Recensioni per
Nel nome del padre
di Dark Sider

Questa storia ha ottenuto 391 recensioni.
Positive : 391
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
13/03/20, ore 10:07
Cap. 7:

Buongiorno <3
Mi mancava leggerti e perdermi in questo mondo, per fortuna sono barricata in casa fino ad aprile, per cui questa settimana sono riuscita a prendere più scambi del solito. 
Quando riprendo una storia dopo abbastanza tempo ho sempre il timore di non ricordarmi niente, invece sono stata felice di constatare che tutte le informazioni e le vicende dei capitoli precedenti mi sono rimaste impresse, e infatti appena ho iniziato il capitolo ho ripreso esattamente da dove avevo lasciato, mi ricordavo bene del tentativo di fuga che stavano mettendo su. 
Come al solito le introspezioni di Rowen ti sono venute benissimo, già sai che è un personaggio che adoro e questo non è cambiato. Mi è piaciuto soprattutto come hai mostrato i sentimenti di Rowen in merito al modo in cui Luth lo guarda, quelle descrizioni le ho adorate. E Luth in particolare mi è piaciuto moltissimo come personaggio, fra i vari prigionieri mi sembra quello più interessante, per il momento. Anche se pure Wes ha fatto la sua parte, mi piacciono le sue capacità da ladro xD  
Durante il momento in cui Wes tenta di aprire il lucchetto con la forcina mi è salita l'ansia, terribilmente, al pensiero che qualcuno potesse scoprirli e mandare all'aria la loro unica possibilità di fuga. Credo sia la stessa ansia che ho avuto mentre leggevo una scena simile, sempre con la forcina, in 'Misery non deve morire' di King, solo che se li avessero beccati sarebbe stato mooolto peggio di trovarsi Annie Wilkes davanti, ecco. E infatti il razziatore che cerca di capire che diavolo stessero combinando mi ha mandata nel panico, a quel punto ero sicura che il piano fosse fallito e non avrebbero ritentato. Invece, non si lasciano abbattere e riprovano ad aprire il lucchetto, è una fortuna che siano riusciti a ritrovare la forcina. 
Le riflessioni di Rowen sul tempo sono davvero bellissime, mi sono piaciute un sacco. Ancora di più mi è piaciuta la sua assenza di sensi di colpa quando si ritrova a mollare il prigioniero nelle fauci del segugio e a scappare, senza aiutarlo. Rowen pensa a se stesso, alla sua salvezza, e in una situazione simile penso che lo farebbe chiunque. Adoro quando non ti perdi in cliché che risultano spesso terribili, come lo sarebbe stato se Rowen si fosse fermato ad aiutarlo, in quanto sarebbe stato poco credibile - e sarebbe stato impossibile riuscire a scappare e mettersi in salvo, con un ferito da portarsi dietro. Adoro, adoro la tua cattiveria, tantissimo xD
C'è da dire che se avevo già iniziato ad amare Luth da tempo, il fatto che abbia salvato Rowen non può che farmelo amare ancora di più. Sono felice che gli serva Rowen e che non dovremo salutare tutti i prigionieri, anche se ancora non è chiaro chi sia riuscito a fuggire oltre a Luth, perché appunto iniziano a piacermi un sacco come personaggi, e questo rende le cose ancora più interessanti.
Sono sinceramente curiosissima di sapere come prosegue, spero di poter passare presto a leggere il prossimo capitolo **
Alla prossima!
fumoemiele

Recensore Master
12/03/20, ore 18:50
Cap. 12:

Eccomi qui!
Allora, un capitolo di transazione rispetto alla trama principale, ma comunque stupendo. Dopotutto, i tuoi personaggi secondari sono sempre talmente ben delineati da intrattenere il lettore anche se non sono parte centrale delle vicende, anche perchè ciò che capita loro non è mai noioso.
Mi ha fatto piacere rivedere Mordhen e Thoan, soprattutto il primo. In questo mondo di persone dalla dubbia morale e incapaci di pensare ad altri se non se stessi...beh, lui è un po' un raggio di sole metaforico, sebbene anche lui non sia uno stinco di santo. Ma del resto, chi lo è in questo universo letterario di sangue e follia?
E, come c'era d'aspettarsi, manco loro finiscono bene, e infatti eccoli preda di quelli che potrebbero essere banditi...oppure peggio. O forse questo è solo un inganno da te perpetrato per farci credere che siano spacciati, quando invece hanno appena trovato la salvezza per mano di una terza fazione. Ne dubito, ma sperare non nuoce.
Inoltre, la notizia che presto avremo a che fare con l'incontro tra Mano Insanuinata e Rown mi ha messo un sacco di Hype, non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo e vedere come se la sta cavando il nostro anti-eroe tra le, ehm...amorevoli mani del balor di turno.

Recensore Master
11/03/20, ore 19:51
Cap. 12:

Ho sofferto tutto il capitolo. Il dolore di Mordhen è tangibile, fortissimo. Si è aggrappato a Thoan come fosse lui la sua salvezza, invece che viceversa. Il suo è un atto da uomo disperato, da qualcuno che, non sapendo cosa fare in una situazione così difficile, ha preso con sè la cosa più preziosa che aveva a portata di mano, per poi fuggire. E quella cosa, che nel suo caso è il suo migliore amico, diventa un mondo intero da proteggere e che allo stesso tempo da protezione, perchè rimane l'unico legame con il passato e quella che era la vita che aveva conosciuto fino a quel momento. E' una sensazione terribile e tu l'hai resa alla perfezione. C'è dolore, c'è paura di perdere l'amico, c'è allo stesso tempo l'urgenza della fuga, il dover andare via, correre, nascondersi.
Mordhen è un animale in fuga adesso, molto più di quanto non lo sia Redivivo. Agisce d'istinto molto più che con la ragione, e solo quando si rende conto di quanto stia soffrendo Tohan e di quanto sia vicino alla morte decide di fermarsi. Le sue conoscenze non gli permettono di salvare l'amico con le sue mani, e nelle parole di Tohan, quando gli dice "non è colpa tua" c'è una rassegnazione che ha riempito me di dolore.
E in questo momento drammatico in cui ha abbassato la guardia, si ritrova davanti qualcosa di nuovo, che lo vince senza nemmeno sfiorarlo.

Devo dire che questa storia si sviluppa sempre meglio nel corso del tempo. Non è facile sviluppare e intrecciare la vita di molti personaggi, e sinceramente io lo trovo davvero complicato, per cui hai tutta la mia stima. In particolare poi questo è un capitolo molto introspettivo e questo è sicuramente il mio genere (molto più che quelli d'azione, non credo di essere brava a scriverne), per cui lo apprezzo particolarmente!

Bravissima... e alla prossima :)

Recensore Veterano
11/03/20, ore 15:45
Cap. 6:

Ed eccoci finalmente a Rowen. Ero curiosa di sapere cosa fosse accaduto a questo ragazzo, e sono felice di poter leggere un capitolo a lui dedicato.
Il suo risveglio nel carro non è dei migliori. Solo, disarmato, in mezzo a molte facce sconosciute, e con la consapevolezza di aver perduto per sempre la sua vita di un tempo.
Posso capire benissimo il suo senso di impotenza. Rinchiuso su quel carro, l'unica prospettiva per il futuro è quella, orribile, della prigionia e dello sfruttamento in un bordello. 
Fortunatamente per lui, a condividere questa sorte non è il solo. Nel suo carro ci sono altre persone, altri giovani che gli forniscono un aiuto maggiore di quello che immaginano - e forse, persino maggiore di quello che immagina lui stesso. La notizia che nel mondo ci sia qualcosa in più della desolante distruzione che Rowen ha conosciuto, è qualcosa che ha stupito anche me. Non mi aspettavo questa svolta, e sono davvero curiosa di scoprire se dicono il vero.
Improvvisamente l'idea di fuggire non appare più come una totale perdita di tempo o un suicidio inutile. Non mi fido del tutto dei ragazzi che chiacchierano con Rowen, ma sono curiosa di sapere se riusciranno nel loro intento. Di certo, qualora riuscissero a fuggire e scampassero ai Razziatori e ai loro cani, rischierebbero di finire tra le grinfie dei demoni inviati da Mano Insanguinata, ma credo che a questo punto sia meglio tentare la fuga piuttosto che attendere il disastro chiusi in quel carro.
Ho apprezzato moltissimo la consapevolezza di Rowen sul proprio egoismo. Non mi sento di giudicarlo, perché credo che in una simile situazione moltissime persone penserebbero allo stesso modo, cercando di salvare sé stessi prima di chiunque altro. In un certo senso lui ha accettato questa parte di sé, forse non esattamente nobile ma utile a sopravvivere.
Questo è stato un gran bel capitolo, che sa un po' di "momento di passaggio" ma che è stato utilissimo per capire cosa sta accadendo e che mi ha fatto sorgere moltissimi interrogativi per il futuro.
Alla prossima! <3
Afep

Recensore Master
11/03/20, ore 11:07
Cap. 11:

Mia cara!
La scorsa settimana mi sei mancata e volevo passare, ma ho avuto a mala pena il tempo di respirare e non ce l'ho fatta.
Eccomi qui adesso però, sperando di recuperare ❤️
Allora, chiariamoci: Rowen non si merita nulla, neanche un Moment di foglie amare (spero almeno siano amare come il veleno) per scacciare il mal di testa e Wes è troppo gentile.
Arys e Wes sono fratelli e tra fratelli ci si intende, spesso anche senza aver bisogno di parlare. Se Kayle non lo capisce sono fatti suo, però mi dispiace per lui e per la sua spalla: rimettere a posto un arto lussato è davvero, davvero doloroso.
Ribadisco, Rowen non si merita nulla, men che meno la fiducia dei compagni e spero che prima o poi qualcuno, nella notte, gli tagli la gola.
Per quanto riguarda Camel mi limito a un grasso "AHAHAHAH"
Vorjah: interessante, potrebbe piacermi, ma se vuole il male per Mano Insanguinata e Golgoth spero tu lo rimetta rapidamente al proprio posto, nel fango, sotto i piedi di Mano (sì, sono sempre più innamorata).
In realtà questo capitolo, privo di Mano e Golgoth, mi è piaciuto un sacco. Mi aspetto crudeli e prolungate torture per Rowen che è stato catturato da Vorjah (anche se non approvo per nulla il piano di vendetta del balor verso Mano: bello, l'umano è decisamente più bello e meritevole di te!), mi aspetto la fuga di Arys, Wes w Luth (che spero non compariranno, perché mi piacciono), mentre do per scontrata la morte di Kayle.
Molto molto bella la fuga disperata dei ragazzi, che trovo adatta e che sinceramente mi ha ricordato tantissimo la fuga di Merry e Pipino dagli orchi nella foresta di Fangorn (adoroh).
Ma questa faccenda dei permessi? La amplierai, vero? Non mi lascerai a chiedermi di che cosa balor tu stessi parlando, vero?
Come sempre, tesoro, sei bravissima.
Lo stile scorrevole e frammentato è perfetto per questo capitolo di fuga precipitosa e di rabbia.
La vicenda è sempre più intrigante ed è un piacere infinito leggerti.
Spero, nel prossimo capitolo, di ritrovare Mano e Golgoth e di vedere punito e torturato quel parassita di Rowen.
Un bacio grandissimo e a presto,
L.

Recensore Master
10/03/20, ore 20:06
Cap. 1:

Ciao, sono qui per lo scambio libero.
Sono un po’ fuori esercizio, è da un po’ che sto via da efp e non lascio recensioni. Spero di riuscire a lasciarne una accurata e ben argomentata, come piace a me.
Allora, ti dico subito che come prologo mi è piaciuto. Soprattutto l’incipit e le ultime battute di chiusura davvero ad effetto. Mi piace come, nella prima parte, utilizzi le ripetizioni: le prime due nei due paragrafi iniziali, e poi quel “lui” ripetuto, che riescono a dare un senso di durezza, di oscuro, di perdita tangibile e pressante. Ho apprezzato anche alcune similitudini, come il tintinnio che si spande come un grido di morte, o come le figure che sfuggono rapide come miraggi. Scrivi bene, e scrivi di un genere che secondo me ti piace, perché ho rintracciato nella narrazione gli echi di letture fantasy. Non è una critica, ma un punto a favore, perché vuol dire che il genere è trattato con cognizione di causa. Inoltre curi la parte introspettiva, caratterizzando i personaggi a partire dalle loro sensazioni e dai loro sentimenti, che è il punto cruciale per renderli realistici. Confesso che l’abbandono del bambino da parte di Nerya mi ha stretto il cuore, sei stata brava a rendere la scena cruda, dure, spietata emotivamente; e allo stesso tempo non ho potuto fare a meno di chiedermi se davvero, al posto di Nerya, qualunque madre si sarebbe comportata allo stesso modo. Qui ti faccio i miei complimenti perché la paura della morte del figlio è supportata da un già precedente odio nei confronti di quel bambino che rappresenta indirettamente e senza volerlo il motivo per il quale lei si è dovuta separare dal suo amato. L’odio che ha covato nei mesi, la paura e la solitudine esplodono sobillati dalla paura per il figlio stretto solo per pochi attimi. Riguardo agli altri personaggi, i due ragazzi, non mi pronuncio perché è ovvio che al momento siano stati solo presentati e che ci vorrà tempo per definirli, ma ti dico subito che ho apprezzato le diversità e affinità: diversità perché se il primo si mostra come un personaggio duro, militare, ma ancora sensibile all’odore del sangue, il secondo invece è premuroso con la madre, fa l’uomo di casa ma mostra tutta la sua giovane età quando si abbandona a pensare ai racconti dei vecchi e cerca d’immaginare una vita migliore, bella e allegra; affinità perché entrambi giovani hanno già conosciuto il dolore, la privazione, le brutture del mondo. Diversi eppure uguali, ecco.
Nel suo complesso, quindi, il prologo mi ha convinto e sicuramente incuriosisce a continuare la lettura.
Ho comunque dei suggerimenti e delle domande da porti (devi sapere che, contrariamente, non sarei io).
Partiamo da quei particolari che non mi hanno convinto. Credo (e sottolineo credo) che un albero per essere consumato dalle fiamme e infine cedere e cadere abbia bisogno di tempo, più tempo rispetto a quello che serve al fuoco di propagarsi o all’odore del fumo di espandersi. Te lo dico per esperienza, se qualcosa brucia lo senti anche a distanza… poi se hai il vento a favore. Di conseguenza, troverei più realistico il fatto che l’odore di fumo le investa prima che le raggiunga il rumore dello schianto. Aggiungerei quindi un pezzettino in cui preannunci la catastrofe sollecitando i sensi del lettore, come un odore che aleggia nell’aria e che Nerya non sa da dove arrivi, qualcosa che all’inizio sembra essere solo nella sua mente e che ha il potere di inquietarla. Oppure aggiungerei mettendole in allarme del fatto che, per via del vento, non avevano sentito prima l’odore del fumo.
Altro appunto, si trova nel terzo momento, subito dopo la prima battuta di Rowen: il fatto che l’attimo prima utilizzi “un ragazzo” e nella frase successiva lo chiami per nome. Il lettore sa benissimo che è Rowen, quindi usa il nome, è meglio. L’uso di “sinonimi” al posto del nome non alleggeriscono un testo, lo appesantiscono. Lo rendono meno curato, secondo me. Non avere paura di usare i nomi.
Hai uno stile fluido, che si avvale per la maggior parte del tempo di periodi lunghi ed elaborati a volte, soprattutto di coordinate. Molto spesso utilizzi la relativa per unire più periodi. Nulla di sbagliato, ci mancherebbe. Ma, forse per mio gusto personale, in alcuni casi io lo eviterei. Soprattutto quando si vuole dare l’idea di imperiosità, di freddezza, di urgenza… boh, dipende dai casi, ovvio, ma frasi brevi, spezzate, riescono a dare un ritmo più coinvolgente, più imperante.
Per esempio, in questo passaggio qui:
“In un gesto fulmineo, mise Rowen tra le braccia tremanti della levatrice che, ancora profondamente scossa, accolse il neonato in un silenzio atterrito.” → Io toglierei il che a favore di un punto. Inoltre la levatrice avrà di sicuro un nome: del bambino a Nerya non le importa, ma forse, anche inconsciamente, il nome di lei le sarà rimasto in testa. Vuoi che una levatrice, da sola con una donna incinta e un bambino, non si metta a chiacchierare ad alta voce per far passare il tempo e stemperare la tensione? Inoltre mi domando chi sia, chi accetterebbe di stare confinata in una capanna gelida in un bosco con una donna e un bambino? Ok, personaggio di passaggio sicuramente, ma a me piace dare realismo anche alle comparse, rende il tutto più coinvolgente, vero, curato. E trovo fattibile che in un momento urgente, forse per la prima volta, Nerya chiami la levatrice per nome. È solo uno spunto, il mio. Null’altro.
Un’altra cosa che non mi convince, soprattutto in relazione al registro linguistico e allo stile, è l’uso radicato dell’elisione davanti a vocali differenti, come “s’alzò”, “s’era” e tutti gli altri. A me danno un senso o di uno stile vecchiotto, un po’ del secolo scorso, oppure della parlata informale, qualcosa di più gergale; e nessuno dei due casi rispecchia il tuo stile.
Altro appunto: l’inversione tra sostantivo e aggettivo. Io la utilizzo e mi piace, ma sono dell’idea che usarla sempre, o nella maggior parte dei casi, ne smussi l’effetto e renda il testo inutilmente arzigogolato.
Riguardo al narratore. Mi era parso di capire che tu stessi usando dei punti di vista, non uno onnisciente. Lo deduco anche perché utilizzi gli occhi di Nerya per mostrare al lettore dove si trovano, nell’ultimo pezzo. Solo che dopo c’è quest’altra frase: “«L’arcimago Ademar ci proteggerà» insisté Nerya, con pacatezza, come se non si rendesse davvero conto della conversazione in atto con suo figlio.” Se fosse il suo punto di vista, il narratore saprebbe se si rendesse conto oppure no. Poi, il passaggio dal suo punto di vista al punto di vista di Rowen senza un vero stacco come avevi fatto fino a poco prima mi ha un attimino disorientato. Insomma, non ho capito il tipo di narratore che utilizzi, purtroppo. Ed è importante, ai fini di una coerenza stilistica, di pulizia della narrazione ma soprattutto per coinvolgere il lettore (me sicuramente) serve necessariamente.
Spero di aver detto tutto, quanto meno di aver affrontato tutti i punti fondamentali, e che la recensione possa aiutarti. Il prologo mi è piaciuto, quelle segnalate sono secondo me piccoli accorgimenti che limerebbero il lavoro. Mi piace confrontarmi con l’autore, quindi se non sei d’accordo con qualcosa che ho detto non farti scrupoli, non sono infallibile, ci mancherebbe, e questo resta il mio personale punto di vista.
A presto!

Recensore Junior
10/03/20, ore 17:47
Cap. 12:

Se c'è un capitolo perfetto, direi che è questo qui, insieme al Capitolo I. 

Sì, le vicende di Mordhen non parevano particolarmente interessanti di primo acchito, ma credo che la ragione fosse una sola e molto semplice: era protagonista molto passivo delle sue vicende. Più che altro subiva quello che gli capitava, prendeva poche decisioni e generalmente obbligate, sicché i suoi capitoli avevano il fuoco su altri personaggi, alla fin fine.
Qui invece è davvero protagonista e al centro dell'azione. Si trova a dover prendere delle decisioni ben precise e che hanno conseguenze inevitabili, a stabilire delle priorità e delle strategie. E dimostra di avere le sue risorse. Non ultimo, concludiamo con un bel cliffhanger. Devo dire che qui hai risvegliato il mio interesse per un ramo della storia che mi stava prendendo di meno del resto. Good job.

Alla prossima! 

Recensore Master
10/03/20, ore 17:00
Cap. 12:

Cara,
approfitto di questa quarantena forzata per leggerti e, credimi, mi rammarica non avere altri capitoli di leggere ma confido in te e nel fatto che presto ne aggiungerai altri (e parlo al plurale, ne ho bisogno XD).
Che meraviglia. Sai quanto il personaggio di Mordhen mi piaccia e mi chiedevo dove fosse diretto e quali fossero i suoi intenti... e dunque, un piano vero e proprio non ce l'ha, ma in compenso la sua testa – mentre cerca di portare Tohan in salvo o di mantenerlo vivo come può – è piena zeppa di sensi di colpa nei riguardi di Tohan ma soprattutto d Rowen, che vorrebbe trovare e salvare, e che spera sia vivo, da qualche parte, al sicuro, salvo... ma, mio caro Mordhen, forse tu sei quello messo meglio, in questa situazione instabile; anche se non ho minimamente idea delle intenzioni che i nostri nuovi amici aggressori e amici dei cavalli abbiano. Magari sono amici, magari sono al servizio di qualcuno che i Razziatori li caccia e non li affianca... lo spero un po', ma qualsiasi cosa so che mi piacerà, siccome ogni volta sei in grado di sorprendermi.
Ogni introspezione di Mordhen è un sussulto al cuore. Non fa altro che ripensare a ciò che non ha fatto, ad August che l'ha lasciato solo nel momento del bisogno, quando c'era bisogno anche di lui in quella situazione così in bilico... pensa alle occasioni perse e alle scelte che ha dovuto prendere. Ritorna poi quel senso del dovere di dover infliggere pace eterna a chi soffre, ma Mordhen non ci riesce... è difficile farlo, non lasciarsi sopraffare dai sensi di colpa, come con Nerya.

Eppure Mordhen ce la mette tutta, cercando di rimanere vigile, sicuro, in grado di mettere ordine nel caos della sua mente, come ha sempre fatto, anche per non traumatizzare Tohan e quello che sta passando. Sembra a un passo dalla morte e per quanto riesca a dargli sollievo e a farlo riprendere, Mordhen non riesce a non vedere quel velo di morte nei suoi occhi; una morte che sembra certa anche dai discorsi che l'amico gli fa sull'odio e sulla morte stessa... ma tutto questo non ci è dato sapere ancora, siccome il destino ha deciso di non essere clemente con i nostri protagonisti. E mentre Rowen è nelle mani di Vorjah e Mano Insanguinata si muove spinto dalla paura di deludere il padre, la storia prende pieghe sempre più oscure e complesse, ma così affascinanti da togliere il fiato.
Aggiorna presto, per favore... mi servi per affrontare la reclusione forzata ♥ Hai una grossa responsabilità, renditi conto u.u
Come sempre un lavoro incantevole,
Miry

Recensore Master
10/03/20, ore 16:50
Cap. 5:

Ok Thoan è un idiota. Un coraggioso idiota, per quello che vale, ma "daje tanto sono rimasti pochi demoni a Syrdin" NON è un discorso sensato. Ok ce ne sono pochi ADESSO, a parte che ne basta uno, di Balor, per massacrarvi tutti. Ma anche nell'ipotesi remota che possiate sconfiggerli, poi Mano Insanguinata tornerebbe con l'esercito di Balor al completo e vi asfalta la città, vi asfalta le vite e vi asfalta pure l'anima. Ma peggio, vi lascia in mano ai demoni che vorranno vendicarsi per l'alzata di capo, e a quel punto la morte diventa l'ultimo dei vostri problemi!
Una cosa sensata ha detto Thoan, una sola: che tanto li avrebbero uccisi comunque. Che hanno guadagnato tempo. Ma per come la vedo io, visto che è stata promessa loro una morte dolorosa nel caso la pista del cercare Rowen fosse inconsistente, quel tempo che hanno guadagnato dovrebbero usarlo per suicidarsi in modo pulito e indolore.
"E che cosa si era aspettato da lui, dal suo migliore amico? Che rimanesse a guardarlo morire senza fare nulla?" <- aw però devo dire che in un modo un po' contorto è anche tenero. Non è intervenuto parlando di Rowen soltanto per paura o per guadagnare tempo per un'improbabile rivolta, l'ha fatto perché si è trovato davanti la prospettiva dell'imminente morte di Mordhen e ha voluto proteggerlo. Ovvio lui non capisce come mai Mordhen si sia "arreso" così facilmente, ma secondo me Thoan non si rende conto fino in fondo di quanto sia escrementizia la loro situazione.
Posso capire la delusione di Thoan nel rendersi conto che il suo amico non è più quello di un tempo, ma mi viene sponteneo chiedermi... ma Thoan dove cacchio ha vissuto negli ultimi 18 anni? Sul serio non si è reso conto a sua volta che stanno già, tutti, vivendo in ginocchio?
Adesso però devo assolutamente sapere cosa sia successo in quel duro inverno di cinque anni fa!

Tutta la parte in cui passi a spiegare il punto di vista di Mordhen è assolutamente perfetta. Mostri molto chiaramente i suoi sentimenti e le sue reazioni, sembra un'anima morta, spezzata, che tuttavia aveva ancora bisogno della vicinanza del suo amico anche se ormai era così diverso e anche se ormai non parlavano più la stessa lingua. Io mi azzardo a dire che, finché non si sono confrontati direttamente, Mordhen aveva bisogno di avere accanto Thoan perché Thoan lo vedeva come il Mordhen che era stato anni prima, e Mordhen aveva bisogno di questo. Aveva bisogno, non per una sua bussola interiore (ormai era impossibile tornare a essere il Mordhen di prima), ma come conforto psicologico. Questa cosa poteva reggere finché non si sono guardati e non si sono detti a vicenda "non siamo più compatibili, siamo un idiota idealista e un depresso". Una volta detto questo, si rompe il fragile equilibrio.

Thoan non avrebbe mai potuto fare il capo: troppi compromessi, Thoan è uno che si si spezza ma non si piega, e sarebbe morto male al primo incontro con dei demoni secondo me. Non prendendosi quelle responsabilità, è riuscito a mantenere il suo spirito e la sua coscienza più o meno intatti, ma mi viene da dire grazie al cazzo, facile essere innocenti quando non devi prendere tu le decisioni difficili. (A proposito trattandosi di un "inverno difficile" io sospetto che Mordhen abbia preso la decisione di lasciar morire qualcuno per ridistribiure le risorse in modo sufficiente a far sopravvivere altri, ma è solo un'idea)

Cambiando argomento... in questo capitolo prima Thoan ha definito Rowen "il tuo pupillo" o qualcosa del genere, poi il guaritore ha detto a Mordhen "so che hai a cuore Nerya e suo figlio"; ma che, davvero Mordhen tiene a Rowen? Non è mai stato gentile con lui, anche se ok, non lo ha giustiziato per aver cercato di fuggire con Nerya e forse questo è già un atto di grande tolleranza in quella situazione? Insomma Mordhen è davvero una specie di mentore per Rowen? Eppure non ricordo che Rowen gli riservasse molto affetto.

Oh ma tanti complimenti ad August! L'eroe patriota della situazione! "Fanculo sto stronzo del ricettacolo di Kyr, noi siamo morti comunque, affondiamo facendogli il dito medio". Grandissimo. Tanto rispetto per lui. Mi dispiace per Nerya ma capisco il discorso: lei è praticamente in coma, c'è una bassissima probabilità che si svegli, si tratta di morte per fame o morte rapida.

Oooh ma Nerya è la sorella di Mordhen? Pensavo che lui fosse un ex spasimante o qualcosa del genere! :O Ma Rowen lo sapeva? E soprattutto, Mordhen quindi SA chi è il ricettacolo di Kyr? E' a conoscenza dei fatti pregressi, come Nerya? Oppure aveva già lasciato la casa di famiglia all'epoca e non sa nulla?
Comunque devo dire che, essendo questa una storia e non la realtà, non mi stupirebbe se per esigenze di trama Nerya si svegliasse all'ultimo. Staremo a vedere.

I razziatori sono furbi! Però anche io non credo che con un esercito di balor alle calcagna si siano messi a decidere "ok tu sui carri hai gli schiavi quindi vai in quella città che si vendono bene, io ho il cibo vado da quest'altra parte, ecc". Penso invece che stiano facendo un largo giro per depistare e poi riunirsi, dopo un tot di tempo, non subito altrimenti il depistaggio è inutile... immagino che i razziatori abbiano diversi covi in giro per la foresta?

"Era sicuro che non dovesse essere quella la normalità" -> woah ma allora si RENDE CONTO che la sua vita è una merda ed è l'eccezione e non la regola? E' più di quanto mi aspettassi da uno cresciuto in condizioni così disumane, che farebbero impazzire chiunque, ma mi chiedo come lo faccia sentire questa consapevolezza. Povero ragazzo. Ma forse ricorda di aver udito il nome di Rowen quando era un bambino, prima che Nerya lo abbandonasse? E la donna che odia, non dovrebbe essere Nerya piuttosto che sua madre? Però non ricorda nulla coscientemente, vero? Aveva solo quattro anni dopo tutto...

Bellissimo capitolo anche stavolta, il ritmo è incalzante e viene troppo voglia di scoprire cosa accada dopo, e in realtà anche di scoprire cosa sia accaduto prima perché questo ricettacolo di Kyr mi incuriosisce molto, dovrò leggere anche il prequel quando avrò tempo.

Recensore Master
10/03/20, ore 13:41
Cap. 12:

Carissima, ciao e scusa il solito ritardo.
Ti dirò: mi ero un po’ dimenticata di Mordhen. Con tutte quelle che sono successe a Rowen, i problemi familiari di Mano, beh, lo ammetto, me lo ricordavo in fuga e con l’amico moribondo appresso, ma mi era rimasto li, sospeso verso un’altra strada, in una sorta di ricordo a parte.
Qui, invece, Mordhen fa da protagonista. E’ costretto ad affrontare i suoi rimorsi e demoni (reali ed interiori). Cerca di fare il tutto per tutto per Tohan, pur essendo perfettamente consapevole della probabile scarsa utilità di ogni suo tentativo.
Mordhen si allontana piano piano, su redidivo, dalle rovine di Syrdin e da quelle che ha dentro. E’ un viaggio un po’ oscuro ed intricato, condito di tenebre. Sembra quasi di vederle, quelle radici un po’ nodose che gli sbarrano il passo, la vegetazione che è rifugio ma pure impedimento. Ogni rumore può essere qualcosa ma pure spettro di qualcos’altro. Ho sempre amato la metafora del viaggio perché, letteralmente, consente di percorrere una distanza fisica ma pure un percorso dentro se stessi. E’ così anche per Mordhen. Lui riesce a pensare lucidamente di allontanarsi dal pericolo ma non riesce ad allontanarsi dal rimorso di aver perso sua sorella Nerya, per quel muro che non è mai riuscito a superare, per aver logorato inevitabilmente il rapporto con sua sorella. Sente di aver fallito come zio, di non essere mai riuscito ad essere ben accetto dal ragazzo, a guidarlo come avrebbe dovuto. Anche se, ad essere onesti, sembra averci provato, pur con i suoi modi burberi e forse sbagliati. Si, anche col nipote ha eretto un muro, in maniera differente e speculare dalla cesura che aveva con la sorella. A sua discolpa, però, mi sento di dire che ci ha provato. Che nel suo agire non mi è mai sembrato mosso da cattive intenzioni. Tutt’altro. Ha cercato di esserci nella maniera che gli sembrava più giusta in quel momento. Certo, a posteriori si è accorto di aver sbagliato. Ci sta. Ma tutti sono buoni a posteriori. Se conoscessimo in anticipo l’esito delle nostre azioni, non sbaglieremmo mai. Mordhen, invece, mi pare non essersi mai girato dall’altra parte quando ce n’era bisogno, almeno, mai per convenienza o per partito preso. Per cui, onestamente, non ce la faccio proprio a condannarlo. Anzi, ha cercato di proteggere, non tanto la sua famiglia di sangue, visto che forse si riteneva anche poco degno o adatto, ma la sua città tutta. In questo senso, Tohan è si il suo amico, il suo ultimo legame ed ennesimo fallimento, ma pure il segno tangibile di quell’averci sempre provato, ogni santa volta, sempre.
Non è una realtà semplice quella in cui è nato e cresciuto questo tuo protagonista però mi piace. Nella sua imperfezione, nella sua giusta severità contro se stesso ma anche nella sua indubbia umiltà. In un mondo reale di ipocriti arrivati che devono dettar legge su tutti per presunto diritto di nascita quando non se lo meritano per nulla (e gli effetti nella società reale sono sotto gli occhi di tutti), l’umiltà è una dote che apprezzo terribilmente, nelle persone reali e nei personaggi immaginari.
Thoan, a modo suo, è tutto su un’altra linea. Anche lui non è perfetto: ci ha provato e gli è andata male. Si è schierato contro il volere di Mordhen e non ci ha visto abbastanza lungo. E’ la fine che fanno spesso i sognatori, quelli che, in una realtà dura come quella che hai plasmato tu, dovrebbero fare prima un bel bagno di vita poi tentare in ogni modo di realizzare i propri sogni. Altrimenti, la fine orrenda è sempre dietro l’angolo. Come la legge non ammette ignoranza, il tuo universo non tollera gli sprovveduti.
In tutto questo viaggio fisico e mentale, la storia va però avanti. Enigmatica questa figura di donna avvolta in un pesante mantello. Enigmatico il suo apparire. Per non parlare delle nuove rogne che si porta appresso. Certo che, a questi poveretti dei tuoi protagonisti, mai un colpo di fortuna :D
Sono curiosa, oltremodo curiosa, di vedere come evolverà la trama di questa tua storia, come si intrecceranno i fili per avvicinare o allontanare di nuovo i tuoi numerosi ed affascinanti protagonisti.
Alla prossima cara <3
Non vedo l’ora

Recensore Veterano
10/03/20, ore 11:44
Cap. 10:

 Ciao cara, approfitto di questo periodo di “reclusione forzata” per portarmi avanti con la lettura! Che dire, confesso che attendevo con ANSIA il momento in cui avremmo finalmente visto un confronto tra Mano Insanguinata e suo padre…e in effetti la parola ansia è perfetta per descrivere ciò che questo capitolo trasmette: da quando Mano e Golgoth appaiono nel maniero, il luogo che il nostro antieroe odia più di qualunque altro sulla faccia della terra, ma al contempo il più familiare, fino a quando il ricettacolo fa sentire la sua presenza senza mai mostrarsi, mi ha riempita di inquietudine. Ho apprezzato molto il fatto che il ricettacolo di Kyr (non ha più senso chiamarlo Devian, poiché di lui ormai non è rimasto nulla) non si faccia ancora vedere, ma riusciamo a percepirne tutta la pericolosità, l’orrore e la crudeltà attraverso le sensazioni del figlio e di Golgoth. Ho amato il fatto che umano e demone siano uniti indissolubilmente dalla comune paura verso qualcosa di enormemente potente e terrificante, qualcosa in grado di piegare persino un guerriero valoroso come Golgoth. I due si trovano completamente impotenti di fronte a Kyr e il fatto che non abbiano idea di quale sia il suo aspetto aumenta ancora di più il senso di straniamento, di terrore per qualcosa che non si può conoscere e forse mai si comprenderà mai appieno…come da piccoli si ha irrazionalmente paura del buio, così Mano, nonostante abbia visto orrori indicibili, continua ad avere paura di quella stanza buia e della creatura che vi si annida. Ormai sfinito da quella vita fatta di terrore e privazioni, invoca la morte, la avverte come una liberazione più che una punizione, eppure Kyr non ha ancora finito con lui. O è davvero sadico fino al midollo, oppure Mano è un tassello fondamentale nel suo piano, un piano che riguarda i maghi e ( e ormai anche il povero Rowen XD). Adesso ho mille teorie che mi frullano nella testa.  Sono ansiosa di scoprire per quale motivo Golgoth abbia ricevuto l’ordine di sterminare altri suoi simili, immagino che sia una punizione esemplare per questo imprevisto ritardo nel compimento della missione. Davvero tantissimi complimenti per come hai costruito il capitolo, come sempre ricco di dettagli e di tensione! A prestissimo, ciao!!
(Recensione modificata il 10/03/2020 - 11:47 am)

Recensore Master
10/03/20, ore 11:23
Cap. 11:

Ciao ^^
Siamo tornati da Rowen che, ovviamente, non se la passa bene. Il fatto che sia stato catturato però non mi dispiace, almeno potremo vedere il suo incontro con Mano Insanguinata ❤
Stiamo cominciando a scoprire qualcosa di più sul mondo al di fuori di Syrdin, mondo per Rowen sconosciuto e che di sicuro non avrebbe potuto affrontare da solo. Luth è il figlio del capo di Geela, una persona importante quindi e, come tale, viene visto dagli altri come una sorta di privilegiato, dal momento che sembra anche che lui possa rientrare in città senza problemi. Non abbiamo avuto modo di scoprire altro a riguardo, però, perché è arrivato Vorjah.
Continuare a scappare forse avrebbe solo ritardato il momento della cattura, ma anche fermarsi per vedere la situazione non è stata proprio una genialata: c'è qualcosa in grado di sradicare alberi che vi viene incontro, cosa esso sia in particolare non ha molta importanza XD
Comunque ripeto che la cattura di Rowen ha la sua utilità, quindi va benissimo così. Spero solo che Vorjah non abbia ucciso gli altri, ma li abbia lasciati scappare ^^"
Non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo e vedere finalmente Rowen e Mano Insanguinata insieme ❤
A presto!
Baci, pampa

Recensore Master
10/03/20, ore 02:17
Cap. 12:

Carissima Dark Sider!

Ma lo sai che questa è una delle storie che attendo di più in assoluto!? E questa settimana sono voluta passare quasi subito **, ché ero troppo ansiosa di sapere. Mordhen continua ad avere la sua spiccata linearità e io apprezzo tantissimo come lo stai gestendo. La sua paura di scoprire la verità si manifesta con Thoan, che per lui è una persona talmente importante da anteporla a tutto e a tutti. Ovviamente non poteva medicarlo fuori dalle porte di Syrdin, quindi il suo temporeggiare e fuggire aveva un senso preciso, ma la paura che lo attanaglia e la diatriba mentale che fa tra sé e sé sono quelli che già ci avevi mostrato, ma con qualcosa in più. Andiamo con ordine. Mordhen è uno che di base preferisce non dire, non fare, non controllare. Preferisce non andare a trovare la sorella che scoprire se è viva o morta, preferisce proteggere Rowen non dicendogli del loro legame di sangue, anziché spiegargli cos’è avvenuto. È stato scelto come capo, ritengo, perché in definitiva odia il conflitto e ha un atteggiamento da mediatore. Anche qui, pur sapendo che probabilmente sta solo prolungando l’inevitabile fine di Tohan esita prima di occuparsi della ferita e vorrebbe non farlo. Mordhen è un personaggio affascinante proprio per questo: è un capo che avrebbe potuto essere migliore, che sa di aver fallito e ha consapevolezza di questo, che conosce i suoi limiti e non è eccessivamente bravo nell’arte della cura delle ferite. Avevo già letto alcune tue storie in cui la brutalità delle ferite veniva mostrata (mi riferisco alla minilong distopica) e confermo che rendi bene anche le scene più crude senza scadere mai nell’eccessivo: il risultato è una prosa scorrevolissima e chiara anche quando si tratta di dover descrivere una ferita infetta.

Il finale mi ha lasciato addosso una curiosità spropositata: mi chiedo chi siano questi stranieri che hanno fermato Redivivo e che intenzione abbiano e se Mano Insanguinata e Mordhen incontreranno Mordhen oppure questi due filoni della storia rimarranno perennemente separati. Stai creando dei personaggi adulti e sfaccettati, capaci di conquistare il lettore anche grazie alle loro mancanze e fragilità, ma queste ultime servono solo a renderli più simili a noi e a far splendere ancora di più i loro momenti di coraggio. E Thoan che si risveglia e sa di non avere più speranze (anche se forse comunque si salverà, in qualche modo, chissà), ti confesso che mi ha un po’ commosso. Vista l’ora indegna con cui ti sto recensendo non mi resta che augurarti direttamente buongiorno, ma colgo l’occasione anche per farti tanti, tantissimi complimenti!
Shilyss ^^

Nuovo recensore
07/03/20, ore 23:53
Cap. 2:

Ciao, cara!
Dunque, dovevo lasciarti questa recensione qualcosa come sessanta ere geologiche fa per uno Scambio Libero e passo solo ora, sono imperdonabile T____T
Non ho più partecipato agli scambi perché prima dovevo assolutamente recuperare le recensioni arretrate, quindi eccomi qui, pronta a recensire il capitolo *^*
Sono assolutamente senza parole.
Spero che a distanza di tempo ora questo capitolo ti soddisfi, perché l'ho trovato stupendo sotto ogni punto di vista.
Lo stile come sempre è impeccabile, curato nei minimi dettagli e tremendamente coinvolgente.
Per non parlare, poi, della caratterizzazione di Rowen, personaggio che sto imparando ad amare in ogni sua minima sfaccettatura.
Il suo essere un “non eroe” in questo mondo marcio fino al midollo è struggente, ti spezza proprio il cuore.
Non so cosa penserai di me dopo ciò che ti sto per scrivere, ma… niente, devo dirtelo.
Mentre leggevo di lui, per un attimo ho pensato: in Matematica meno e meno fa più, no? Quindi se prendiamo la parte negativa di Rowen e la uniamo alla negatività del mondo intero, secondo me ne esce qualcosa di positivo.
NON SONO PAZZA, LO GIURO!!!
È solo che ho pensato: come posso condannare moralmente un ragazzo che vuole vivere? Come posso condannare un ragazzo che ha sofferto e che continua a soffrire, che vive in un mondo orribile e che desidera solo fuggire con sua madre e salvare l'unico punto di riferimento che abbia mai avuto?
Cavoli, pure io avrei fatto i salti mortali pur di portare mia madre via con me e sono ben consapevole dell'egoismo che permea in un atto del genere!
Se c'è una cosa che adoro è che le tue storie straripano di spunti di riflessioni sulle questioni più disparate, da quelle umane a quelle sociali, dalle emozioni altrui ai comportamenti da adottare in determinate situazioni.
Adoro scritti del genere perché non solo mi fanno riflettere, ma ampliano anche i miei orizzonti e i miei punti di vista.
Inoltre, già nel Prologo non avevo condannato del tutto Nerya per aver abbandonato il figlio di Davian al suo destino, quindi anche con Rowen proprio non ce la faccio.
Senza contare che è il contesto sociale stesso a portare i personaggi ad agire in determinati modi: se la morte non fosse costantemente a pochi passi da te, se la distruzione non fosse imminente e se l'intera città non si trovasse in bilico tra l'implodere su se stessa e la precaria “quiete” prima della tempesta, di certo nessuno penserebbe di fuggire abbandonando tutto e tutti, ma resterebbe lì a vivere la propria vita fatta di tranquillità, spensieratezza e giornate normali.
La scena in cui Nerya azzanna – insomma, è stata molto violenta – l'orecchio di Rowen mi ha fatta sussultare.
Ho immaginato tutto per filo e per segno e sono rimasta particolarmente scossa, ma ovviamente prendi tutto ciò in senso positivo, perché significa che ciò che hai scritto ha avuto un forte impatto su di me e che quindi ha funzionato!
Così come tutta la parte dedicata alla ricerca della madre: un batticuore continuo, ero in perenne pensiero per le sorti di Nerya e anche di Rowen, che più di una volta ha rischiato di (ri)perdere i sensi.
Ciliegina sulla torta: qualcuno lo sta seguendo. VAI COSÌ, ADESSO SONO ANCORA PIÙ IN ANSIA, HELP.
Non vedo l'ora di proseguire nella lettura!
Ti chiedo nuovamente scusa per l'imbarazzante ritardo col quale sono passata, spero di essermi fatta perdonare con questa recensione T____T
Complimenti e alla prossima!

Harriet;

Recensore Veterano
06/03/20, ore 14:05

Ed eccoci tornati da Mordhen! Devo dire che mi era mancato, trovo che i capitoli a lui dedicati siano sempre molto profondi e interessanti da leggere, si vede proprio che nutri un grande affetto per questo personaggio. Nonostante ciò apprezzo il fatto che non cerchi di edulcorarlo e dipingerlo come un santo, anzi: in questo capitolo abbiamo modo di conoscere la sua storia, il motivo di questo allontanamento dalla sorella e quindi dal nipote, ignaro di tutto. Come molti giovani, Mordhen si è scontrato con suo padre circa il suo futuro, sognando avventure e immaginando di fare fortuna contando sulle proprie forze. Ma come lui stesso ammette, ha fatto male i conti e questo errore gli è costato l'affetto e la stima di sua sorella, che evidentemente ha sofferto moltissimo per la sua partenza, al punto da non rivolgergli mai più la parola. Spesso ci accorgiamo di quanto le persone siano importanti solo quando le perdiamo ( Solomon Blake, su da bravo, prendi notaXD) e per questo Mordhen passa la vita a vegliare silenziosamente sulla famiglia che ha perduto, come a voler in qualche modo rimediare al suo errore. Eppure è troppo codardo per rompere quel muro che lo separa non solo da Nerya (la cui mente è ormai troppo martoriata ed è quindi l'ombra di sé stessa), ma soprattutto da Rowen, che ha cercato di proteggere tenendolo lì con lui, anche a costo di farsi detestare. Mordhen è un antieroe, un uomo spezzato dalla vita, che lotta continuamente con i suoi demoni, non meno aggressivi di quelli che assediano Syrdin: vorrebbe essere il capo di cui quella gente ha bisogno e merita, ma è consapevole di essere troppo debole, troppo stanco, troppo codardo per esserlo a pieno e sente che il controllo sulla situazione gli sta rapidamente sfuggendo dalle mani. Bello anche il confronto con August, che si presenta come un uomo di scienza calcolatore e pragmatico, nonostante anche in lui stia evidentemente avendo luogo una battaglia tra etica, buon senso e desiderio di rivalsa. Thoan, da brava testa calda ci tiene proprio a morire insomma XD e spada sguainata e vessillo al vento (cit, da Shrek) sta andando incontro a morte certa, incurante del fatto che i demoni (che saranno anche delle bestie feroci, ma di certo non sono tonti) non stiano aspettando altro che un pretesto futile per dare sfogo alla loro sete di sangue, che fino ad ora sembra tenuta a freno dal terrore verso il ricettacolo. Gli umani per loro sono praticamente dei giocattoli e decidono di stare al loro gioco solo per sadico divertimento. Ho tenuto il fiato sospeso assieme a Mordhen durante la sua corsa disperata per salvare l'amico, la sua smania di fare qualcosa, di tentare l'impossibile nonostante la certezza che ci sia ben poco che possa fare contro quei mostri. Questo dimostra quanto forte sia il sentimento di amicizia che nutra per quel testone di Thoan: un tempo era stato lui a salvare un immaturo Mordhen dalla miseria offrendogli un lavoro e una nuova casa ed é bello come adesso sia Mordhen a fare lo stesso per l'amico. Ed è proprio il desiderio di ripagarlo a spingerlo finalmente all'azione, ritrovando quella determinazione di un tempo. Davvero complimenti, ho adorato questo capitolo, hai saputo calibrare bene i momenti di riflessione e quelli più movimentati.Come sempre torno a dire che mi piace moltissimo il tuo stile di scrittura, in particolare le descrizioni, sempre estremamente efficaci. Cercherò di andare più spedita in questi giorni perché vorrei riuscire a mettermi in pari al più presto. Alla prossima!
(Recensione modificata il 06/03/2020 - 02:21 pm)
(Recensione modificata il 07/03/2020 - 01:28 am)