“È un 9 dopo lo 0, non un altro 9”
“Guarda che lo so il mio numero.”
“Poi quando risponderanno in Cina non chiamare me.”
“Non ti chiamerei di certo visto che non fai altro che dare numeri non tuoi...”
“Che cazzo hai detto?”
“Io... Insomma hai capito no?”
“No ma è meglio così, ora cancella quel 9 e falla finita.”

'non è quello che io voglio'
'allora sentiamo, cosa vuoi, Harry?'
'voglio te'

Esco da quel pub, sorridendo ancora tra me e me, prendo la borsa con la mazza da baseball che avevo lasciato precedentemente lì a terra e mi avvio verso la mia vendetta.
Mi ha sempre detto di essere una ragazza scontata, tipica e piatta. Me lo urlava ogni volta che litigavamo, poi mi chiedeva scusa, dicendo che non lo pensava davvero.
Dovrà ricredersi. La macchina si trovava nel parcheggio lì vicino. Non si affacciava nessuna finestra o porta, soltanto l'uscita di sicurezza.
«Zayn Malik, tu non immagini nemmeno cosa è in grado di fare questa ragazza piatta e scontata ...» Sussurro.

"Mai fidarsi di un demone."

What goes around, comes around.

«Io non sono pazzo.» disse atono. «Sarò logorroico, eccessivamente vivace, lunatico ma NON SONO PAZZO.» ad ogni parola il suo tono diventava sempre più elevato. La mia paura non faceva altro che crescere, se prima riusciva anche ad rassicurarmi, ora era tutto il contrario.
«I-io...» tentai di dire, le parole mi morirono in bocca.
Mi stava osservando in silenzio, aspettava che continuassi e il suo sguardo minaccioso mi obbligò a farlo.
«N-non p-penso c-che t-tu s-ia p-pazzo» conclusi balbettando.
La sua mano era ancora attorno al mio collo, lo stringeva e mi mancava quasi il respiro. Non aggiunsi altro per paura, dalla sua espressione avevo capito che non l'avrebbe tolta molto presto. Lo guardavo, il mio sguardo era più una supplica a lasciarmi andare. Con l'altra mano, quella con cui precedentemente mi aveva alzato il viso per far scontrare i nostri volti, mi fece una carezza.
Voltai il mio viso dal lato opposto, fu un grosso sbaglio. Lo fece arrabbiare ancora di più.
«Tu lo pensi.» affermò. «LO PENSI.» la stretta al mio collo fu sempre più salda.

Portai la sigaretta alle labbra, osservando con i miei occhi scuri il ragazzo seduto timidamente di fronte a me.
Aveva occhi azzurri come il mare e i capelli biondi, probabilmente tinti. Aveva proprio il viso da bravo ragazzo, troppo innocente per venire da me.
«Cosa ti serve?» chiesi con tono gelido, mentre i miei capelli neri e ondulati venivano spostati sulla spalla destra. Il ragazzo deglutì rumorosamente, porgendomi una foto.
La presi con la mano libera, soffiando fuori dai polmoni il fumo aspirato. La foto ritraeva un uomo sui cinquant’anni, occhi azzurri e capelli castani.
«Quello è il compagno di mia madre.»
«Cosa vuoi che gli faccia?»
«Picchia mia madre da cinque mesi, e ha giurato di farla fuori se oserà denunciarlo.»
Ci fu qualche secondo di silenzio, come se il ragazzo stesse riflettendo sulle parole che stavano per uscire dalla sua bocca rosea.
«Voglio che tu lo uccida.»

La pelle, ormai completamente distrutta dal fuoco e piena di cicatrici, e ancora sporca di cenere si rivelò al ragazzo, che trasalì. Mary in mano, teneva la sua bambola, che la notte dell’incendio, teneva stretta a sé, cercando un piccolo conforto vendendo le fiamme che l’avrebbero divorata poco dopo.

Amare una persona? Anche se questa ha ucciso tutti i tuoi amici? Sì... io non sono riuscita a smettere di amarlo, e ora sto con lui...ma noi, staremo insieme...PER SEMPRE!

La cosa che accomunava Margot,Sidney,Niall,Liam,Louis,Zayn e Harry era il pericolo.
Amavano sentire la loro vita scivolargli dalle dita anche solo per un’attimo,amavano poter dire agli amici,il Lunedì mattina,’’si l’abbiamo fatto,e siamo ancora qui’’.
Quella volta però,successe tutto il contrario…

Sette ragazzi,una fabbrica abbandonata e la notte di pioggia tempestosa di Halloween.
Mette i brividi?

Non sapeva che Judith aveva una vocina strana, nel cervello, che le diceva sempre cosa fare, come comportarsi, chi odiare.
Non sapeva che Judith, dopo quell’ episodio, lo spiava dalla sua camera durante la notte, arrampicandosi e sedendosi a gambe incrociate sul balcone, con gli occhi iniettati d’ odio e le labbra carnose stese in un ghigno malvagio.
Judith era strana, addirittura speciale. Aveva una vocina, la sua seconda personalità.
O meglio, Judith era pazza, schizofrenica.
Oh, quanto se ne sarebbero pentiti quei due.

Lei, piccola e fragile, ragazza londinese . Capelli nero corvino, occhi impenetrabili, condannata a morire ogni 17 anni.In una delle tante sue vite,conobbe un ragazzo solare,allegro,divertente,vivace.Niente di più bello al mondo avevano visto i suoi occhi.Sembrava un angelo, ma lei era condannata all'inferno.

Due anni sono passati dalla mia morte per mano di quel ragazzo inglese.
Non ricordo bene come è successo ma ricordo benissimo il dolore che ho provato, non è stato affatto piacevole. Ma finalmente oggi potrò vendicarmi di quel ragazzo e fargli subire e provare tutto quel dolore.