Recensioni per
Nel nome del padre
di Dark Sider

Questa storia ha ottenuto 391 recensioni.
Positive : 391
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
18/06/20, ore 08:23
Cap. 1:

Ciao ^^
Non sono qui per scambi di alcun genere o strane attività di cui non sono a conoscenza. Solo per pura curiosità. Questa storia sta scalando i ranghi del gruppo fantasy e dovevo assolutamente dare un’occhiata. Aggiungo che non ho visto il prologo, ma dovrei, nel senso che se queste sono le premesse me ne interesserò presto.
Tralasciando gli eventi del primo libro, gli effetti sono sotto gli occhi di tutti. Soprattutto di Rowan, che vive nei rottami di una città un tempo all’apice del suo splendore, e ora decandente e prossima al collasso. La parabola di Nerya, probabilmente, solo ingrandita al mondo, o almeno parte di esso. I demoni, servitori del ricettacolo di Kyr, non sembrano entità affabili. La loro presenza getta ombre sulla coscienza anche delle persone e le spinge a gesti, possiamo ben dire, primordiali e disattesi. Anche se da Nerya, che non era riuscita ad amare il nipote di Shandon nemmeno prima, non mi sarei aspettato niente di meno; e la conosco da poche righe.
Da una parte riesci anche a entrare nei suoi panni, ma nella pratica non la si può non accostare a una giovane, anzi a una vecchia, Catelyn Stark che non riesce proprio ad amare il suo Jon Snow. Quel povero bambino dev’essersi sentito tradito e abbandonato. Se si trovasse Nerya davanti agli occhi, difficilmente la saluterebbe come si confà a una zia; anche se, presupponendo che sia lo stesso protagonista delle prime righe, non è detto che la sua identità si sia preservata al punto da mantere saldo un concetto di odio per qualcuno che non sia il suo padrone.
Insomma, si prevede un Rowan, che a diciotto anni ha già spalle larghe e l’esperienza di qualcuno che sa di dover prendere cura di almeno due persone, e questo fantomatico ragazzo sfregiato. Poveri cuginetti. 
A meno che la storia non si evolva in modo inatteso, ma questo si vedrà nei prossimi capitoli.
Per il momento si può giudicare solo Nerya, e gli effetti a cui quella scelta l’hanno portata. Una pallida ombra di sé stessa, una vita votata al rimorso e alla malinconia, che a poco a poco l’hanno consumata, gettandola in una sorta di illusione dei tempi che furono; o almeno, così mi è parso durante il Pov di Rowan.
Ed eccoci dunque alla fine. Devo ammettere che in poche righe sei riuscita a catturare la mia attenzione, ma soprattutto a dimostrare che nello scrivere hai senza dubbio più coraggio di me. Trovo il tuo stile spigliato ed efficacie, riempie per così dire, la sensazione che si sviluppi in orizzontale mentre si scende di riga in riga. È una sensazione che sto cercando di ripetere anch’io, ma faccio fatica xD E soprattutto, non hai paura di creare eventi che a livelli di trama spezzino un cerchio, creando nuove opportunità; per farti un esempio, il probabilmente avrei fatto salvare a Nerya anche il nipote, ma questo evento avrebbe mancato un’importante opportunità di sviluppo.
Insomma si nota che possiedi quel qualcosa che sto cercando. Non saprei come spiegartelo in modo più accurato, ma ce l’hai, e magari col tempo ci riuscirò anch’io. Intanto, per il momento penso che continuerò.
Ti avviso, non sono un lettore molto attivo. Potrei metterci molto tempo, ma conto di colmare un poco alla volta ogni capitolo. Per ora, togliamo quel 29 dalle recensioni perché mi dà fastidio xD
30 è decisamente meglio.
Alla prossima
Spettro94

Recensore Master
06/06/20, ore 12:07
Cap. 16:

Quindi in questo capitolo Luth sta avendo quello che io chiamo un "Sansa moment": la realizzazione che tutto ciò che gli è stato insegnato fino a quel momento è soltanto una graziosa facciata ma la vita vera è ben più dura e crudele e gli richiederà un diverso tipo di competenze alle quali fino a questo momento nessuno si ha dato pena di addestrarlo. Io capisco suo padre che ha voluto tenerlo lontano dai pericoli e dalla crudele verità sui demoni, perché è un conto è sentirne parlare e un conto è vederli. Però anche il ragazzo ha le sue ragioni, se un giorno suo padre fosse venuto a mancare lui non avrebbe assolutamente saputo prenderne il posto. Ed effettivamente come mai non si sente mai parlare di rifugiati venuti dalla città in rovina? In effetti sarebbe stato logico che cercassero di sparpagliarsi in città ancora in piedi, a meno che queste ultime non abbiano per così dire chiuso le frontiere (cosa che probabilmente hanno fatto se si può entrare solo con i documenti). Di sicuro a Luth non è stato detto tutto e la sua situazione forse non è poi così diversa da quella di Rowen e Kyle che non erano consapevoli della situazione al di fuori della loro città, il figlio del capo sembrava non essere consapevole nemmeno di cosa stesse succedendo all'interno della sua città.
Secondo me comunque sarebbe prematuro a questo punto considerare una falsa inutile maschera la gentilezza e la cortesia che gli è stata insegnata, perché se gli è stata insegnata vuol dire che in qualche modo serve. Anche se è solo apparenza e comunque un'armatura che metti fra te e il mondo, un'armatura che serve a non far vedere agli altri che cosa stai pensando davvero. L'importante è rimanere consapevole che sia una maschera e non ciò che devi provare veramente. Adesso sono curiosa di sapere se riusciranno a tornare a Geela. Wes comunque è strano forte, siamo sicuri che sia davvero umano? Per un attimo anche a me è sembrato che sapesse davvero leggere nel pensiero. Forse può ed è per questo che è così contemplativo, ma essere capaci di sentire i pensieri altrui in un mondo così torturato può anche essere una maledizione.
Bel capitolo come sempre anche se devo ammettere che non sono loro i miei personaggi preferiti.

Recensore Master
31/05/20, ore 14:31
Cap. 17:

Carissima buongiorno. Scusa il ritardo.
Mi era mancata l’inventiva di questa tua storia… e mi era mancato un po’ anche Mordhen. Perchè non si può dimenticare che, in questo tuo articolato universo, ogni personaggio è vivo, reale, a tutto tondo. Ha una sua psicologia, un suo trascorso, una sua vivacissima personalità… e Mordhen, esattamente come il suo sfortunato nipote, ha molto da raccontare. Almeno, per il momento, quel poco che riesce a inquadrare.
Perchè la sua situazione è alquanto particolare. Insomma, l’hanno salvato, senza dubbio. Hanno salvato persino la vita a Thoan… Li hanno trattatati bene parecchio dai. Rispetto a Rowen, poverino, questi due alloggiano in un hotel a quindici stelle. Insomma, Rowen ha su gli abiti della fuga, quasi senza cibo (spero di non ricordare male) e pochissima acqua. Già è tanto che non lo abbiamo scarnificato con torture e quant’altro. Mordhen è stato vestito, ha da mangiare, sta al caldo, relativamente comodo (anche comodo, per come sono abituati da Sirdyn, diciamola pure tutta). Per non parlare del fatto che Thoan è stato momentaneamente tratto in salvo.

E’ del tutto diverso il trattamento, simile invece per alcuni tratti l’incertezza della situazione. Anzi, forse Rowen ha già pianificato come agire e, solo sotto questo punto di vista, sta messo leggermente meglio.
Mordhen, invece, semplicemente non ha idea. Perché i suoi carcerieri lo lasciano nella completa incertezza.
A proposito, di questi due ho amato proprio il fatto che non si capisce ancora del tutto il fine delle loro intenzioni. Ormai avrai capito che, se tutto non viene svelato subito, praticamente pendo dalle tue labbra. Si vede innanzitutto che sono umani. Perché gli esseri umani pianificano, possono essere poco violenti, ma possono rivelarsi anche peggio dei demoni in questo senso. Sono più cervellotici. Credo solo loro siano capaci di trame più sadiche ed articolate. Sbaglio?
Me lo dirai mano a mano che si svelerà la trama.
Se sul carceriere non possiamo carpire molto, eccezion fatta forse della sua apparente arroganza, volta a rimarcare la sua superiorità e sulla cicatrice che in parte è occultata dai capelli (che bello, un passato da nascondere forse? Qualcosa di evidente che si spera, nella migliore delle ipotesi, di poter tenere il più a lungo possibile nascosto?), la donna ha qualcosa di più. Non è solo una che sa maneggiare le armi. Sembra una maga. Un essere che possieda pure qualcosa di divino… o di demoniaco? Comunque sia c’è puzza di magia. Di quella che se cattiva non è, buona non è certamente. Incarnata perfettamente in questa donna misteriosa che ne porta il profumo. Lei ha qualcosa del mistero delle selve. Di una qualche divinità di cui si è perduto forse il culto e si è dimenticata la potenza. Si aggira allora divinità minore, essere umano tra gli altri esseri umani? O forse solo la depositaria di un culto perduto? Una favorita insomma da qualche dio, non lo so. Oppure da qualche demone più subdolo della maggior parte dei suoi simili. Anche qui non saprei.
O, forse, solamente, è una donna normale. E tu, sapiente scrittrice, hai saputo restituirci questa sua presunta ma non effettiva superiorità solo perché ce la trasfiguri attraverso gli occhi ed i sentimenti di Mordhen che, seppur uomo di mondo, è comunque qualcuno che è vissuto a lungo nei confini stretti di Sirdyn e che forse, esattamente come il nipote, paga il prezzo di confini che sono territoriali ma hanno pure imposto una barriera alla mente, che è divenuta incapace di concepire cosa possa esserci al di là del conosciuto. Ecco, forse Mordhen ha conservato un po’ della meraviglia del fanciullo che non comprende il sacro e ci si avvicina con stupore e timore? Anche se è un sacro mescolato al profano, solo un sentore…
Non lo so onestamente. Il fatto di non avere binari tracciati mi permette di spaziare tanto e, di ciò, davvero, ti ringrazio.
Restando però con i piedi per terra, di sicuro qualche conoscenza particolare questa donna ce l’ha. Anche solo per la capacità di aver tenuto in vita Thoan, laddove Mordhen, di sicuro, mai ne sarebbe stato in grado.
Ulteriore interrogativo, chi tra lei o l’altro carceriere comandi. Lei, vero? Potere alle donne, spero. :)
C’è comunque confidenza col suo compagno di avventure. Chissà quante volte si sono coperti le spalle a vicenda, se nei lunghi trascorsi insieme sono stati sottoposti, compagni di viaggio, amici o qualcosa di più. Chiunque sia, lei è una donna emancipata e libera. Tra i due può esserci stato tutto e nulla. Di certo non una donnina di paese.
Non bastano le sue parole sapienti per infinocchiare Mordhen comunque, neppure le sue minacce. E, quelle, forse, possono davvero essere più pericolose di quelle di un demone.
Davvero, se si sapesse da quale inferno sono scampati Mordhen e Thoan per loro non ci sarebbe scampo? O è solo una giusta remora di Mordhen? Qui, purtroppo, forse sono io a non avere ben chiari i moti politici dietro il tuo universo. A mia discolpa posso dire che, spesso, mal comprendo pure quelli del mondo reale. :)

C’è da vedere, a questo punto, cosa deciderà Mordhen. Del resto, lo tengono in scacco con la promessa della vita di Thoan. Ultimo amico, legame col passato, promessa di non aver fallito su tutta la linea nel suo ruolo di capo di Sirdyn. Io probabilmente al suo posto crollerei, anche se c’è il sospetto pesante che la vita di Thoan fosse già spenta. Ma io non ho mai dovuto affrontare situazioni così estreme, ne ho esperienza di quanto possa essere forte ed atavico il desiderio innato di sopravvivere e basta, in certe circostanze.
Insomma, ottimo capitolo, ottimamente scritto. Attendo con impazienza il prossimo. Anche se passo con la mia solita flemma. Davvero complimenti grande donna.
Alla prossima <3

Recensore Master
31/05/20, ore 10:16
Cap. 17:

Ciao Dark Sider, chiedo venia per il ritardo - non a te, però, quanto al mio amato Mordhen di cui aspettavo molto il ritorno!
Finalmente posso tirare un sospiro di sollievo sapendo con certezza che è ancora vivo e vegeto, anche se la sua sorte non è nè molto positiva nè chiara. Si risveglia in quella che è una prigione, sebbene gli siano concessi dei privilegi che quasi stonano con la situazione e che tanto gli danno da pensare. Mi devo soffermare sulla descrizione della prigionia e sui rapporti iniziali con l'uomo posto di guardia: ancora una volta descrivi tutto in modo accurato, ricrei le emozioni e le reazioni quali potrebbero essere in base al personaggio e in base al contesto, e i dialoghi sono davvero naturali. Di Mordhen nel corso del capitolo sottolinei l'intelligenza nel notare ogni particolare (nella stanza e nei due soggetti con cui si interfaccia), l'accortezza del pensare a cosa dire e a quanto poter rivelare, ma anche allo stesso tempo il profondo affetto verso Thoan che lo porta a negare il principio di rimanere in silenzio - e forse lo porterà a vacillare del tutto alla fine. Impossibile è non pensare alla scena già vista in cui è Rowen il prigioniero: una stessa situazione appare diversissima in base ai due personaggi e credo tu sia stata davvero bravissima a sottolineare il punto di vista differente. Tanto Rowen era pronto a rivelare tutto pur di salvarsi la pelle, tanto Mordhen cerca di tenersi i propri segreti e non lasciarsi sfuggire il luogo di provenienza.
Chi sono i due nuovi personaggi? Innanzitutto, pur non avendo nome, già sei riuscita a farmeli vedere concretamente davanti (e a farmi shippare la donna con Mordhen, si può fare? Va bene?). Dei due, presentati in questo gioco da poliziotto buono e poliziotto cattivo, hai tratteggiato l'aspetto fisico, il modo di porsi, e anche i ruoli di potere (sembra intuirsi che lei sia infatti in una posizione di comando). Sicuramente non sono dalla parte del tiranno e, sebbene non ci siano indicazioni precise, mi viene da pensare che possano essere dei maghi dell'Accademia - in quanto nemici del tiranno e spariti da Syrdin (in qualche parte della storia devono pure apparire).
Un capitolo veramente tanto bello, come sempre leggerti è una meraviglia. Aspetto adesso di tornare a Mano (e Rowen), ma spero che Mordhen tornerà presto - faccio un po' di preferenze ahah
Davvero complimenti, adoro la tua storia! Alla prossima, un bacio!

Recensore Master
31/05/20, ore 01:11
Cap. 17:

Per fortuna che sei passata, perchè mi ero quasi dimenticato che avessi aggiornato!
Perdermi un capitolo di questa storia sarebbe un gravissimo crimine contro tutte le fan fiction originali ! Però anche tu, mi prometti Mano...e invece nemmeno un cameo? Shame on you! Shame on you...
Bene o male, è stato comunque un capitolo ricco di tensione, specialmente perchè narrato dal punto di vista del prigioniero di turno. Mi soffermo proprio su questo aspetto per farti notare di quanto adori incarcerare i tuoi personaggi! Sul serio, la libertà è un diritto solo negli altri universi, perchè qui le celle si vendono quanto i pupazzetti di baby yoda.
Il confronto tra Mordhen e i suoi carcerieri è stato davvero bello, le parti che ti vengono meglio sono sempre gli interrogatori, in cui non si sa mai quale potrebbe essere l'esito.
L'uomo viene messo di fronte a due scelte: quella di dire la verità e rivelare la propria discendenza, oppure continuare a mentire sul suo passato e potenzialmente condannare il suo migliore amico. Ma la sua stirpe è davvero messa così male? Cioè, tanto che la gente che lo ha catturato sarebbe disposto a fargli del male?
Sarebbe abbastanza ironico, considerando che sembrano essere persone disposte a ribellarsi al tiranno e a combattere per, eh...la libertà. Ma considerato il mondo in cui ci troviamo, non mi sorprenderebbe il fatto che questi individui siano degli ipocriti. Dopotutto, nelle tue fan fiction la distinzione tra bene e male è sottile quanto un foglio di carta.
Spero davvero che Mano comparirà nel prossimo cap, aspetto con ansia il suo ritorno!

Recensore Master
30/05/20, ore 16:45
Cap. 17:

Cara Dark Sider!
In imperdonabile ritardo, ma presente, eccomi qui a recensirti, finalmente! ** Sebbene i protagonisti principali della storia non siano presenti, questo capitolo è volato, anche perché Mordhen è un personaggio che muovi molto bene e che lasci essere sempre profondamente coerente con se stesso. È un uomo che detesta scegliere e preferirebbe trattare, cosa che ha fatto a Syrdin per molto tempo e che tenta di fare anche qui, sebbene si trovi davanti a un aut aut da cui sembra impossibile sfuggire. Mi sono fatta mille domande su chi possano essere questi due personaggi e ho deciso che sono due maghi e che la cicatrice dell’uomo è nota a Mordhen semplicemente perché l’ha già vista. A mettermi di quest’avviso è l’estrema bellezza ieratica e senza tempo della donna che interroga il nostro. È possibile che questa tanto ricercata categoria viva nascondendosi e che non sia a Honolulu a prendere il sole (cit).

Dunque scommetto che è così, me la voglio rischiare. Il fatto che Mordhen non ami prendere le cose di petto ma preferisca arrivare lentamente a un risultato che spesso è semplicemente la stasi è la questione Thoan. È chiaro che l’amico è l’unica persona (o una delle pochissime) di cui gli frega qualcosa a questo mondo eppure, nonostante rappresenti un pensiero costante anche per il senso di protezione e di colpa provato nei suoi riguardi (ha provato a salvarlo e teme di averlo abbandonato nel bosco a farsi divorare dai lupi), non riesce a vincere il terrore di tradirsi. Da un lato, lo capisco: sono informazioni pericolose e non ha alcuna reale garanzia che Thoan è effettivamente vivo. Inoltre, una volta date le informazioni, potrebbe essere ucciso perché ritenuto inutile. D’altro canto, non ha molto da perdere e scontentare i suoi assalitori non necessariamente gli porterà bene. Le introspezioni di Mordhen e il suo modo di agire o di preservarsi risultano quindi coerentissime e ogni cosa in questo capitolo è ben dosata, dai dialoghi sempre calzanti e col giusto ritmo alle descrizioni evocative come quella della sconosciuta, fino ad arrivare alla cura per il “secondino” e le descrizioni d’ambiente.

Non so più come dirti che questa storia mi piace e che approvo anche la divisione del capitolo non perché voglia un testo breve, tutt’altro, ma perché concettualmente ci sta che un capitolo sia dedicato a un personaggio, la trovo una divisione ordinata. A presto mia cara, un abbraccio forte forte,
Shilyss :)

Recensore Veterano
29/05/20, ore 20:54
Cap. 16:

Okay, devo dirlo: tra tutti coloro che mi aspettavo di trovare in questo capitolo, Luth e i suoi compagni di fuga erano gli ultimi della lista. In realtà mi avevi già anticipato che sarebbero tornati, prima o poi, ma ero così presa dalle disavventure di Rowen, dalle fatiche di Mordhen e dai tormenti di Mano da averli quasi dimenticati.
Mi aspettavo di vedere Mordhen (per il quale sono in apprensione, sappilo) ma non mi è dispiaciuto trovare i ragazzi, perché ho capito sin dalle prime righe che avrei saputo cosa era loro accaduto durante l'attacco di Vorjah.
Mi è piaciuto leggere la nuova consapevolezza di Luth davanti ai demoni. Ora sa come sono fatti, sa quale aura di terrore si portino dietro, e può comprendere meglio la paura di chi li ha incontrati. Non mi stupisce che, fino ad ora, associasse questo timore alla codardia: il suo era un giudizio dettato dall'ignoranza, causata dalla comprensibile apprensione di suo padre che gli ha sempre impedito di avere a che farei con i demoni, e spesso la gente sottovaluta i pericoli che non ha mai affrontato in prima persona. Trovo che il suo comportamento di allora fosse assolutamente plausibile, così come comprendo benissimo il terrore che prova adesso, dopo aver realizzato come possono essere davvero i demoni.
Mi è piaciuta la sua presa di coscienza. Ora si è reso conto che le cose sono molto più crude e spaventose di quanto avesse creduto in precedenza, e questo, giustamente, lo destabilizza. Credo che la sua reazione sia molto umana, e mi è piaciuta proprio per questo.
Ho trovato interessantissimo il fatto che nemmeno lui si ricordi di aver mai visto gente di Syrdin. C'è qualcosa che spinge quelle persone a restare rintanate in città, e sono curiosa di scoprire di cosa si tratta (ho il sospetto che possa c'entrare qualche minaccia del tiranno o di uno dei suoi emissari, ma potrei anche sbagliarmi).
Vedere Arys e Wes così atterriti mi ha dato ancora una volta la conferma che i demoni non sono una vista poi così comune come sembra esserlo a Syrdin. Devo dire che mi è dispiaciuto più per il ragazzo che per la sorella. Arys mi sta un po' antipatica, e vederla accusare questa "botta di realtà" mi ha dato una piccola e maligna soddisfazione. A vedere la loro reazione sospetto che i due fratelli abbiano già avuto a che fare con queste creature, ma anche questa è solo una supposizione.
Wes continua a essere, a mio avviso, il personaggio più interessante di questo terzetto. Voglio davvero conoscere qualcosa in più su di lui, e spero di trovarlo ancora più avanti.
Mi piace come i tre ragazzi si siano riscossi, decidendo di continuare il loro viaggio fino a Geela. Ora sono curiosa di vedere se le guardie alle porte della città faranno davvero passare i due ladruncoli, e se Luth riuscirà a ottenere qualche risposta da suo padre.
Bellissimo capitolo, davvero. Il mondo in cui si muovono i personaggi sta pian piano prendendo una dimensione più ampia e dettagliata, e questa cosa mi piace davvero tantissimo!
Alla prossima <3

Recensore Master
29/05/20, ore 09:52
Cap. 17:

Mia cara, buongiorno! Tu sai quanto ogni capitolo senza l'invadente presenza del dolce Rowen sia musica per le mie orecchie, giusto? Tanto più se nel capitolo c'è il caro Mordhen a cui mi sono decisamente affezionata.
Come al solito, il tuo modo di scrivere mi prende e mi trascina con sè, questa volta nella taverna scura con tipo misterioso che mi ricorda tanto "Il puledro impennato" di Brea e Aragorn, quando era ancora il ramingo con la pipa in bocca (:Q____).
Mordhen è coraggioso e leale e si vede che a Thoan ci tiene davvero, ma quello che più di lui mi piace è che sembra essere una persona ragionevole e intelligente (e abbiamo già appurato in separata sede, noi due, quanto l'intelligenza e la strategia possano rendere un uomo affascinante, molto più di quanto possano fare il bell'aspetto o la spavalderia). Sa che non è in posizione di poter pretendere, per cui, nonostante faccia domande, si rimette seduto quando sente il pericolo farsi più reale e vicino.
Ed ecco, come nei migliori interrogatori, apparire una nuova figura e il delinearsi dei ruoli del poliziotto buono e di quello cattivo, o meglio, quello un po' più gentile e quello meno. Il qui pro quo che si è creato è decisamente intrigante, soprattutto perchè alla fine della fiera mi viene da dire "L'apparenza inganna". Perchè la donna gentile sembra esserlo meno di quanto appare in principio, anche se forse la sua cattiveria è causata da ciò che ha vissuto, anche se forse davvero la intristisce, ciò non toglie che minacci Mordhen con un sottile quanto crudele ricatto: la loro provenienza in cambio della vita di Thoan.
Di contro, il ramingo che giocherella con il pugnale pare avere qualche cosa da dire, qualcosa che trattiene nello stesso modo in cui Mordhen non lascia scivolare tra le labbra il nome di Syrdin. E infine la cicatrice, che sembra essere importante, che sembra ricordare qualcosa a Mordhen.
Ora, io ti chiedo: ti pare giusto lasciarci così? Io come faccio ad aspettare di sapere che cosa deciderà Mordhen? E Thoan, come sta? E questi due tipi minacciosi che non sono dalla parte del Tiranno chi sono e che cosa vogliono?
Insomma, gli interrogativi che mi hai messo in testa - maledetta - ho l'impressione che resteranno senza risposta per un altro po' e questo mi fa dire "grrr". Mi solleva però sapere che Mano - mio adorato - tornerà nel prossimo capitolo.
Intanto, ti faccio davvero i miei più grandi complimenti perchè la trama e gli eventi sono intrecciati in modo complicato ma ben gestito, perchè i personaggi che dipingi sono sempre un sacco intriganti e perchè io mi trovo ad aspettare con ansia i tuoi aggiornamenti! T-T
Un bacio grande e a presto, L.

Recensore Master
28/05/20, ore 23:46
Cap. 17:

Carissima **
Tu chiedi troppo scusa nelle tue note, e non devi. I tuoi personaggi sono tutti meravigliosi, e Mordhen non è da meno e sinceramente capire che fine avessero fatto lui e Thoan – in fin di vita, era una domanda alla quale cercavo risposta e infine l'ho avuta.
Non si trovano propriamente in una situazione comoda, ma di certo le condizioni di prigioni alla quale è sottoposto Mordhen sono di certo migliori di quelle di Rowen, ma il pericolo è ovunque. La bellezza di questi due personaggi, nipote e zio, è che hanno menti simili e sono dei calcolatori. Sanno benissimo che l'unica via per la salvezza è dire sempre il meno possibile – o nel caso di Rowen dire una bugia, quando il figlio del Tiranno è troppo convinto che lui sappia, quando invece non sa. Ogni frase, ogni intenzione è studiata in modo che i danni siano arginati o minori di quel che possano essere, ma la prigionia è anche una condizione di impotenza che ha sempre delle conseguenze.
Entrambi stanno facendo i conti con delle minacce, dove la loro vita – o quella di altri, nel caso di Mordhen, è posta su un filo troppo delicato che può spezzarsi in ogni momento.
I due nuovi personaggi che ci presenti non sono propriamente dei cattivi, il fatto stesso che l'uomo accusi Mordhen di essere una spia del Tiranno fa credere che, dopotutto, sono dalla stessa parte; ma in un universo come quello che hai costruito – complesso e meravigliosamente delineato – nessuno deve fidarsi di nessuno, nemmeno di chi si crede alleato. E Mordhen, che ha di certo più esprieza di chiunque altro, sa benissimo cosa comporta esporsi, sebbene si sia trovato legato a delle catena, ma quasi solo di sicurezza e avvolto in una coperta rassicurante, che fa capire che non solo è vivo, ma che forse non c'è nemmeno questa intenzione di ucciderlo, anche solo trascurandolo. Per quello, Rowen, di certo è messo in una posizione diversa.
La cosa che ho amato di più in questo capitolo è l'introspezione di Mordhen; ripercorre con la mente quello che è successo, e il suo pensiero va sempre e solo all'amico che ha paura di non rivedere più; è un senso di solitudine incolmabile, il suo, che non è rassicurato dai modi di fare dell'uomo che è ostico, arrogante e ironico e non dimostra umanità per qualcuno che non sa davvero che intenzioni abbia. Parte prevenuto e basta, cosa che la donna non fa. È accomodante, cerca di mettere a suo agio Mordhen, di lasciare che si fidi; gli dà le informazioni che gli servono: che dopotutto li hanno salvati, anche se li hanno aggrediti, ma che in un mondo del genere dove Mordhen non può fidarsi di nessuno, non può pretendere che accada lo stesso per gli altri, nei suoi confronti.
Una sorta di bastone e carota, la loro, che però non smuovono le intenzioni di Mordhen almeno finché non viene messa in pericolo la vita di Thoan. Perché sì, Mordhen ha quasi accettato il fatto che morirà lì dentro, lo sa per certo e quasi va bene così; ma quando è la vita dell'amico che lo ha supplicato di aiutarlo perché non voleva morire, allora la sua determinazione vacilla.
Veramente Mordhen è un personaggio che non si può non amare. È complesso, ha il peso degli anni addosso con le sue esperienze e la conseguenza di una coscienza fin troppo pronunciata. Lo adoro, gli hai dato una caratterizzazione meravigliosa. Un osservatore che vede, nella cicatrice dell'uomo, qualcosa che dovrebbe ricordare, perché dentro di sé sa che è importante.
Non sappiamo ancora per cosa, ma è uno di quei tarli che tanto ami metterci in testa e di cui poi ci tocca aspettare una spiegazione, ma ne varrà la pena **
Non preoccuparti mai, tu scrivi di chi devi scrivere, che qui si ama tutto, purché ti si legga ♥
Un abbraccio fortissimo,
Miry

Recensore Master
28/05/20, ore 11:05
Cap. 17:

Buongiorno <3
Finalmente riesco a passare, sono stata felicissima di constatare che avevi aggiornato **
Questa volta torniamo da Mordhen, che avevamo lasciato in una situazione ambigua, non sapevo proprio quali sarebbero state le sue sorti - ma, in ogni caso, sapevo che non poteva di certo avere delle gioie, semmai la sua situazione immaginavo sarebbe peggiorata. In realtà, non saprei ancora dire se sia in una pessima situazione o se tutto sia migliorato. Lo troviamo ammanettato, ma non nelle condizioni orribili in cui invece è Rowen. Diciamo che gli è andata un po' meglio, quanto a rapitori, da subito l'altro tizio non mi è sembrato crudele e lugubre come Mano. E infatti non lo tratta troppo come un prigioniero, gli dà perfino una coperta, cosa che mi ha subito "tranquillizzata" sulla situazione, anche se quando Mordhen inizia a farsi due domande sul perché di tutto ciò mi è risalita l'ansia. Ero in bilico fra il "ora gli fanno malissimo" e il "ma no, non può andare peggio di così". Oltretutto sono stata costantemente in pena per Thoan, un po' come lo è anche Mordhen che non ha idea di quali sorti gli siano toccate. Comunque, il suo carceriere non si rivela poi così male - sarà che ci hai abituate a Mano qualche capitolo fa, quindi attualmente questo sembra un angelo ahaha - e gli dice che se ha bisogno di sete o cibo può chiedere a lui, per il resto non deve rompergli, ma insomma, almeno viene trattato da essere umano. 
Le sue introspezioni mi sono piaciute tantissimo, e altrettanto mi è piaciuto come hai descritto la donna, la stessa che si era occupata del cavallo e che adesso si rivela piuttosto gentile, come carceriera. Addirittura si scusa per com'è stato trattato dall'altro. Questi due nuovi personaggi sono piuttosto particolari, lei pare essere quella che ha il comando, e adoro che sia una donna a tenere a bada l'altro, che sembra molto più impulsivo. I due continuano a non dirgli chiaramente come stia Thoan, sono stata in ansia per tutto il tempo mentre aggiravano la domanda, però nel frattempo interrogano Mordhen, che non riesce a evadere granché da tutti quei quesiti ed è costretto a rispondere, almeno dicendogli il suo nome. 
Lei è bellissima per come l'hai caratterizzata, è un personaggio che mi affascina un sacco - e a quanto pare non lascia indifferente nemmeno Mordhen. E' tipo un momento di calma in mezzo a un caos e un rumore costante, nonostante, visto il suo ruolo, dovrebbe apparire come una minaccia. Mi piace un sacco, ma non saprei dire che cos'è; non mi sembra un'umana e basta, ecco. Sarà la nenia che aveva cantato al cavallo prima di rapire Mordhen ad avermi portata a crederlo, sommata alle descrizioni che fai di lei. Non lo so, mi sembra così calma, così tranquilla, che non riesco a vederla come un'aguzzina, ma più come qualcuno che sta solo cercando di proteggersi e vede Mordhen come una minaccia, per tanto è stata costretta a imprigionarlo. Non so perché, mi sembra "magica", ma non saprei dire in che modo - e forse sono tutti dubbi miei e poi si rivela umana quanto gli altri. Oltretutto, si sta prendendo cura di Thoan, come scopriamo alla fine, e questa cosa mi ha fatta battere ripetutamente le mani per la gioia, non avrei accettato la sua morte, quindi spero proprio che riesca a salvarlo del tutto, aveva una ferita bruttissima e Mordhen non era stato un guaritore molto abile.
Come hai potuto eliminare Mano dal capitolo? L'avrei letto anche se fosse stato lungo il triplo di questo T_T 
Ti perdono solo perché il prossimo capitolo hai promesso che sarà dedicato tutto a lui... se non finirà così sappi che ti verrò a cercare XD 
Ho amato anche questo capitolo, in ogni caso, e non vedo l'ora di saperne di più su questi nuovi due personaggi. Quanto alla quantità di pg, io non mi preoccuperei, è una delle poche storie in cui sì, sono parecchi, ma non faccio mai confusione e riesco sempre a ricordarmi chi è chi - un miracolo, considerando la mia pessima memoria. Pensa che scrivo di pochi pg anche io perché dimentico anche i miei. 
Mi metto in attesa del seguito <3 
Alla prossima <3
fumoemiele

Recensore Master
28/05/20, ore 01:32
Cap. 15:

Grazie per la spiegazione, mi stavo chiedendo se a Mano gli occhi di Rowen ricordassero quelli di Nerya o quelli di Shandon. Comunque dovevano averlo davvero colpito quegli occhi quando era piccolo, perché aveva solo mi pare 4 anni quando è stato preso dai balor.
Sono contenta che questo capitolo parlasse di Rowen e Mano, perché di solito alterni i protagonisti e sarebbe stato un peccato lasciare così in sospeso il povero Rowen nelle segrete.
Avevo capito che Nerya e Mordhen fossero solo un'allucinazione dovuta alla sede o al dolore o ad altro, anche perché lei non poteva essere sopravvissuta e non aveva senso che apparisse più giovane e in salute. Mi ha stupito vedere Mordhen perché il ragazzo non sa che l'ex capo dei cittadini di Syrdin è suo zio. Forse pur senza volerlo in tutti questi anni deve avere imparato a considerarlo una figura di riferimento, non mi azzardo a dire una figura paterna ma di sicuro qualcuno a cui guardava per avere qualche risposta.
È chiaro che stesse dialogando con altre parti del suo cervello dal modo in cui i due adulti non gli dicevano nulla che lui non sapesse già. Però lo hanno aiutato a riflettere e si è proprio visto che è scattato qualcosa nella mente di Rowen appena ha subodorato che esisteva una possibilità di sopravvivenza, rimarcando ancora una volta quanto per questo ragazzo la sopravvivenza sia tutto. Era così sicuro di sé e del suo piano da riuscire addirittura a non aver più paura di Mano. Una cosa che il figlio del tiranno di sicuro non si aspettava. Eppure credo che fosse la cosa migliore da fare per Rowen: ha tirato fuori una proposta sensata e in più mi sembra che per quanto possibile sia entrato nelle grazie di Mano (dove "entrare nelle sue grazie" naturalmente significa solo "non esserne completamente disprezzato").
Adesso capisco come si possa arrivare allo sviluppo di un qualche rapporto fra questi due personaggi, stanno per iniziare una collaborazione che potrebbe durare un po'... forse abbastanza perché si possano conoscere meglio, intendo conoscersi meglio a vicenda e conoscere meglio se stessi. Ad ogni modo trovo che questo sia stato veramente un capitolo di svolta. Bellissimo come sempre, molto angosciosa la parte di Rowen ma in qualche modo un po' ansiogena anche la descrizione dei dubbi e dei pensieri di Mano.
Un'altra cosa che comincia davvero ad apprezzare del figlio del tiranno è la sua mancanza di prepotenza. Mi spiego meglio, mi rendo conto che sia crudele e spietato (anche se forse non cattivo per il gusto di esserlo, mi sembra più che altro uno che di base sarebbe neutrale ma obbedisce a degli ordini malvagi), ma quello che intendo dire è che non è prepotente come può esserlo un bullo: lui magari vuole essere temuto dai demoni perché questo è l'unico modo per essere rispettato da loro, però non gli interessa essere temuto dagli umani perché sa che sono talmente tanto inferiori che la loro paura non significa nulla, è gratuita. Altri invece al suo posto si sentirebbero inferiori ai demoni e quindi cercherebbero la facile consolazione del suscitare la paura degli umani, per illudersi di essere un po' più simili ai demoni. Mano decisamente non è un debole.

Recensore Veterano
26/05/20, ore 15:00
Cap. 17:

Ciao cara!
Oooh che bello tornare da Mordhen! Era da un po' di capitoli che mi chiedevo che sorte avrebbero avuto lui e quel disgraziato di Thoan, ma vedo che pian piano stai mettendo a fuoco tutte le varie storyline che hai cominciato a delineare.
E proprio come lo sfortunato nipote, ecco che troviamo Mordhen in catene, imprigionato da qualche parte. Insomma, sta famiglia la sfiga ce l'ha proprio nel DNA XD ho comunque la sensazione che Mordhen sia in mani decisamente meno ostili di quelle in cui è finito Rowen: questi due nuovi personaggi non sembrano intenzionati a fargli del male, a meno che lui non gli dia un buon motivo per farlo. Certo, l'uomo con coltello pare immediatamente simpatico come un calcio nei denti, ma alla sua ruvidezza si contrappone una misteriosa donna, la stessa che abbiamo visto coccolare Redivivo mentre il compagno aggrediva alle spalle Mordhen.
Qualcosa nel modo in cui l'hai descritta, la sua bellezza senza tempo, l'algida compostezza, mi suggeriscono che non si tratti di una creatura umana. Forse mi sbaglio eh, ma ho subito pensato agli Elfi...se così fosse, la storia prenderebbe una piega davvero mooolto interessante! Ma anche se fosse solo un'umana particolarmente bella e tosta, questa tipa devo dire che mi ha conquistata. Sembra un personaggio interessante, è pragmatica e sicuramente un'abile combattente e credo faccia bene Mordhen ad esserne intimorito.
Segue uno scambio di battute in cui la tensione sale vertiginosamente: nonostante le premure che i due carcerieri hanno avuto nei confronti di Mordhen, non esitano ad accusarlo di essere una spia del tiranno. Meno male, ho pensato io, almeno non fanno parte dell'entourage di Devian\Kyr. Ma Mordhen pare non fidarsi lo stesso e prende tempo, tergiversa, fa lo gnorri, a tratti pare addirittura volerli provocare, tutto ciò in attesa di avere il quadro della situazione un po' più chiaro: in effetti, in questo solare regno in cui tutti sono così gentili, vatti a fidare degli sconosciuti! Per quanto siano condivisibili i dubbi di Mordhen, non so se la sua sia stata una mossa molto saggia: più cerca di mentire e fare il vago, più i carcerieri sembrano farsi minacciosi e diffidenti nei suoi confronti. Forse forse gli conveniva dirlo da subito che Syrdin era stata attaccata dai demoni e che, anzi, lui e Thoan li avevano pure affrontati (più o meno). Mi domando se ci sia dell'altro, se effettivamente il nome di Syrdin al di fuori delle sue mura non sia percepito in qualche modo come presagio di pericolo. In effetti , questo spiegherebbe come mai Mordhen non volesse lasciar partire Rowen, come mai al contrario delle altre città del regno, Syrdin sembri ancora una Chernobyl medievale. Che abbia a che fare con quei simpaticoni dei maghi, che se la sono svignata in sordina?
Alla fine di questo estenuante tiro alla fune, Mordhen scopre che il suo amico è vivo, che la donna se ne sta prendendo cura e che continuerà a farlo se otterrà le informazioni che le servono. Quindi adesso a Mordhen viene dato un ultimatum: la verità in cambio della vita di Thoan. Un vero e proprio ricatto, ma effettivamente non ha dato loro molta scelta.
Un capitolo molto interessante, in cui vengono introdotti due personaggi che secondo me si riveleranno fondamentali andando avanti. Spero davvero che si rivelino degli alleati per Mordhen e non altri nemici, visto che ce ne sono fin troppi in giro XD dopo aver perso quel che restava della sua famiglia, la sua città e forse il suo miglior amico, a Mordhen un po' di respiro servirebbe proprio!
Ti faccio ancora tantissimi complimenti, il modo in cui descrivi le situazioni, sia dal punto di vista esteriore che psicologico mi affascina sempre!
Sono proprio curiosa di leggere il prossimo capitolo, che a quanto pare vedrà protagonista il nostro Mano! :*

Recensore Veterano
25/05/20, ore 23:20
Cap. 11:

Ciao, tesoro, eccomi finalmente!! Avevo letto il capitolo oggi pomeriggio ma praticamente finivo sempre per distrarmi e fare altro, invece ora sono a letto un po’ più tranquilla, con tablet e tirannia, e posso mettere fine a questo ritardo imbarazzante. 

Come sai, il mio sventurato preferito mi era mancato immensamente e ritrovarlo è stato come ricongiungersi a un figlio scampato alla guerra (più o meno, data la situazione sconvenevole in cui Rowen è ancora bellamente invischiato e dal quale so già non uscirà particolarmente bene 😂 😂. Poraccio, mi diverto troppo a prenderlo in giro, ma questo significa che mi ci sono affezionata). 

Ed ecco che ci troviamo immersi nell’ignoto di questa foresta che, come al solito, grazie alle tue descrizioni sempre minuziose e suggestive, vedo chiaramente: si avverte, la si vive in prima persona, come se fossimo lì con questa bizzarra combriccola che si è formata nella fuga, nel tentativo di allontanarsi dal pericolo, di orientarsi, di sopravvivere; è come odorare il muschio sui tronchi degli alberi e affondare i piedi nel terriccio, districandosi nel sottobosco. Davvero, io non so più come rinnovare i miei complimenti per la tua magnifica capacità di ricreare sempre tutto, dalle ambientazioni dove è così semplice immergersi, ai personaggi sempre così reali e vividi che quasi mi è possibile toccarli, farci amicizia, temerli, battibeccarci. Anche quelli più apparentemente marginali sono comunque ben delineati e carismatici. Wes, ad esempio, nemmeno parla eppure la sua sola presenza e le sue azioni lo rendono eloquente: sembra un ragazzo affidabile, ma non lo si può dire con certezza; è un ladro, un abile scassinatore, abituato a sopravvivere giorno per giorno insieme alla sorella; è la loro vita da sempre contrapposta a un privilegiato come Luth, figlio di un capo-città che, invece, è senz’altro più abituato agli agi. Luth ha un che di cavalleresco, rispetto agli altri. Anche lui, come tutti, credo sia mosso dal bisogno di sopravvivenza, ma si comporta un po’ come il classico leader che cerca di spronare il gruppetto ma che, in certi momenti, sembra scadere un po’ nella sbruffonaggine di chi, per l’appunto, si sente forte di una spada. Il che non è per forza negativo, ma dubito che qualcuno di loro sarebbe stato in grado di raccapezzarsi nel bel mezzo di quella foresta se non avessero avuto le abilità di cacciatore di Rowen. Che, d’altro canto, sembra stia partecipando agli Hunger Games 😂 
“Mmh, questa persona mi ha aiutato a farmi passare il mal di testa? Sicuramente è un opportunista, si sbaglia se pensa che lo salverò in caso di bisogno!” Amore, va bene che, in certi casi, mors tua vita mea, e rimanere sul chi va là è cosa buona giusta quando si parla di sopravvivenza primordiale, ma cerca di rilassare le spalle, ogni tanto; ma sappiamo che non lo farà. Perché Rowen è così, è il modo in cui è cresciuto: ha imparato a contare solamente su se stesso perché in diciotto anni nessuno a Syrdin ha mai davvero potuto conoscere l’altruismo, la collaborazione: tutti nella città distrutta hanno sempre tentato di difendere i pochi affetti rimasti e di mangiarsi la testa l’uno con l’altro, come cani affamati che lottano per sbranare l’unico lembo di carne trovato per strada. Nessun aiuto è mai giunto dalle altre città, anzi, persone come Rowen e Kayle si sono ritrovati a fare la figura dei sempliciotti caduti dal pero, sbattuti contro una realtà differente da quella che avevano sempre creduto. Il che è destabilizzante, ma non abbastanza da riuscire a fidarsi di chi ti sta intorno, anzi: un motivo in più per mostrare diffidenza verso chi ti ha sempre lasciato nella bambagia più totale, a morire di fame e soffrire più di tutti i soprusi del ricettacolo di Kyr, legato a quella città maledetta dove lui stesso ha avuto genesi. 

Menzione d’onore a Mr. Ti-Rubo-La-Scena Vorjah! Adoro che tu abbia scelto di mostrarci anche il punto di vista dei Balor, a volte, creature immensamente affascinanti: leggere con il loro POV, entrare nella loro testa attorniata dall’oscurità più profonda, venire a contatto con il loro naturale istinto di spargere sangue, di sottomettere gli umani alla loro potenza... è tutto dannatamente interessante e rende questa storia ancora più cupa e dark. Qui, in particolare, mi è piaciuto moltissimo che tu abbia delineato il perché i demoni sono servizievoli nei confronti del ricettacolo di Kyr: è l’unico residuo in Terra del loro Dio, il loro Creatore. E qui ritorna quell’affascinante senso d’onore che hanno i demoni: contrasta con i loro istinti malevoli e sanguinari, ma sono comunque disposti e grati verso il loro oscuro padrone. Boh, dirò una cosa strana, ma li amo un sacco: Vorjah, in particolare, mi pare un luogotenente particolarmente violento e spaventoso, forse anche più di Golgoth per cui nello scorso capitolo mi sono trovata a provare pena. E nulla, RIP Rowen perché quando ti ritrovi davanti un coso del genere dove vuoi scappare, ma dove pensi di andareeeee, dai che finalmente ti portano a farti torturare!! Okay, sono una madre sadica, menomale che non voglio figli nella vita reale, sarebbe preoccupante. 

Ti prego di perdonare ancora il mio ritardo schifoso, ho passato la settimana a cazzeggiare e infatti mi ritrovo ancora indietro di tre recensioni. Ma l’importante è arrivare,,, I guess! 
Un bacione a te, a quel disastro di Rowen e pure a Mano 💓

Recensore Veterano
23/05/20, ore 13:55
Cap. 7:

Eccomi qui. Visti i risultati prodotti nella scorsa recensione sappi che questa volta ho spolverato il mio miglior humor, quello che normalmente tengo da parte per feste private e funerali, e sono pronto ad usarlo. Siamo tornati sul carretto, in compagnia della nostra Compagnia dello Sfigatello, ma ti rendi conto di quanti soprannomi si becca il poro Rowen? Ogni volta ce n’è uno nuovo per il mainagioia dei nostri cuori. E proprio perché egli è mainagioia si capisce che il suo tentativo di fuga non sarà così semplice perché, nel frattempo, le cose si sono un po’ tese e i razziatori hanno cominciato a essere più guardinghi e diffidenti. Qui scopriamo che Luth è uno con lo sguardo lungo, uno di quelli che fanno attenzione a ogni piccolo particolare, il che mette a disagio Rowen che si sente troppo spesso passato ai raggi X. Bravo Luth, tu mi piaci, sei uno con un po’ di sale in zucca su un carro che pare sciapo in quanto a sale. Subito dopo, parte la prima edizione di Masterchef Geela&Syrdin edition.
I Razziatori hanno un notevole vantaggio in questa prova: conoscere gli ingredienti che avranno a disposizione per il Pressure test. Riusciranno a convincere i giudici con il loro piatto?
A quanto pare sì. Gli chef Joe Luth-anich e Antonino Rowenacciuolo si tuffano letteralmente ad assaggiarlo. La particolare attenzione all’impiattamento, in ciotola di legno e spada conficcata a terra, è valso ai Razziatori la vittoria nella prova.
Un pezzetto di carne essiccata e un po’ di pane raffermo, praticamente il mio pranzo quando non ho voglia di cucinare.
Ma non c’è tempo di esultare, il freddo e la notte calano velocemente rischiando di fiaccare l’animo dei nostri prigionieri che, però, non si perdono d’animo visto soprattutto che a bordo del carro c’è anche Arys che ha fatto bene a incrocchiarsi i capelli prima di partire, altrimenti Wes avrebbe dovuto usare qualcos’altro per aprire il lucchetto. E non so proprio cosa si sarebbe inventato per il tentativo di scasso. Cioè, o è in possesso d’un arto uncinato che ci ha tenuto nascosto fino adesso altrimenti sarebbero partiti i titoli di coda. Notare, ho utilizzato la parola arto perché non ho voluto cadere nella volgarità, la battuta originale era molto peggio.
Comunque, dopo un paio di tentativi a vuoto, il nostro abile ladro ci riesce. Tana libera tutti.
Seeeee, te piacerebbe, eh lettore? E invece. Il mainagioismo spinto è dietro l’angolo e ha sempre gli occhi spalancati sui protagonisti. Segugio che abbaia, ladro che scappa e forcina che non si sa dove va a finire.
Fortunatamente è solo una manciata di minuti di terrore, dove tutti pensano di essere spacciati. Invece il Razziatore si fa gli affari suoi e Wes ritrova la forcina e stavolta il cancello si apre.
Segue momento di parapiglia generale, tutti quanti si riversano fuori dal carro velocissimamente e senza ragionare. Compreso il mainagioia che cerca di cominciare a correre.
Egli, per dar ulteriore prova di quanto sia sfigato ma decisamente sveglio, viene trattenuto da un uomo che più che altro è ormai pasto per cani. Rowen, se lo guarda, l’uomo se lo guarda, il cane guarda l’uomo, Rowen guarda il cane, il cane guarda Rowen. Stallo alla messicana. Il mainagioia si mette le gambe in spalle e ciaone.
Ma per il principio delle gioie di Schrodinger, la gioia è sia viva che morta allo stesso tempo, almeno fin quando un Razziatore e un segugio non cominciano a inseguirti con una certa celerità. In quel caso è solo morta, c’è poca speranza che essa possa sopravvivere.
E via alla Usain Bolt verso la foresta. E dato che ancora non ho fatto neanche una citazioncina piccolina piccolina a Aldo, Giovanni e Giacomo, mi sembra il momento di sfoderarne una. Come il miglior poliziotto Huber, Rowen comincia a correre. Ma di brutto, brutto, brutto eh.
E niente, il Razziatore lo segue pronto ad aprirgli lo stomaco con la spada.
Quando il nostro protagonista pensa d’averla fatta franca, ecco piombargli il Razziatore addosso, con la sua barba sudicia attaccata al viso. Bella scena, oggi salto il pranzo.
Ma il mainagioia pare avere lo stesso talento d’Harry Potter: lui fa le cagate ma arriva sempre qualcuno a parargli le terga. E così il buon Luth – best character evah finora – gli ammazza il nemico addosso e lo aiuta a scappare.
Bel capitolo, bello pieno d’azione, sangue e deprivazione delle gioie che sono ormai un tuo marchio di fabbrica. Però alla fine una gioia il mainagioia l’ha trovata, dai. Si salva in calcio d’angolo.
Nonostante le premesse non sono ancora riusciti a vendere il suo corpicciuolo di cacciatore al miglior offerente.
Resto in attesa dell’asta su eBay, intanto ti saluto.
Sappi che hai scatenato una cosa brutta, brutta, brutta eh, dandomi il via libera alle ca***te.
Spero che non ti dispiaccia questo nuovo modo di far recensioni, fammi sapere che ne pensi altrimenti torno a quello vecchio che era un po’ più serioso.

È sempre un piacere autentico leggerti,

ci leggiamo presto.

Recensore Veterano
23/05/20, ore 10:49
Cap. 15:

Le cose per Rowen non vanno male, di più.
Mi sono piaciute moltissimo le descrizioni della fame, così terribile e acuta, e della sete. Quest'ultima soprattutto l'ho apprezzata per il senso di disperazione che comporta. Non poter bere deve essere qualcosa di terribile, insopportabile, e Mano Insanguinata lo sa benissimo; l'idea, poi, che lui conosca questo tormento probabilmente per esperienza personale è qualcosa di straziante.
Ancora più strazianti, però, sono stati i pensieri di Rowen in questo frangente, che consapevole della morte incombente cerca disperatamente un appiglio per restare in vita. Mi è piaciuto questo dettaglio e l'ho trovato molto "reale", molto adatto e coerente con il personaggio. Non ce l'avrei visto a pensare "okay, se devo morire che muoia". Rowen si è già dimostrato tenacemente attaccato alla vita, dotato di un forte istinto di autoconservazione, e vederlo gettare la spugna sarebbe stata una stonatura nel suo carattere.
E' stata una grande sorpresa scoprire che poteva di nuovo vedere. Inizialmente credevo che gli avessero davvero tolto la benda, ma più avanti Rowen appare ancora bendato e allora ho capito, a posteriori, che era tutto nella sua testa.
L'illusione della madre per un attimo mi ha tratta in inganno. E' chiaramente un'allucinazione, ma in un primo momento ho sospettato che fosse qualche trucco del tiranno; poi mi sono resa conto che era un'ipotesi un po' improbabile.
Questa parte mi è piaciuta perché, sostanzialmente, è Rowen che parla con sé stesso. La presenza di sua madre è solo il frutto della sua mente sconvolta, ma è stata utile per lui, per ragionare e considerare quel poco che sa sotto una luce diversa.
Mi ha stupita, invece, vedere Mordhen. Credevo che il ragazzo non gli fosse molto legato nonostante la parentela, ma il fatto che lo abbia visto nello stesso frangente di Nerya mi suggerisce che fosse anche lui uno dei suoi punti di riferimento, così come la madre.
Dicevo che queste allucinazioni gli sono state utili, e difatti è grazie alle chiacchiere con queste sue proiezioni mentali che finalmente Rowen comincia a vedere con chiarezza i piccoli dettagli che Mano Insanguinata si è lasciato sfuggire, e che potrebbero essergli utili per strapparsi da quell'orribile situazione.
Qui il ragazzo mi è piaciuto moltissimo. Possono averlo ridotto a uno straccio a livello fisico, ma ancora non lo hanno sconfitto.
La seconda parte del capitolo, con le sue prime righe mi ha fatto tirare un po' il fiato per quanto riguarda la sorte di Mano Insanguinata. Finalmente ha modo di liberarsi quantomeno della cotta che porta indosso, e mi sono ritrovata a sperare che avrebbe trovato un minimo di riposo nella propria stanza.
Mi è piaciuto leggere della sua delusione nei confronti di Rowen. Il fatto che il ragazzo si sia mostrato così arrendevole in qualche modo gli ha tolto la soddisfazione; se Rowen fosse stato un po' più stoico, sono certa che avrebbe preso la palla al balzo per sfogare su di lui la frustrazione derivata dal trattamento del padre e dall'essere stato "battuto" da Vorjah.
Mi è piaciuto moltissimo vedere come il suo pensiero corra in continuazione al prigioniero, spinto da qualcosa che Mano ancora non riesce a comprendere (e ti dirò, per un attimo ho creduto che lui si sarebbe ricordato di aver udito quel nome, magari da Nerya alla nascita del bambino, e che si sarebbe sfogato su di lui per la situazione in cui è stato costretto a vivere).
Un'altra cosa che ho apprezzato è una domanda che si pone Mano: Cosa c'è di appagante nella paura?
Questo quesito è forse un dettaglio minimo, ma io credo che contenga l'indizio che quest'uomo, sotto sotto, sia diverso da quello che il ricettacolo di Kyr avrebbe voluto: lui non prova alcun piacere nel suscitare terrore, e usa la violenza solo perché è l'unica cosa che conosce.
Un altro dettaglio che ho amato è Mano che osserva Rowen attraverso le sbarre. Di fatto non succede niente, perché i due non interagiscono, ma l'interesse che dimostra per questo prigioniero, il cui nome lo tormenta, mi è piaciuto molto.
Interessante come, in seguito, sia tornato con Golgoth. Trovo che il Balor sia per lui un'ottima spalla, e credo che averlo vicino in un certo senso gli dia sicurezza.
Oh, mi piace moltissimo la svolta che hanno preso gli eventi. Rowen è intelligente, e ha capito che per salvarsi doveva collaborare (anche se non come Mano avrebbe inteso). Ho amato anche il modo in cui Mano accoglie il fatto che qualcuno possa rivolgersi a lui come a un suo pari: vi ho letto una sorta di sollievo, dietro la sua confusione.
Mi piace moltissimo come stai gestendo gli sviluppi della storia. Sto adorando i personaggi, le loro introspezioni e il modo in cui si muovono in questo mondo distrutto.
Sono davvero felice di essere incappata in questa storia, perché è ben curata e merita davvero tantissimo.
Alla prossima! <3