Oggi, mia cara Monica, mi hai ucciso.
Partiamo dal fatto che sei riuscita, dopo anni, a farmi riprendere in mano il mio GI.
Alcuni, leggendo queste righe, potrebbero non capire. Solo chi come me, per cinque lunghi lustri, ha perso la vista tra le pagine di quel vocabolario, può comprendere la pelle d’oca nel ripescarlo dalla libreria, alzare via quel leggero strato di polvere che lo ha impunemente ricoperto e tornare a sfogliare quella carta ormai tenuemente ingiallita. Eppure eccomi qua, ad assaporare ancora una volta la musicalità e la profondità di una lingua che mi ha stregato e fatto uscire di senno un’infinità di volte.
Καιρός, il momento in cui qualcosa di speciale accade. L’altra faccia del meno poetico occāsĭo, -onis latino, il momento propizio – la classicista sopita in me è tornata a nuova vita.
Rimango ogni volta sempre più stupita dalla cura che dedichi alla scelta delle parole, come solo un filologo, un amante della parola nel suo più intimo significato, saprebbe fare. Una minuziosa ricerca che si snoda parallelamente, seppur di pari passo, ad un altro fondamentale significato: quello racchiuso nella citazione riportata ad inizio capitolo, che trova forma a chiusura di questo episodio. Niente con te è lasciato al caso.
Le parole di Marquez, con la loro ineluttabile accezione, ci indicano con sottile delicatezza dove ci condurrà il filo conduttore che avvolgerà l’intero episodio, ovvero l’opportunità.
L’opportunità di guardare in faccia le proprie insicurezze, l’opportunità di confrontarsi, l’opportunità di scendere a patti con se stessi.
Rose per occasionem si trova ad affrontare non solo le sue paure, ma anche i suoi limiti, primo tra tutti la propria supponenza nei confronti di Dominique.
Non mi aspettavo assolutamente che il capitolo riprendesse esattamente da punto in cui si era interrotto quello precedente. È stata una dolce sorpresa, che mi è piaciuta più di quanto mi aspettassi.
Nell’ultima risposta che ti ho inviato, precisavo come il comportamento manipolatorio ed incurante delle conseguenze di Dominique fosse fondamentale per la sua caratterizzazione:
“«È per questo che fai di tutto per rovinarmi la vita?».”
Abbiamo detto più volte che il vero problema tra Rose e Scorpius nasce dall’incomprensione che inesorabile consuma i loro confronti; ma questa volta Dominique Weasley non ha remore nell’ammettere che ha volontariamente alimentato l’ambiguità che aleggia – aleggiava - tra lei e Malfoy, pur di proteggere una relazione morbosa e, con ogni probabilità, senza futuro. Lo confessa senza giri di parole, ha visto il filo rosso che unisce sua cugina al ragazzo, l’innegabile possessione che lega l’uno all’altra, eppure non ha avuto nessun rimorso nel far credere che tra lei e Scorpius potesse esserci qualcosa. Anzi, si è dovuta impegnare ancor di più nella sua interpretazione affinché ciò potesse depistare possibili sospetti. Non si è chiesta chi avrebbe potuto ferire, e, anche lo avesse fatto, ha reso chiaro che non sarebbe comunque stato importante quanto proteggere il suo segreto. L’irraggiungibile e, all’apparenza, imperturbabile Dominique ha mostrato di essere doppiamente incurante dei risvolti che le sue azioni possono avere nelle vite di chi la circonda. È stata pronta a compromettere il precario equilibrio emotivo di Rose e, allo stesso modo, persiste nel rischiare di gettare nel caos la sua intera famiglia proseguendo la relazione clandestina con James:
“Capì quanto Dominique non avesse bisogno che le si ripetesse che fosse tutto sbagliato, e forse proprio per questo aveva provato sollievo quando Rose aveva portato una luce inconsapevole su quel loro segreto, divenuto opprimente come una lapide sul petto.
Proprio Rose che non avrebbe mai sollevato il dito su nessuno per indicare la strada giusta da seguire.
Una strada che Dominique conosceva molto bene e che aveva con consapevolezza e totale paura scelto di non seguire.”
Dominique si dimostra irriducibile nelle sue posizioni in egual misura, seppur in modo così diverso, di Rose.
“«Eppure pensavo che tu, almeno tu, mi avresti capita».”
“ «Anche tu fai di tutto per combattere qualcosa che ti fa stare così male e così bene allo stesso tempo».”
Da una parte la cugina che non esita a metter a tacere la colpa per ottenere ciò che vuole, dall’altra la cugina che non riesce a prendere ciò che desidera a causa dell’insicurezza. Questo è forse il primo vero punto di contatto tra queste due ragazza così diverse tra loro - l’anello di congiunzione.
Ho trovato molto intenso il modo in cui hai descritto ogni singolo gesto di Dominique, ogni sua più piccola sfumatura ha permesso al lettore di percepire la sua preoccupazione e, al tempo stesso, il suo desiderio di essere amata da James Sirius. Per la prima volta vediamo una Dominique umana, imperfetta, incrinata nell’aspetto così come nell’animo. Sempre bellissima, ma decadente sotto le inarrestabili sferzate della propria coscienza:
“Si separò dalla parete che la sorreggeva come se i piedi si fossero sollevati dal suolo senza il suo controllo, immergendosi nel pavimento che le schizzava i polpacci e riemergendo solo davanti alla ragazza dai capelli opachi, come fili di paglia bruciata al sole.”
“Tra i pochi spiragli lunari che squarciavano quel buio asfissiante, si affacciava un viso consumato, piegato in linee disarmoniche, spezzato da una bocca senza vita, un viso che di bello aveva solo il ricordo.”
“Che era la cosa sbagliata, ma Dominique aveva tanta consapevolezza in quelle lacrime inconsuete, che le rigavano il viso imbruttito dal rimorso, come fossero torrenti dal corso perenne, avvezzi a corrodere quella superficie levigata e quasi eterea, anche quando non fossero visibili.”
Sono proprio tutte queste piccole crepe, che deturpano la perfezione di Dominique, a spingere Rose a cogliere l’occasione di confrontarsi con lei.
Un’altra persona le rinfaccia prepotentemente e senza mezzi termini la verità: Rose sta fuggendo. E se non fosse stato per quell’episodio a Natale, avrebbe sicuramente trovato un’altra scusa per tornare “in quell’iglù”, la sua personale fortezza della solutine in cui rinchiudersi assieme al proprio orgoglio.
La Vipeera, però, oltre che rimbeccare Rosie, le offre anche un’occasione – un’opportunità:
“«Allora vediamo se riesci ad immaginare chi è il mio sfortunato compagno di ronda che questa sera resterà tutto solo tra le aule deserte della scuola».”
Ho interpretato questa battuta come un gesto di pace, un ramoscello d’ulivo che viene offerto all’altra ragazza come una tacita alleanza. Sono sinceramente curiosa di vedere come il loro rapporto verrà ad evolversi a seguito di questa situazione, anche perché per il momento manca un ulteriore tassello, cioè la reazione di James. Il cugino si è chiuso in un impenetrabile silenzio, ma, nonostante siano stato scoperti, sembra che non sia intenzionato a concludere questa relazione incestuosa. Prima o poi, però, dovrà confrontarsi con Rose e a qual punto la nostra protagonista dovrà decidere se diventare loro complice o meno.
Diversamente, a perdere un’opportunità è Scorpius. In tutti i sensi.
Perde l’occasione di tenere in piedi il suo gioco di indifferenza posizionandosi proprio in bella mostra davanti a Rose e, volendo ostentare la sua superiorità, si trova oltretutto tradito dal suo stesso corpo. Oltre il danno la beffa, si potrebbe dire.
Dal suo punto di vista diventa chiaro come per lui sia difficile negarsi la continua ricerca della Weasley, è quasi una tortura resistere ai suoi sguardi e cedere alle sue involontarie provocazioni:
“Lo guardò ancora, come faceva sempre, nonostante lo avesse respinto. Lo divorava con gli occhi, mordendosi le labbra in un gesto che aveva dell’involontario ma che lo faceva impazzire ogni volta.
Cercava di evitarlo, quello sguardo.
Ma quella volta lei lo aveva sorpreso a pensarla, e lui non poté fare altro che cedere a quel volto tormentato, concedersi questa breve e amara debolezza, prima di ricomporre tutta la sua maschera di sicurezza.”
Tutto in lui si ribella a quella insistente presa di posizione. Prima la sua mente, che non gli permette di eliminare Rose come punto fermo dei suoi pensieri. E poi il suo corpo, che non riesce a reagire alle attenzioni di una ragazza diversa, una ragazza che non è quella desiderata con così persistente bramosia.
E, nonostante l’inequivocabile ed imbarazzante situazione creatasi tra lui e Kate Hastings, il passaggio che più mi ha stretto il cuore non poteva non essere quello delle mani.
“Lei lo avvertì distratto, poiché cercò le sue mani e le strinse.
Scorpius si irrigidì, affrettandosi a sciogliere quel contatto, prima che lei lo profanasse.”
Cerca di dimenticarla Scorpius, cerca di farlo tra le braccia di un’altra. Eppure la sua mente, il suo corpo, tutto di lui cede all’innegabile verità: al di là di ogni sua negazione, lui le appartiene. Mi hai travolto con questa scena. Lui che volta il viso per non farsi baciare, che non riesce a sovrapporre l’immagine di Rose su un’altra ragazza, che protegge il loro contatto di mani perché potrebbe essere profanato, come qualcosa di sacro che viene violato dal più infedele degli empi. Nonostante l’infantilità di Scorpius nel seguire Kate sotto gli occhi sconcertati di Rose, in quel momento non ho potuto che stare male per lui e per la sua ostinata perseveranza. Inconsciamente, Scorpius si salva da una situazione che gli sarebbe costata molto cara.
Una situazione che il mio adorato Alan non poteva che sfruttare.
E qui passiamo all’opportunità di Alan Doyle.
Sai quanto io lo ami, te lo avrò scritto fino allo sfinimento. Ed oggi lo amo ancora di più – I want more Doyle for everyone!
Se fino a questo capitolo pensavo che Alan avesse accettato di essere un amico per Rose, ora mi devo ricredere. Va bene, stiamo parlando di un dongiovanni, uno di quelli che ci proverà fino alla fine. Ma se finora Doyle ha sempre avuto un modo di fare simpaticamente sfacciato, in questo capitolo il suo comportamento con Rose non è stato molto limpido.
“«Perché non la finisci di fare cazzate, Capitano?» ringhiò basso. «Lo sai che se non lo cogli, il fiorellino prima o poi sboccerà tra le mani di qualcun’altro?».”
Quando è presente il Capitano, lo istiga consapevolmente, come a rinfacciargli la sofferenza della ragazza. Prima avevo erroneamente immaginato che lo facesse per provocare una reazione da parte di Scorpius che permettesse un loro avvicinamento o, in caso contrario, gli lasciasse tacitamente campo libero. Un po’ come aveva fatto al ballo Kate, che aveva improvvisato quel bacio sul collo di Albus per aiutare il suo amico ad attirare l’attenzione di Johanna. Ma, dopo le parole di Al, mi rendo conto che l’obiettivo di Alan è quello di apparire un cavaliere dalla scintillante armatura pronto a rialzare Rose ogni qualvolta viene buttata giù dall’ennesimo sgambetto di Malfoy.
Alan ha tempismo. È lì quando Scorpius si chiude nel suo muro di indifferenza, è lì quando Scorpius mette su la sua scenata di gelosia al ballo, è lì quando Scorpius si chiude nello stanzino delle scope con un’altra. Alan ha tempismo e sa cogliere sempre l’occasione. Lo sa fare alla grande. Potrebbe essere crudele, potrebbe sbattere in faccia a Rose il fatto che il suo adorato si è chiuso in uno sgabuzzino con la Hastings. E invece no. Lui sa come comportarsi per ottenere ciò che vuole, ed ora lui vuole la fiducia di Rose:
“Non sapeva se Alan volesse condividere con lei un po’ della sua saggezza o solo trascinarla verso un percorso in discesa scevro da domande e da risposte, di chi galleggia semplicemente nell’inconcludenza.
Afferrò quella sigaretta. Che fosse venefica o il più grande beneficio, lei si fidava di Alan.”
“Tornò di colpo serio, sporgendosi verso la ragazza per inalare un po’ del suo fumo.”
“Temeva quella reazione tra i due ragazzi che le erano vicino in modo così diverso, ma ugualmente importante.”
Con un’imprevedibile pazienza, Alan Doyle si sta insinuando nella vita di Rose, che lo reputa a tutti gli effetti una persona a lei cara, e questo manda fuori di testa Scorpius. Non posso che domandarmi fino a che punto si spinga l’interesse di Doyle nei confronti di Rose. Stava arrivando al punto di farsi schiantare da Malfoy pur di non cedere all’impeto del compagno di casata, una reazione completamente nuova rispetto alle sue precedenti provocazioni fini a se stesse, le quali si concludevano con un’occhiataccia del Capitano e il suo farsi da parte. A questo punto il loro rapporto sembra oramai ai ferri corti e sono proprio curiosa di sapere come andrà avanti questa loro personale competizione.
Stai riuscendo ancora una volta a rendere complesso un personaggio attraverso pochissime righe. Negli ultimi capitoli Doyle non ha avuto molto spazio, in alcuni non è nemmeno stato citato, eppure stai delineando una ragazzo sfaccettato, complesso nel suo insieme. Adoro questa tua capacità di rendere interessanti anche i personaggi secondari, riesci a dedicare ad ognuno il giusto spazio facendoceli conoscere e amare. Davvero bravissima.
Seguendo gli avvenimenti, ci troviamo adesso a parlare dell’opportunità di Albus Severus.
Nello scorso episodio lo abbiamo visto assumere le vesti del cugino premuroso, immagine che persiste anche nella conversazione con il suo migliore amico. L’aspetto che più ha colto la mia attenzione è la possibilità, tirata in ballo da Scorpius, che Al non sia proprio così imparziale come ci è sembrato finora.
“Lui così abituato a carezzare di attenzioni discrete e incisive la fragilità della cugina preferita.
Quella stessa fragilità che tante volte Albus aveva difeso negli anni, davanti allo scetticismo di Scorpius.”
Albus cerca di essere il più oggettivo possibile. Dalle loro conversazioni, si evince come i due amici non parlino apertamente dell'argomento "Rose", soprattutto se si tratta di entrare in temi di natura intima, per questo motivo Scorp non può sapere quanto in realtà il giovane Potter cerchi di far ragionare la cugina - come abbiamo visto durante il loro confronto nella serra. Esiste comunque un però, e cioè che Al si sente in dovere di intimare con la sua "sottigliezza da quattro soldi" di andarci piano, e, nel ricoprire il ruolo di super partes, ricorda che Rose non sta male per colpa di Scorpius, ma per Scorpius. Una sottigliezza non proprio da quattro soldi, direi.
Al culmine della scena che li vede protagonisti, spunta a sorpresa un'altra occasione. La nostra occasione di farci due domande su Albus e Joa.
Siamo - sono - tutti così concentrati sui tira e molla di Rose e Scorpius, oppure sul rapporto incestuoso tra i cugini Weasley-Potter, che questa coppia/non coppia sta passando fin troppo inosservata.
"«E tu, invece, si può sapere che hai combinato?»."
Oh bravo Scorpius! È la domanda che tutti ci stiamo chiedendo. Siamo passati dal Ballo di Natale, durante il quale Al è stato un po' complice e un po' vittima dei giochetti di Kate - «Ho appena fatto morire di gelosia la tua bestiaccia da compagnia» -, all'incontro presso il Tre Manici di Scopa, in cui l'avversione di Johanna per Severus è palpabile. Credo proprio che per il nostro amico sia arrivato il momento di essere meno sottile e giocare d'attacco, se non vuole peggiorare la situazione!
Un’ultima considerazione su i miei bimbi:
“ […] il respiro si era fatto più regolare, l’ombra di ira, scesa sulla sua vista, si stava dipanando in una tenue dissolvenza di lucidità crescente, e il conforto dell’inclinazione serafica, che trovava adito solo nella voce del suo migliore amico, gli fece perdere il senso di tutto ciò che stava accadendo.”
È bastato un solo richiamo da parte di Albus per placare Scorpius. Un appello fermo e lucido in tutto quel marasma di sentimenti negativi che stavano prendendo il sopravvento sul ragazzo Malfoy. Mi è piaciuta parecchio la scena della folla che si apre all’arrivo di Albus, permettendogli una visuale chiara di cosa stia succedendo, e mi è piaciuto anche il fatto che Al ci sia sempre, anche quando non sembra. Una presenza costante, mai invadente, ma sempre pronta a intervenire nel momento più opportuno. E quell’intervento è per Scorpius come una sferzata d’aria fresca dopo una lunga apnea, durante la quale lo stomaco aveva preso il sopravvento sulla ragione. Anche qui sei riuscita a delineare alla perfezione un rapporto molto complesso attraverso poche battute. Il tuo è un vero talento.
Giungiamo infine all'ultima opportunità. L'opportunità propizia per eccellenza, il momento supremo, l'attimo nel quale succede qualcosa di speciale. L’occasione del confronto.
Mi ha divertito tutta la parte sul pedinamento al buio, lo smarrimento di Scorpius e l'ironico riferimento a zia Bella. Come se il giovane Malfoy potesse essere sorpreso da un manipolo di Mangiamorte incredibilmente penetrati all'interno del castello - la casualità dei riferimenti.
Troviamo una Rose che tasta il terreno, preoccupata che possa franare da un momento all'altro. E non ha tutti i torti: Scorpius dà qualche segno di cedimento, ma sembra non volergliela dare vinta. Finché non la vede mettere da parte quel suo maledettissimo orgoglio.
"Rose, immobile nello stretto corridoio, si ergeva in tutta la sua imponenza, lasciando che le braccia cadessero lungo i fianchi, mostrandosi inerme davanti al suo sguardo."
Aveva avuto paura quel pomeriggio Scorpius, molta paura. Paura che Doyle potesse metterlo in una pessima posizione con poche semplici parole. Situazione che per sua fortuna non si è verificata, ma che lo ha comunque messo di fronte alla realtà dei fatti. Non può sfuggire ai suoi sentimenti, non può davvero tagliare fuori Rose come le aveva annunciato tempo addietro. Per l’appunto, nonostante l’accennato contegno che prova a mettere su, non può che cedere alla tenue e inarrestabile perseveranza della ragazza.
“Lui fece per allontanare di poco quel corpo gracile nelle proprie mani, quel tanto che gli permettesse di superarlo e abbandonare ogni contatto. Ma proprio quando aveva interposto diversi centimetri tra di loro, riavvicinò Rose a sé, accorciando maggiormente la distanza, quasi portando i loro copri a scontrarsi.”
Tutta la sequela di difetti che tira fuori, appare più come una dichiarazione d’amore che come una critica.
Sembrano voler dire “sei tutte queste cose negative, e per questo per me sei inevitabile”.
E infine ecco il bacio. È stata una scena molto sensuale, le labbra che sfiorano la vena palpitante sul collo, la carne calda da mordere, le mani nei capelli – Oddio quelle mani, quanto hanno atteso per potersi tuffare nei suoi capelli!
E proprio le mani chiudono quest’ultimo atto:
“ Le mani di lui la cercavano e trovarono la sua mano, la fermarono mentre fuggiva via, la accarezzarono, fino a sfiorarla e a perderla del tutto.
Rose camminava con estrema calma all’indietro nel buio, svanendo alla vista del ragazzo.
Scorpius capì la sua intenzione e la tenne legata a sé un secondo in più, sfiorando il profilo delle mani, disegnando linee esitanti sul suo palmo, non osando approfondire quel contatto che adesso, come mai, bruciava di consapevolezza.
Poi quel legame si spezzò, non la vide più, ma udì i passi affrettarsi in lontananza risuonare poderosi nella notte assordante, mentre lei correva verso chissà cosa.”
E niente. Ci lasci così. Oramai hai preso gusto nel concludere i capitoli con finali ad effetto, ma sappi che così ci ammazzi.
Di quest’ultima parte mi piace molto il termine “consapevolezza”: finalmente si sono esposti, entrambi, in egual misura. La terra di mezzo dell’indefinito è stata spazzata via e d’ora in avanti le cose non saranno più le stesse. Ma non abbiamo assolutamente la certezza che saranno migliori!
In sintesi, il capitolo è pieno di tensione e colpi di scena. Dalla svolta nei rapporti di Rose con Dominique prima e Scorpius poi, alla piega sempre più sfrontata che sta prendendo il personaggio di Doyle, per terminare con il bacio mozzafiato che ricongiunge i due protagonisti.
Il susseguirsi degli eventi è ben strutturato e il tema del momento opportuno apre e chiude gli avvenimenti in modo impeccabile. Anche la citazione iniziale de “L’amore ai tempi del colera” trova spazio nella conclusione, nell’attimo esatto in cui sia Rose che Scorpius comprendono che non possono più nascondersi, devono affrontarsi perché altrimenti se ne pentirebbero per tutta la vita.
Il lessico è come sempre vario e ben misurato, così come le figure retoriche (“A quelle parole la piuma cadde definitivamente stramazzante sulla pergamena smussata, affogando in una pozzanghera di inchiostro scuro come sangue fresco, ancora pulsante.” Ho amato questo accostamento dell’inchiostro al sangue, come se Rose fosse un animale ferito che si lecca le ferite).
Ho trovato alcuni errori di battitura, che tengo a riportare di seguito:
“Non provava ad incantarla, solo a minacciarla in un’eco profonda.” à eco profondo;
“Sollevò il volto su quella figura irreale che aveva preso posto accanto a sé con una leggerezza tanto angelica da rasentava la fatalità.” à da rasentare;
“ «È sempre colpa tua».
«Non ci provare, Al»
«Lo sai …»” à qua una sciocchezza, lo spazio tra la parola e i puntini;
“La voce uscì dalla sua gola quasi come un urlo «Ti sembra che ci sia qualcosa di paragonabile con …».” à anche qua lo spazio;
Che altro aggiungere… Ah, certo! Lo sapevo che ad Hogwarts si spacciava! Alan Doyle è sempre troppo fornito per essersi portato la roba da casa… altro che 50 galeoni!
Sicuramente non mi aspettavo che Rose gli facesse compagnia, un’iniziativa sconvolgente!
Come sempre Monica ci hai stupito, lasciato senza parole e fatto saltare il cuore in gola. Grazie, davvero.
Ti saluto con grande affetto,
Giulia (Recensione modificata il 18/05/2020 - 09:32 pm) (Recensione modificata il 19/05/2020 - 09:49 am) |