"E il suo sorriso, unico e sincero, capace di riportarlo dove il cielo scaldava i campi di grano maturo e il vento accarezzava il tempo che scorreva.
Fu proprio in una tranquilla serata invernale che decise di dar voce ai suoi pensieri."
One shot Merthur, POST 5X13, quindi SPOILER per chi non avesse visto la puntata.
Ambientata nel presente, Arthur è appena tornato da Merlin.

Merlin è un giovane medico, che lavora al pronto soccorso. La sua vita prosegue tranquillamente finché una notte passato e presente si fondono, riportando alla luce vecchie ferite..

Merlin si volse un istante, il mezzo sorriso che addolcì le sue labbra non raggiunse i suoi occhi dorati. La sua voce uscì morbida e implorante.
“Lasciami, Arthur”.

Ogni volta che Arthur rompe con una ragazza va da Merlin per del comfort-sex. Ultimamente, però, Merlin ha l'impressione che Arthur chiuda le sue storie un po' troppo frequentemente.

Re Artù è l'unico superstite di una battaglia suicida. Qualcosa... o qualcuno lo ha salvato. Qualcuno che crede di conoscere e che giaceva sopito tra i ricordi lontani...
Qualcuno che si era allontanato lasciandogli solo queste parole "Non si può."
[Future-Fic]

Vincitrice del concorso Miglior Scena Lemon di EFP
“Ti avevo detto di no” sbottò, massaggiandosi i polsi, quando Arthur sfilò la sciarpa e se la mise al collo. “Sì.. ma non era un no vero” replicò Arthur, facendo scivolare un dito lungo la sua colonna vertebrale “Era un no, faccio un po’ il difficile, ma in realtà voglio che tu faccia esattamente quello che stai facendo”

Almeno con se stesso poteva ammetterlo: era stato terrore allo stato puro ad invadergli il corpo, il terrore di essere abbandonato anche da lui, che anche quella volta i suoi sentimenti sarebbero stati calpestati e gettati via con la massima indifferenza, che si sarebbe ritrovato ancora una volta da solo in quella stanza gelida. Il terrore di non essere più guardato da quei grandi occhi azzurri, di non sentire più quella voce sottile pronunciare il suo nome, di non poter più vantare un posto nel suo cuore. Per la prima volta nella sua vita si era ritrovato geloso di qualcuno, per la prima volta aveva assaporato quel sentimento molto più violento ed irrazionale di quello che avrebbe creduto. E la sua inesperienza e la sua innata possessività, mescolate insieme, avevano dato vita a quell’ira che aveva investito Merlino. Serrò i denti fino a farsi sanguinare le gengive alla vista dei lividi che macchiavano il candore di quella pelle. Il senso di colpa iniziò a roderlo impietosamente.