Recensioni per
Nel nome del padre
di Dark Sider

Questa storia ha ottenuto 391 recensioni.
Positive : 391
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
23/05/20, ore 00:25
Cap. 14:

Questo capitolo è veramente terribile, non nel senso che sia brutto perché invece come al solito è molto bello, ma nel senso che è terribile quello che succede.
La situazione di quel povero ragazzo è veramente orrenda. Riesco a malapena a immaginare quanto debba essere scomodo essere incatenati a una parete, una scomodità che in poche ore si trasforma in dolore. Se poi a questo aggiungiamo la privazione di cibo e acqua, già anche solo la prigionia è una tortura. C'è anche un carico di tortura psicologica dovuta alla cecità. In più ci mancano anche i topi. E le urla di altri prigionieri.
Secondo me è piuttosto chiaro che Rowen non sa nulla, perché vista la sua scenata isterica quando è arrivato Mano, è molto plausibile che se avesse saputo qualcosa avrebbe cantato. Fra l'altro sei stata veramente bravissima a descrivere la crescente paura di Rowen, la sensazione fisica dell'attacco di panico quando il mondo sembra farsi ovattato e non senti più i tuoi arti. Mi è successo qualche volta nella vita e ho capito subito di che cosa stessi scrivendo.
Il problema è che Mano *deve* ottenere delle risposte o sarà tremendamente nei guai con suo padre. Per questa ragione non può fermarsi davanti ai dinieghi di Rowen neanche davanti a una certezza al 99% che il prigioniero stia dicendo la verità: deve per forza spremerlo come un limone per fugare ogni dubbio. Sicuramente quel povero ragazzo sta per passare un brutto periodo, eppure è incredibile come il suo istinto di sopravvivenza ancora gli impedisca di uccidersi. Forse è perché è così giovane. In un certo senso da giovani ci si sente immortali, perfino se si è cresciuti in una città in macerie, nella fame.
Mi è piaciuto molto quando sente la voce di Mano Insanguinata e pensa "ah ma questo è un umano!", ma poi si accorge che il suo tono freddo non ha nulla di umano. Anche lui si è reso conto di questa dicotomia. D'altra parte ho notato che Mano per prima cosa gli ha detto "voi umani siete tutti delle merdine inutili", in pratica chiamandosi fuori dall'appartenenza al genere umano.

Questo capitolo è stato davvero duro da leggere, anche se in realtà l'ho finito tutto in una sera senza mai interrompere la lettura. Diciamo che è stato duro a livello morale. Mi chiedo che cosa succederà adesso perché non capisco come quel ragazzo potrebbe uscirne vivo.
Comunque mi sto chiedendo se adesso per via della rotazione fra personaggi dovrò aspettare alcuni capitoli prima di leggere il seguito di questa storyline. Resterò con l'ansia di sapere!
(Recensione modificata il 23/05/2020 - 12:26 am)

Recensore Master
16/05/20, ore 16:57
Cap. 16:

Ciao cara Dark Sider, sono sincera: non ero tra le persone che si erano interrogate troppo sulle sorti dei compagni di fuga di Rowen. L'incontro tra Rowen e Mano è quello che inevitabilmente attrae di più la mia attenzione, mentre il mio personaggio preferito - non credo di avertene fatto mistero - resta Mordhen, che spero di vedere tornare molto presto che sappilo, inizia a mancarmi e non poco! 
Dunque, un capitolo con focus sul gruppo di fuggitivi è stato inaspettato, ma non per questo meno gradito. Qui emerge in particolare Luth, dato che la prospettiva di narrazione è la sua, e ci hai dato molte più informazioni su di lui, sui suoi pensieri, sulla sua vita e - cosa ancora più importante - tramite lui del mondo fuori Syrdin. Geela, cittadina di cui il padre di Luth è capo, pur non essendo esente dalla presenza da attacchi, è florida e sviluppata, talmente florida che non può che provare sgomento ora che ha conosciuto davvero il mondo nella sua interezza - ossia anche negli aspetti più cupi e orridi. Ha icnontrato dal vivo creature terrificanti e, oltre a ciò, ha conosciuto anche Rowen che al contrario suo non sapeva addirittura dell'esistenza di cittadine con una vita felice. Tutto questo lo porta inevitabilmente a riformulare le sue idee e anche se stesso: orrore per il mondo, dunque, ma anche risentimento verso il padre che gli ha nascosto la verità, disgusto per se stesso e per essersi creduto sempre superiore e scoprendosi invece solo profondamente ignorante, e infine anche volontà di migliorarsi. Mi è piaciuto molto a proposito proprio il fatto che alle parole di accusa di Arys non reagisce negando, ma al contrario ammette di non sapere molte cose, ammette le sue mancanze. E questa ammissione è talmente bella in fondo che la stessa Arys non può fare a meno di dire che sono "nobili parole", seppur con una nota di scherno. 
Ma forse, tra tutte, è proprio la conoscenza diretta che ha avuto con i due gfratelli che gli ha suscitato la sorpresa maggiore: il male si annida non solo fuori da Geela ma anche all'interno della città stessa; Arys e Wes sono infatti suoi concittadini eppure rivelano un dolore che lui non riesce a comprendere. Questa graduale messa in discussione di sè, unita alla voglia di capire davvero nonostante le differenze della sua vita, rende Luth davvero un personaggio interessante e positivo che ha - per ora - tutta la mia simpatia.
Complimenti davvero come sempre per l'indagine psicologica che riesci a fare. Aspetto con trepidazione i nuovi aggiornamenti.
Un bacio e alla prossima!

Nuovo recensore
16/05/20, ore 16:48

Ciao cara, eccomi qui **
Ti dirò, a me ha fatto stra piacere tornare a Syrdin e leggere di Mordhen, anche perché poi, come hai scritto tu nelle note, tutte le linee temporali si sono riallineate, quindi era comunque un capitolo importante e necessario – anche perché ora la fuga di Mordhen dalla città implicherà sicuramente nuovi sbocchi, un nuovo sviluppo della trama.
Che poi, io dico tanto che sono felice di leggere nuovamente di lui e per carità, lo sono eccome, but questo capitolo è stato una gran bella batosta, sia per lui che per me!
Innanzitutto devo dire che il suo background mi fa comprendere ancora di più il Mordhen di adesso: quest'uomo che ormai si è lasciato andare, un tempo era un ragazzo con dei sogni e delle aspirazioni e poco importa se fossero visti male dal resto della famiglia, lui ha perseguito nella sua strada e non si è mai voltato indietro.
O meglio, gli è importato soprattutto per Nerya, che ha ben mantenuto la sua promessa per tutti quegli anni: l'abbandono di Mordhen gli è costato caro, tanto che non ha più avuto alcun tipo di rapporto con lei.
Ed è vero che Mordhen se ne è andato e non è comunque riuscito a coronare il suo sogno, ma in un certo senso sono felice anche se gli è andata male: se fosse rimasto è vero, avrebbe avuto ancora oggi rapporti con la famiglia e magari certe dinamiche sarebbero andate in tutt'altra direzione, ma è anche vero che Mordhen non sarebbe stato l'uomo che è ora.
Il fallimento gli ha aperto gli occhi, gli ha fatto capire di quanto tremendo sia il mondo ed è proprio nella disgrazia, nella miseria più assoluta che ha incontrato Thoan, l'amico più caro che ha da una vita intera.
Thoan che, per la miseria, torna a farsi sentire l'Eren Jaeger prepotente, eh.
Okay, allora, chiarisco subito una cosa: concordo sul fatto che la disperazione renda l'uomo irrazionale, sono istinti e stimoli che una persona non dovrebbe neanche provare perché la disperazione incarna tutto ciò che c'è di brutto, marcio e spietato al mondo.
Ma è anche vero che ci sono consapevolezze che si dovrebbero avere – e mettere in atto – per contrastare questa disperazione: dubito che il barlume di speranza dovuto a un possibile riscatto contro i demoni fosse dovuto all'ignoranza, cioè al non aver messo in conto che era tutto un piano orchestrato dai demoni stessi per divertirsi e spargere altro sangue come solo loro sanno fare.
Insomma, mi trovo divisa tra il dare ragione a Thoan che diamine, proprio non si arrende mai e il volergli dare uno scappellotto in testa come a dirgli “MI SCUSI, MA NON L'HA CAPITO CHE STA FACENDO IL GIOCO DEI DEMONI, NON MI FACCIA VENIRE LÌ, EH”.
Ad ogni modo, tutta la parte incentrata su Mordhen che trova Thoan accasciato al suolo, che lo soccorre e lo porta via con sé mi ha spezzato sia il cuore che il respiro.
Ovviamente è stato un altro di quei momenti che ho letto a frammenti perché a ogni frase avevo una paura immensa che Mordhen venisse notato e fermato dai demoni.
Ciò non avviene, ma le speranze di salvare Thoan affievoliscono sempre più quando, tornato alla casa di guarigione, Mordhen scopre che August si è suicidato con lo stesso composto che molto probabilmente ha somministrato anche a Nerya.
Non ci è dato saperlo, almeno per ora (e secondo me è ancora viva), però intanto August se ne è andato, a Thoan non resta molto da vivere e Redivivo, per la miseria, quel cavallo è una benedizione.
E proprio grazie a Redivivo, Mordhen dice addio alla città di Syrdin.
Sarà un addio definitivo o un giorno tornerà?
Per il momento opto per la prima opzione, ma non si sa mai.
È stato un capitolo davvero intenso e il colpo di scena del suicidio di August proprio non me lo aspettavo.
Magari rileggendo il dialogo che ha avuto con Mordhen a inizio capitolo coglierò delle sfumature che prima non avevo notato – cioè, magari lo ha lasciato intendere in un qualche modo, in ogni caso resta un colpo di scena che mi ha scossa particolarmente, mi ha proprio lasciata spiazzata.
E ora che anche Mordhen è in viaggio, sono davvero curiosa di scoprire cosa accadrà – spero che Thoan si salvi, almeno quello.
Tantissimi complimenti e alla prossima!

Harriet;

Recensore Junior
15/05/20, ore 09:34
Cap. 16:

Che piacevole sorpresa scoprire questa storia, scritta davvero in maniera avvincente e sopratutto bene, noto il talento dello scrittore, consapevolezza in quello che viene narrato. Decisamente seguiró com piacere quello che accadrà nei capitoli successivi, fino alla fine di quello che sembra proprio un buon libro.

Recensore Master
14/05/20, ore 20:30
Cap. 4:

Carissima, finalmente eccomi qui! *^*
Allora, innanzitutto lasciami urlare un attimo perché ho appena notato quel "tipo di coppia: slash" e mi è venuto un colpo al cuore, perché sì, lo slash è oro. Da notare che al terzo capitolo non avevo ancora degnato di uno sguardo le avvertenze, ma stendiamo un velo pietoso e passiamo oltre.
Innanzitutto, mi preme dirti questo: ci sono autori che mettono parole insieme e le rendono un testo coeso, e poi ci sono autori, come te, che stravolgono completamente il vocabolario, facendo emozioni concrete, quasi come se fosse possibile toccarle.
Da lettrice, è una sensazione magnifica. Adoro queste atmosfere cupe e tenebrose che permeano tutti i capitoli che ho letto finora; grazie a te credo di aver capito il vero significato di dark fantasy, di cui questa dev'essere proprio la rappresentazione per eccellenza.
Come sai, non sono un'amante del fantasy, ma sono un'amante, forse più di quanto sembra, del genere dark, soprattutto di come lo scrivi tu: ogni parola è potente e possiede un significato immenso, che pesa sul testo come se di parole ne avessi scritte dieci.
La descrizione dei luoghi e dei personaggi mi lascia sempre a bocca aperta, perché è sfuggente, non ti dilunghi, ma allo stesso tempo tutto appare chiaro e non si ha bisogno di ulteriori spiegazioni per comprendere.
Adoro questa tua caratteristica e non so se te l'abbia fatto notare anche prima, se non l'ho fatto forse è perché qui me ne sono resa conto più che nei capitoli precedenti. E anche questo lo apprezzo molto: leggere un nuovo capitolo è come aprire una finestra da cui si ammira un altro paesaggio, pur essendo sostanzialmente sempre lo stesso. Ad ogni sguardo, però, si ha la sensazione che lo si stia guardando per la prima volta e si è in grado di cogliere particolari che prima non si erano notati.
Questa, perlomeno, è la mia percezione. Mi piace moltissimo la figura di Mano Insanguinata, pur essendo "il cattivo", e forse è proprio questo che mi affascina: mi sembra già un personaggio caratterizzato alla perfezione, ne evidenzi le "doti", la potenza, ma anche le debolezze, come quando scrivi che "rimane pur sempre un debole essere umano".
Si tratta di una creatura che si è fatta strada da sola, si è creata il proprio destino. Mi hai fatto innamorare di questo personaggio, davvero! *^*
Siccome nell'animo, per quanta bellezza possa trovare in una storia, rimango comunque demente, ci tenevo a dirti che a "Babau" sono collassata, perché el mio immaginario rimanda a qualche essere come il mostro sotto il letto o comunque qualcosa di abbastanza infantile, invece qui sono "reali" e ne dai, a meno che il mio cervello non sia completamente fuso, anche un'accezione abbastanza neutra o quasi positiva.
Appaiono come qualcosa (?) di non pericoloso, perlomeno (poi magari mi sto sbagliando, ma conta che sono ancora all'inizio ^^'), e questa dicotomia mi ha davvero divertito, l'ho trovata brillante anche se magari non era nemmeno voluta.
La morte della ragazza è stata estremamente struggente, e pienamente nel mio stile, posso dire che non so se esserne felice o triste? ^^'
Occupa solo poche righe ma, di nuovo, ogni parola è al posto giusto e scatena nel lettore un tripudio di sensazioni incredibili. In me, poi, amante sfegatata di ogni scena cupa/triste/da versare un'infinita di lacrime che più di così non si può... Non so cosa dire, credimi, l'ho adorata perché sei stata così efficace in pochissime parole, così cruda eppure così "vivida"! E' stata una scena d'impatto e senza dubbio una delle mie preferite del capitolo.
La riflessione sulla morte, verso la fine, è la perla finale. Io adoro come scrivi, sia chiaro, e adoro le tue storie, ma credo che se ti cimentassi in qualche vicenda realistica più vicina ai miei standard saresti in grado di annientarmi l'anima.
Ci riesci con il fantasy, che io non conosco nemmeno bene, figuriamoci con qualcosa che mi è più affine! Ti prego, pensaci, perché fremo nel leggere qualcosa del genere, potrei amarti per tutta la vita! XD
Appunto perché sono ignorantissima sul genere, mi dispiace non poter fare commenti sull'universo fantastico e sui suoi elementi, perché ce ne sono tanti e meriterebbe almeno una piccola menzione o anche suggerimenti, se ne avessi.
Parlerei però a sproposito, quindi mi limito a celebrare il tuo talento nelle pillole di realismo sparse nel capitolo, che alla fine sono ovunque, perché i sentimenti permeano ogni riga e io adoro tutto questo, davvero!
Adoro il tuo stile, punto. E questo è il motivo per cui leggo con piacere questa long, perché è una perla anche se io non conosco il genere, punto.
Davvero, complimenti carissima, ti ammiro molto <3
E voglio continuare a leggere i prossimi capitoli con o senza scambio, quindi penso mi ritroverai presto! *^*

Recensore Master
14/05/20, ore 17:12
Cap. 16:

Buonasera <3
Mi aspettavo di rivedere ancora Rowen e la sua lugubre prigionia, in questo capitolo, e invece ci riporti a Luth e il resto degli ex prigionieri, tralasciando Kyle che pare essere disperso. Non mi aspettavo che li avremmo rivisti, in realtà, ma sono felicissima di sapere che ci sono e che li rivedremo ancora più in là perché adoro anche loro. Hai costruito alla perfezione ogni personaggio e amo come riesco a ricordarli tutti, ormai, a riconoscerli e distinguerli. 
Si percepisce quanto vedere i demoni abbia abbia turbato e scosso Luth, mostrandogli quanto possono essere terribili e spaventosi, tanto che ha iniziato a correre e non si è più guardato indietro, riuscendo a salvarsi e a fuggire. Ho amato come hai descritto i momenti della sua infanzia in cui si rinchiudeva in camera per non vedere i demoni, ubbidendo a suo padre, ma ascoltando tuttavia i pianti strazianti dei cittadini di fronte a quelle visioni. Pur senza vederli dev'essere stato terrificante. 
Se Rowen è in una situazione pessima, quantomeno sono stata felice di constatare che invece il resto dei fuggitivi ai razziatori se la stanno cavando bene, rivederli mi ha fatto sorridere, e mi ha anche fatto chiedere quale sia il loro compito ora che si sono separati da Rowen. Arys mi piaceva, ma qui non ho potuto evitare di darle della stronza quando ha detto Luth che avrebbero dovuto mollare Rowen fra le mani dei razziatori. Che cattiveria. Anche se in realtà è più che comprensibile, i demoni cercavano Rowen e senza di lui nessuno avrebbe vissuto quella paura, né sarebbe stato costretto a scappare il più lontano possibile dal pericolo. Luth si dimostra un signore, invece, per come le risponde, mantenendo la calma - al mio contrario, che se mi vedo toccare Rowen (a meno che non sia Mano a farlo XD) inizio a insultare i personaggi. 
Intanto Wes pare essere diventato uno zombie, vederlo in questo stato mi ha spezzato il cuore, povero, mi fa una tenerezza incredibile, il tutto mentre Arys e Luth continuano a interrogarsi sul perché quel demone stesse cercando proprio Rowen. 
Arys ha riacquistato punti quando è stata schiettamente sincera con Luth, poco dopo. In effetti sì, e lo avevamo già appurato alcuni capitoli fa, Luth può tornare a Geela ed entrare senza troppi problemi, ma per Wes e Arys, che non sono "raccomandati", se mi lasci passare il termine, è più complicato, non è detto che li lasceranno entrare - anzi, probabilmente non lo faranno, punto. Ma chissà, stiamo a vedere come prosegue - e se ci arrivano davvero, a Geela. 
C'è da dire che Luth l'hai approfondimento meravigliosamente in questo capitolo, ora mi viene molto più semplice comprenderlo e apprezzarlo. E' il bonaccione del gruppo, ma purtroppo in un mondo simile, in via di distruzione, non serve a granché avere quell'indole. Mi ha spezzato il cuore leggere di come si rende conto di aver vissuto sempre solo in un'illusione. 
Per fortuna i tre decidono di non dividersi, immagino che sarebbe stato ancora più difficile e pericoloso per tutti ricorrere a questa decisione. E poi sappiamo bene che fine fa la gente che si divide nei film horror. Qua non siamo in un horror, ma è pieno di mostri, per cui evitate di fare cazzate, vi scongiuro; già ne abbiamo perso uno - due, se contiamo Rowen -, almeno voi cercate di tenervi in vita (e possibilmente liberi dai demoni)
L'ultima parte del capitolo è di nuovo dedicata a Wes, e il suo atteggiamento l'ho trovato sempre più strano. Inizialmente mi sono detta:"vabbè, è normale, ha visto un Balor, è spaventato a morte", ma dal finale del capitolo non sono più convinta che sia solo questo, c'è dell'altro, e mi inquieta che Luth abbia pensato che c'è qualcosa di malvagio in lui perché inizio a crederci; e poi ho amato come lo hai descritto, bambino e adulto al tempo stesso, e hai anche definito questa dicotomia disturbante, tutto ciò mi ha fatta innamorare di brutto di lui, tanto che sebbene il capitolo sia tutto incentrato su Luth e Arys, sono arrivata alla fine che ho un disperato bisogno di saperne di più su Wes - e rischio seriamente di innamorarmi male anche di lui, come se già non bastasse la crush pazzesca che ho per Mano e per Rowen XD
HO BISOGNO DI SAPERE. Tante cose, in realtà, da cosa stanno combinando Mano e Rowen, a cosa nasconde Wes e perché si comporta in modo così strano. 
Spero di leggere presto il seguito, non so quanto posso sopravvivere così! Anche perché hai anticipato che nel prossimo c'è Mano... farmi salire l'hype alle stelle? Lo stai facendo bene, decisamente bene. 
Bravissima come sempre <3
Alla prossima!
fumoemiele

Recensore Veterano
14/05/20, ore 13:45
Cap. 6:

Era un po’ che non passavo da qui. Era un po’ che non vedevo quel pezzetto di carne di Rowen, sballottato come al solito dalle tue sapienti mani di sadica autrice. Per quanto io abbia sempre apprezzato le tue tinte fosche, tutto il dark che riesci a imprimere alla tua storia, non posso far altro che ridere e sorridere ogni volta che la apro. Un po’ per via delle precedenti recensioni e dei capitoli, sono già affezionato un po’ a tutti i personaggi. In una maniera metatestuale poi, quindi ben oltre quella che è la mera lettura. Thaon e Rowen su tutti, proprio perché so che il primo ti sta sulle balle e che il secondo invece no, però gliene capitano talmente tante che non ne sarei così sicuro nei suoi panni.
Okay, chiudo la prefazione e mi lancio nella vera recensione del capitolo.
Devo dirti che sin dall’inizio ho continuato a tenere il sorriso sulle labbra, in particolar modo per una delle prime frasi […] Aprì gli occhi a fatica e di malavoglia: la prospettiva di dover affrontare il mondo esterno lo nauseava più della sorda sofferenza che gli martellava nel petto. […] Ah, allora ce lo sa! Ecco Rowen che sfonda la quarta parete in stile Deadpool. Fidate zì, rimani zitto zitto e quatto quatto, magari te la scampi a questo capitolo. Ma niente, lui si alza e sa. Lo sa che non importa se nella savana ti svegli leone o gazzella, se ti chiami Rowen comunque ti conviene cominciare a correre.
E CVD, il protagonista si sveglia all’alba dentro una gabbia. Per semplificare un po’ le cose, chiameremo il giovane Rowen il mainagioia.
Ovviamente, dopo gli accadimenti di Syrdin, i suoi primi pensieri non possono che andare alla città stessa ma, soprattutto, alla madre. Difatti egli non conosce le sorti di Nerya, ed è lecito che pensi subito al peggio. S’accorge in un attimo d’aver perso tanto, troppo, tutto. Non ha più un luogo dove tornare, una persona cara che lo attenda ed è scosso dalla nostalgia e dal dolore di questa rivelazione. L’introspezione è descritta in maniera veramente magistrale, così come ormai m’hai abituato fin qui. Specie nella parte in cui lui si rimprovera di non aver mai confessato il suo amore alla madre.

La scena che segue trasuda d’emotività legata alla prigionia, le reazioni contrastanti ch’egli prova nel vedere i suoi concittadini e quel piccolo barlume di gentilezza da parte d’uno sconosciuto. Una scodella d’acqua. Che può sembrare poco ma che in un clima del genere può rappresentare il tutto a cui aggrapparsi. Lasciare andare i pensieri nocivi e accogliere l’istinto di sopravvivenza che è l’unica cosa che può tenerti in vita in momenti del genere.
Fanno, quindi, il loro ingresso in scena due nuovi personaggi: Luth e Arys. Il primo appare gentile, infatti è proprio lui ad aver passato la scodella d’acqua al nostro mainagioia, mentre l’altra non manca l’occasione per lasciarsi andare a una beccata acida. Però poi si riprende subito. Brava Arys.
Segue una parte discorsiva, qualcosa di nuovo rispetto ai ritmi concitati d’azione a cui mi hai abituato.
Mi piace molto come hai saputo tenere il bandolo della matassa, dando a ogni personaggio il suo cono di luce e alternando il centro del palco. Pare palese sin da subito l’antipatia tra Kayle (che già ha vinto un posto di diritto sulle balle, proprio accanto a Thaon) e Arys.
Mi piace molto anche il tono che hai fatto sviluppare a Rowen in questo capitolo, il suo reagire così piatto a tutto ciò che gli sta accadendo. Una deprivazione emotiva quasi totale che è perfettamente in linea con il suo personaggio e che, per inciso, lo rende il mainagioia consapevole. Si svela qualche retroscena tra i due coetanei di Sirdyn, i motivi dei loro dissapori. Tutto questo conferma la posizione di entrambi: quella di Rowen che comunque si dimostra d’animo giustiziere, sveglio quanto basta per cogliere in fragrante l’altro mentre gli rubava le provviste, mentre Kayle nel suo animo del starmi sulle balle. Scusa, non sapevo come esprimerlo meglio. Razziatori! RAZZIATORI! Me lo ammazzate per cortesia? Dai, poniamo fine a ‘sta lagnosa esistenza plis.
I dialoghi poi, proseguono, ricamando i dubbi dei personaggi riguardo ai motivi dell’assedio di di Sirdyn da parte di Mano Insaguinata, giunto soltanto dopo il padre che aveva già razziato la cittadina. Bello il pretesto per mettere a conoscenza il lettore, ci sta. Perfettamente contestualizzato.
Anche se io una risposta ce l’ho: c’era Kayle. Hanno preso di mira tutta la città per mascherare il tentato omicidio del ragazzo. E avrebbero pure fatto bene. Improvvisamente provo empatia con i demoni.

Luth riprende la parola e fa un po’ di lezioni di geografia, politica e commercio ai giovani Rowen e Kayle che lasciano trasparire quello che era il clima nella capitale del Nord. Troppo intenti a cercare di sopravvivere per potersi guardare attorno e cercare di comprendere cos’accadeva tutt’attorno a loro. Un grande punto per l’interpretazione della storia perché fa capire molto di più e valica i confini dell’ambientazione generata finora, allargandone oltremodo la mappa.
E un po’ si è trascinati nei pensieri di Rowen, nell’ignoranza in cui ha vissuto fino a quel momento.
La conversazione si sposta sul tentativo di fuga che Luth e Arys stanno progettando e che suona molto:
“ A notte fonda, tu e io prendiamo delle provviste, prendiamo una di quelle barcacce e poi ce ne torniamo in Spagna, senza neanche dire mañana”
"Sì, sì tutto chiaro. Ma come faremo a liberarci?”
“ Beh… è semplice… a notte fonda, tu e io prendiamo delle provviste, prendiamo una di quelle barcacce e poi ce ne torniamo in Spagna, senza neanche dire mañana”
“Sì, questo l’ho capito ma come facciamo con tutti i Razziatori che ci sorvegliano”
Momento di silenzio.
“ A notte fonda, tu e io prend...”
“Vabbé, ho capito va… s’improvvisa.”
Se non fosse che Arys si scopre una ladra, corredata di pratica fratello apri lucchetti che intanto, zitto zitto cacchio cacchio, sta lavorando.

Se i loro tentativi siano stati vani o meno non è dato saperlo… per ora. Poiché il capitolo si conclude prima con l’ultimo momento di introspezione del mainagioiaignorante.

No, scherzi a parte.
Ho apprezzato, come al solito, anche questo capitolo al pari degli altri. Il tuo modo di scrivere continua a piacermi moltissimo ma ormai sono troppe recensioni che te lo ripeto.
E comunque, e daje e daje e daje, a forza di insistere ho trovato un piccolo refuso da segnalarti:

[…] Geela, la città a cui veniamo io, Arys e gli altri […]

Giusto per farti capire la minuzia con cui scrivi che normalmente non lascia scampo a errori e genera capitoli praticamente perfetti. Me lo so’ dovuto anna’ a cerca’ col lanternino. ‘Cci sua.

Okay, detto questo ti lascio l’ennesimo muro di parole da scalare.

È sempre un piacere,

ci leggiamo presto.

Recensore Veterano
12/05/20, ore 15:48
Cap. 16:

Ciao carissima!
Finalmente torno a leggere la tua storia, l'ho tenuta per ultima perché volevo gustarmi questo capitolo con calma. Credevo che avrei seguito ancora le vicende dei due "cugini diversi", Rowen e Mano, e sono rimasta piacevolmente sorpresa nell'imbattermi di nuovo nella sventurata combriccola di fuggitivi. Luth si conferma uno dei miei personaggi preferiti finora, mi è piaciuto molto questo suo lato riflessivo (che avevo già apprezzato nei precedenti capitoli) e che lo porta a confrontarsi con le proprie paure e debolezze. Fossi in lui però non sarei troppo dura con me stessa, insomma, anche io me la sarei data a gambe strillando come un'oca alla vista di un Balor ahahaha in fondo, suo padre ha agito come un qualsiasi padre che tiene al proprio figlio (e visto come si comporta Devian con Mano, diciamo che Luth è stato proprio fortunato dai) purtroppo però si è ritrovato alle prese con una situazione che non sa gestite ed è comprensibile il suo senso di smarrimento e inadeguatezza, ma già il fatto di ammettere le sue colpe e ripromettersi di migliorare in futuro me lo rende simpatico: sono sempre più convinta che col tempo possa diventare un gran bel personaggio e un leader "cazzuto" . Quanto a Wes, mi incuriosisce sempre di più questo personaggio proprio perché è quello che si è esposto di meno. Come nota Luth, ne ha passate tante e il suo essere taciturno e distaccato è forse un'armatura che si è costruito negli anni. Anche io muoio dalla curiosità di strapparlo a quel silenzio e sapere di più sulla vita che conducecano lui e la sorella a Geela, il che spiegherebbe anche questo rapporto così speciale con Arys. In questo capitolo lei non mi è dispiaciuta, almeno non si mette a far battutine fuori luogo come al solito ahahah di sicuro è più matura di quanto sembri e anche lei indossa una corazza fatta di sarcasmo e presunzione per nascondere le sue paure ed insicurezze. E inoltre si dimostra anche spietata, un po' come Rowen, che non avrebbe esitato a lasciare indietro. Chissà cosa ne è stato di Kyle, non mi stava molto simpatico, ma ho provato pena per lui, soprattutto dal momento che la sua morte non sembra toccare particolarmente Arys e nemmeno il buon Luth, che inizia a capire quanto possa essere ingiusto e amorale il mondo fuori le mura di casa.
Mi è piaciuto molto questo momento di introspezione , perché ci dà modo di sentire due campane diverse, quella del ricco "figlio di papà", che però non segue cliché del ragazzo sciocco e viziato, e i due ladruncoli cresciuti per strada tra mille difficoltà. Ad unirli è ancora una volta la paura verso il tiranno, verso i demoni che sembrano non fare distinzioni tra le loro vittime, che siano queste ricche e nobili o meno.
Complimenti davvero cara, come sempre il capitolo è scritto divinamente, ogni parola è ponderata e scelta con criterio e si incastona perfettamente con le altre. Continuo a ribadire che adoro come riesci a dare spessore ai tuoi personaggi, senza cadere in cliché ma rendendoli umani e realistici, anche nei loro " scivoloni morali" eheheh al prossimo capitolo!! <3

Recensore Veterano
11/05/20, ore 13:41
Cap. 14:

Sono davvero contenta di ritrovare Rowen in questo capitolo, dopo tutte le peripezie che ha dovuto affrontare.
Qui lo ritroviamo in cella, e come se non fosse abbastanza è pure legato in una posizione scomoda e dolorosa. Mi è piaciuta la sua presa di coscienza graduale, con i sensi che si riattivano permettendogli di distinguere i dettagli della sua nuova situazione: incatenato, bendato, indolenzito e ferito quantomeno ai polsi, a causa dei suoi tentativi di liberarsi.
E' una costrizione terribile, perché non può muoversi né, soprattutto, vedere ciò che gli accade intorno. E' forse quest'ultima la cosa che ho trovato peggiore, perché è come se lo avessero confinato in posto ancor più piccolo di quello che potrebbe essere la cella. Senza vista è quasi completamente inerme.
Non aiutano a migliorare la situazione nemmeno le grida che cominciano a risuonare intorno a lui. C'è qualcuno che se la sta passando ancora peggio di Rowen, e di primo acchito ho pensato che potesse trattarsi di Mano Insanguinata, punito per qualche ragione; poi però mi sono detta che lui non avrebbe mai gridato, per non far trapelare il proprio dolore, e che comunque non sarebbe stato torturato nelle prigioni, ma altrove (non so perché, ho questa impressione).
Tutta questa scena è terribile, e l'ho adorata per questo; hai reso benissimo il senso di orrore per quanto sta accadendo, lo sgomento di Rowen e la sua paura più che fondata.
Interessante è stato scoprire che lui non è l'unico umano rinchiuso in cella, così come si capisce dai singhiozzi che lui sente in lontananza. Temo ora che qualcuno dei ragazzi fuggiti con Rowen dall'accampamento dei Razziatori sia stato acciuffato durante l'attacco di Vorjah. O forse è addirittura uno dei Razziatori; non mi stupirei se si trattasse di uno di loro, o addirittura del loro stesso capo, punito per qualche ragione futile (anche se questo sarebbe scomodo per i demoni del Ricettacolo, perché perderebbero un contatto sicuro, non la vedo come una cosa poi tanto impossibile).
Mi è piaciuto moltissimo il passaggio in cui Rowen ragiona sulla sua situazione, su come tette le sue sofferenze passate, che gli parevano tanto terribili e difficili da affrontare, non siano niente in confronto con quello che sta vivendo adesso; allo stesso modo mi è piaciuto come lentamente cominci a credere di star scivolando nella pazzia, completamente estraniato dal mondo e incapace di registrare davvero lo scorrere del tempo a causa della benda. E' terribile, così come il pensiero che lo coglie quando sente lo scatto della serratura, secondo il quale il suo destino è quello di essere un prigioniero, che sia a Syrdin o in qualunque altro posto.
L'atmosfera che si respira in questo capitolo è pesante, data dal terrore e dall'angoscia provati da Rowen, e non si spezza nemmeno quando si pare la porta della sua cella. Al contrario, il tutto diventa ancora più angosciante, soprattutto quando viene nominato Mano Insanguinata.
Credevo che mancasse ancora qualche tempo prima che quest'ultimo facesse la sua comparsa, e invece no. Mano è qui, io squittisco perché davvero non me lo aspettavo e al contempo temo per la sorte di Rowen.
La parte delle loro interazioni, per quanto sia stata brutale, l'ho adorata. Amo tutto, sia come la violenza dell'interrogatorio sia in netto contrasto con la voce atona che pone le domande, sia per il diverso approccio di Mano Insanguinata rispetto a quello dei demoni: non userà la violenza, per estorcere le informazioni, ma la privazione, ben più efficace.
Questo è terribile e molto triste, perché immagino che sia giunto a questa conclusione per esperienza personale.
Ora temo quello che potrebbe accadere a Rowen, quando Mano si accorgerà che non sta affatto mentendo.
Un bellissimo capitolo, me lo sono divorata. Non vedo l'ora di sapere cosa accadrà in seguito! <3

Recensore Master
10/05/20, ore 12:40
Cap. 13:

Ciao ed eccomi di nuovo su questi lidi fatti di devastazione e morte! XD

Eh, il caro Shintra Mor (è più figo in Abissale il nome, in effetti) non se la passa affatto bene; le torture a cui lo ha sottoposto il caro paparino per aver "fallito" si sentono tutte e il dolore non accenna a chetarsi.
Ho trovato molto suggestiva a tal riguardo la differenziazione nel concepire il dolore tra demoni e umani e l'impossibilità da parte del nostro oscuro cavaliere a rinnegare del tutto la sua natura a tal riguardo: per quanto potrà provarci lui, Golgoth o suo padre, non potrà mai cancellare questa sua debolezza e alla lunga sono certo che tutto questo avrà importanti conseguenze.
A questo punto mi chiedo, e se la ribellione dei demoni che sono riusciti a sfuggire al controllo del ricettacolo di Kyr avessero assaporato una consapevolezza simile a questa? Magari non proprio inerente il dolore fisico ma qualcosa ad esso vicino come il rifiuto a vivere ulteriormente sotto un giogo di schiavitù che magari li avrebbe resi più insofferenti ad un successivo controllo e che ha determinato come unica possibilità la loro condanna a morte. Quel misterioso "non ancora" pronunciato da uno dei demoni ribelli ritengo sia la chiave di lettura di questo capitolo: non tutto è perfetto nella dominazione esercitata dal fu Davian e se ne è accorto. Quindi è il caso di cancellare le traccie di questa sua fallibilità... chissà se ci ho preso o ho detto solo un sacco di sciocchezze. ;) 
Splendida narrazione, come sempre. Ho apprezzato particolarmente tutto il combattimento, devo dire che Shintra Mor se la sa decisamente cavare con la spada. Azzarderei per lui almeno un 7°- 8° livello di guerriero che per la giovanissima età, è un eccellente traguardo. 
Complimenti!

Un caro saluto e a presto
Will D.

Recensore Veterano
09/05/20, ore 21:18
Cap. 2:

Ciao cara! Era un po' che volevo continuare questa storia, ma purtroppo non ho avuto molto tempo per farlo e sono contenta di averla ritrovata nello scambio. Ho riletto il prologo così da evitare di scrivere corbellerie e si riconfermano le sensazioni che provai la prima volta. L'imminente fra questi due personaggi separati da piccoli, il figlio di Davian e Rowen, ha su di sé una grande aspettativa, una cosa che sei riuscita a creare alla perfezione e che lascia con il fiato sospeso. Ho ritrovato Nerya, che dopo aver consegnato il bambino non sembra più essere stata in grado di perdonarsi: neanche l'istinto materno pare essere una scusante sufficiente per il gesto che ha compiuto e che porta con sé un senso di colpa che l'ha consumata dall'interno, giorno dopo giorno. Mi chiedo che vita sia quella di una persona che non è in grado di convivere con le proprie scelte, e Nerya ne è un perfetto esempio. Anche perché ha fatto più danni che altro, considerando che ha caricato Rowen della responsabilità di badare a lei. Ho avuto l'impressione che si fosse costruita una sorta di realtà fittizia in cui sguazzare, una sorta di meccanismo di autodifesa che però finisce per infrangersi quando Rowen la mette di fronte alla realtà.
Sulla scena dell'orecchio mi è sorta una domanda (non sono un'esperta né altro quindi ho provato a chiedere a una mia amica laureata in medicina, inoltre non so se te l'hanno già fatto notare e hai dato una motivazione già esauriente, in tal caso ignorami pure): hai detto che Nerya stacca il lobo di Rowen con un morso, ma non credo sia una parte del corpo che contiene vasi sanguigni così importanti da far perdere tutto quel sangue, e portare quindi allo svenimento. Poi non so se ho letto male io, ma per non dover modificare troppo proverei a puntare le cause dello svenimento sullo shock o sul dolore. Sono pignolissima su queste cose, perdonami XD
Poi: ma quanto è stronzo Mordhen? Sapendo dell'arrivo dei Razziatori sarebbe stato più saggio per tutti evacuare la città, se non si hanno le risorse per combattere. Rowen ha compiuto la scelta più sensata, dettata dall'istinto di sopravvivenza, e ho provato solo empatia per lui quando ha deciso di disobbedire e andare a cercare la madre. Straziante la scena della ricerca e del ritrovo di Nerya, tra l'altro: ho adorato l'escalation di tensione che hai creato fino alla fine, l'attimo in cui il ragazzo la crede morta. E se anche ci dai un briciolo di speranza, l'attimo dopo ci viene tolta perché non bastano le cadute rocambolesche per il bosco e la paura di aver appena perso l'unico genitore. Qualcuno segue Rowen, ma non è chiaro se sia uno dei Razziatori o qualcos'altro. In ogni caso, se la sarà fatta addosso. Ma poi, quanto è figo il figlio di Davian nell'ultima scena? Non so, sarà che ho un debole per i personaggi cattivelli, ma lui mi attira proprio.
La chiusura del capitolo preannuncia danni. Credo che Syrdin non farà una bella fine, una volta travolta dall'esercito. L'unica soddisfazione plausibile sarà dire a quel pallone gonfiato di Mordhen che aveva torto.

Complimentissimi e alla prossima!

Trix

Recensore Master
09/05/20, ore 19:16
Cap. 16:

Ma cara, cara la mia Dark Sider! <3
Possibile che giungo da te così tardi?? Trovo molto interessante un capitolo non incentrato sui protagonisti che tanto amiamo come questo, perché ci hai offerto una chiave di lettura molto privilegiata sul mondo che hai creato e sulla varietà dei punti di vista che caratterizzano i suoi abitanti. Io ho un sospetto: che Wes possa leggere la mente o una cosa del genere, perché quando Luth lo giudica pericoloso (ed è un suo pensiero) l’altro quasi gli risponde in qualche modo. Ma certi indizi a volte mi sfuggono. Luth a ogni modo è uno spettatore che pur non avendo la conoscenza di Arys si mette in discussione. Si domanda cosa sappia del mondo e si rende conto del fatto che essere nati nella bambagia, avere avuto l’opportunità di essere stati protetti da un padre troppo amorevole, probabilmente causa più danni che altro. Luth credeva di sapersela cavare e invece ha scoperto che troppe cose gli sono note e che non sarebbe in grado di affrontare la conversazione di un Balor o di un qualunque altro demone. Questa consapevolezza da un lato ce lo rende decisamente più caro perché proviamo empatia nei suoi confronti, dall’altro ci pone davanti al concetto, già espresso, che gli abitanti di Syrdin non sanno niente e ok, ma anche gli altri non fischiano mica. Quelli di Geela si sono piegati a dei compromessi anche piuttosto gravi.

Una cosa che mi preme sottolineare è la reazione di Luth davanti al demone. Prevalente sulla paura è il disgusto e questo sottolinea quanto tu sia attenta alle parole che scegli e alla reazione dei tuoi personaggi. Il disgusto è ciò che più ci allontana da qualcosa che percepiamo come inavvicinabile. La paura può unirsi anche ad altro o mutare e nascondere una sorta di ammirazione, ma il disgusto provoca sensazioni irrecuperabili e allontana l’altro da noi. Arys è spietata, adesso passiamo a lei. Mi ha ricordato un po’ la Ygritte di GoT (un personaggio che amo moltissimo) per la sua spietatezza e per il fatto di non risparmiare nulla a Luth. Le righe che hai scritto sul sospetto che il figlio del capo nutre su di lei – che abbia visto qualcosa di orribile e che non voglia assolutamente rivangarlo – sono di una poesia incredibile e tra le più belle che tu abbia mai scritto. Mi interessano le vicende dei protagonisti, ma non nego che mi interessa anche vedere com’è il mondo e cos’è diventata la vera umanità – non quella di Syrdin – ora che il Ricettacolo vive e cammina (si fa per dire) su questa terra. Concludo dicendo che credo che quei furboni dei maghi siano più vicini di quanto penso. E se fossero a Geela? E se il padre di Luth sapesse? I tuoi capitoli mi affascinano sempre moltissimo e il mio messaggio è sempre quello di aggiornare presto, dato che adoro questa storia. E ovviamente perdonami per questo ritardo terribile come la visita di un Balor, compreso il mio preferito <3. Un abbraccio forte forte,
Shilyss

Recensore Master
09/05/20, ore 10:57
Cap. 16:

Mia cara, eccomi finalmente qui.
Ora, tu sai quanto i capitoli privi della tremenda presenza di Rowen l'idiota (sì, gli ho affibbiato un soprannome), siano balsamo per le mie orecchie, giusto? Ecco, questo è stato il balsamo di cui avevo bisogno.
Mi piace la compagnia di ladruncoli capeggiata da Luth, mi pare anche di avertelo già detto ma non mi ricordo bene sinceramente, e soprattutto mi piace Arys - sbarazzina e furba, senza peli sulla lingua.
Mi è piaciuta molto la lunga introspezione che hai dedicato a Luth (personaggio che personalmente apprezzo molto, nonostante non sia un protagonista di questa storia), con l'analisi di se stesso attraverso le proprie azioni: i tuoi protagonisti sono giovani e non ci si aspetterebbe una grande indagine di sè, eppure in questo capitolo Luth fa un'analisi molto intensa anche di quello che gli è appena capitato, compreso l'istinto di sopravvivenza che lo ha colto nel momento in cui ha visto il Balor.
Mi piace come hai impostato e sviluppato quello che è, a tutti gli effetti, uno scontro tra titani: abbiamo da una parte Luth, di origini "nobili", figlio del capo della città, che ha sempre accettato - più o meno inconsciamente - la propria vita priva di preoccupazioni, accontentandosi di ciò che gli era detto e concesso, che pensa come tanti della sua estrazione sociale che ciò che dirà possa essere preso come un ordine a cui non potersi sottrarre; dall'altra parte c'è Arys, la parte parlante di quella strana coppia che forma col fratello. Arys è severa e disillusa, oltre che poco capace di fiducia e piuttosto opportunista. Non si fida di nessuno, men che meno delle parole di Luth che non ha idea di cosa significhi vivere come hanno vissuto loro.
Mi è piaciuto molto, tra i due, il percorso di Luth che prova almeno a chiedersi che cosa sia successo ai due fratelli per ridursi in quel modo.
Come sempre, il tuo stile più che scorrevole rende la lettura dei tuoi capitoli e della tua storia un vero piacere. Sono stata molto contenta, oltre che di leggere cosa fosse capitato a questa eterogenea e strana compagnia, anche che il prossimo capitolo sarà completamente dedicato a Mano (immagina tante faccine con gli occhi a cuoricino) e per questo non vedo l'ora che tu aggiorni.
Intanto rinnovo i miei complimenti e ti mando un bacio grande.
A presto, L.

Recensore Master
09/05/20, ore 10:54
Cap. 15:

Ma ciao <3
Perdonami per il ritardo, è stata una settimana incasinata. 
Prima di tutto: dammi altre tonnellate di loro due, ne ho bisogno <3
Rowen mi è piaciuto tantissimo, in questo capitolo - non che negli altri mi sia piaciuto meno, in effetti, è un personaggio bellissimo. L'hai abbandonato in quella cella, in una posizione scomoda, con il corpo dolorante, e senza cibo e acqua per un tempo indefinito e troppo lungo. Continua a resistere e a soffrire, ma giustamente è spaventato. Mano vuole da lui informazioni che non ha, e che gli ha già detto di non avere, non smetterà di privarlo di cibo e acqua finché non parlerà, ma il povero Rowen non ha nulla da dire. Vederlo sforzarsi di cantare la nenia che sua madre gli cantava per calmarlo mi ha spezzato il cuore, non sopporto di vederlo in questo stato, lo stai maltrattando di brutto :'c
Come se le sue pessime condizioni fisiche non bastassero, infatti, decidi di rigirargli il coltello nella piaga mostrandogli Nerya, sua madre, che abbiamo già visto morire all'inizio della storia. In una condizione simile mi sembra normale che Rowen abbia delle allucinazioni, perciò ho subito pensato a questo, e anche se è una confessione sadica perché ci mostri quanto la situazione fisica e mentale di Rowen stia degenerando, in realtà ho amato questa scena. Nerya è di fondamentale importanza perché gli chiarisce le idee, gli ricorda cosa vogliono da lui e qual è la cosa migliore da fare in una circostanza simile, ed è dargli quello che vogliono, anche se non è semplice dal momento che Rowen davvero non sa dove siano finiti quei dannati maghi. Bellissimo il momento in cui specifichi che è tutta un'illusione e vengono fuori anche i motivi di questo: non solo Rowen è lì, sofferente, quasi morto, ma è anche da solo in un momento di totale disperazione. Qualcosa si sblocca, però, con la comparsa di Mordhen, quando gli viene nominato suo padre. Stupende, poco dopo, le riflessioni di Rowen riguardo all'unica debolezza che Mano ha mostrato... ah, quanto li sto shippando, non puoi davvero capire quanto, e all'inizio di questa storia dubitavo fortemente che avrei iniziato a shippare qualcuno... e invece ormai sono persa xD
Comunque, ho amato che Rowen alla fine abbia lasciato andare le illusioni di sua madre e Mordhen, e qui ritorna il suo bisogno di sopravvivere, ciò che sa fare meglio di qualsiasi altra cosa. E giuro, Rowen, che se fallisci e muori mi metto a piangere. 
Poi ci spostiamo da Mano, di cui hai fatto delle introspezioni bellissime. Mi piace che si interroghi sui motivi che spingono suo padre a tutta quella cattiveria, a quel sadismo, quella costante ricerca del terrore negli altri, mentre attraversa le prigioni piene di gente sofferente.
Il momento in cui Mano si ferma a fissare Rowen mi ha fatta fangirlare malissimo - anche se poi se n'è andato senza pronunciare mezza parola, perso nelle sue riflessioni e nei ricordi sbiaditi. Per fortuna, però, torna il giorno dopo con Golgoth - io lo amo, ma ci sono rimasta male per la sua presenza, è il terzo incomodo XD
Diciamo che Mano non è esattamente un adorabile padrone di casa a svegliarlo con una ciotola d'acqua addosso - che stronzo, almeno poteva dargli davvero da bere invece di fare finta -, ma quantomeno gli restituisce la vista togliendogli la benda. Anche se per poco. Continua a tormentarlo un ricordo sepolto da qualche parte e questo gli fa perdere quell'aria vuota e gelida che ha sempre, anche se per pochi istanti. Sono impazzita quando Mano gli ha stretto la gola fino a quasi soffocarlo. Non dovrei ma è inevitabile, li amo, e più Mano lo massacra più io mi innamoro. XD
Rowen, finalmente, dopo tutta questa agonia trova un motivo per essere lasciato vivo e riesce a ottenere anche una ragione per cui dovrebbe sopravvivere. Alla fine Golgoth è servito, poiché nota le somiglianze fra Rowen e suo padre e dunque conferma le sue parole. 
E qui ho amato tantissimo il fatto che Mano si sia reso conto di quanto Rowen non lo fissi con il terrore che hanno tutti nello sguardo, ma lo guarda come se fosse un suo pari e, aiuto, il mio cuore non può reggere tutto ciò <3 <3
Qui Mano l'ho visto diviso e combattuto. Una parte di lui ha bisogno di comprendere meglio quei ricordi che crede di avere, ha bisogno di capire chi è davvero Rowen, dall'altra invece si sforza con tutto se stesso di rimanere gelido, freddo, vuoto, ed eseguire semplicemente gli ordini di suo padre senza provare niente. Cosa che, mio caro, ti sta riuscendo solo a metà. 
Ogni capitolo è più bello del precedente, non so come fai, ma adoro, adoro, adoro e non vedo l'ora di leggere il prossimo **
A presto <3
fumoemiele

Recensore Master
08/05/20, ore 18:27
Cap. 16:

Eccomi qui!
Un capitolo più breve che si concentra su i side-cick della storia che, nonostante siano tecnicamente secondarie, appaiono comunque come dei protagonisti data l'attenzione di dettagli con cui scegli di rappresentarli, dalle azioni alla personalità.
Arys è sicuramente la mia preferita del trio, non solo per il suo modo di atteggiarsi, ma soprattutto per la sua filosofia derivata dall'esperienza, dall'essere costretta a farsi strada nella vita con le unghie e con i denti per poter sopravvivere. Il mondo ha i denti, e in qualsiasi momento ti può dare un bel morso...e questo lei lo ha imparato numerose volte.
Proprio per tale ragione, ho amato il discorsetto che ha fatto a Luth, un individuo che, al contrario, ha vissuto per gran parte della sua vita come il figlio privilegiato di un capo, senza mai dover conoscere la fame o altri aspetti assai più familiari alla ragazza.
E pure quando questi si scusa per la sua presunzione, Arys risponde in un modo che mi è piaciuto non poco : le tue sono solo parole. Perchè in fondo ha ragione, a parlare sono bravi tutti, ma ciò che distingue davvero le persone è la capacità o meno di fare appello a quelle parole e metterle in pratica.
Mi è un po' dispiaciuto sapere che, inizialmente, Mano sarebbe dovuto apparire in questo capitolo, ma non me ne lamento troppo, perchè tanto dovrò aspettare il prossimo. E proprio per questo, non vedo l'ora che tu aggiorni!