Par – diceva poi fra sé – che il mio destino sia di
morire
sognando.
Le rouge et le noir, Stendhal
Il mio nome è un sottile raggiro,
un inganno elegante:
“Irene” vuol dire “Pace” –
ma non c’è pace, per Irene.
Contraddizioni, I.P.
Classe 1992, Irene non crede che troverà mai il proprio posto
nel mondo.
Al momento fa l'avvocato *risate registrate*, ma neppure la
carriera
in magistratura le dispiacerebbe *altre risate registrate*.
Scrittrice per finta, ha pubblicato la sua prima silloge poetica nel
2018 (Albe crepuscolari),
nonché un
interessantissimo *ancora risate registrate* saggio sul diritto
dell’Unione
europea (Il primato del
diritto UE
negli ordinamenti nazionali: quo vadis?).
Le piacciono la letteratura, la poesia, la lingua francese, Parigi, il
fantasy,
i videogiochi, i gatti, i bei vestiti … sì, un sacco di cose. Fra le
quali,
purtroppo, rientrano anche i biscotti.
Di indole pacifica, pratica con fervore il culto del “Vivi e lascia
vivere”;
schiva e riservata per natura, è fermamente convinta che il mondo
social non
faccia per lei, ma tenta come può di adeguarsi ai tempi che mutano.
Riguardo la sua attività su Efp, ammette con facilità di essere tanto
eclettica nella lettura, quanto monotematica nella scrittura; nello
specifico, ama Saint Seiya da morire. Ma non ricordatele che le varie
coppie – specialmente la CamusxMilo
– sono solo invenzione dei fan perché, altrimenti, si mette a
piangere.
Naruto è una passione decisamente più recente, e tuttavia ha già
assunto i tratti di nuova religione personale; chissà che, in seguito,
il tedio non la sospinga verso
ulteriori lidi.
Nelle sue storie troverete perlopiù introspezione: non è
capace di scrivere
trame troppo articolate – o forse, non vuole provarci.
È irrimediabilmente
succube della sua vena tragica: datele una cosa allegra e ve la
trasformerà in
una disgrazia. Perdonatela: sia per questo, sia per la presentazione
(che
lascia un po' a desiderare).
Ora si congeda, ringraziandovi per l’attenzione.
Bisous!