disse: “Ci sono tante cose che già ti ho detto. Che ogni volta che ti vedo il mio cuore trema, già te l’ho detto. Che ogni volta che siamo lontani ti penso ogni secondo, già te l’ho detto. Che senza di te non riesco a respirare, già te l’ho detto. Che sei bellissimo, già te l’ho detto. Che sei una parte di me, già te l’ho detto…”.
[…]
“Ma… ma ti ho mai detto che ti amo?”.
“Uhm… Ehm… Oh…”, boccheggiai, quasi incredulo. “Oh… no… no… non me l’hai mai detto…”.
Sorrise e puntò gli occhi dritti nei miei. “Ti amo”.
Mi girava la testa.
Lo strinsi più forte.
“Mi amerai anche domani?”.
La mia voce era sottile e incerta.
Mi sfiorò gli occhi con la punta delle dita.
Li chiusi.
Mi baciò le palpebre.
Un gesto che amavo.
Mi faceva sentire sicuro e protetto.
“Ti amerò per sempre, Nasir”.

Jared, Colin, ma non solo ;-)

[Agron/Nasir] se anche voi amate questa coppia dolcissima, buona lettura.
Dal testo: “Dannato siriano” lo riprese, leccandosi le dita “non osare mai più distrarmi con discorsi tanto difficili mentre cerco di fare l’amore con te...”