“Izaya era intento a fissare il soffitto.”
Io 🤝 Izaya 🤝 Beth Harmon
(Peccato che io non sia una gnocchissima nonché talentuosissima scacchista americana. Ah, che vita grama.)
Cucù.
Chi mai sarà questa strana tizia con una pulce petulante nell’immagine del profilo e un nick che esibisce il suo grande amore per il sushi?
Haha. Ciao Fissie! (Oh my, non sono abituata a chiamarti così. Quanto distacco, sembra quasi che mi stia rivolgendo ad una persona illustre, just like the old days. Inizio a darti del lei?)
Sooorpresa. Hai visto, finalmente l’ho ripresa in mano?
Onestamente, non credevo che sarei mai riapprodata fra queste pagine a sclerare e a lanciarti insulti, ma, in fondo, più volte ho sperato di ripensarci e di tornare sui miei passetti. Verso la fine di dicembre ho realizzato che erano passati quasi più di sei mesi da quando mi sono distaccata da questa bellissima opera e tutto ciò che la riguardava…
(La mia Ti super criticona in questo momento: ”Ma che è? Una recensione o la tua autobiografia?”)
O meglio, quasi tutto, dato che qualcuno è venuto ad importunarmi *pizzica la guanciotta di Ran* a proposito, grazie. Probabilmente senza le nostre chiacchierate, non l’avrei ricominciata. Più che dirti grazie dovrei lanciarti su un cavalcavia, mi hai catapultato nuovamente nel mondo dell’angst. Que dolor.
Ho preferito non confidartelo, ma già altre volte avevo provato a riprenderla da capo, solo che qualche meccanismo non si innescava mai bene, facendo vacillare tutto non appena leggevo la temibile parola scritta in rosso all’inizio del primo capitolo, “epilogo”. Che drama queen.
(Ti: ”Bastaaaa ma hai finitoooo”)
E così, dopo la sessione, quando finalmente ero più tranquilla e soprattutto più libera, ho deciso di tentare la sorte con un altro tentativo. E finalmente, non so come, ho varcato la soglia ed è andata. Wow. Mi sono letta quasi due capitoli al giorno, a volte anche di più. Queste prime due settimane di febbraio sono state intense ed emossssionanti aka piene di lacrime. Qualcuno mi passi un collirio.
Okay, accontento la mia Ti e mi taccio!
Alloooora.
Il capitolo.
*agita le manine divertita* mi prudono le mani per l’emozione, ci credi? (O per gli schiaffi che vorrei darti? Sì, parlo con te, non fare la finta tonta! Come osi rendere Izaya cari- ehm, decente?)
Ho così tanto da dire!
Anzitutto spendo qualche parolina sulla mia solita fortuna. Benvenuti in un altro episodio di “non sapevo di essere stata adottata dalla sfiga della famiglia Orihara”. Ti pareva che questi due si sarebbero messi insieme proprio nel primo capitolo che non ho letto? Quanto sono sfigata da 0 a Izaya? Izaya + ∞?
Te lo devo dire pure qui, ma renditi conto che mi sono dovuta sorbire ben DUE anni di hiatus e, preciso, senza sapere se la ff sarebbe continuata o meno. Quando hai ripreso ad aggiornare, ci hai spiattellato un capitolo più triste dell’altro con neanche una scena poQQa (io a ‘sto punto inizio a credere che sia una punizione divina perché gli dei sanno quali reati ho commesso alla tenera età di 14 anni *fissa il rullo* jeeeesuuuuus). Anni con un’autrice sadica alle calcagna che non faceva altro che ribadire “tranquille, manca poco alla svolta felice!” “dai, ragazze, ci siamo quasi” *passano altri 10 capitoli* “siamo vicinissime” ”ma vicine quanto?” “vicine quanto 10 capitoli fa.”
Anni di “questo è il capitolo della quasi svolta felice”, “questo è il capitolo della timida svolta felice”, “questo è il capitolo della svolta felice, ma solo nella mia testa” (le mazzate che ti avrei dato. La vera domanda da porsi su VR doveva essere “ma quante svolte felici ci sono?”).
Anni in cui mi sono sorbita le peggio battute sul mio rapporto con Izaya (dannata, tu e tutto il tuo circo del forum, vi deve finire la carta igienica mentre state al bagno per i prossimi cento anniiiiii) (questa è la vostra character song: https://www.youtube.com/watch?v=zjedLeVGcfE ), anni di cacce agli spoiler dove la frase più corposa che becco riguarda Izaya che si scorda il portafogli a casa, anni di atroci sofferenze nei capitoli perché la shizaya è disfunzionale come poche ship e crea più danni di un elefante in una cristalleria e poi? Poi posti la svolta felice quando io me so data?!
FIII-SIIIII-EEEE-KUUUUN. Io sradico un palo stradale e te lo lancio appresso.
Ma finalmente! Sono qui anche io.
*Me ne frego di Achille Lauro starts playing in the background* ci son cascato di nuovoooo
Potevo liberarmi finalmente dai viscidi tentacoli poliposi di questa fanfic e invece sono qui con la mia recensione assolutissimamente non richiesta e che rimpiangerai fino all’anno prossimo. Yey.
Ovviamente, dovevo riprendere la fic proprio prima di un capitolo angst. Eh, certo. Sia mai avere unicamente del sano fluff, no, per carità. Quando dio distribuiva la fortuna io ero a cercare la ponderatezza di Izaya, quella che gli servirebbe prima di fare cavolate (come puoi immaginare, la ricerca non ha dato i frutti sperati. Tra un po’ chiamiamo Chi l’ha visto).
E così, mi sono persa il compleanno di questa piccola (piccola…) creaturina. Mi fa ridere che sia iniziata ad agosto, proprio il mese in cui è ambientata ed anche il mese in cui l’ho letta interamente per la prima volta, quel lontano giorno di circa sei anni fa. Mi dispiace, piccino (piccino…), ma non ti preoccupare, la zia per farsi perdonare ha portato tanti bei giochini (... no. Solo le mie stupide recensioni che probabilmente non ti sono mancate. Sinceramente, non ti biasimo).
Esordisco in memoria dei vecchi tempi: che. Miserabile. Vigliacco. Non posso scaraventargli offese meno velate, su EFP mi devo trattenere.
C’è bisogno di specificare di chi sto parlando? Nella parte iniziale del capitolo, Izaya è un tale scassacavalliii. Sviscerare senza ritegno una situazione già di per sé delicata, analizzandola e srotolando un lato amaro della verità fino a prendersi gioco della ragazza in questione e, quindi, del suo dolore, significa svalutare come si sente e lo trovo disgustoso. Il tutto canzonandola con un tono annoiato e commenti ironici altamente discutibili.
È odioso.
(Mi era un po’ mancato infuriarmi con lui, lo ammetto.)
E meno male che mi avevi anticipato “è quasi un nuovo Izaya in questi capitoli”. Alla faccia. Pensa se non provava a migliorarsi, allora (la fregatura è stata quel “quasi”, vero?).
Cosa ci guadagna, a parte un’occhiata di stizza? Sono comportamenti noncuranti e frasi dette con una tale indifferenza e freddezza che farebbero raggelare, non mi piacciono. E no, il fatto che sia solo un altro modo di sbucciarsi le ginocchia, anche se l’intento è evitare di sbranarsi accanendosi sulla prima vittima disponibile, non lo giustifica, perché stare male non gli conferisce il diritto di inviperirsi aizzandosi contro gli altri, calpestandoli come vorrebbe fare con sé stesso. Non gli aggiudica il diritto di riflettere il proprio dolore su chi lo circonda.
Quello che trovo più deplorevole e che mi infastidisce ad oltranza, è che sia solo un’altra barricata in cui celare sé stesso. Ma chi è veramente invulnerabile, non ha bisogno di uno scudo, non ha bisogno di nascondere le sue crepe, perché se è così imbattibile come crede, i punti deboli non dovrebbe averli. Ma Izaya è vulnerabile e questo lui lo sa. Credo che sia un lato di lui che me lo fa apparire solo più misero, piccolo e patetico. Questa penso che sia una cosa che Izaya debba accettare - il fatto di non essere invincibile, come tutti e di poter essere ferito a sua volta e/o per primo -, non solo per non fare male agli altri, ma anche per non farne in primis a sé stesso. Lo so, a parole è sempre facile, ma faccio affidamento sui suoi passettini (ah, fare affidamento su Izaya. Stiamo messi bene, allora).
Anche se confesso che quel “apprezzo una brutta telenovela argentina di tanto in tanto” mi ha fatto ridere.
Oh, hai inserito Nozomi! La mia piccina. Sono contenta che tu le abbia dato un suo spazietto, introducendola per mostrare come Izaya abbia creato il suo harem (harem, cos) dato che Narita ovviamente non ha mai fatto luce sulle origini dei suoi contatti con ragazzine provenienti da famiglie disastrate e situazioni abusanti, sia mai che Narita sposti i riflettori un po’ più in là, per carità. Però, ehi, grazie per averci rivelato che Izaya è mancino dopo quasi 10 anni dall’uscita delle light novel, questa informazione mi serviva. Chi l’ha animato per intere stagioni come destrorso ti è eternamente grato, idem chi ha realizzato le figure ed i gadget in cui tiene il coltellino con la mano destra. Tanto amore.
Mi è sempre piaciuto l’intento di VR, quello di voler spiegare come si sono evolute le dinamiche fra i pg e lo sviluppo dei pg stessi, incastrando il tutto con le informazioni provenienti dalle novel che, appunto, invece sono prive di molti svolgimenti e non elaborano dei chiarimenti sufficienti, impedendo al lettore di maturare delle conoscenze approfondite su quel specifico personaggio e sulla sua personalità oltre che sul suo passato, contesto in cui ha vissuto e simili. Quindi sì, sotto questo punto di vista le ho sempre viste poco consistenti, peccando di quel qualcosa che invece VR ci sta dando. Rende anche il tutto più intrigante (e tu lo architetti nel modo più coinvolgente possibile), è un riavvolgere il nastro di una cassetta partendo dal finale, chiedendosi “come siamo arrivati a questo punto?”. E penso che sia un impegno enorme, tenendo conto di quanto sia fitta la trama di VR, come anche quella di Drrr. Equivale a dover ricongiungere i fili di due apparecchi ancora disconnessi e penso che sia un lavoro da non sottostimare affatto.
Inoltre, non per togliere qualcosa a Narita, dato che ci ha dato dei bellissimi personaggi su cui sclerare e morire serenamente (mhh non lo so, Rick, serenamente dopo Ketsu è praticamente una blasfemia) (pure prima di Ketsu lo era, vabbè), ma adoro il modo magistrale con cui caratterizzi le personalità di ognuno di loro, arricchendoli di particolari e fornendone una visione laterale che tuttavia non si discosta dal canon, dà solo quella percezione in più che accresce la storia del pg. Appunto, è una cosa che l’autore originale dell’opera non fa, o almeno, non lo fa con la stragrande maggioranza dei personaggi e le eccezioni sono poche (e anche quando ci sono non mi soddisfano mai completamente, ma lasciano sempre un senso di pecca, qualcosa che manca, facendomi storcere il naso) e non ci mostra una crescita, perché non affina ciò che ha già costruendolo e giostrandolo per bene, ma inserisce solo elementi in più che a tratti appesantiscono il tutto, senza dare un vero senso di pienezza… forse è per questo che li ho sempre percepiti tutti un po’ “acerbi”.
Tu invece, i tuoi personaggi li metti a nudo. Ci mostri degli aspetti che vanno al di là del bidimensionale. L’ho sempre detto, ma i tuoi Izaya e Shizuo suonano molto umani, realistici. Apprezzo anche che vengano valorizzate le fattezze fisiche aggiungendo dei tratti distinti, insomma, ai miei occhi sono praticamente in carne ed ossa.
Diciamo che Narita ha dato uno spunto, ma quelli che ho imparato ad amare a dismisura sono i tuoi Izaya e Shizuo, i tuoi Shirou e Kyouko e sono le tue Mairu e Kururi – che so già che adorerò ancora di più - e così via.
Sorry, so che non c’entra molto con il capitolo in sé, è più un aspetto generalizzato di VR che si estende per tutta la ff, ma sono reduce da una luuunga rilettura e ci tenevo a dirtelo.
Tra l’altro, complimenti come sempre per rendere Izaya così IC. Le sue blaterazioni le trovo sullo stesso livello di quelle riportate nel canon, tant’è che ogni volta che in VR gli vedo affondare gli artigli su argomenti concernenti la morte, mi sembra di avere davanti lo stesso Izaya dell’anime, che allo stesso modo esplora i medesimi discorsi esponendoli alla sua platea – aka quella poraccia di Namie. Non la paga abbastanza.
Ci sono anche altri particolari che trovo molto appropriati. La parte in cui spieghi che le sue strategie di strategico hanno solo il nome, essendo solo una concomitanza di improvvisazioni e sbagli la trovo perfetta per lui. Ne abbiamo già discusso, ma per me Izaya non è quel tipo di manipolatore calcolatore che amministra tutto e tutti come viene descritto nell’anime (perché è così che vuole farsi percepire lui dagli altri) o almeno, non così organizzato. Mi sembra più il tipo che lancia i dadi fingendo di sapere cosa uscirà, non prevedendone veramente l’esito, ma preparandosi ad accettare qualsiasi tipo di risultato per non essere colto impreparato. Quindi, nulla, mi piaceva che avessi inserito questo particolare, oltre al fatto che poi venga risucchiato dai suoi stessi piani restandone intrappolato rende moltissimo! L’ho apprezzato insieme ad un’altra cosetta: quando nella parte delle cuffiette specifichi che solitamente non gli piace estromettere gli stimoli esterni. Questo lo trovo molto adeguato, in quanto è più un tipetto che fa vagare lo sguardo indagatore qua e là, che si mostra interessato alla vita degli altri… molto osservatore. Molto tipo che preleva le informazioni provenienti dall’ambiente circostante. C’è tutta una parte risalente al capitolo 14 al riguardo che mi è piaciuta molto. Penso che siano quelle piccolezze all’apparenza futili ma che scavano ugualmente nel personaggio con una profondità che ancora non vediamo bene.
Poooooi.
(Non l’ho detto all’inizio, lo dico ora: preparati un bel tè e mettiti comoda sul divano, che qui la vedo lunga e non mi riferisco a Shizu- ehm. La mia Ti mi sta già rimproverando perché “madòoo ma quando la finisci ‘sta recensione” ah, perché, la finisco?)
Mi è piaciuta molto la metafora del ratto nel trafiletto dell’autosabotaggio e mi si spezza sempre il cuore quando leggo di alcuni tratti stereotipati del bpd che sono più nocivi che altro, fra questi, il fatto di sabotare la terapia. Alzo le mani fin da subito: non sono una specialista, non ho idea di come si affrontino delle evidenti difficoltà in terapia perché non ho anni di studio dietro le spalle (se gli anni di studio corrispondono ad un barista biondone ci faccio un pensierino però) (io la devo smettere) e non che non sia giusto ammonirlo dato che compromette il percorso di altri pazienti spingendoli ad andarsene, ma...
Quel “perché tutti si arrendono con me?” mi ha fatto molto male. E uh, il riferimento a mamma H. È un po’ il motivo per cui ho storto il naso anni fa, quando uscì il capitolo 20.
‘Sta cacchio di mano sul cavallo dei pantaloni argghh Izayaa te le taglio le mani.
Il secondo paragrafo ha riportato a galla le domande che probabilmente ci stiamo facendo tutti/e: ancora ‘sto Hideki? Chi è? Che vole? Lo scopriremo mai? Spoiler: no.
No no, ovviamente confido ciecamente nel fatto che ce lo svelerai presto. Prestissimo. Nel 2053.
Forse.
Quindi è così che si è procurato le informazioni riservate a cui si accennava in uno degli scorsi capitoli. Sono lieta che venga delineato anche come Izaya entra effettivamente a contatto con la Yakuza. Mi è sempre sembrato un po’ superficialotto da parte di Narita (ormai l’ho preso in antipatia, stacce, tanto lo so che condividi) dire semplicemente che fosse stato avvicinato da Kine così, a buffo. È questo ciò a cui mi riferivo prima, a tratti in Drrr ci sono dei vuoti che nel corso della serie non vengono colmati, delle cose che non combaciano bene e stridono un po’. Non lo trovo credibile che un membro della Yakuza si riduca a chiedere informazioni raccattate da un semplice liceale. Agli occhi di un adulto resta un adolescente che non sa cosa sta facendo e il massimo di trascorso da informatore che può avere è quello di aver sempre immerso le mani in un campo più innocuo – o almeno, innocuo rispetto a quello della mafia. Non è paragonabile a gente più esperta, visto da fuori.
Non te la prendere sul personale, Izay- no niente, si è offeso. Vai, Shizu, vai ad allentare la tensione (mi stai odiando, lo so, lo percepisco da dietro lo schermo. Non è una mia recensione se non divago e non sparo cavolate ogni tre righe, okay? Accettalo).
Quindii, non vedo l’ora di leggere come svilupperai meglio il tutto. Me curiosa.
Come sempre spezzo una lancia a sfavore di Kyouko e Shirou per dire, regà, ma non ve lo filate proprio vostro figlio, non vi ricordate nemmeno di un corso pomeridiano. Mah.
Tutte le volte in cui dici che gli occhi di Izaya sono diversi da quelli di Kyouko, mi viene in mente Harry Potter, per colpa dell’usuratissima frase “hai gli occhi di tua madre” (... era così? Vabbè. INFJ e roba mainistream) (Quanto mi sto facendo odiare?). In più, ormai ogni volta mi parte la voce del Trono del Muori che urla “gli occhi del muoooooriihara”. Non fare domande. Qui l’ho partorita ‘sta cavolata e qui resta.
Mi sono un po’ ammorbidita immaginando la partita a Monopoli con l’intera famiglia, per i pensieri su Shirou in particolare. È un’immagine inusuale all’interno della famiglia Orihara e forse carina proprio per questo. Ah, e so che non è la prima volta che mostri un attacco di panico, quindi non dovrei dirlo ora, ma mi piacciono i vari modi in cui li descrivi!
I momenti in cui esprime la paura di essere abbandonato da Shizuo mi uccide - non che sia un sentimento surreale, Shizuo potrebbe andarsene e avrebbe tutto il diritto di farlo dopo ciò che è successo, ma è logorante essere partecipe del dolore di Izaya, sentire come questa paura lo consumi fino a spezzarlo.
Ho urlato quando è apparso Shizuo – sai che l’ansia mi stava sciupando per bene perché non avevo minimamente idea di come sarebbe potuta avvenire la svolta felice, dato come si sono lasciati l’ultima volta. Per quanto faccia male a Izaya e per quanto capisca anche ad un livello più personale il dolore, penso che sia legittimo da parte di Shizuo prendersi un po’ di tempo per valutare meglio la situazione e sono felice che anche quando si sono incontrati non abbia ceduto in preda ai rimorsi del senso di colpa come temevo. Anzi, sono contenta che ragioni su cos’è meglio per lui e su ciò che lo fa stare bene.
Ma sono anche molto soddisfatta di Izaya (ebbene sì, i miracoli a quanto pare esistono) quando gli ha detto che se ne stava andando via. Riconosco che non sarebbe stato corretto nei confronti di Shizuo recarsi da lui nonostante gli avesse espressamente richiesto di lasciargli un po’ di tempo per riflettere, ma non lo colpevolizzo nonostante lui stesso definisca “meschino” fingere di non sapere dove si stesse dirigendo. Sono felice che ci sia consapevolezza, che capisca che sia giusto fare dietro front, anche se è una realizzazione che arriva tardi - ma non gliene voglio fare una colpa, dato che era stordito ed era appena uscito da un attacco di panico -, sono felice specialmente perché l’impulso iniziale è stato quello di ritirarsi dopo aver razionalizzato e compreso che restare lì sarebbe stato scorretto.
Quando poi Shizuo l’ha rincuorato dicendogli di non farlo, di non allontanarsi, sono crollata. Basta, ormai sono abituata all’angst di VR, per me la svolta era quella hahaha
E sono orgogliosa di Izaya non solo per aver afferrato il significato delle sue azioni, ma anche perché glielo dice. È subito sincero con Shizuo, ribattendo che si ricordava ciò che gli aveva detto e poi quando ha chiesto scusa… mi sono sciolta.
Lo sai. Izaya così nella mia testa è troppo da sopportare, in senso positivo però. Perché vederlo sincero e onesto è ciò che ho sempre desiderato, che si spogliasse in un senso più metaforico (oookay, magari non solo metaforico, ma!)
E sono delle scuse vere che apprezzo. Al contrario di quelle del capitolo scorso, queste sono più ragionate, frutto di una riflessione e non dettate dall’impulsività, oltre al fatto che nel capitolo 29 fossero nate dalla paura di vederlo andare via – e sono state accompagnate da quel gesto orripilante – mentre qui le trovo sofferenti in un modo diverso, perché lasciano il via libera alla possibilità che possa andarsene. Non lo sta trattenendo, gli sta dando la possibilità di scegliere, lo sta lasciando andare anche se fa male, ma sa che è Shizuo a dover decidere e che deve rispettare i suoi spazi. Penso che sia un passo importante. Almeno io l’ho letta così!
(A proposito, ma quante volte dice “scusa” in questo capitolo? Io smetto e lui inizia? Mi sono impossessata del suo corpo? Uhuh~ ehm no! Non in quel senso!!!)
E tu. Tu sei un essere esecrabile. Perché tu, tu sai che io ci muoio su Izaya più onesto. Hai osato farmi intenerire e a volte addirittura me l’hai fatto difendere. Non ti perdonerò mai.
È che ‘sto picciotto cretino mi fa una marea di tenerezza pena. Gli bastano le più semplici e minuscole rassicurazioni per sentirsi accettato. Anzi, nemmeno, non chiede neanche di essere accolto con piacere, gli basta essere tollerato, non essere respinto.
Sono stata sorpresa quando ho letto il loro dialogo. Stavano parlando (incredibile - ho sbagliato ff?) e Izaya che si apre è prezioso importante, perché è più autentico, ed è un tipo di onestà che si sarebbe dovuto concedere già da tempo, anziché trascinarsi tutto quel dolore chiudendosi e soffrendo da solo, cosa che rappresenta un peso eccessivo per chiunque e non solo per gli eventi traumatici che si porta sulle spalle, ma anche per i risvolti dell’ultimo periodo che non gli rendono facile l’impresa di stare meglio o quanto meno di provarci.
Vedo un Izaya più cosciente e che riconosce le proprie problematiche. Ho apprezzato molto la parte in cui spiega il motivo del gesto sulla collina ammettendo che fosse un modo per ferire sé stesso, legata alla realizzazione che fosse la prima cosa che gli è venuta in mente di fare pur di non farlo andare via, scatenando la reazione contraria e concretizzando la sua paura.
Per quanto sapessi che alla fine sarebbe andato tutto liscio, ho letto il capitolo avvertendo molto bene l’agonia di Izaya, saltando da un rigo all’altro con l’ansia (ahimè, lo sapevamo entrambe che questo capitolo sarebbe stato così per me). Mi fa male che si sia vissuto tutto il momento tormentato, dipendendo dalle parole di Shizuo e che alla fine ne abbia ricavato un sentimento discordante e in grado di infondere sollievo solo per metà. Se da un lato Shizuo non se n’è andato, dall’altro questa rassicurazione non dissipa la paura di essere abbandonato ed anzi, è una sensazione che si innalza sovrastando il conforto che lui sia ancora qui ed erige i muri di un’altra consapevolezza, quella che alimenta il timore stesso di essere lasciato, perché se Shizuo c’è ora non significa che ci sarà per sempre. E non è solo questo a fare male, è anche quel “se non avesse avuto paura”, che è la vera preoccupazione che veicola la maggior parte delle azioni di Izaya, è il non voler fare quel passo in più perché il solo pensiero di perderlo costituisce una sofferenza troppo grande. E mi fa stare male che non ci riesca, e quando si innervosisce colpendo lo sgabello con i talloni mentre Shizuo subito si accinge a confortarlo dicendogli “ehi?”… niente, questi due mi uccidono.
E poi. Ogni tanto fra i mille pensieri di Izaya spunta sempre questo chiodo fisso e ogni volta io ci resto secca, perché è troppo. Mi riferisco alle accuse che si scaglia contro, dopo essersele dovute sorbire a manetta da chiunque, quelle di essere un manipolatore. La parte in cui si impone di non piangere, non tanto per difendere l’orgoglio, ma più perché crede che piangendo ciò possa andare a suo vantaggio utilizzando le lacrime come modo per ricattare mi annienta. Non solo questo pulcino cretino è convinto di essere una sottospecie di essere dalla personalità malvagia e dotato di una mente machiavellica senza rendersene conto, ma sono pensieri doppiamente nocivi in quanto costituiscono un blocco, quello che non gli permette di esprimere uno stato di sofferenza e di sfogarsi come fanno tutti i normali esseri umani.
Sono lieta che anche Shizuo riconosca i suoi errori. Per quanto Izaya lo difenda dicendo che l’unica colpa che ha è quella di essere troppo buono, non è così. O meglio, ne abbiamo già parlato, ma non mi sembra così anormale che Izaya, anche se inconsciamente, voglia redimerlo dalle sue colpe, credendo che non abbia fatto nulla di male e che l’unico a dover essere marchiato da degli sbagli sia lui stesso. Succede a volte all’interno di un rapporto, spesso si resta bloccati dentro la propria bolla autocommiserandosi e credendo che la colpa sia unilaterale, no? Se noi lettori e lettrici riusciamo a captare che come sta esponendo i fatti Izaya non è giusto per sé stesso, siccome si sta accusando di essere la causa di tutto, e non rappresenta un’equa spartizione degli errori commessi - non che poi sia importante capire a chi attribuire la colpa, è rilevante solo comprendere se e in che modo si ha sbagliato al fine di poter rimediare e non ricommettere gli stessi equivoci in futuro – è solo perché osserviamo il tutto da fuori, perché possiamo avvalorarci di una visione sicuramente più obiettiva.
Le riflessioni di Shizuo, per quanto dolenti, sono delle domande giuste da porsi e sono felice che anche lui si apra un po’, nonostante vedere Izaya affliggersi su questi ragionamenti mi massacri - e il fatto che poi cerchi di compensare dicendogli “ti ho sempre fatto arrabbiare” mascherando tutto sotto il sarcasmo è ancora più sfibrante.
Te l’avevo già detto, ma mi era capitato di spoilerarmi alcune frasi (pochissime, but still) e fra quelle che ricordo, c’era questa qui: “Non mi basta che mi piacciano, voglio sentire qualcosa. Qualcosa di così forte che mi distrugga prima che possa distruggerlo io.” Mi ha fatto un po’ ridere rileggendo il capitolo, perché mi sono resa conto che all’inizio, avendola letta senza contesto, credevo che l’avesse detta Izaya. E ciò mi fa riflettere su quanto siano simili in fondo, che è un aspetto che nota anche Izaya nel corso del capitolo, scoprendo che “non sta urlando da solo”. E sono anche contenta che Shizuo abbia evidenziato che Izaya è stato il primo fra i due a cercare di capire se fosse in grado di chiudere quella storia, di metterci un punto, e sono felice che, per quanto Izaya si senta un codardo, Shizuo gli sottolinei di essere stato quello coraggioso fra i due. È ciò che ho pensato di lui durante il capitolo 25, quando non credevano che si sarebbero mai rivisti se non forse fra dieci anni (sei crudelissima, Ran, crudelissima) e quella di separarsi era stata una scelta sofferta, ma necessaria e soprattutto giusta nei confronti di entrambi.
Quando gli ha detto che gli manca tutto di lui mi sono sciolta, dai discorsi strani fino al cinema (i film francesi in bianco e nero di tre ore e passa, questo è amore vero).
E quando gli ha detto che dovrebbe fare il barista! Raaaan. Questo è un colpo basso.
Alla scena dei salatini, ho sorriso in un modo indegno. A parte che il solo fatto di avergli chiesto se mangia mostrando quella che era pura preoccupazione mi ha sciolto, ma quando gli ha passato i salatini, oh boy. Ad avermi fatto sorridere è la parte più giù, l’attimo in cui comprende dalla sola espressione di Izaya che gli fanno schifo, riportando l’aneddoto del caffè. Benché sia solo sapere i gusti dell’altro, cela un legame diverso e più stretto, per il semplice motivo che Shizuo ha recepito l’informazione in un modo del tutto naturale senza il minimo sforzo e lì è rimasta, non l’ha rimossa.
Forse sono stupidaggini, ma ormai mi conosci. Io sulle dimostrazioni d’affetto minime ci sclero.
Ah, e ti pareva che se a me e a Shizuo piacciono gli alcolici alla frutta, allora a Izaya devono fare schifo. Shh. Zitta. Lo vedo che mi stai giudicando.
(Tmi che non hai assolutissimamente richiesto, proprio come questa recensione: ti do un motivo in più per fissarmi male. Io la mattina prendo il caffè. Ma nel caffè non ci metto lo zucchero… bensì… *rullo di tamburi*
Il miele.
Vedila così: il miele è Shizuo e il caffè è Izaya. Ora t’attizza, eh? No? Pazienza) (Vabbè, ormai questa recensione è diventata il mio Talk Show, poi vorrò cancellarla hahaha)
La parte del “Non ho mai” mi ha stesa. Tu mi stai dicendo che hai infilato Izaya con la divisa femminile in VR e non ce lo mostri? Farai meglio a rimediare e a riproporcelo!
Adoro i momenti in cui si pungolano – quindi sempre -, Shizuo che non capisce le dinamiche del film mi fa morire, è il mio tontolone preferito. E quando ha preso in giro Izaya sull’altezza sono morta un’altra volta, mi spezza che Izaya si aggrappi all’altezza delle gemelline. Me lo immagino a sogghignare pensando “hehe sono più alto io”. Izaya. Loro hanno dieci anni. Non tu.
(Pssst. Lo ammetto. Ho ripreso la ff solo per sapere le dimensioni di Shinra. Il mio unico movente. Alla fine la verità è venuta a galla.)
Trovo sempre tristissima la visione del sesso secondo Izaya, ma questa volta era “plasmata” su Shizuo e mi ha stretto tanto il cuore vedere fino a dove l’insicurezza lasci il segno, quanto sia radicata la convinzione che a Shizuo piaccia solo per una ragione, per l’unica cosa che nella sua testa lui può offrire. È un pensiero molto più vasto, ma non mi dilungo perché sto già scrivendo troppo. Però uff.
Riguardo a quando mente sulle sue esperienze passate, invece. Ne abbiamo già parlato, ma non sento di potermi arrabbiare. È vero che così facendo manda a rotoli tutti i presupposti per l’inizio di una relazione sana e che si basa sulla fiducia, ma… je ne sais pas. Sono delusa, questo sì. Forse non mi arrabbio perché vedo che sta facendo altri passetti in avanti in altri campi (e okay, il problema è anche questo, ovvero che spesso dopo cento in avanti ne fa uno indietro con comportamenti che hanno il potere di azzerare tutti gli avanzamenti che aveva fatto e tutte le conquiste che si era guadagnato), forse non mi arrabbio perché mi invade di tenerezza il fatto che vorrebbe cancellare tutto, perché ciò che cercava veramente non era sesso, ma solo un modo alternativo per farsi male, per annullarsi. Forse non mi arrabbio perché so che di questa bugia ne ha più bisogno lui che Shizuo, perché cova la necessità di sentirsi così, essere visto così e che sia Shizuo stesso il primo a farglielo credere. Non sto dicendo che i suoi motivi giustificano la menzogna e non lo sto proteggendo, però, allo stesso modo, non riesco ad attaccarlo per questo.
*Inserire qui un aggettivo carino ma che sembra un insulto*
E giungiamo finalmente alla svolta! Nell’esatto istante in cui Shizuo gli ha detto che preferirebbe rischiare ho: urlato (io non so con che coraggio ho letto i capitoli successivi e quale forza ultraterrena mi abbia donato la volontà per farlo dato che in questo punto io ero: morta, kaputt, a k.o., abayo, sayonara da, qualcuno si occupi della bara) e quel “allora fallo” ma mannaggia a te, non ci avevo pensato al riferimento a Ketsu. Tu sei un bakemono.
Uhuh, la scena del bancone. L’ho adorata in ogni sua sfaccettatura. Shizuo che torreggia su di lui e lo imprigiona premendo le mani accanto alle sue, Shizuo che lo stuzzica per costringerlo a chiedergli di baciarlo, mentre Izaya tutto imbarazzato parla freneticamente, oh boyyy. E Shizuo che lo fa proprio per farlo arrossire… insomma. Shizuo. Ecco. Più scene con Shizuo così, pls, feed me.
Tutta la scena mi ha stesa anche se la parte che più mi ha provocato degli urletti estasiati è il pezzo in cui Izaya sbrocca dicendo “che hai da ridere?”. Non sa combattere sul campo dei sentimenti e il bello è che Shizuo l’ha capito.
Sai che mi piace vederlo in difficoltà~
E quando gli ha dato un colpetto sulla fronte chiamandolo “Holly”, lì sono proprio esplosa. Addio, addio, amici, addioo
Sai, mi fa pure un po’ ridere, perché ho rivisto Colazione da Tiffany in preda ad una strana nostalgia (mi piacciono i film datati nonostante sia nata più tardi, non farci caso) proprio mesi fa (che l’abbia visto esattamente mentre stavi scrivendo il capitolo? No? Non è una cosa carina?).
Comunque! Finito il paragrafo, mi sono fiondata a rivederlo. VR solleva voglie strane. Très fous?
(Ma l’ultima scena di Colazione da Tiffany, poi, quante VR vibes irradia? Non so, sarà che VR ormai mi ha bruciato i neuroni da tempo immemore – probabile- ma quando l’ho rivisto mesi fa, nonostante non la stessi più seguendo, ho pensato immediatamente alla fanfic. Tutto il discorso finale sul non avere il coraggio di riconoscere che ci si innamora…
E piove pure! Qualcuno ha detto capitolo 16?)
Oh, e poi mi è piaciuto tantissimo anche il momento in cui Izaya, tutto titubante, crede che Shizuo abbia interrotto il bacio convinto che si sia pentito, ma quando realizza che non è così e al contrario si accende una sensazione vittoriosa aaa che carino scemino.
Certo, che. “Puzzi”. Il bello delle conversazioni durante le effusioni amorose. Però! Meno male che Shizuo lo dice di andare piano, oh! Da come me l’avevi accennato credevo che si azzuffassero subito e nope, mamma non approva.
La parte della maniglia mi ha fatto schiattare. Ah, l’astinenza, cosa fa l’astinenza. E i riferimenti ai vecchi capitoli, che tempi.
Quando ha iniziato a baciarlo ripetendo “piano”, lì mi sono liquefatta sul pavimento. Troppo fluff, non ci sono abituata – e non avevo ancora letto i capitoli successivi.
Però, mannaggia a Simon. Non solo prima non gli facevi terminare le scopate, adesso non li fai neanche sbaciucchiare. Sempre così. Secondo me tu non shippi sul serio la shizaya.
Termino dicendo che rileggere VR dopo tutto questo tempo è stata un’esperienza mistica. Avevo completamente rimosso alcune scene. Il randello. Il rullo- no, scherzo, il rullo è un trauma che conserverò con cura nel mio cuoricino per sempre.
Ma avevo sul serio totalmente cancellato alcuni intermezzi. Specie il capitolo 12, la mia mente ha passato un bel colpo di spugna. Ci credi che avevo eliminato dalla mia memoria la bellissima chicca “per me? In me?” (Non la continuo o sento di rischiare il ban pesante). E la fine del capitolo 29! Ricordavo solo che Izaya gli avesse risposto in malo modo, non anche quel gesto! Il mio cervello voleva proteggermi evidentemente.
Che dire. Immergermi nuovamente in questa fanfic è stato un viaggio toccante. Mi ha fatto riprovare il turbinio di emozioni in cui solo VR riesce ad incastrarmi. Ma soprattutto, io che da lettrice appassionata che si becca un aggiornamento una volta all’anno (non ci credo che hai migliorato i tempi d’attesa proprio quando me ne sono andata. Dillo, dillo che mi odi!) passo da lettrice che decide di droppare la ff e quando ritorna ha ben TRE capitoli consecutivi a sua disposizione pronti per essere divorati tutti insieme? È stata un’emozione indescrivibile. Mai, neanche nei miei sogni più fervidi la mia fantasia avrebbe galoppato così lontano! Tre capitoli consecutivi. Tre. Pura fantascienza.
Scommetto che ora che sono tornata, il prossimo aggiornamento arriverà nel 2035 (ah, così poco, vedo che sono ottimista). Sto scherzando, guai a te se prendi spunto.
Finisco qui. Ma non temere, presto arriverà altro *sorride in modo maniacale accarezzando lascivamente Ran mentre quest’ultima si divincola per non doversi sorbire altri obbrobri* molto presto... aka fra due minuti se EFP permette.
(Non so se si possono recensire i capitoli tutti insieme e a poca distanza dall’altro, sul regolamento non ho trovato nulla che lo vietasse. Oh beh, lo scopriremo fra poco. Se va tutto bene, ci sentiremo presto!
Al prossimo capitolooo - fa impressione se a dirlo sono io.) |