Recensioni per
Nel nome del padre
di Dark Sider
Buongiorno <3 |
Eccomi qui! |
Ho sofferto tutto il capitolo. Il dolore di Mordhen è tangibile, fortissimo. Si è aggrappato a Thoan come fosse lui la sua salvezza, invece che viceversa. Il suo è un atto da uomo disperato, da qualcuno che, non sapendo cosa fare in una situazione così difficile, ha preso con sè la cosa più preziosa che aveva a portata di mano, per poi fuggire. E quella cosa, che nel suo caso è il suo migliore amico, diventa un mondo intero da proteggere e che allo stesso tempo da protezione, perchè rimane l'unico legame con il passato e quella che era la vita che aveva conosciuto fino a quel momento. E' una sensazione terribile e tu l'hai resa alla perfezione. C'è dolore, c'è paura di perdere l'amico, c'è allo stesso tempo l'urgenza della fuga, il dover andare via, correre, nascondersi. |
Ed eccoci finalmente a Rowen. Ero curiosa di sapere cosa fosse accaduto a questo ragazzo, e sono felice di poter leggere un capitolo a lui dedicato. |
Mia cara! |
Ciao, sono qui per lo scambio libero. |
Se c'è un capitolo perfetto, direi che è questo qui, insieme al Capitolo I. |
Cara, |
Ok Thoan è un idiota. Un coraggioso idiota, per quello che vale, ma "daje tanto sono rimasti pochi demoni a Syrdin" NON è un discorso sensato. Ok ce ne sono pochi ADESSO, a parte che ne basta uno, di Balor, per massacrarvi tutti. Ma anche nell'ipotesi remota che possiate sconfiggerli, poi Mano Insanguinata tornerebbe con l'esercito di Balor al completo e vi asfalta la città, vi asfalta le vite e vi asfalta pure l'anima. Ma peggio, vi lascia in mano ai demoni che vorranno vendicarsi per l'alzata di capo, e a quel punto la morte diventa l'ultimo dei vostri problemi! |
Carissima, ciao e scusa il solito ritardo. |
Ciao cara, approfitto di questo periodo di “reclusione forzata” per portarmi avanti con la lettura! Che dire, confesso che attendevo con ANSIA il momento in cui avremmo finalmente visto un confronto tra Mano Insanguinata e suo padre…e in effetti la parola ansia è perfetta per descrivere ciò che questo capitolo trasmette: da quando Mano e Golgoth appaiono nel maniero, il luogo che il nostro antieroe odia più di qualunque altro sulla faccia della terra, ma al contempo il più familiare, fino a quando il ricettacolo fa sentire la sua presenza senza mai mostrarsi, mi ha riempita di inquietudine. Ho apprezzato molto il fatto che il ricettacolo di Kyr (non ha più senso chiamarlo Devian, poiché di lui ormai non è rimasto nulla) non si faccia ancora vedere, ma riusciamo a percepirne tutta la pericolosità, l’orrore e la crudeltà attraverso le sensazioni del figlio e di Golgoth. Ho amato il fatto che umano e demone siano uniti indissolubilmente dalla comune paura verso qualcosa di enormemente potente e terrificante, qualcosa in grado di piegare persino un guerriero valoroso come Golgoth. I due si trovano completamente impotenti di fronte a Kyr e il fatto che non abbiano idea di quale sia il suo aspetto aumenta ancora di più il senso di straniamento, di terrore per qualcosa che non si può conoscere e forse mai si comprenderà mai appieno…come da piccoli si ha irrazionalmente paura del buio, così Mano, nonostante abbia visto orrori indicibili, continua ad avere paura di quella stanza buia e della creatura che vi si annida. Ormai sfinito da quella vita fatta di terrore e privazioni, invoca la morte, la avverte come una liberazione più che una punizione, eppure Kyr non ha ancora finito con lui. O è davvero sadico fino al midollo, oppure Mano è un tassello fondamentale nel suo piano, un piano che riguarda i maghi e ( e ormai anche il povero Rowen XD). Adesso ho mille teorie che mi frullano nella testa. Sono ansiosa di scoprire per quale motivo Golgoth abbia ricevuto l’ordine di sterminare altri suoi simili, immagino che sia una punizione esemplare per questo imprevisto ritardo nel compimento della missione. Davvero tantissimi complimenti per come hai costruito il capitolo, come sempre ricco di dettagli e di tensione! A prestissimo, ciao!! |
Ciao ^^ |
Carissima Dark Sider! |
Ciao, cara! |
Ed eccoci tornati da Mordhen! Devo dire che mi era mancato, trovo che i capitoli a lui dedicati siano sempre molto profondi e interessanti da leggere, si vede proprio che nutri un grande affetto per questo personaggio. Nonostante ciò apprezzo il fatto che non cerchi di edulcorarlo e dipingerlo come un santo, anzi: in questo capitolo abbiamo modo di conoscere la sua storia, il motivo di questo allontanamento dalla sorella e quindi dal nipote, ignaro di tutto. Come molti giovani, Mordhen si è scontrato con suo padre circa il suo futuro, sognando avventure e immaginando di fare fortuna contando sulle proprie forze. Ma come lui stesso ammette, ha fatto male i conti e questo errore gli è costato l'affetto e la stima di sua sorella, che evidentemente ha sofferto moltissimo per la sua partenza, al punto da non rivolgergli mai più la parola. Spesso ci accorgiamo di quanto le persone siano importanti solo quando le perdiamo ( Solomon Blake, su da bravo, prendi notaXD) e per questo Mordhen passa la vita a vegliare silenziosamente sulla famiglia che ha perduto, come a voler in qualche modo rimediare al suo errore. Eppure è troppo codardo per rompere quel muro che lo separa non solo da Nerya (la cui mente è ormai troppo martoriata ed è quindi l'ombra di sé stessa), ma soprattutto da Rowen, che ha cercato di proteggere tenendolo lì con lui, anche a costo di farsi detestare. Mordhen è un antieroe, un uomo spezzato dalla vita, che lotta continuamente con i suoi demoni, non meno aggressivi di quelli che assediano Syrdin: vorrebbe essere il capo di cui quella gente ha bisogno e merita, ma è consapevole di essere troppo debole, troppo stanco, troppo codardo per esserlo a pieno e sente che il controllo sulla situazione gli sta rapidamente sfuggendo dalle mani. Bello anche il confronto con August, che si presenta come un uomo di scienza calcolatore e pragmatico, nonostante anche in lui stia evidentemente avendo luogo una battaglia tra etica, buon senso e desiderio di rivalsa. Thoan, da brava testa calda ci tiene proprio a morire insomma XD e spada sguainata e vessillo al vento (cit, da Shrek) sta andando incontro a morte certa, incurante del fatto che i demoni (che saranno anche delle bestie feroci, ma di certo non sono tonti) non stiano aspettando altro che un pretesto futile per dare sfogo alla loro sete di sangue, che fino ad ora sembra tenuta a freno dal terrore verso il ricettacolo. Gli umani per loro sono praticamente dei giocattoli e decidono di stare al loro gioco solo per sadico divertimento. Ho tenuto il fiato sospeso assieme a Mordhen durante la sua corsa disperata per salvare l'amico, la sua smania di fare qualcosa, di tentare l'impossibile nonostante la certezza che ci sia ben poco che possa fare contro quei mostri. Questo dimostra quanto forte sia il sentimento di amicizia che nutra per quel testone di Thoan: un tempo era stato lui a salvare un immaturo Mordhen dalla miseria offrendogli un lavoro e una nuova casa ed é bello come adesso sia Mordhen a fare lo stesso per l'amico. Ed è proprio il desiderio di ripagarlo a spingerlo finalmente all'azione, ritrovando quella determinazione di un tempo. Davvero complimenti, ho adorato questo capitolo, hai saputo calibrare bene i momenti di riflessione e quelli più movimentati.Come sempre torno a dire che mi piace moltissimo il tuo stile di scrittura, in particolare le descrizioni, sempre estremamente efficaci. Cercherò di andare più spedita in questi giorni perché vorrei riuscire a mettermi in pari al più presto. Alla prossima! |