[Kageyama/Hinata]
“Perché mi hai chiamato per nome?”
Tra tutte le domande che gli rimbombano in testa, questa è decisamente la più inutile; però, Kageyama non riesce proprio a non farla. Non riesce a fermare la propria lingua.
E, di certo, non si aspetta di vedere Hinata arrossire così tanto.
“Non lo so, mi deve essere sfuggito,” mormora l’altro, torturandosi il labbro.

[Victuuri | 1203 parole]
«Sempre.»
Ed era un sempre che sapeva di una vita intera.

«Ascolta Yurio, tu sai quanto io lo ami, vero?»
Che domanda stupida.
Si ritrovò comunque ad annuire scettico, domandandosi dove volesse andare a parare.
«E il fatto che lui, al posto di notare semplicemente questo, si fossilizzi solo sulla sua scarsa autostima, mi da il diritto di andarmene. Magari, senza di me, comincerà ad amarsi un po' da solo. Non credi?»
| Victor/Yuuri |

"Il piacere, così come la felicità, non è mai un regalo.
Arriva dopo il giusto tempo, a volte preceduto dal timore che non sopraggiungerà mai, nato a poco a poco e cresciuto con lentezza e costanza.
Il piacere, quasi come un concerto, è fatto di prove e giuste tempistiche: perché può durare poco o una vita, intervallato da silenzi lunghi come fiumi o in costante aumento nella sua intensità. Poiché non è importante come sia fatto, quanto che il giorno dopo ci si senta completamente appagati all’idea di avervi partecipato.
Ed è una sensazione bellissima, poiché è un appagamento che viene dal profondo.
Un appagamento che profuma di felicità."
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[KuroKen] [4188 parole]

Piccola rivisitazione del terzo capitolo della prima stagione di Yuri on Ice.
Dal testo: "-… dimmi cos’hai.- posò una mano sulla mia guancia e mi guardò intensamente negli occhi.
Questo contatto tra noi, è l’unica cosa che davvero mi fa sentire un fuoco ribollire nelle viscere.
-Non ho niente.- tentai di sembrare convincente.
Non smettere di toccarmi, ti prego.
-E allora perché sei così tra le nuvole?-
Ne ho bisogno.
-Sono solo stanco, Victor, non preoccuparti.-"

E così era stato deciso: avremmo abitato insieme.
Io mi ero gettata a capofitto nella novità senza pensare veramente cosa essa potesse veramente comportare, come mi succedeva sempre. Come al solito avevo riflettuto assai poco e così avevamo iniziato a visitare un appartamento dietro l’altro, quanto più vicini possibile all’università.
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“Sarò la tua sabbia, la tua erba, il tuo cielo, la tua felicità. Ti amo. Tua per sempre, Sana”
E mentre stringo fra le mani il libretto e non riesco a trattenere una piccola lacrima, che mi brucia gli occhi, penso a quanto la sorte possa essere ironica e a quanto sia facile che tutto ciò che pensavi avresti posseduto per sempre possa essere perduto in un millisecondo.
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Fanfiction su Sana e Akito e su quello che potrebbe essere loro successo dopo la fine del manga.

"Faccio per prendere il bagnoschiuma, ma proprio in quel momento, sento delle lunghe e forti braccia che mi avvolgono calorosamente da dietro. Victor!
Mi si contrae lo stomaco e sgrano gli occhi per la sorpresa, prende a baciarmi il collo con le mani che mi accarezzano su e giù lungo il petto..."

Victor trema, quella purezza lo spaventa, eppure lo attira come il fuoco per una falena.

Il loro amore era sempre stato un qualcosa che riusciva a superare tutte le poesie e le parole più dolci che fossero mai state inserite in un dizionario. Non esisteva un termine per descrivere un qualcosa di così perfetto e preciso, così puro ma anche così carnale. Uno di quegli amori in cui non devi mai fingere nulla perchè si è capaci di leggersi fin dentro al cuore senza bisogno di dire nulla. Il loro sentimento superava di gran lunga la semplice parola amore. Erano amanti e amici, erano amore e vita, erano anima e parole.

Un sussurro pregno di sentimento, nato dal cuore per essere espresso da labbra sincere.
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Questa os è nata grazie ad un prompt che mi è stato lasciato durante il contest di San Valentino (forse, me la sono presa un filino comoda con i tempi xD) nel gruppo facebook We are out for the prompt.

Mi sdraio sul letto della camera dell’albergo, è tardi e siamo appena tornati dai festeggiamenti per la finale del Gran Prix in cui Yuuri ha vinto la medaglia d'argento. Sono contento che abbia deciso di non ritirarsi. E sono ancora più felice del fatto che mi abbia chiesto di continuare ad essere il suo coach nonostante il fatto che io tornassi a gareggiare. Yuuri non lo sa, o almeno io non glielo ho mai detto, ma il giorno in cui sono diventato il suo allenatore per me è stato come dare una svolta alla mia vita, in positivo ovviamente. Grazie a lui ho iniziato a provare emozioni e sentimenti a me sconosciuti. Avere qualcuno con cui condividere le giornate e con cui parlare, una persona che si fida di te e che ti ascolta, qualcuno che ti regala il suo più bel sorriso quando meno te lo aspetti, tutte cose che molti ritengono normali, ma non io. Io non sono abituato a tutto questo, o meglio non lo ero prima di incontrare Yuuri.

[Your name]
Dal film 'Your name', ho deciso di inscenare un po' il 'dopo' fra i due protagonisti: Mitsuha e Taki. Una piccola One shot dove racchiudo un po' di sentimenti da parte di Taki.

Il costume di Yuuri, appartenuto prima a Victor, cela un significato sorprendente che, affiorando, potrebbe creare situazioni compromettenti tanto quanto affascinanti.
Yuuri vuole saperne di più, sui gusti di Victor e Victor, dal canto suo, potrebbe dargli un assaggio.

[Victuuri | 635 parole]
Yuuri porta una mano alla sua nuca, afferra i capelli, li stringe fino a fargli male.
Ama quel dolore.

(Yuuri x Victor)
Yuuri baciava come un ragazzino e faceva l'amore come un uomo.
[Partecipa alla “Corsa di San Valentino – Baci rossi e blu” di Fanwriter.it & Torre di Carta]