E calò la notte su Beika.
Ogni personaggio lascia evadere i suoi pensieri verso il cielo notturno.
Che le stelle illuminino le loro paure, le loro speranze.

E finalmente trovava il coraggio di riprendere le sue colpe tra le mani, quelle mani che avevano premuto il grilletto troppe volte. I tacchi della donna creavano un suono simile ad un orologio, un orologio che aspettava la fine della sua carriera da assassino. I capelli biondi ondeggiavano lasciando un'aroma di erbe selvatiche. La verità era venuta a galla: era finita.
«Raccontami...»
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-Tratto dal capitolo due-
«E pensando al mio futuro, riposi la letterina nella scatola lasciandola cadere dolcemente sopra tante altre. Dovevano essere state almeno cinquanta, una per ogni volta che sentivo la mancanza di mia madre più degli altri momenti. »
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-Tratto dal capitolo quattro-
«Volevo che crescessi forte e senza cuore perché chi ha un cuore, prima o poi, se lo ritrova a pezzi.»

Chi ti condanna a questa monotonia? La monotonia che è presente nella tua vita da quel maledetto giorno.
Chi ti costringe ad avere sempre un sorriso e un consiglio per tutti quando tu ne hai più bisogno di loro?
Chissà perchè solo quella piccola presenza ti fa stare bene...
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«Basta guardare bene. Ce n’è fin troppa di gente che non sa guardare bene.»
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Breve One Shot per raccontarvi un immaginario momento tra Conan e Ran.

I bambini per Natale desiderano soltanto giocattoli, le donne adulte desiderano gioielli dai propri mariti, le signore anziane gradirebbero dei fiori, la ragazza liceale che cammina per le strade di Beika vorrebbe indietro il suo amore.
Una Natale senza Shinichi, per lei, non è un vero Natale.
 

-Kogoro X Eri-
"Il mio lato più idiota ha rovinato il mio pezzo di puzzle che ormai non combaciava più. Ero la sua angoscia, la sua rabbia, il suo stress quotidiano. Non mi preoccupavo più di lei fino a quando è andata via."

"Caro Amore, scusa se ti abbiamo trattenuto offuscato al di sotto di una maschera apparentemente salda."

Ran aspetta una telefonata.
Shinichi non ha telefonato.
Ran vorrebbe piangere.
Conan è la sua spalla.