[RiRen; AU!]
Questa è una storia che ha luogo in Florida, ad Orlando per la precisione, e che parla di un viaggio su una café racer di un tale Levi, un ragazzo libero dalle costrizioni familiari, dalle strade predefinite dal padre, e dalle cicatrici di una violenza difficile da digerire.
E poi narra la storia di un chitarrista disilluso, poco fiducioso, imprigionato nel bigottismo di un piccolo paese americano.
Ma se solo osassero andare oltre il confine di quella recinzione di ferro, cosa accadrebbe?
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Dal testo:
È in quel momento, che Levi realizza una cosa: quella voce è una delle cose più dolorose con cui abbia mai avuto a che fare. Per questa ragione il pensiero di conoscere l’abitante di quel corpo diventa di primaria importanza. Gli martella il cranio per tutta la serata, trascorsa a tentare di smaltire l’agghiacciante senso di disagio che prova, cassa di risonanza delle emozioni che il cantante ha espresso. Immagina sia un eccesso di empatia, diagnostica così quel problema, riconducendolo ad una sensibilità che lo sta macellando come una scure. E non sa neppure come difendersi.

Trovarsi, sapendo di non appartenersi.
Desiderarsi, consapevoli che ogni attimo è solo mera illusione.
Amarsi, attendendo il momento in cui - nella quiete delle loro stanze - potranno finalmente gettare via la maschera.


|¦🥉Terza classificata al concorso "Giù la maschera" dei profili @WattpadFanfictionIT e @AvventuraIT||

Piccolo pensiero tra ? e Eren. Scegli tu chi vuoi che parli ad Eren.

“Ti ho cercato per sempre”
breve momento Ereri.
Scritto nel 2015.

"Caro Eren, in questa lettera vorrei esprimere tutti i miei sentimenti per te.
Non pensare che questa sia una lettera d’amore, piuttosto fai come se fosse un resoconto di ciò che ho visto: da bravo soldato quale sono, devo adempiere a tutti i miei compiti, no?"
Una lettera introspettiva che Jean manda ad Eren.
Non segue il Canon, si ferma alla fine della seconda stagione.

Un incidente con un coltello durante il suo periodo presso il 104° Corpo di Addestramento costringe Eren Jaeger a realizzare che ci sia qualcosa di davvero sbagliato in lui.
Questa storia presenta un idiota suicida e uno studio molto più approfondito sulla biologia dei giganti mutaforma rispetto al canon.

Eren sentì quegli occhi bruciare sulla sua pelle, quel ragazzo era un enigma.
Pensò che fosse Henry fra le sue braccia, fragile e passionale.
King, freddo e determinato, di fronte agli altri.
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ATTENZIONE! LA STORIA SI SVOLGE SU TUTTE LE STAGIONI DELL'ANIME, POSSIBILI SPOILER E RIFERIMENTI AL MANGA.

A Reiner sfugge un singhiozzo – soppresso prima che venga carpito, perché, se qualcuno lo udisse verrebbe sbeffeggiato.
***
Il lume della ragione si è spento da quando Reiner ha rimesso piede a casa.
Storia partecipante alla "Corsa delle 24 ore" indetto sul forum "La Torre di Carta"

«Stringimi più forte.»
Reiner quasi soffoca nella sua saliva, quando sente quella frase.
Bertholdt ha sempre parlato nel sonno, ma mai aveva borbottato richieste così assurde – che lui si rifiuta di eseguire, perché non è sicuramente rivolto a lui quell’ordine.
Storia partecipante all'VIII edizione della "Corsa delle 24 ore" indetta sul forum "La Torre di Carta"

Eren e gli altri hanno finalmente raggiunto il mare - anche se il prezzo è stato caro da pagare.
Storia partecipante all'VIII edizione della "Corsa delle 24 ore" indetta sul forum "La Torre di Carta"

Le ultime volontà di Ymir la pregavano di vivere per sé stessa – e quel frutto corrotto è stato il prezzo da pagare, affinché il suo viso possa essere attraversato da profonde rughe che le ricordino lo scorrere del tempo.
Storia partecipante all'VIII edizione della "Corsa delle 24 ore" indetta sul forum "La Torre di Carta"

Jean non ha smesso un secondo di chiamarlo, da quando li hanno invitati a ritirarsi. La gola gli brucia – ma il dolore non potrà mai eguagliare quello che tormenta il suo cuore, il quale si contorce dinanzi l’incertezza della sorte che è toccata a Marco.
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«Ci siamo.»
Pieck annuisce col capo, mentre si allaccia gli ultimi bottoni della divisa. Porco, di rimando, la osserva per tutta la durata dell'azione, analizzando anche il minimo spasmo delle dita.
«C’è qualcosa che non va, Pokko?»
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Il tempo è nemico dei Guerrieri.
Quella era stata la frase pronunciata durante la loro prima lezione e, nel corso degli anni, Reiner se l’era tatuata in mente, affinché non perdesse di vista le cose importanti.
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Un pugno meglio slanciato degli altri lo fa finire dritto a terra. La mascella gli duole e inevitabilmente un rantolo di dolore lascia le sue labbra.
«Rialzati!»
Mikasa, Armin, Jean, Connie e tutti gli altri gridano quell’unico verbo fino a sentire i polmoni bruciare.
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