Recensioni per
Nel nome del padre
di Dark Sider
Rieccomi, pronta a commentare un nuovo capitolo su Mano Insanguinata! Allora, l'ultimo capitolo sulla fuga di Rowen mi ha effettivamente fatto venire la curiosità di vedere la faccia di Mano nello scoprire che "la principessa è in un altro castello" XD poveretto, ogni volta che sembra avvicinarsi al suo obiettivo ecco che per una ragione o per un'altra continua a sfuggirgli. Questo scatena in lui comprensibilmente rabbia e frustrazione, andando però contro quello che lui stesso crede di essere, ossia privo di emozioni. La rabbia è un'emozione e questo dimostra come, anche se Mano non lo vuole, continua a comportarsi come un umano. Continua ad essere umano anche nell'intestardirsi e nel voler portare a termine la missione a tutti i costi, cosa che nota anche Golgoth. Trovo sempre molto interessante il suo punto di vista: in parte perché, essendo un demone, è divertente sentirlo commentare tra sé le debolezze e i comportamenti umani, che tanto fatica a comprendere. E in più comprendiamo quanto forte sia il legame tra lui e Mano, un legame che non si basa sull'affetto ma a quanto ho capito sul rispetto tipico di un guerriero . Se è vero che i demoni non sono in grado (non dovrebbero) di provare emozioni, ciò non toglie che alcuni di loro abbiano un forte senso dell'onore. Questa cosa è molto bella, soprattutto confrontandola col comportamento dei razziatori, che sono umani ma agiscono solo guidati dal profitto e quindi privi di onore. Mano stesso appare disgustato dalla loro debolezza e codardia, ma riflette sul fatto che le debolezze degli uomini siano anche sue debolezze, anche se ha cercato in tutti i modi di reprimerle. Queste continue contraddizioni, il fatto che non voglia essere umano ma che non possa fare a meno di provare emozioni umane lo rende un personaggio estremamente sfaccettato e complesso e ti capisco quando dici di avere difficoltà a scrivere di lui, senza dubbio non deve essere facile entrare nella sua testolina XD ma nonostante ciò te la stai cavando egregiamente, quindi continua così! Al prossimo capitolo, adesso sono davvero curiosa di vedere il confronto tra Mano e il ricettacolo di Kyr! |
Dopo la tensione del capitolo precedente un momento di calma ci voleva, anche se questa somiglia più alla calma dopo la tempesta. |
Questo capitolo l'ho trovato più facile da leggere dei precedenti, non certo meno cupo ma il frequente cambio di scena e i molti dialoghi e generiche interazioni fra personaggi l'hanno reso più rapido, per me. Ho un poco rivalutato la figura di Mordhen perché si vede che anche lui, come Rowen, in fin dei conti è solo una persona comune in mezzo a un mondo folle e crudele. Ha dovuto sottomettersi ai demoni (come tutta la città) lasciando che ogni tanto venissero a depredare i loro pochi averi e a controllare che gli umani stessero al loro posto, e questo risponde alla mia domanda del primo capitolo: perché la città non si è mai risollevata? Ora lo sappiamo. |
Eccomi qui per lo scambio del giardino. Non vedevo l'ora di continuare questa storia. Non avrei mai pensato che nerya potesse fare del male al proprio figlio. Era posseduta da qualcosa o da qualcuno o era solo uno scatto di rabbia? Mi sono sentita inerme per il povero ragazzo, specie perché vuole solo scappare dalla guerra con l'unica persona che gli è rimasta accanto. |
Pa-aaa-zzesco. Il modo in cui hai descritto la frenesia del combattimento, anzi di tutto il capitolo, mi ha fatta proprio calare nella narrazione. Avevo iniziato a leggere questo capitolo settimane fa ma l'avevo interrotto perché un po' ansiogeno, più o meno nella scena in cui Rowen entra nel ruscello. So per esperienza che camminare in un ruscello non è facile come sembra, i sassi sono sconnessi, l'acqua fredda si infila nelle scarpe, ti rende i piedi pesanti e insensibili e non ti rendi più conto di cosa stai toccando sotto la suola, restando in balia di sassi mobili che possono farti prendere una storta. L'aspetto positivo è che l'acqua fredda anestetizza la storta, ma non cammini più come prima. E' un processo lunghissimo. Cioè vederlo risalire prima un crinale con un corpo a peso morto sulle spalle, poi correre per miglia, camminare nel ruscello e alla fine riuscire ad arrivare in città... stima. Io sono una che si arrende facilmente e mi sarei arresa molto prima. Forse non ci avrei neanche provato, perché già l'idea di infrattarmi in una foresta cercando alla cieca qualcuno che forse è già morto, e dovendo orientarmi con una ferita alla testa... anche no. |
Carissima Dark Sider, eccomi finalmente a leggere e commentare questo capitolo con tutta l'attenzione che la tua scrittura sempre merita. |
Ciao, carissima, ormai immagino che non sorprendo più nessuno con i miei ritardi infami quindi salto pure con la noiosa parte delle scuse (tra l'altro ero convinta che oggi fosse sabato..... okay). |
Ok, eccomi qua :) |
Ciao! |
Eccomi qui! |
Carissima, |
Ciao! Ok, questo rischia di diventare il mio capitolo preferito, almeno fin'ora! È ricco di tensione e ti tiene col fiato sospeso dall'inizio alla fine. Sarà che amo le scene di evasione, soprattutto quelle rocambolesche XD Credo che tu abbia saputo descrivere egregiamente il clima di ansia, paura, ma anche speranza e attesa che i protagonisti vivono mentre attendono che Wes forzi la serratura: sembra quasi di vederli, lì pietrificati e in apnea! Molto bella anche la considerazione che Rowen fa sul tempo, a cui non aveva mai dato la giusta importanza prima, perché mai come ora da esso dipende la sua vita. In quest'occasione entriamo ancora una volta nella sua testa per seguire il flusso dei suoi pensieri, tutti indirizzati come sempre alla sopravvivenza. In un mondo allo sfacelo, dove non ci si può fidare di nessuno se non di sé stessi, non c'è spazio per buonismo e gentilezza e Rowen lo sa bene, per questo studia attentamente i suoi compagni per valutare non solo la minaccia che potrebbero rappresentare, ma soprattutto le loro potenzialità e in che modo sfruttarle per sopravvivere. Pensa persino chi sacrificare e dare in pasto ai cani per permettergli di scappare. Sicuramente pensieri terribili, che mettono in luce quanto Rowen sia un personaggio oscuro e ambiguo. Questo suo egoismo, unito ad un carattere alquanto presuntuoso, però si ritorce contro di lui e lo porta a sottovalutare l'effetto della paura sulla massa, come questa perda ogni raziocinio di fronte al pericolo e infine finisce braccato dai Razziatori. Questo dimostra quanta strada ancora Rowen debba fare non solo dal punto di vista dei rapporti sociali, ma anche nelle esperienze di vita : forse comportarsi come un lupo solitario ha funzionato nel contesto di Syrdin, ma adesso che si trova in una realtà più grande, complessa e sconosciuta, dovrà imparare ad adeguarsi. Adoro questo genere di personaggi, che cambiano durante l'arco della storia attraverso continui sbagli e che pian piano imparano ( beh almeno si spera XD) dai loro errori. Rowen infatti crede di sapere tutto e invece finisce di nuovo per rischiare la pelle ( tra parentesi, ma quanto è riuscita la scena dell'inseguimento nella foresta? Forsennata, quasi claustrofobica, mi ha davvero tenuta incollata alla "pagina"!) Fortuna vuole che Luth, al contrario abbia mantenuto il sangue freddo e lo salvi. Anche lui come tutti per convenienza, ma ho apprezzato i nervi saldi di questo personaggio, che insieme a Wes, lo scassinatore di poche parole, per il momento è il mio preferito nella "gang dei fuggiaschi". Luth dimostra di essere un personaggio pragmatico ed estremamente maturo: ha capito, a differenza di Rowen che per sopravvivere bisogna fare lavoro di squadra e che agendo di testa propria non si fa che mettere in pericolo sé stessi e gli altri. Di sicuro lui e Mordhen sarebbero andati d'accordo! Davvero tanti tanti complimenti, quanto capitolo mi ha regalato una valanga di emozioni! Alla prossima! |
Hey! |
Leggere questo capitolo è stato come salire sulle montagne russe: una continua giravolta con il cuore in gola, che mi ha tenuta inchiodata fino alla fine. |
POVERI CUCCIOLI! |