Versione Cocolese del canto di natale con come protagonisti gli akatsukiani!
SICURAMENTE una cosa del genere si sarà già vista, ma questa idea mi frullava in testa da tempo e ho voluto metterla per iscritta!
Il genere è principalmente demenziale, ma nel capitolo 2, dove si parla dei Natali passati vi avverto da subito che non sarà poi così allegro...
Comunque, spero entrerete a leggere la mia ff, e spero che possano farvi almeno sorridere! ^^
Un bacione e buone feste
Cocol

ATTENZIONE: ALTO CONTENUTO DEMENZIALE
I nostri amici Akatsukiani si ritrovano a interpretare le vesti dei personaggi di una fiaba inventata per una bambina, chissà cosa potrà uscirne!
Spero vi piaccia u.u

"Io e Matt stiamo insieme da un anno ormai.
Ci siamo conosciuti con lo scambio culturale organizzato dalle nostre scuole.
Lui è londinese, io sono parigina.
È stato molto strano per me innamorarmi di lui, poiché è stato amore a prima vista, e io non ci credevo a queste cose, ma quando ho incontrato Matt, il mio corrispondente, mi sono dovuta ricredere.
Il suo viso angelico, delicato, forse che somiglia ancora a quello di un bambino, e il suo carattere gentile e disponibile ma che non si fa mettere i piedi in testa mi ha colpito subito."
"« Matt, hai impegni per oggi? Se non ne hai potremmo andare a fare un giro questo pome… »
« Mi spiace Celine, oggi non posso proprio, mi vedo con amici… Programmiamo questa giornata da prima che decidessimo di vederci, non posso dargli buca così… »
« Oh… Va bene tranquillo, farò un giro da sola! » rispondo, ovviamente in inglese. Non è facilissimo parlare così, ma in fondo è tutta questione di abitudine, ora parlo più facilmente che un anno fa!
« Mi spiace… - fa tornando a mangiare – Sarà per la prossima volta… »
« Si, si, tranquillo! Con chi esci? »
« Nessuno che conosci. »
Mi sembra una risposta un po’ secca,strano sentirla uscire dalle suelabbra"

[Altro personaggio: Portgas D. Rouge]
« Forza Ace, a nanna! » esclamò Roger aprendo la porta della camera nel momento in cui Ace nascondeva qualcosa sotto le coperte.
« Va bene, buona notte papà, chiudi la porta eh! » disse scattando in piedi e cercando di spingerlo fuori dalla camera.

Poche parole che raccontano un pensiero fisso di Sasori, ma non l'arte, bensì i genitori.
Un Sasori bambino prima di addormentarsi che vorrebbe solo un abbraccio...

5 momenti RogerxRouge, io amo sta coppia *w*
Spero vi possa piacere!
La storia è divisa in cinque flash fic:
1. Date
2. Marry me
3. I will
4. Pregnant
5. Baby
Beh spero vi piaccia! *w*

I crampi alla pancia si facevano via via più forti, tanto che, appena rientrata in cucina dopo i diversi lavori già svolti, la costrinsero a fermarsi, sedendosi su una sedia del tavolo. Elizaveta strinse le braccia attorno al ventre, sperando così di riuscire a strangolare il dolore, con scarsi risultati. Posò la fronte sul tavolo, gli occhi lucidi per il dolore, come se dovesse scoppiare a piangere da un momento all’altro.
« Hai vinto… - sibilò a labbra strette, rivolgendosi al suo nemico – Hai vinto anche questa volta… »

- Ecco a voi – sorrise l’uomo vestito di bianco quale era il gelataio, allungando il cono gelato rigorosamente fragola e cioccolato ad Ace che prese a leccare avidamente, appena entrato in suo possesso. Corse velocemente via, deciso a gustarsi il cono in santa pace, mentre il padre, che intanto pagava il gelato, lo ammoniva dicendo – Attento che se corri col gelato di cade! –
- Si, si! – disse mentre da un orecchio entrava e dall’altro gli usciva…
Un padre e un gelataio alle prese con la fervida immaginazione di un bimbo di sette anni!

Roger osservò il biglietto che, con grandi lettere scritte sicuramente da un bambino e sicuramente da Ace.
Vai dalla mamma se cerchi il tesoro.

- Ma papà non dovevi andare a quella cena coi tuoi amici? – chiese Ace osservando il padre che posava il termometro sul comodino.
- Si, dovevo… - fece rimboccandogli le coperte – Ma ti sei preso la febbre e non potevo lasciarti solo… - spiegò sedendoglisi accanto.

Ace ha quakche priblemino nel capire la consegna dei compiti e chiede aiuto.a papa Roger ma..

Deidara odiava gli scacchi.
E odiava Sasori.
E odiava se stesso per aver
accettato quella stupida scommessa.
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- Cosa hai in mente? – chiese sedendosi davanti a lui.
- Una scommessa – sorrise divertito passandogli alcuni pezzi.
- Mh… ci sto. Se vinco io tu ti dovrai prostrare ai miei piedi e implorare perdono! – disse sicuro di sé Deidara.
- Addirittura prostrarsi? – rise Sasori – E va bene… Se vinco io invece… - Osservò la pedina del re nero rigirandoselo tra le dita – Dovrai fare sesso con me… - disse serio osservandolo attentamente coi suoi occhi nocciola magnetici.
- Cosa?! Ma tu sei pazzo! – esclamò inorridendo.
- Cos’è, hai paura di perdere? – lo schernì Sasori posizionando il re – Se sei così sicuro di vincere… -
- E va bene, - esclamò muovendo il pedone davanti alla donna – ci sto! –

[Altro personaggio: Rouge]
« Ace! Vieni un attimo ad aiutarmi! » lo chiamò la madre.
Ok, forse il rilassarsi avrebbe dovuto aspettare…
« È urgente? » chiese mettendosi seduto, tanto sapeva già la risposta…
« Se ti chiedo di aiutarmi c’è un motivo no? » fece Rouge, come da copione e, come da copione, Ace si alzò e andò in sala dove la madre lo aspettava davanti ad una mensola.
« Non arrivo a quell’album… » fece Rouge indicando quello dove c’erano foto di Ace da bambino. Il ragazzo sospirò e si sporse a prendere l’album, passandolo alla madre « Ecco… A che ti serve? »
« Mettendo a posto ho trovato vecchie foto e le voglio mettere con le altre… - sorrise andando in cucina – foto come questa, uno dei tuoi primi carnevali! » esclamò facendogli vedere una foto di lui bambino con le orecchiette da gatto.

Arrivati in cima, Ace si sporse a osservare l’altezza – C… Caspita… è alto… e lo scivolo è ripido… - deglutì.
- Hai paura? – ridacchiò Roger.
- NON È VERO! Che non si dica che il grande capitano Ace abbia paura di uno scivolo da quattro soldi! Vieni! – esclamò tirandolo verso uno scivolo – Facciamo quello che si fa a due! –

[Altro personaggio: Bellmer]
[Altro personaggio: Nojiko]
Bellmer osservò le due bambine davanti a sé, che osservavano il pavimento come se fossero colpevoli di una malefatta. Sospirò pesantemente - Che è successo stavolta? -
- Non c'era nessun tesoro... - mugolò Nami a voce bassa.